Scavando nel passato..

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  1. Sesshomaru25
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    Capitolo I
    La lettera nascosta





    Faceva freddo a Kiri, come al solito. La luce a stento riuscivo a penetrare la fitta nebbia creando solo una leggera opalescenza che illuminava la mia stanza.
    Era seduto sul letto, mentre giravo tra le mani un kunai, ne avevo già lanciati alcuni contro un bersaglio appositamente posizionato a qualche metro dal mio letto.
    Era una giornata davvero noiosa.
    Lanciai il kunai che stringevo in mano, conficcandolo a pochi centimetri dagli altri. Faticosamente mi misi in piedi ed andai ad estrarre le mie armi dal bersaglio ormai ridotto ad uno scolapasta! L'ultimo si era conficcato più in profondità rispetto agli altri.
    Tirai con più forza, strappando via anche una parte di parete!

    Cavolo! Questo non farà piacere a... Che diavolo....?!

    Nascosta nella parete c'era una piccola casettina di legno, che riportava sopra il sigillo della mia famiglia. Allungai la mano e tirai fuori quella piccola scatola impolverata, tagliai il sigillo col kunai appena estratto e l'aprii.
    Al suo interno c'era una lettera, indirizzata a mio padre da parte di un certo Izuru Kira. Ma perchè una lettera destinata a mio padre era stata nascosta nella casa di mio zio?
    Senza esitazione la iniziai a leggere.

    Caro Hayato,
    Ti scrivo questa lettera non sapendo quanto ancora durerà questa mia vita...
    Ormai sono diventato paranoico! Vedo gli uomini del Mizukage dovunque io mi giri!!! So che vogliono da me ma non l'avranno mai al costo di uccidermi e portare con me il segreto nella tomba!!!
    Solo tu sai quant'è pericolosa e non posso permettere che una cosa del genere cada nelle mani sbagliate!
    Ti lascerò alcuni indizi sparsi per tutta Kiri, ti prego seguili e trovala! Solo tu puoi aiutarmi...

    Distinti saluti,
    Izuru Kira.


    Rimasi paralizzato e sconcertato, qualcosa di pericoloso era nascosto a Kiri e mio padre ne era a conoscenza, non avevo la minima di cosa si trattasse ma era mio dovere come ultimo erede della famiglia Yamamoto svolgere questo compito. La data sulla lettera era di pochi mesi dopo la morte di mia madre, quando mio padre era ancora nel pieno delle sue capacità cognitive, probabilmente l'aveva nascosta qui sapendo che nessuno sarebbe mai venuto a cercarla a casa di suo fratello, povero mercante di Kiri.
    Presi nuovamente la piccola scatola in legno e la rivoltai come un calzino. Niente! Qualunque fosse stato l'indizio lasciato mio padre aveva avuto cura di separarlo dalla lettera e di nasconderlo chissà dove! Era un ninja molto scrupoloso che sapeva il fatto suo! Ecco che uomo era mio padre..
    Pieno di segreti, mai una volta gli avevo sentito nominare questo tale di nome Izuru Kira e non una volta l'avevo mai colto nel nascondere oggetti o qualsiasi altra cosa. Era davvero un ninja modello.
    Piegai la lettera su stessa per quattro volte e la infilai in tasca; poggiai la scatola di legno sul letto e mi affrettai a raccogliere tutto l'equipaggiamento necessario.
    Non avevo idee di quanta gente stesse cercando questa cosa o se fossero implicati nukenin o ninja di altri paesi, ma il primo a risolvere il mistero sarei dovuto essere io!
    Ero pronto ad uscire dalla mia stanza ed iniziare questa "ricerca del tesoro" ma mi bloccai.
    Ero solo, e per aver successo in un'impresa di questo tipo avrei avuto bisogno di aiuto. Avrei potuto rivolgermi all'attuale Mizukage, che si era dimostrato estremamente corretto e disponibile nei miei confronti, ma lui era un politico e come tutti i politici avrebbe preso qualunque cosa avessi trovato e l'avrebbe chiusa a chiave nella sua armeria.
    Dalle parole di Izuru Kira solo mio padre era degno di fiducia, si poteva fidare solo di lui; ma io ero solo un ninja inesperto alle prime armi e, forse, altri ninja fedelissimi di Kiri e della pace instaurata col resto dei paesi avrebbe potuto aiutarmi a venire a capo di questo mistero; mi missi seduto alla scrivania sporca del bianco del muro e afferrai una pena ed un pezzo di carta.

