Kurohai: Shinjitsu

[Free GdR Itai & Raizen]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Kurohai: Shinjutsu

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    Yogan non aveva paura. Era temeraria come pochi al mondo e forse le uniche cose che realmente temeva era ciò che non poteva controllare. Yogan era pura. Candida come la neve appena caduta, innocente, poiché la sua stessa vita era stata volta ad uno scopo nobile compiuto appieno in un'epica battaglia che aveva visto tramontare il dominio corrotto di Jigoku. Per questo motivo lei non temeva l'oscurità, non temeva l'odio e non temeva la furia: ne era estranea, ne era immune. Non era immune alla rabbia, alle preoccupazioni, alle inquietudini dell'animo. Semplicemente però esse non potevano inquinare la sua anima. Yogan era pura, genuina. Motivo per cui Kutsu si sarebbe dovuto presto ricredere.


    Quando la nera oscurità la investì Yogan però ecco che furono proprio quelle preoccupazioni a renderla appena vulnerabile. Era preoccupata per Itai, era preoccupata per suo padre, era preoccupata per i suoi fratelli ai quali aveva restituito la vita e la purezza. Erano tutti quanti una sua responsabilità, ed ella era l'unica tra tutti i draghi a poter resistere a Kutsu ed al ritorno dell'ultimo spasmo della furia. E l'ondata nera amplificò quelle sensazioni oltre l'immaginabile e così Yogan ulrò, carica di frustrazione e disperazione, sentendo quel legame interrompersi. Qualcosa si era intromessa tra lei ed il chakra di Itai e senza più quella calda sensazione avvolgente si sentiva così... sola e persa. Urlò ancora. Ed ancora. Ed ancora. Ma non si arrese mai, perché per quanto la rabbia potesse amplificarsi, per quanto possente potesse divenire, non si sarebbe mai trasformata in furia. Mai e poi mai. Perché lei era la Fiamma Immacolata e l'unico che poteva sporcarla era lo stesso uomo alla quale aveva legato il suo destino indissolubilmente, inevitabilmente e fino alla fine dei suoi giorni... ed Itai non l'avrebbe mai fatto.


    Quando era sotto il controllo di Yukari gli attimi passati erano terribili: Yukari non aveva mai potuto recidere il suo legame con Itai eppure l'aveva indebolito, costringendola a fare ciò che non avrebbe mai fatto. Ed ora la sensazione non era dissimile: una soffocante oscurità senza limiti che non le impediva di pensare ad altro che alla sua parola. E quel legame dunque veniva attenuato, ma non spezzato. Non poteva essere spezzato sopratutto perché Itai era con lei. Sempre.




    Recidere cosa? Le mie parole furono quasi divertite mentre le dicevo. L'ondata oscura non mi aveva colpito, giacché saltai via dietro incitazione di Yogan attivando la trasformazione parziale al fine di usare solo una versione più piccola delle ali di Chomei, permettendomi di fuggire via a piena velocità [Difesa]. Guardai Yogan che si contorceva con preoccupazione, ma sapevo che non stava provando dolore [Abilità]Itami 痛み - Dolore
    Speciale: L'utilizzatore ed il Drago, se consci della propria presenza reciproca, sono in grado di avere la percezione del dolore dell'altro. Non consente di trasmettere status. Il dolore percepito dall'altro non è invalidante.
    [Da Genin in su]

    , perché non ne percepivo alcuno. Cosa le stava facendo Kutsu? L'enorme drago continuò a parlare ed iniziò a far piovere qualcosa. Era una sostanza oleosa, dall'odore tossico di sostanza chiaramente insalubre. Mi bagnò la pelle, i capelli e corse sulla mia pelle pallida come nere lacrime di sangue. Ma non mi lasciai atterrire: ero pur sempre uno dei due uomini che avevano affrontato e sconfitto Jigoku. Mi ero ritrovato faccia a faccia con Bijuu. Ero un uomo decisamente più temprato di quanto le apparenze non lasciassero intendere. Poi qualcosa parve cambiare: in quello scenario oscuro vidi guizzare un'oscura figura a grande velocità, che passava di goccia in goccia, come un nero fantasma. Kutsu stava facendo qualcosa! Ma ti prego... Dissi, con una voce affilata, dando un deciso colpo di ali per sfuggire [Difesa], schivando agilmente quell'improvviso assalto. Kutsu era veloce, ma io non scherzavo.


