Kurohai: Shinjitsu

[Free GdR Itai & Raizen]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Kurohai: Shinjutsu

    Le Fiamme Nere





    Quale immensa e fiera bestia che era Kutsu. In un certo modo ricordava Jigoku (sebbene fosse più piccolo). Ma perché era comparso lì, all'improvviso? Io e Raizen eravamo lì da poco, avevamo scambiato giusto due parole quando ecco una furiosa battaglia dominare su di noi. Com'era possibile una tale coincidenza? Fu Yukari, ripresosi dal suo stato catatonico, a comprendere e dunque spiegare il motivo del subitaneo attacco del possente Kutsu, signore del Tormento senza fine. Aspettava che te e Raizen vi mostraste qui. Disse con una specie di sussurro terrorizzato. Aveva ormai totalmente rigettato la furia, aveva compreso quelli che erano i loro errori per cui vederla ricomparire con una tale possanza lo distruggeva nel profondo: l'incubo di Jigoku, l'Ingannatore, lo stava tormentando. Ma non era qui, non dormiva nella pietra qui nel cratere del Monte Gekido. Doveva essere da qualche altra parte. Ah bé, comunque, ne parleremo dopo. Dissi, stringendo tra le dita Garyuka. Sicura di non poterlo purificare? Sicura. Mi disse Yogan. Lo percepisco. Lui è diverso. Vorrà dire che dovremo ucciderlo.


    L'idea di uccidere un drago non mi entusiasmava più di tanto. Ma come per Jigoku, quale che fosse il Drago che si abbandonava alla Furia per trarne vantaggio era un pericolo così grande da far risultare la sua vita insignificante dinanzi alla moltitudine di anime che sarebbero state perdute a causa del riaffiorare di quella rabbia senza fine. Trassi Garyuka dal fodero quasi lentamente, mentre Raizen dimostrava di poter schivare i proiettili lanciatigli contro abbastanza facilmente. Era veloce. Aveva detto di avere anche lui qualche asso nella manica ed ero genuinamente curioso di conoscerli, nonché speranzoso che essi fossero realmente ottimi. Ed infatti lui scomparve, letteralmente.
    Avrei fischiato di ammirazione se Yogan non avesse emesso un gemito spaventato. L'enorme nemico aveva di fatti aspirato una grossa quantità d'aria e con essa Yogan aveva percepito chiaramente la sua riserva di chakra ridursi di un terzo. Itai, il mio chakra... La osservai utilizzato i miei poteri da sensitivo, comprendendo immediatamente quanto grave fosse la perdita. Se quell'enorme drago l'avesse rifatto ancora sarebbero stati guai seri. Va via Yogan, qui ci pensiamo noi. Nemmeno per sogno... tutti qui sono in pericolo. Mio padre, tutti quelli che abbiamo giurato di proteggere. Non potrei considerarmi un Drago se fuggissi. Yogan... Ero tremendamente preoccupato. La dragonessa si voltò appena verso di me, il suo occhio di rettile era infiammato di determinazione. Sapevo benissimo che non sarebbe servito a nulla tentare di dissuaderla. Nuovamente il mio corpo fu avvolto da un bagliore azzurrino e misi una mano su di lui. Allora pare proprio che devo riusci... no, cosa cazzo sta facendo.


    Proprio mentre parlavo sul drago era comparsa la Volpe. Raizen aveva deciso di farsi ammazzare? Per quanto straordinaria potesse essere la trasformazione in demone, ero abbastanza certo che il suo legame con la Volpe non fosse abbastanza profondo da consentirgli di mantenere il controllo! Avrebbe certamente attaccato furiosamente il drago, ma se io - o Yogan - ci fossimo avvicinati ci avrebbe preso per suoi nemici. No, no, maledetto idiota, non sei ancora pronto! urlai, frustrato, mentre richiamavo a me il chakra di Chomei. [Tecnica]


    Pare che dovrai combattere due avversari formidabili. Disse Chomei. Io ringhiai la mia disapprovazione, quasi come una bestia. Cosa diavolo devo fare? Perché si è trasformato? Immagino per i quaranta metri di altezza. Fanno comodo.
    Per tutti i Kami, appena torna umano lo prendo a calci in culo.