    A tutti i "veri" Kiriani!
    Il mio nome è Takeshi Yamamoto,
    Figlio di Hayato Yamamoto, fedelissimo ninja di Kiri,
    Vi chiedo con speranza e fervore di aiutarmi nel concludere l'ultima missione di mio padre...
    Non so cosa troveremo e non so quali difficoltà dovremo affrontare,
    Ma per il mio genitore e per il bene di Kiri
    Dobbiamo riuscire dove lui ha fallito!
    Vi aspetterò al centro della piazza del mercato,
    sarò lì con un cappello di bambù tra le mani.

    Firmato
    Takeshi Yamamoto.


    Rilessi con attenzione la lettera ed uscii di casa dalla finestra, non volevo sentire le lamentele di mio zio una volta che avesse scoperto il disastro che avevo combinato alla sua preziosa casa. Saltai fuori dalla finestra e mi diressi verso la bacheca del villaggio della nebbia.


    Qualche ora dopo...


    Era a pochi passi dalla piazza di Kiri, avevo affisso l'avviso un paio d'ore fa ed avevo spesso il resto del tempo nel raccogliere foglie di bambù per creare un piccolo cappello in modo da rendere più facile a chiunque avesse deciso di rispondere al mio annuncio di riconoscermi tra la folla.
    Il vociare della piazza era quasi assordante, gente che vedeva pesce e varie spezie urlando a squarciagola come se non ci fosse un domani! Era davvero irritante per me, ma era anche la strada più breve per arrivare alla mia vecchia casa d'infanzia; se mio padre aveva trovato qualche indizio su quello che Izuru Kira voleva fargli trovare sicuramente era nascosto lì.
    Mi poggia con la spalla destra di fianco ad un chiosco di verdure ed aspettai.

    Forse non è stata una buona idea...

    Pensai tra me e me che forse il mio annuncio sarebbe rimasto li per chissà quanto tempo, infondo non avevo lasciato trapelare alcun indizio su cosa avremo dovuto fare ne avevo accennato ad alcuna ricompensa una volta ultimata la nostra piccola missione privata.
    Di proposito. Volevo attirare solo un certo tipo di ninja, ninja di sani principi e pronti a tutto per aiutare il proprio paese e onorare la memoria di chi aveva combattuto per esso.
    Forse avrei aspettato in eterno, immerso nel caos e nel dubbio. Se nessuno si fosse presentato avrei iniziato la mia avventura da solo.

    Aspetterò fino al tramonto poi chi s'è visto s'è visto...

    Incrociai le braccia e sbuffai.
    Ora dovevo solo aspettare...





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    Scavando nel Passato

    La Chiamata


    Cupa giornata.
    Mi ero svegliato all'alba, come di mia abitudine, dopo poche ore di sonno passate per la maggior parte a rigirarmi nel letto nella completa solitudine della mia camera da letto.
    Non amavo dormire, mi sembrava solo di perdere tempo prezioso, e dopo tre anni fuori dal villaggio con mio padre la routine quotidiana mi aveva già tormentato. Avevo viaggiato con lui per molti paesi dell'est del mondo, sopravvivendo alla giornata per lo più.
    Sotto la sua guida avevo incominciato, finalmente, dopo svariati anni di richieste rimaste inascoltate, ad addestrarmi nelle arti ninja, soprattutto quelle riguardanti l'insinuazione del dubbio e del sospetto nell'altrui persona e alle capacità d'infiltrazione. Sapevo benissimo cosa l'aveva frenato ad iscrivermi all'Accademia in età fanciullesca ed io, divenuto conscio del mio essere, non glielo avevo mai rinfacciato. Ma adesso ero pronto.
    La richiesta ufficiale all'Accademia era già stata inviata da qualche giorno ma, colpevole anche la burocrazia, non avevo ancora ricevuto nessuna chiamata. Il tempo libero, quindi, lo passavo semplicemente allenandomi, o annoiandomi.
    Scesi per le sei del mattino dal letto, recandomi nella grande palestra del quartiere Tokugawa. Utilizzavo le prime ore del mattino per allenare il mio fisico, approfittando anche dell'esiguo numero di persone che, a quell'ora, frequentavano quel posto. Dopo due ore scarse di blando allenamento, rientrai in casa, trovando mio padre sveglio.
    Era un uomo alto, capelli e occhi rigorosamente neri, dai lineamenti molto marcati, decisi, molto diversi dai miei più delicati a causa dei geni orientali di mia madre. Già finito l'allenamento? Annuii. ... Mi sedetti altavolo per fare colazione. Su di esso vi era già riposto il pesce della sera prima, accompagnato con del riso e dell'orzo. Presi un piattino in cui riposi un pò di tutto, iniziando a mangiare. Sai, vengo dal mercato e... Lo interruppi bruscamente. Ancora nessuna risposta? Sono stufo di dover restare a marcire qui dentro rinchiuso... Commentai gelido. Se mi lasciassi parlare, sapresti quel che ho da dirti, magari... Continuai a guardare il piatto. No, nessuna risposta dall'Accademia. Sii paziente. Ho visto qualcos'altro che potrebbe essere divertente però. Alzai un sopracciglio, guardandolo seriamente. Divertente? Che significa? Sentenziai, mentre mio padre mi raggiungeva al tavolo, mettendosi a sedere di fronte a me. Il figlio di un ninja di Kiri che ho conosciuto qualche tempo fa, un certo Takeshi Yamamoto, ha messo un annuncio rivolto a tutti i "veri" Kiriani per completare una missione... Potresti ammazzare il tempo, no? Ripresi a mangiare, disinteressato. Dovrei perdere tempo dietro a queste sciocchezze? Mio padre sbuffò. Io qualcosa da trovare te l'ho trovata, meglio che continuare ad allenarti e studiare da solo... Si alzò dalla sedia per prendere dell'acqua. Sai che non mi piacciono le persone... Cercai di giustificarmi, quasi. Ma tu dovrai piacere a loro, altrimenti sarai uno shinobi inutile a qualsiasi causa... Sforzati, so che ne sei capace. L'hai già fatto in questi anni. Prendilo come un addestramento. Misi in bocca l'ultimo pezzo di salmone del mio piatto, accompagnando il tutto con un pò di riso. Ci penserò... E conclusi così il pasto, alzandomi dal tavolo e salutando mio padre con un quasi impercettibile cenno del capo. Fasciati il braccio. La raccomandazione era sempre la stessa.
    Sapeva che avevo già deciso cosa fare.

