Kurohai: Shinjitsu

[Free GdR Itai & Raizen]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Kurohai: Shinjutsu

    Epilogo



    La Zanna del Drago di Vento affondò nella carne tenera di Kutsu. Non c'era nulla che essa non potesse tagliare e le fiamme che essa sosteneva la resero di una potenza a dir poco devastante. Un unico concentrato di tumultuoso potere che si aggregava verso la mia mano e roteando dal polso alla punta delle dita tornava a comprimersi. Il mio braccio si mosse in un fendente rapido, letale e lo spruzzo di sangue garantito da Garyu non fu che una misera fontanella in base a ciò che ne uscì.
    La mia tecnica tagliò in due Kutsu. Prima che Raizen potesse rendersi conto di cosa stesse per accadere avevo attraversato il rosso drago come se non esistesse ed il mio passaggio era stato devastante. Il corpo della bestia centenaria fu diviso in due come se tagliato da un bisturi. Non ci carne malamente lacerata, non ci furono ossa rotte e frantumate, non vi erano brandelli che penzolavano inutilmente tra un moncone e l'altro del corpo.
    Un taglio netto e preciso pose fine alla vita del presuntuoso Kutsu.
    Sulle prime non mi accorsi di ciò che mi aveva colpito e ciò che avevo subito. Quando lo slancio garantitomi da Yogan terminò ed iniziai l'inevitabile discesa verso il suolo mi resi conto che stavo bruciando di dolore. Il braccio destro era macchiato del sangue di Kutsu e faceva male, malissimo, come se immerso nelle fiamme più calde. Il sangue si era sparso sul viso, sul petto e sulle gambe e faceva male. Malissimo.
    Yogan si precipitò verso di me, nella sua forma umana e mi prese al volo. Quasi riuscendo a stringermi tra quelle braccia piccole ed esili la dragonessa mi riportò verso il basso. Raizen d'altro canto, sarebbe stato salvato da Hibachi il quale si era riscosso quando l'ultimo residuo di furia era stato cancellato.
    Yogan mi portò verso il basso, posandomi a terra. Dopo un po' la voce di Yukari giunse alle mie orecchie, ma non compresi immediatamente che disse. Ero troppo impegnato a digrignare i denti per il dolore.
    Itai... Yogan si inginocchiò al mio fianco. Mi prese la mano sinistra nella sua ed io strinsi le sue piccole dita, cercando di fare un sorriso rassicurante mentre quel sangue corrosivo scavava nella mia pelle. Era come se un milione di aghi incandescenti mi fossero infilati nella carne a forza a colpi di martello.
    Tranquilla... sto bene... abbastanza tremante alzai il busto cercando una pietra su cui poggiarmi. Quando giunsero Raizen ed Hibachi ero sofferente, ma sorridevo.
    Alzai un braccio destro butterato dal sangue, ringraziando il fatto che a noi Jinchuuriki non erano concesse nuove cicatrici da quando il demone si univa a noi. Vittoria. Dissi solo, lasciando poi andare il braccio verso il basso.
    Yukari si avvicinò, rapidamente e si chinò sulle mie ferite. Lo vidi comporre alcuni sigilli, dunque un getto d'acqua lavò via il sangue dal mio braccio. Il dolore ebbe un picco tremendo e con la mancina colpii la pietra sotto di, incrinandola.
    Ma che cazzo! esclamai sorpreso mentre il sangue veniva lavato via. La pelle era sollevata in più punti, come ustionata ma ero ancora lì.
    Vivo e vegeto. Yogan si sedette vicino a me, avvicinando le ginocchia al petto. I resti di Kutsu si erano schiantati al suolo, avevano frantumato le pietre e piano piano si stavano dissolvendo, come bruciati da una fiamma invisibile che non poteva essere estinta.
    Yukari... Kutsu... chi era? Non sapevamo che Jigoku avesse un figlio. dissi, mentre il falso Ryukishi iniziava una lenta opera di cura sulle mie ferite.
    Lui è la risposta a Yogan. La sua antitesi. Disse Yukari con tono mesto. Io sarei dovuto essere il Ryukishi di Yogan, ma Ryuujin decise il contrario, per cui non so poi molto di Kutsu. Ricordo che però Jigoku me ne parlò nel Sonno... fermò la sua opera di guarigione ed alzò lo sguardo verso il cielo carico di cenere.
    I draghi si erano ripresi del tutto e tornavano a volare attorno al Faro, osservando con disgusto il cadavere di Kutsu.
    Kutsu è stata la vittima di suo padre. Mormorò Yukari, imponendo di nuovo le mani sul mio braccio per richiudere le dolorose ferite. La risposta però è nel suo sangue. Itai, se c'è qualcuno che ce l'ha sei tu.
    Io? dissi, perplesso. Yogan mi fissò seria ma poi poggiò la testa contro il mio braccio sinistro. Sembrava tremendamente preoccupata e non ne comprendevo il motivo.
    Il suo sangue ti ha colpito... concentrati, saprai la verità. mi disse la dragonessa. Ero confuso ma decisi di ascoltarla, chiudendo gli occhi per immergermi nei miei pensieri. Non sapendo dove cercare semplicemente non lo feci, lasciando che essi venissero a me se davvero Kutsu me li aveva donato col suo sangue.
    In un eccesso improvviso di dolore mi ritrovai a spalancare gli occhi ma la mia visione era diversa da quella di tutti gli altri. All'esterno tutti videro le iridi smeraldine divenire prima rossa e poi del tutto nere, immerse in ricordi che il sangue di Kutsu mi aveva donato involontariamente. E quegli stessi ricordi erano una memoria ancestrale che Jigoku aveva donato al figlio mai conosciuto per guidarlo nella sua missione.