    Yogan però decise di agire di testa propria. Gonfiò i polmoni mentre volava verso il nemico fermandosi a venti metri da lui ed urlò la propria furia sotto forma di una tremenda fiammata larga nove metri carica di potere [Tecnica]Katon: Karyu no Todoroki
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Nessuna (5)
    L'utilizzatore può emettere una fiammata dal diametro di 9 metri e gittata pari a 24 metri. La potenza è pari a 90.
    Tipo: Ninjutsu - Katon
    (Livello: 2 / Consumo: Elevato)
    [Da Jonin in su]



    Fiamme Dorate dei Draghi dell'Ovest
    Talento: L'utilizzatore può trasformare il fuoco o il calore emesso da un qualsiasi suo Katon in in Fiamme Dorate. Le Fiamme Dorate causano Ustione (DnT Medio) aggiuntiva a chiunque agisca guidato da una furia fortissima o ingiustificata. Il danno aggiuntivo è causato dalle Fiamme Dorate che continueranno a bruciare finché non esaurito il DnT. Se eliminata la causa della furia le fiamme si spegneranno, non causeranno più danni. Non è possibile utilizzarla con altre abilità 'Talento' in combinazione.
    [Da Jonin in su]
    . Le fiamme però erano d'oro! Yogan aveva deciso di rinunciare a risparmiar chakra per poter lanciare un furioso attacco al suo nemico con la più pericolosa delle sue armi per chi agiva furiosamente! Il problema era che se le fiamme avessero toccato la Volpe anche lei ne sarebbe stata affetta.


    Yogan tornò indietro, esausta. Era sempre così: era formidabile, ma la sua quantità di chakra non era comparabile a quella degli umani. Così era anche per Sojobo. Inoltre il drago le aveva assorbito molto chakra precedentemente, ciò significava che la sua quantità di chakra rimanente era così pericolosamente bassa che se Kutsu avesse rifatto il giochetto di prima probabilmente Yogan sarebbe morta. La dragonessa rimisi una mano slle scaglie di Yogan, sentendomi disperato. Perché non mi ascolti mai. Dissi rabbioso, sentendomi quantomai inutile. Perché cazzo non hai fatto come ho detto, maledetta idiota. Ringhiai tra i denti. Ancora una volta il bagliore azzurro avvolse la mia persona. Perché devi essere sempre così orgogliosa! ... Non dire questo, avresti... fatto.. la stessa... cosa... Era evidentemente affaticata. Abbassai il capo, nel tentativo di schiarire la mente, mentre in alto infuriava senza fine la battaglia tra la Volpe ed il Drago.


    Per quanto potesse essere potente la colpe però Kutsu non si ritrovò ad essere impensierito dal suo potere. Anzi, era in grado di percepirne l'infinita furia! Ed il sadico sorriso di Kutsu si allargò ancora di più. La Volpe, col suo carico di risentimento, era il bersaglio perfetto. Il doppio attacco che mirava a colpirlo alla schiena furono schivati con un agile movimento della sola sezione interessata del corpo che sinuoso si spostò a sinistra [Difesa Kutsu] mentre con un soffio di fiamme incredibilmente potente spazzò l'enorme fiammata di Yogan come se nulla fosse! [Fiamme di Potenza: 100, raggio 9 metri] e dunque il drago decise di incassare il secondo colpo... con tanto di sorpresa. Difatti le sue scaglie erano incredibilmente dure, tanto da permettergli di sopportare quel colpo col minimo danno riuscendo però - di converso - a contrattaccare. Proprio mentre il pugno dissennato della Volpe si frantumava contro la mascella della bestia. Ma mentre questo accadeva la bestia parve avvolgersi di un fuoco nero che difficilmente la Volpe sarebbe riuscita a schivare [S&M]. Le fiamme però non avrebbero fatto male. Non erano calde o dolorose, ma erano la cosa peggiore che la Volpa potesse incontrare.