    [...]

    Sarei uscito poco dopo da casa, andando a controllare di persona le informazioni che mi aveva riferito mio padre solo poco tempo prima. L'appuntamento era fissato al centro della piazza del mercato, e il ragazzo avrebbe avuto un cappello di bambù. ... Mi dileguai da quel luogo, svanendo nell'oscurità e nella nebbia di un vicolo nelle vicinanze. Indossavo i vestiti logori che mi avevano accompagnato per gli ultimi mesi del mio viaggio, ovvero dei pantaloni e una maglietta completamente neri con delle cinture color marrone scuro che servivano per fissare le sacche porta oggetti ai miei fianchi. Il braccio sinistro, come sempre, completamente fasciato da delle bende color grigio scuro.
    Sarei arrivato sul luogo dell'appuntamento, tenendomi però ben a distanza dal centro. Avrei voluto prima osservare per bene chi e quante persone si sarebbero presentate in quel posto, e soprattutto volevo vedere questo Takeshi Yamamoto.
    Avrei deciso solo allora quando e se fare la mia mossa.

     
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  3. Sesshomaru25
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    Capitolo II
    Il misterioso compagno



    Mi guardai intorno, girando la testa da destra a sinistra. Sembrava che nessuno avesse deciso di rispondere al mio appello in bacheca, o quanto meno voleva rimanere nascosto nell'ombra. Non li biasimavo, forse i ninja della vecchia scuola ci stava osservando, sperando che fossi io stesso a condurli dal segreto che mio padre e quel tale, Isuzu Kira, stavano cercando di tenere tale.
    Ad un occhio inesperto la piazza sarebbe sembrata era solo affollata da una marea di gente comune, ma non sfuggì al mio occhio un ragazzo si stava tenendo in disparte, senza dare il minimo peso alle merci in vendita quel giorno; forse era una spia o forse era solo un ragazzo che aveva deciso di aiutarmi leggendo l'annuncio che avevo lasciato affisso.
    Il giovane aveva un braccio completamente fasciato, i capelli corvini e gli occhi gialli come quelli di un gatto, una cicatrice si delineava sotto l'occhio sinistro fino a toccare il dorso nasale.
    Gli lanciai un breve cenno col capo e girandomi di spalle mi infilai il cappello di bambù allontanandomi dal mercato.
    Avrei girato in qualche vicolo, imboccando la prima strada a sinistra seguendo avrei svoltato a destra finendo in un vicolo a qualche centinaia di metri dalla mia vecchia casa.
    Se il giovane era lì per l'incontro mi avrebbe seguito senza troppe storie, alla fine l'essere furtivo e la segretezza era quello che ci rendeva ninja! Non appena avesse svoltato l'angolo, io sarei stato li ad accoglierlo.