    L'immenso Jigoku fissava un uovo. Un uovo di roccia rossa, dentro il quale riposava suo figlio. Dinanzi a lui una dragonessa dalle scaglie scarlatte, feroce, ben più feroce di Yogan. Non era Kurohai il posto in cui si trovavano, piuttosto uno scoglio nel mare. Era una notte senza luna e senza stelle: nessuno avrebbe notati Kutsu e la dragonessa.
    Jigoku, l'inferno, il Guardiano dei Draghi dell'Ovest e primo drago tra tutti a cadere nel tranello della furia sospirò quasi rabbiosamente. La furia ribolliva in lui ma in un certo modo riusciva a tenerla sotto controllo.
    La Fiamma Immacolata cancellerà la furia. Disse il Guardiano, fissando l'uovo che riluceva appena pulsando. La compagna parlò, con tono grave, appena malinconico.
    Saremo liberi. Disse, quasi fremendo. Potremo tornare ad essere noi stessi, Jigoku. Hibachi e Seika stanno compiendo un sacrificio incredibile per tutti noi. Ma ti vedo turbato. Non comprendi che tuo figlio sarà libero?
    Libero? Jigoku disse quella parola con disgusto, quasi fosse un drave insulto. Lui sarà debole Joouhai.
    La dragonessa si scosse, spalando i suoi occhi lucenti come due tizzoni ardenti, allontanandosi di qualche metro con il capo mentre l'estremità opposta della coda andò ad avvolgere l'uovo con fare protettivo.
    Io... lo sospettavo... Jigoku, perché? Perché questo? Non puoi... Posso e lo farò. Yukari il suonatore è destinato ad essere il Ryukishi della Fiamma Immacolata, ma ho già iniziato con lui. Presto Ryuujin si renderà conto della cosa e ne sceglierà un altro ammesso che lo trovi. Quel ragazzo sarà il mio strumento per perpetrare la Furia. Sarà il Ryukishi della Hono Arechi, della fiamma contaminata. E tu, sua madre, sarai la brace che la sosterrà.
    No... TU! MOSTRO! Joouhai spalancò le fauci e si poté, per un attimo, vedere il gorgoglio delle fiamme sul fondo della sua gola per che Jigoku scattasse e la mordesse al collo, sbattendola sulla roccia. Il rumore delle ossa che si spaccavano fu tremendo, ma Jigoku non se ne curò. Il sangue della sua compagna bagnò lo scoglio, l'uovo su di esso e poi si disperse nel mare mentre il supremo drago gonfiando il petto emise le fiamme più furiose che poteva.
    La furia che bruciava il corpo della propria madre assassinata dal proprio padre. Un'alchimia di pericolosi ingredienti che scaldò il cucciolo di drago nell'uovo accrescendone via via la furia finché, all'improvviso, la roccia non si ruppe.
    E nacque un drago rosso dalle scaglie nere. Ed in lui la furia sarebbe sopravvissuta per sempre e da lui sarebbe rinata ed avrebbe perpetrato i suoi orriri, dando forza ai deboli draghi.
    Sorgi, Kutsu, Hono Arechi, figlio mio e guardiano della mia volontà.