    Le Fiamme Nere. La creazione finale di Kutsu, l'opposto delle Fiamme Dorate. Kutsu era il figlio di Jigoku ed egli era l'opposto di Yogan. Era la Hono Arechi, la Fiamma Contaminata e come tale celava dentro di se la Furia ed il segreto per riavviarla. Così come le Fiamme Dorate bruciavano la rabbia della vole, le Fiamme Nere non potevano nuocerla... ma potevano nutrirne la rabbia e l'oscurità. Così, Raizen, si sarebbe ritrovato catapultato nel Mondo Interiore a fare i conti con qualcosa che non poteva immaginare. Non avrebbe dovuto lasciar perdere la ragione per attaccare Kutsu con tutta la furia della Volpe, era stato un errore madornale!


    E le Fiamme Nere iniziarono ad ardere la Volpe e Raizen stesso e l'oscurità nei loro animi iniziò ad essere gonfiata oltre l'inverosimile. Ma moltiplicando all'infinito quella che sporcava l'animo di Raizen non sarebbe stato sufficiente a soverchiare l'immensa furia ed odio emanati dalla Volpe. Si sarebbe ritrovato nella sua dimensione interiore priva di qualsiasi cancello, piegato su se stesso in preda ad un panico superato solo dalla sua rabbia. La Volpe invece sembrava essere estremamente a suo agio. Lo fissava da lì, con l'aria di superiorità di chi di aver vinto. Raizen era suo, inesorabilmente.


    La senti? Questa è la tua oscurità. Io riesco a percepirla, Raizen.

    È grande. Enorme.



    La Volpe torreggiava su Raizen, che stava sentendo ogni briciolo di risentimento gonfiarsi, aggravarsi e divenire possente fino ad inquinare la sua stessa anima. Solo un desiderio avrebbe pervaso il suo intelletto ormai rovinato: uccidere. Uccidere. Ed ancora uccidere, fino a bagnarsi del sangue degli altri come sotto la pioggia, fino a far diventare la sua pelle stessa dello stesso colore del sangue. Ma a quel punto, come poteva fare Raizen a riuscire a liberarsi da quella morsa che Kutsu gli aveva imposto? La Volpe sapeva che non c'era possibilità di successo. Raizen non era come Itai! Lui non rifuggiva l'oscurità, ci si nascondeva e la faceva propria usandola a suo vantaggio! Quanti atti discutibili attraversavano la vita dello Shinobi? Tutti, probabilmente, per raggiungere un determinato scopo ma esso non li rendeva di certo migliori. Quanto risentimento provava verso gli altri? Verso chi lo accusava di essere ciò che non era, verso chi osava giudicarlo e definirlo ancora un "cane randagio". Quanto risentimento provava verso vecchi sensei pronti a distruggere la sua libertà ed il mondo che conoscevano? Solo lui lo sapeva, ma qualora pensasse che fosse piccolo o insignificante si sarebbe trovato a fare i conti con una rabbia infinita... che doveva superare. Assolutamente.


    Fuori da quel nugolo di fiamme e furia in cui Volpe e Jinchuuriki si stavano confrontando, io cercando disperatamente di salvare Yogan. Kutsu, difatti, avrebbe presto rivolto la sua attenzione verso di lei intento a distruggere l'ultimo baluardo contro la Furia dilagante. E non potevo permetterlo. Non potevo permettere. Dovevo riuscire a trovare la forza di fare quanto avevo progettato, di scovare il me altro potere.


    Scostati sciocco umano.

    Il suo destino la attende.



    Strinsi i pugni mettendomi davanti a Yogan, allargando le braccia. Mai. Dissi, con tono estremamente deciso. Itai... Pensi che io possa lasciarti stare, Yogan? Pensi che io possa permetterti di morire? Ma Ayame...Se non ti senti ancora parte della mia famiglia sei più tonta di quanto credessi, Yogan.