    Yosh! Io sono Takeshi Yamamoto, ultimo della casata Yamamoto! Sono io colui che ha lasciato il messaggio sulla bacheca... Senza ulteriori indugi ti chiedo di seguirmi, abbiamo perso fin troppo tempo! Ti dirò tutto una volta arrivati a destinazione.... Seguimi!

    Dopo circa cinque minuti ci ritrovammo davanti a quelle che anni prima era stata la mia casa.

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    Era irriconoscibile.
    Una casa completamente in stato di disuso da anni, frequentata ormai solo da tossici e vandali. Di quello che una volta aveva significato tutto per me non era rimasto che un pallido ricordo, marcito insieme a quelle assi ormai buone solo per il fuoco.
    Mi girai verso il ragazzo che mia aveva seguito e mi rivolsi a lui con voce ferma e pacata.

    Mio padre era un ninja di Kiri, prima della sua dipartita gli fu assegnata una missione da un suo carissimo amico... Era una missione segreta che non è riuscito a portare a termine.. Ora siamo qui per trovare qualche indizio su ciò che mio padre stava seguendo... Dagli indizi in mio possesso ne so poco quanto niente ma sono sicuro che qui dentro troveremo il filo per dissipare questa matassa...
    Scusami piuttosto non ti ho ancora chiesto come ti chiama..


    Era lì fermo davanti a lui, stavo aspettando di sapere il suo e le sue generalità; dovevo sapere chi mi avrebbe aiutato in quella ricerca..
    Ci saremmo dovuto intrufolare nella casa e cercare indizi lasciati da mio padre nella nostra vecchia dimora, sarebbe stato un compito di ricerca lungo e ingrato ma insieme ero convito che saremmo riusciti a cavare il ragno dal buco.
    Fissai il ragazzo in attesa che proferisse parola.






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    Scavando nel Passato

    L'Ultimo Yamamoto


    La piazza era, seppur affollata, deserta ai miei spenti occhi.
    Nessuno sembrava aver risposto alla chiamata del ragazzo. Nessuno aveva tempo da perdere, probabilmente.
    Solo io mi trovavo in quel luogo, a meno che non ci fossero stati altri ninja che, come me, si erano voluti tenere a distanza dal centro della piazza.
    Stavo quasi pensando di scomparire dalla nebbia da quale ero arrivato quando il giovane con il cappello di bambù si allontanò dal mercato, non prima di avermi rivolto un leggero segno con il capo. Era riuscito a vedermi da quella distanza? Ero stato così incauto?
    Mi sarei dovuto vergognare di me stesso, probabilmente. Mi ero veramente spinto così avanti, perdendo di vista la cosa più importante per un Tokugawa? L'anonimato era la prima regola da seguire per poter portare a compimento le proprie missioni.
    Se non eri nessuno, nessuno ti avrebbe cercato.
    Fatto sta che il giovane si allontanò, addentrandosi in un piccolo vicolo dietro la piazza. Adesso avevo ben poche scelte. ... Mi mossi come un'ombra tra la folla della piazza, attraversandola e arrivando, infine, nel vicolo dove era entrato il ragazzo. Questo si rivelò essere, almeno dalle sembianze, più giovane di me di qualche anno, con un fisico però più robusto, capelli neri che tendevano ad avere sfumature di color blu e due occhi azzurri limpidissimi.
    Si rivelò essere proprio Takeshi Yamamoto e, dopo una breve presentazione, mi invitò a seguirlo. Non mi chiese neanche il nome. Avrei potuto piantargli un coltello tra le scapole prima ancora che avesse potuto chiamare aiuto se avessi voluto. Per sua fortuna, non era questo il mio intento, e non ne avevo alcun motivo particolare. D'altronde, lui sarebbe stato il mio passatempo giornaliero. ... Seguii in silenzio il ninja, fino a quando non giungemmo, dopo pochi minuti, dinanzi a duna vecchia casa ormai in malora.
    Il suo compito era, in breve, quello di portare a termine una missione di suo padre, di cui però non aveva alcun indizio. Solo allora si rese conto di non sapere neanche il mio nome. Alzai il sopracciglio destro, quello dell'occhio solcato da una cicatrice, e lo guardai gelidamente con i miei quasi innaturali ed inquietanti occhi gialli. Mi chiamo Kei... Del clan Tokugawa... Non ti scusare. Dovevo sforzarmi di risultare, non dico gentile, ma almeno socialmente presentabile. D'altronde ero stato io a venire fin lì. Di questa tua storia personale... Non ho alcun interesse... Dimmi quel che dobbiamo fare, agirò di conseguenza. Ci stavo provando, veramente.
    Con scarsi risultati.