    Solo che poi Kutsu tirò fuori dal cilindro il classico trucco di magia da far accapponare la pelle. E dopo aver dichiarato che ero piccolo ed insignificante tentò di strangolarmi con le sue spire... ma io non ero pronto ad arrendermi. Non ancora. Di fatti utilizzai tutto il chakra che potevo per spingermi ben oltre il limite massimo delle mie capacità e scattai a piena velocità, passando tra le spire mentre si richiudevano, rapido come un fulmine. E ce l'avevo fatta solo perché Kutsu era enorme, ed io, per l'appunto, ero piccolo. [Difesa]. Sapevo che l'avrei scontata per un po', ma dovevo raggiungere Yogan, assolutamente. Piccolo, Kutsu? Dissi, volando fino quasi davanti al muso del drago, distanzato da lui da una decina di metri [Azione]. Solo perché non ho ancora deciso il contrario. Dunque unii le mani a formare il sigillo della Tigre, gonfiai i polmoni ed emisi luce. Laddove lui aveva fatto piovere oscurità dal cielo, io creai una nube di pura polvere abbagliante che per alcuni istanti gli avrebbe negato la vista. [Tecnica]
    Hiden: Rinpungakure no Jutsu
    Villaggio: Personale
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'utilizzatore può emettere dalla bocca una nuvola di polvere brillante e luminosa. Chiunque si trovi all'interno della polvere sarà Accecato, utilizzatore escluso. L'utilizzatore può escludere fino a 2 persone dall'effetto della tecnica. Protezioni oculari come occhiali da sole bloccano l'effetto della tecnica. Il raggio massimo è pari a 36 metri. Se trasformato in Demone l'utilizzatore può utilizzare questa tecnica dalle sue code. Tecniche di potenza pari o superiore a 60 dissolvono la polvere nell'area colpita. Il mantenimento richiede slot tecnica avanzato.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 2 / Consumo: Altissimo - Mantenimento: Medio)
    [Richiede Chakra del Demone V]

    [Da jonin in su]




    Tecnica Rapida [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire una tecnica avanzata extra nel round, potendo effettuare nello stesso round due tecniche avanzate; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.
    . Ne approfittai, immediatamente, immune a quel bagliore, per scattare verso il basso e raggiungere Yogan, allungando nuovamente la mano verso lei. Il mio chakra era ancora strabordante, possente, ed ancora usciva fuori dal mio corpo senza sosta. Ed ancora una volta la toccai, per ristabilire quel contatto e ripristinare il chakra che aveva perduto. [Azione - Dono del Chakra]




    Ed in mezzo a quell'oscurità, lui tornò. Tornava sempre. Quella era la sua più grande paura: che lui andasse via, e non tornasse più. Nessuno poteva comprendere il legame tra lei ed Itai, accetto loro due stessi oppure un altro Ryukishi. Loro erano fusi nell'anima alla radice. Itai amava Ayame, ed Ayame era parte della sua famiglia. Ma erano due entità separate e distinte, determinate a passare i loro anni mortali assieme. Yogan ed Itai avevano in comune un pezzo di anima, lo stesso che lei gli aveva donato il giorno della sua nascita quando per la prima volta le sue scaglie e la sua pelle erano entrate in contatto. Itai... mormorò la dragonessa. Non lasciarmi... La sua voce era carica di dolore e paura, poiché il distacco sarebbe potuto essere tremendo. E proprio su quel punto l'oscurità aveva fatto pressione per trascinarla in un abisso nel quale lei, per sua natura, non poteva entrare. Ma al contempo la forza irresistibile di quella nera melma senza fine la trascinava incessantemente in basso verso la perdizione. Impedendole di muoversi... così com'era successo a tutti gli altri Draghi. Non era stato necessario colpirli, la sola presenza di Kutsu aveva quell'effetto orrendo, per cui erano rimasti paralizzati e sommersi dalla furia nel vano tentativo di non caderci nuovamente a piene mani.