    Dunque è questo che vuoi?



    Era quello che volevo? Certo! E mi veniva assolutamente naturale ed istintivo, oltre ogni immaginazione. Ero pronto a qualsiasi cosa pur di proteggerla! Proteggerla. Come potevo riuscirci però? Dovevo riuscire a fare ciò che avevo progettato, dovevo riuscire a sbloccare quel potere che sapevo di avere. Ed in soccorso a me venne il demone che anche mi aveva suggerito di prendere quella strada. Sì, perché era stato Chomei a suggerirmi di provare a rafforzare gli altri più che se stessi, sostenerli durante la battaglia.

    Te l'ho detto! urlò Chomei nel mio subconscio, agitando nervosamente le ali Devi adattare il tuo chakra a quello degli altri, riuscire a trovare il giusto incastro.
    Non è facile. Risposi. Lo so. Fece una breve pausa. Ma il chakra è nato per questo. Per unire.


    Non compresi cosa accadeva ma alzai gli occhi verso Kutsu, lanciandogli un'occhiata carica di sfida. Sì. risposi con tutta la determinazione che riuscivo a mettere in quelle uniche due lettere, facendo un passo indietro per mettere una mano su Yogan. Kutsu rise, e la sua risata era simile ad un rombo di tuono durante un temporale estivo, dunque apalancò le fauci. Chiusi gli occhi, ignorandolo. Scavai dentro di me, nel centro del mio essere, giungendo laddove c'era la fonte del mio chakra. Potevo vederla, una enorme ed informe sfera azzurra che si muoveva senza tregua. Non potei far altro che allungare una mano, immergerla lì come avevo già provato a fare molte volte e sperare che funzionasse. Doveva! Yogan non sarebbe morta. Raizen non sarebbe morto. Nessuno lì si sarebbe morto quel giorno!


    E quando riaprii gli occhi il bagliore era esploso in un'aura luminosa che adesso mi circondava decisa, a dimostrazione di tutto il mio quasi sconfinato chakra che non poteva essere trattenuto semplicemente dal mio corpo. Itai tu... Yogan si avvicinò a me ed io le misi una mano sul muso. Cercai il suo chakra con il mio, ed essi danzarono assieme per un istante prima di incastarsi come due perfetti ingranaggi. Ma mentre quello di Yogan era inflessibile, immutabile, il mio poteva cambiare ed adattarsi... e quando accadde il corpo di Yogan riconobbe quel chakra come suo e spalancò le porte al suo ingresso. Ed io non lo trattenni, donandole tutto il chakra che serviva per ripristinare totalmente la sua riserva. Il mio chakra... Yogan parve guizzare, ed io sorrisi, saltando sulla groppa di lei. Kutsu aveva fermato il suo attacco, confuso.


    Mi dispiace Kutsu. Non sono ancora disposto a lasciarla andare via. Dissi quasi rabbiosamente. Yogan, piena di vita, si alzò in volo saettando nel cielo a piena velocità fino a trovarsi difronte al suo nemico. Non devi più preoccuparti ora, sarò io la tua forza Yogan. E così ci stagliavamo a circa venti metri da Kutsu, volando assieme, mentre la Volpe carica di furia colpita dalle Fiamme Nere era in terra a contorcersi malamente. Kutsu parve trovarlo divertente.


    Su di te non avranno effetto. Anche le Fiamme Dorate non lo avranno.

    Dovrò distruggerti alla vecchia maniera.



    Yogan mostrò le zanne. Nessuno dei due aveva paura in quel momento: per quanto potente potesse essere Kutsu non avrei fallito nel cercare di sconfiggerlo. Tuttavia Raizen mi preoccupava: cosa voleva dire che "non avranno effetto su di me"? Cosa intendeva con quelle parole? Che sporco trucco aveva utilizzato contro Raizen?

     
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