    Mi spiace per te, il simpaticone è l'altro XD
     
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  5. Sesshomaru25
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    Capitolo III
    Casa



    Mi chiamo Kei... Del clan Tokugawa... Non ti scusare.
    Di questa tua storia personale... Non ho alcun interesse... Dimmi quel che dobbiamo fare, agirò di conseguenza.


    Gli occhi di Kei erano gialli, un colore davvero inusuale. Aveva lo sguardo spento e assente, come se si trovasse in un altro luogo, in un altro mondo; ma finchè i suoi occhi funzionavano sarebbe stato d'aiuto nella mia ricerca della verità
    Tenendomi basso e facendo cenno a Kei di seguirmi, ci infiltrammo nel cortile ricoperto da spazzature e sgattaiolammo dentro casa da una finestra rotta sul lato ovest della costruzione ormai fatiscente.
    L'odore era qualcosa di nauseabondo. I miei ricordi d'infanzia legati a quel luogo mi riportavano alla memoria l'odore dei fiori, della colazione pronta in tavola e della rugiada mattutina, l'unica cosa che ora riempiva il mio naso era il tanfo di piscio e di immondizia lasciata a marcire per giorni o addirittura mesi!
    Mi dava il voltastomaco!
    Mi girai verso il mio compagno, mantenendo un profilo basso, quello che stavamo facendo era comunque una violazione di domicilio e saremmo potuto essere puniti per questo.

    Ok, ci siamo.. Dunque, questa abitazione a due piano, io mi occuperò di ispezionare il piano di sopra tu cerca qui sotto...

    Mi diedi un'ultima occhiata intorno. Era davvero un macello!
    WeH2xJ
    Il tempo era stato davvero crudele con quella povera abitazione, era entrato ogni tipo di schifezza! Da arbusti a spazzatura, da foglie portate dal vento a sacchi di immondizia lanciati all'interno!
    Era diventata una discarica abusiva a tutti gli effetti, non sarebbe stato facile trovare indizi in quel casino ma eravamo lì per uno scopo e l'avremo portato a compimento, costi quel che costi!

    Dobbiamo cercare documenti, pergamene o anche piccoli rompicapo... Qualsiasi cosa possa contenere indizi su ciò che stiamo cercando! Buona fortuna Kei...

    Senza indugiare oltre iniziai a salire le scale che portavano alla stanze da letto, ad ogni mio passo sentivo il pavimento scricchiolare in modo spettrale, il muschio ricopriva la maggior parte delle pareti e il tanfo del piano sottostante si infiltrava tra le assi facendo marcire il pavimento stesso.
    Mi in giro, c'era la mia camera infondo al corridoio e poco prima sulla sinistra c'era la stanza di mio padre, con passo felpato mi diressi verso la porta.
    Il legno era completamente nero a chiazze verdoni, la maniglia era diventata completamente verde acqua a causa dell'ossidazione del rame, toccai leggermente la maniglia e la porta crollo di botto davanti ai miei occhi.
    La stanza di mio padre.
    Mi era proibito entrarci quando il vecchio era a lavoro, doveva compilare carte e scartoffie sulle sue ultime missioni prima di consegnare il suo rapporto al Mizukage, forse non voleva che vedessi quali atrocità era stato costretto a commettere nel nome di un falso regnante.
    Scossi la testa e ritornai alla realtà.
    Feci un passo nella stanza calpestando la porta, intorno a me solo polvere, ragnatele e il suo dei ratti che scopavano nelle pareti della mia vecchia casa.
    Il letto era completamente devastato da pozzanghere e schizzi di quello che sembrava essere sperma, il ramo di un albero aveva sfondato la finestra che si affacciava verso l'esterno e, come per tutto il resto della casa, il tanfo era insopportabile!
    Era giunto il momento di sporcarsi un pò le mani e mettersi a lavoro.






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    Piccola aggiunta! Sei libero di trovare ciò che più ti aggrada! Che sia un diario o una cassetta di sicurezza o anche un topo morto con un messaggio sulla panza! XD Hai piena libertà di azione! Buon divertimento ^^
     