    Quando quei ricordi terminarono mi riscossi, accorgendo che il braccio aveva smesso di farmi male. Yukari l'aveva curato. Mi sentivo debole per le ferite e la battaglia, accorgendomi solo in quel momento di quanto chakra avessi speso.
    Guardai Yukai, dunque, senza preavviso, scattai afferrando la collottola dell'uomo.

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    Tu... saresti dovuto essere il Ryukishi di Kutsu?? Jigoku ti stava usando per questo? Non lo sapevi?
    Yukari non parve scosso dalle rivelazioni. Mi mise una mano sul polso e sospirò.
    Lo sospettavo. Ma io ero destinato ad essere il Ryukishi di Yogan e tale sarei voluto essere. Quando però l'uovo di Yogan si schiuse Jigoku lo avvertì e nel Sonno iniziò ad istruirmi riguardo Kutsu. Non sapeva quando tu avresti compiuto il destino di Yogan ma quando sarebbe accaduto sarebbe stato evidente persino ad un deviato come me che non potevo far nulla. Non accennò mai al fatto che volesse fare di me il Ryukishi di Kutsu... credevo che non avrebbe mai permesso a suo figlio di legarsi ad un umano.Yukari era sincero. Però aveva sempre saputo di quel formidabile nemico eppure non ne aveva mai parlato. Lo lasciai, rimettendomi in piedi.
    Perché non ne hai mai parlato con nessuno? Speri che nascondendo questo genere di cose riavrai la fiducia dei draghi.
    Yukari rimase in silenzio per dei lunghi istanti. Poi si tirò indietro, lasciando che la presa sparisse. NO! urlò, quasi rabbioso. Avevo dei sospetti, ma volevo aiutare Kutsu! Volevo guarire la sua furia... per me ogni drago è sacro. Persino Kutsu... Cosa sarebbe accaduto, Yogan? Hibachi? L'avreste combattuto, avreste cercato di ucciderlo... ma quando l'ho visto io... io ho capito... lacrime, sincere, iniziarono a cadere dai suoi occhi. Cadde in ginocchio, tenendosi il capo tra le dita. Non c'era più speranza per lui.
    Rimasi in silenzio, cercando di comprendere e metabolizzare le sue parole. Yogan invece fece alcuni passi verso di lui, reagendo immediatamente. Si mise davanti a Yukari e con un gesto quasi gentile mise una mano sul suo mento per fargli alzare il viso... salvo poi colpirlo con uno schiaffo sul viso così forte che risuonò per tutto il faro.
    Rimasi interdetto, ma non osai intromettermi. Lo sguardo di Yogan era strano. Aveva gli occhi lucidi di lacrime, eppure potevo sentire chiaramente la sua rabbia ed il suo dolore.
    IDIOTA! disse la dragonessa, afferrandolo per per gli abiti, scuotendolo come se fosse una bambola di pezza. Speravi ancora di essere un Ryukishi? Volevi salvare Kutsu così da avere il tuo drago? Eh? SMETTILA! lo spintonò indietro. Yukari non reagì all'aggressione, più simbolica che effettiva: se Yogan avesse voluto fargli del mare gli avrebbe staccato la testa, non le avrebbe mollato un ceffone.
    Ehi... provai a dire ma lei non mi ascoltò.
    Ho dovuto sopportare per troppo tempo la tua presenza qui, Yukari il suonatore. Il suono del tuo flauto mi da la nausa. VA VIA E VIVI LA TUA VITA maledizione... e quando non vorrai più essere un Ryukishi, torna.
    Yogan tratteneva le lacrime. Non l'avevo mai vista piangere da quando aveva assunto la forma umana. Compresi però ciò che lei diceva: Yukari era stato cresciuto con una missione, ma Jigoku l'aveva privato di ciò. Non era stato Ryuujin come avevo supposto inizialmente. Ora però cercava disperatamente di vivere quella vita che aveva sognato e per la quale era stato addestrato, senza però riuscirci.
    Stava sprecando i suoi giorni lì. Come poteva dimostrare qualcosa ai draghi rimanendo immobile a rivangare il passato?
    Yukari forse non lo comprese subito. Guardò Yogan confuso, arretrò e poi dopo aver abbassato lo sguardo saltò via sulle rocce. Nel silenzio udii i suoi passi allontanarsi da lì, dal Faro.
    Solo allora Yogan pianse. Mi avvicinai a lei, chinandomi su un ginocchio per essere alla sua altezza.
    Sono patetica. Un drago che piange. Credo sia colpa della tua forma umana. Finché sei umana c'è questo rischio sai? dissi, passando una mano su i suoi capelli rossi, con dolcezza.
    Mi hai sorpreso prima, però ho capito. Ma perché questo? chiesi a bassa voce. Lei si avvicinò a me, appena stringendosi al mio petto.
    Mi piaceva il suono del suo flauto.
    Solo allora ricordai che Yogan, quando era nell'uovo, aveva ascoltato il suono del flauto di Yukari a lungo, forse amandolo. Era stato quel suono ad attirarla da lui quando Yukari la pose sotto il suo controllo. Aveva agito per il meglio, ma sentiva di aver perso qualcosa che nella sua vita le dava ricordi dolci. Così rimasi lì, senza dir nulla, mentre Yogan con rapidità si asciugava le lacrime tornando in se.
    Dunque si voltò verso Raizen e suo padre, incrociando le braccia al petto.
    Ve la siete fatta tutti sotto voi eh? Insomma, nemmeno a tentare di muovervi.