    Ma Yogan non poteva cedere. La mano calda che le toccò le squame la riconosceva, riconosceva il tocco famigliare del suo chakra e le loro anime fatte per essere assieme in eterno si riavvolsero nuovamente nel legame. Con facilità, perché era naturale per loro, perché Kutsu non aveva potere su di lei e non poteva recidere il suo legame con Itai. Poteva forse spezzare quel labile legame di chakra che lui aveva imparato a creare ma mai avrebbe potuto spezzare l'essenza stessa delle loro anima. Sei qui.




    Non sono mai andato via. Continuai a donare chakra a Yogan, insistendo più che potevo, cercando di sovraccaricarla il più possibile al fine di proteggerla. Stai bene? Credo... credo di sì... cosa stai facendo? La dragonessa non comprese, ma sentiva la sua riserva di chakra totalmente rinnovata e non solo: qualcos'altro stava scorrendo in lei, una forza strana. Tento qualcosa di nuovo. E cercai di dare una forma a quel chakra, di farlo avvolgere attorno a lei, finché esso non divenne un'aura simile a quella che possedevo io, avvolgendola del tutto. Cosa hai fatto? Ti proteggo. [Dono di Protezione][Azione]


    Dunque rivolsi la mia attenzione a Kutsu prima a Raizen poi. Mi innalzai nuovamente in volo, seguito di Yogan, fino a trovarmi di fronte a lui. Kutsu. Hai finito con questi giochetti? Aspetta! Stavo per mettere la mano sull'elsa della mia spada, quando Yogan mi fermò. Se usi Garyuka credo che tutto prenderà fuoco. Questa pioggia... Annusò l'aria. È infiammabile. Interessante. Non lo era. Il mio tono era estremamente infastidito da quella notozia. Che sta combinando Raizen? È... regredito. Lanciai uno sguardo verso l'Hokage: non era più trasformato in demone, bensì in mezzo-demone. Eppure ancora non si muoveva... cosa stava accadendo?


    La Fiamma Immacolata.

    Immacolata per davvero. Dovrò usare i vecchi metodi... ancora più vecchi.



    Ma cosa intendeva, forse, non avremmo potuto saperlo. Stava di fatto che io e Yogan gli avevamo dato la prova di non poter essere separati. La sua Furia non poteva inquinarla, ed io non l'avrei mai abbandonata, pronta a donarle tutto pur di farla sopravvivere. Non ti rimangono che quelli, Kutsu. Trassi comunque Garyuka dal fodero, senza scatenare il suo potere. Non puoi separarci.




    Lo schiacciante odio



    La Volpe guardò la scena, e sorrise beffarda all'uomo che davanti a lui presumeva di essere in grado di controllare ill proprio odio, farsene uno scudo ed utilizzarlo al momento opportuno. Una capacità notevole, eppure, che la Volpe non riusciva ad apprezzare fino in fondo. Il cancello della Volpe era stato del tutto divelto: Raizen poteva notarlo, le sbarre giacevano lontane, distrutte. Cosa le aveva distrutte? Cos'altro se non l'abnorme potere del Bijuu che si portava dentro. Il Demone mosse un passo verso Raizen e fece un sorriso sinistro, mostrandogli un occhio scarlatto.


    Il mio odio non ha confini, Raizen.



    Quanto spesso la Volpe aveva chiamato Raizen con il suo nome? Molto poco. Che fosse una forma di rispetto? Un'apertura? Forse, eppure la Volpe sapeva bene che Raizen era entrato in un territorio pericoloso. Se voleva il suo potere, doveva essere in grado di gestire ben altre sensazioni che non fossero le sue.