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    Scavando nel Passato

    Decadenza


    Il ragazzo dai capelli blu notte sembrò essere leggermente spiazzato dalle mie parole. Come dargli torto?
    Ero un dannato bastardo atarassico con quasi nessuna apertura alla socializzazione.
    Non sembrò importargliene più di tanto, però, visto che non perse tempo a continuare nella sua azione.
    Quella missione doveva essere molto importante per lui e non aveva gran interesse in chi o che cosa potesse assisterlo, bastava che il fine venisse raggiunto. Una visione della missione simile alla mia, con le dovute e opportune differenze.
    Seguii i suoi movimenti, silenzioso e rapido come solo un'ombra può esserlo, finendo ben presto nel saltare dentro la struttura da una piccola finestra rotta. Atterrato sul pavimento marcio la prima parole che mi venne in mente fu "decadenza".
    Quel posto era totalmente abbandonato, almeno da persone con un minimo di civiltà.
    Sporcizia di vario genere e natura, immondizia, tracce di liquidi corporei umani un pò in tutti gli angoli. Era tutto distrutto, in putrefazione o marcio. Il mobilio segnato dall'usura del tempo, degli agenti atmosferici, degli animali e dei vandali, le mura ingiallite e con il muschio che ormai si stava impossessando di tutta la superficie.
    Takeshi divise i compiti di investigazione e mentre lui avrebbe controllato il piano superiore io avrei dovuto cercare al piano terra.
    Cercare... Un ago in un pagliaio.
    Non sapevamo cosa cercare. ... Annuii leggermente, evidentemente contrariato da quella mancanza di informazioni. Ormai, però, ero nella barca, e avrei remato finché avrei avuto voglia.
    Mentre lo Yamamoto saliva le scale, presi a fare un rapido giro di perlustrazione per meglio capire la struttura della casa.
    Non aveva niente di particolare. Una normale abitazione abbandonata, con tutto ciò che ne deriva.
    L'odore malsano, causato dalla cattiva areazione e dalle escrescenze nel luogo, stava incominciando anche a infastidirmi. Sputai sul divano.
    Oltre al salotto c'erano altri tre ambienti: un bagno, una cucina con sala da pranzo e un ripostiglio. E tutto era nelle medesime condizioni.
    Se ci fosse mai stato qualcosa di valore in quel luogo, adesso sicuramente non c'era più. Sperare di trovare qualche foglio o libro leggibili utili alla causa era una speranza vana. Quel poco che era rimasto erano rimasugli di vari focolari, troppo usurati dal freddo, dalla pioggia e dall'umidità per essere ancora leggibili. Se erano stati così sconsiderati di lasciare un messaggio importante senza alcun sistema di sicurezza, in bella vista, meritavano di essere dimenticati in fretta.
    Ora non mi rimaneva altro che fare una cosa: sperare che i suoi parenti non fossero dei totali idioti. Se mai avessi avuto bisogno di consegnare un messaggio importante l'avrei lasciato in un posto difficilmente raggiungibile, magari inaccessibile ai più. Un doppio fondo, una mattonella removibile, queste sarebbero state le cose più banali e ingenue a cui avrei pensato.
    Incominciai a tastare il pavimento, punto per punto, con la punta delle scarpe, applicando forza in ciascun verso per notare se fosse possibile che la mia idea si rivelasse esatta, ma dopo abbondanti minuti di prove abbandonai l'idea.
    Passai quindi a cercare nei cassetti dei vari mobili, ma questi erano stati già largamente sciacallati e depredati da tempo.
    L'ultimo che controllai fu un'immenso mobile in legno d'ebano, talmente alto e largo da occupare quasi per interno una parte del muro della stanza. Aveva delle teche in legno, anche se ormai erano distrutte, quindi riuscii a dedurre che si trattasse del posto dove veniva tenuta l'argenteria e le ceramiche per le grandi occasioni. In quella parete non vi erano appesi quadri e non vi era riposto nient'altro. Incominciai a tastare il muro lentamente, con entrambe le mani. Era sì cemento come il resto della casa, ma risultava più liscio al tatto, e potei notare con difficoltà come anche il colore, agli angoli con le altre pareti, risultava essere in qualche modo diverso, come se fosse stato passato il colore sopra in un momento diverso. Probabilmente eretto da costruttori differenti, il ché mi fece insospettire.
    Tirai qualche pugno leggero, ma sarebbe servita una gran forza per abbattere, o tentare, quella parete. Non restava altro che inserire un mobile così mastodontico da scoraggiare qualsiasi individuo dal tentare di spostarlo. Incominciai, dapprima con le punta delle dita, a spostare la grande credenza, per poi inserire sempre più la mano una volta guadagnato lo spazio necessario ad infilarla. Dopo aver guadagnato abbondanti centimetri di spazio, incominciai a fare forza con tutto il corpo, facendo gioco sulle gambe e leva sulla parete. In pochi minuti, e dopo uno grande sforzo, avevo ottenuto lo spazio necessario per poggiare le spalle contro la parete e, con le gambe piegate, a feci forza contro il mobile, il quale cedette alla mia forza, riversandosi sul pavimento, schiacciando tutto ciò che trovo al di sotto. Adesso la parete era libera. Ma era ancora vuota.
    Senza perdermi d'animo in alcun modo incominciai a tastare nuovamente la nuova parete, linda e pinta se messa in confronto con il resto della casa. Quando arrivai al centro, qualcosa cambiò nel rumore delle mie dita sul muro. Il suono era più tonfo, meno grave.
    Presi uno dei miei grandi spiedi e lo ficcai con violenza nella parete, e questo penetrò, bucandola. Una smorfia di autocompiacimento dipinse il mio volto pallido.
    In men che non si dicesse avrei completamente distrutto la falsa parete, togliendo il cartongesso, e rivelando ai miei occhi ciò che gli Yamamoto avevano nascosto: un quadrato di circa un metro di lato, il tutto composto da numerosi pannelli, sempre quadrati, ognuno lungo non più di venti centimetri. Tutti questi avevano delle strane incisioni sopra. Con la mano destra tentai di muoversi, e questi scivolarono come se fossero disposti su piccoli binari.
    Era un enigma, un puzzle da risolvere.
    L'erede forse ne sarebbe stato capace.