    Dopo essermi rifocillato e riposato tornati a parlare con Raizen. Il cadavere di Kutsu era sempre più simile ad un mucchietto di cenere, però c'era qualcosa che volevo tentare.
    Penso che mi prenderò una di queste scaglie. Dissi, mentre con un preciso colpo di Garyuuka ne recidevo una abbastanza grande da poterci fare ciò che progettavo.
    Una battaglia imprevista. Ed ora tu e Kurama finalmente collaborate. Dissi, pensando al fatto che su quell'aspetto mi avesse ormai raggiunto. Forgerò nuove Sette Spade. Le vecchie sono sparite chissà dove, ma non è detto che non sia possibile averne di nuove. Ho trovato la risposta anche al potere che cercavo, anche se è incredibilmente stancante da usare. Ora solo un'ultima cosa, Juudaime Hokage. Non l'avevo chiamato in quel modo per caso.
    In quel momento volevo che si concentrasse e pensasse quale l'Hokage che era piuttosto che come Raizen Ikigami. Perché Raizen avrebbe dato risposte articolate, avrebbe eluso la domanda portandola su un altro piano. L'aveva fatto precedentemente, ma in quel momento necessitavo di una riposta.
    Del resto non mi era piaciuto il modo in cui aveva iniziato a collaborare con Kurama. E se l'avesse cambiato?
    Siamo alleati?
    Ed aspettavo solo un sì o un no come risposta.
    Cosa avrebbe deciso il Decimo Hokage, portatore dell'odio e della furia di Kurama? Verso chi avrebbe indirizzato l'incredibile furia distruttrice che aveva a disposizione in quel momento?

     
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