    Sono sorpreso.

    Ma no. Non posso darti ciò che vuoi. Non ancora. Le Fiamme Nere...



    La voce parve farsi per un secondo più tetra.


    Hanno colpito anche me.



    Quella frase giunse perentoria, come un macigno che cade inesorabile al fondovalle dopo essersi distaccato dal fianco della monatagna. La volpe ad una velocità inimmaginabile colpì Raizen con una mano. Un colpo tremendo, che mandò l'Hokage in volo per almeno trenta metri prima di farlo atterrare contro una delle numerose rocce che costellavano quella visione interiore. Ma Raizen era illeso... se non fosse per un filo di chakra che lo connetteva con la volpe.


    Ah no, Raizen, no.
    Non dovrai tirare via il mio chakra.

    Dovrai sopportare il mio potere. Sopportalo. Non impazzire. Ed io ti darò tutto.
    Dimostrami di poter sopportare il mio odio, di poterlo sfruttare, di non lasciarti consumare da lui. E potremo lavorare insieme.



    E così quel filo di chakra azzurro divenne ben preso un nero cordone ombelicale che connetteva la Volpe al suo Jinchuuriki e con esso la Volpe gli donava tutto il suo odio. Il suo risentimento. La sua immensa furia senza fine. Con esso la Volpe stava sovraccaricando l'anima di Raizen di tutto ciò che di negativo esisteva in quel mondo, tutto ciò che lei era in grado di percepire e fare purtroppo suo. Ma non gli stava trasmettendo i suoi ricordi, bensì stava semplicemente sfruttando ciò che era per tentare di soverchiare quel ritrovato controllo di Raizen!


    Raizen.

    Come pretendi di sopportare questo? È troppo per un umano. Troppo.



    Era troppo. Tutto lo sforzo fatto fino a poco prima per cercare di far emergere una personalità in grado di controllare il suo odio sembrava essere inutile dinanzi la maestosità e potenza di centinaia di anni di rancore accumulati ed amplificati dalle Fiamme Nere. Raizen non poteva sperare di controllare tutto ciò: era semplicemente, inevitabilmente, impossibile. E la Volpe lo sapeva bene: un umano non aveva la forza mentale per sopportare tutto ciò. Ed era così gigantesco che Raizen avrebbe potuto finalmente capire perché La Volpe non sopportava la vista delle fiamme dorate!


    Dimmi, Raizen.

    QUANTO È GRANDE LA TUA CAPACITA' DI SOPPORTARE IL MIO IMMENSO. INFINITO. SCONFINATO. POSSENTE. IMMORTALE. DIVINO ODIO?

    AVANTI RAIZEN.

    AVANTI.

    SE HAI IL CORAGGIO DI PRONUNCIARE IL MIO NOME CONDIVIDI TUTTO QUESTO MALEDETTO ODIO!!!!



    Kurama soffriva. Kurama aveva sempre sofferto tutta quella situazione. Quel rancore che non poteva far altro che provare verso gli umani, che più di una volta gli avevano causato infinite sofferenze ed anni ed anni di prigionia. Molti decenni prima il Settimo Hokage gli aveva permesso di recuperare la fiducia nel genere umano, aveva cancellato il suo odio. Ma era tornato e con esso tutto ciò che ne era conseguito... ed ora sperava solo che il Decimo Hokage fosse in grado di condividerlo e comprenderlo. Sopportarlo senza impazzire. Senza cadere in una furia sanguinaria senza fine e morire nel tentativo. Indirizzarlo nella maniera giusta, incanalarlo in scopi comuni senza che esplodesse in unico oscuro lampo di cieca furia omicida. Ma la via scelta da Raizen era sicuramente la più dolorosa di tutte. Una via che nessun umano aveva avuto l'ardore di percorrere, perché l'odio di Kurama era semplicemente troppo sconfinato.



    Non giocare la volpe nel prossimo round :zxc:
     
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