     
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  7. Sesshomaru25
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    Capitolo IV
    Il Cubo




    Rovistai in mezzo a quel mucchio di spazzatura che una volta chiamavo casa senza riuscire a cavare un ragno dal buco!
    In realtà di insetti che avevano invaso la mia casa natale era parecchi ma non c'era niente di utile..
    Stizzito presi a calci la porta ridotta a brandelli, nella stanza non c'era niente di niente, per la rabbia tirai un calcio anche alla parete!

    Uh...?

    La casa era vecchia e ammuffita ma quella parete non avrebbe dovuto sgretolarsi così facilmente, mi avvicinai con fare guardingo e guardai all'interno della presa d'aria appena creata.
    C'era un foglio, incorniciato in un piccolo porta foto con un sottile lastra di vetro per proteggerlo dall'azione erosiva degli elementi; lo tirai fuori portando via con esso ragnatele e polvere.
    Erano una strana serie di numeri, riportati in uno strano ordine che non riuscivo in alcuna maniera a capire...

    CITAZIONE

    1
    1
    2
    3
    5
    8
    13
    21


    Afferrai rapidamente un kunai dalla mia sacca per l'equipaggiamento e staccai i bordi che contenevano il foglio, lo rilessi nuovamente.
    Non riuscii ancora a capire che diavolo fossero quei numeri, piegai il foglio e lo infilai in una delle tasche laterali sui miei pantaloni.

    Sarà meglio scendere di sotto... Forse Kei ha trovato qualcosa..

    Lasciai alle mie spalle quella stanza lercia e fetida, imboccai nuovamente il corridoio e scesi le scale con estrema cautela.
    Alzai lo sguardo e vidi che anche il mio compagno aveva sfondato una parete, dato il buco che gli si presentava davanti, aveva qualcosa in mano; uno strano cubo con dei strani segni sopra, forse i due oggetti era collegati tra loro?

    Ehi Kei! Vedo che hai trovato qualcosa... Ti spiacerebbe farmelo vedere?

    Feci qualche altro passo verso di lui e tendendogli la mano aspettai pazientemente che il mio compagno condividesse con me la sua scoperta.
    Forse quel viaggio nei ricordi non era stato del tutto vano.






    Narrato
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    Scusa il madornale ritardo con cui rispondo ma ho avuto degli impegni inderogabili che mi hanno strappato via più tempo di quanto pensassi! Se vuoi continuare ancora la nostra piccola avventura nel viale dei ricordi di Yamamoto sarò ben contento di continuare ancora un pò (visto che in realtà siamo quasi a conclusione del tutto ^^") ;)
     
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    Scavando nel Passato

    Indovinelli


    Era un cubo, un indovinello da risolvere affinché si potesse procedere.
    Guardai da tutte le prospettive e tutte le angolazioni possibili il puzzle, ma non riuscii a trovare alcun segno che potesse farmi intuire come procedere alla chiusura del cerchio, alla soluzione del tutto.
    Nel frattempo anche Takeshi mi aveva raggiunto, scendendo nuovamente al piano terra. Lo guardai distaccato, mentre questo mi chiedeva di mostrargli il risultato delle mie ricerche.
    Svogliato, gli lancia debolmente il cubo che aveva trovato nascosto. era dietro quel mobile. Indicai la libreria, che era già rovinata prima del mio arrivo, adesso a terra, completamente distrutta o quasi. Mi dispiace se l'ho rotta. Non penso che qualcuno verrà a lamentarsi. Feci spallucce, incurante, mentre mi sedevo sul mobilio distrutto. Serve una chiave. Senza chiave potremmo impiegare anni ad aprirlo. Incominciai a pensare alle varie possibilità, ma era come trovare un ago in un pagliaio senza un filo da seguire.
    Non hai nulla da cui partire? Qualcuno avrà pur dovuto lasciare una traccia scritta... Chiesi allo Yamamoto, speranzoso che avesse un'idea di come uscire da quella situazione.
    Non che mi sarei interessato troppo a quella situazione.
    Laddove la noia avrebbe superato l'interesse, non c'avrei pensato un attimo di troppo a lasciare quel ninja da solo con un puzzle impossibile da risolvere.

    Non mi hai fatto vedere il foglio, e poi non saprei dove vuoi parare con il tuo BG, quindi a te l'apertura XD

     
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  9. Sesshomaru25
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    Capitolo V
    L'Indovinello




    Più lo guardavo e meno ci capivo! Quel cubo era un mistero, completamente assorto da quello strano marchingegno passai al mio compagno di avventura il foglio con quei numeri trovato al piano di sopra, feci ruotare il cubo sul palmo della mia mano osservando con cura ogni lato, cercando di non farmi sfuggire niente di quello strano oggetto.
    Due simboli sul quel cubo erano praticamente identici mentre gli altri sembravano susseguirsi senza un ordine preciso.
    La testa mi stava esplodendo! Doveva pur esserci un senso in quell'ammasso di forme e segni senza ne capo e ne coda!

    Ma certo!!!

    Kei! Mi riprendo un attimo questo scusa!

    Senza aspettare una sua risposta gli strappai letteralmente via dalle mani il codice, si perchè di quello si trattava, che avevo trovato.
    Con estrema attenzione iniziai a notare delle affinità tra i numeri e gli strani segni del cubo, comincia spostando e accostando tra loro gli unici che aveva il simbolo identico.

    Tick!

    Un suono secco di ingranaggi che si incastrano tra loro fuoriusci dal misterioso oggetto! Sicuramente anche Kei aveva sentito quel rumore, non so se fosse in ansia quanto me ma aprire quella maledetta scatola sarebbe stata l'ultima cosa che avrei fatto prima di lasciare la mia "casa" e non farci mai più ritorno!
    Feci scorrere i tasselli cercando di seguire quello che era l'ordine riportato sul pezzo di carta, ad ogni piccolo spostamento corretto potevo sentire il suono udito pochi istanti prima di pezzi metallici incastrarsi perfettamente tra loro! Le mie mani iniziarono ad andare sempre più veloce ogni volta che i tasselli si incastravano al loro posto... Finchè...

    Tick! Tick! Tick! Tack! Tack! Tick! Grrrrrrrrrrrriiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin......

    Fatto...

    Su ogni faccia del cubo si erano create delle spirali, ma non regolari bensì più simili al guscio di una chioccia o di una lumaca; all'improvviso le varie facce si aprirono e il contenuto di quella maledetta scatola fu rivelato!
    Un'altro foglio di carta, era piegato in quattro e portava su di esso un simbolo che non fui capace di collegare a nessun paese o casata di Kiri.
    Vi era disegnato un albero di ciliegio ma completamente bianco e celeste, il suo tronco pareva di puro cristallo mentre i petali sembravano nuvole.
    Posai il cubo a terra mentre con estrema cautela aprii il foglio ritrovato, c'era scritto qualcosa al suo interno; lo lessi ad alta voce così che Kei potesse capire cosa diavolo stese succedendo.

    Una luna calante
    Fatta di fiamme e thè
    Ferma nell'immenso blu,
    E' Là;
    Dove la luna più alta
    Tocca con la punta
    La soglia della Nebbia
    E' là;
    La nebbia è vicina
    Ma non abbastanza
    Non può attraversarla
    E' là
    E' LA'


    Un altro enigma, stavolta anche peggio del precedente! La mia ricerca era solo all'inizio, qualunque cosa questo Izuru volesse dare a mio padre era qualcosa a cui non voleva che il Mizukage arrivasse! Ora era mio compito come ninja di Kiri ritrovare qualsiasi cosa stesero nascondendo e portarla immediatamente all'attenzione di Itai! Non c'era tempo da perdere, dovevo risolvere quel rompicapo!

    Questo è tutto, non capisco proprio a cosa possa fare cenno questa lettera ma ci arriveremo! Ora sarà meglio andare, ti ringrazio Kei, senza il tuo aiuto questa lettera sarebbe rimasta qui per chissà quanti anni ancora. Ti ringrazio davvero dal profondo del mio cuore, ci rivedremo presto! See ya!

    Con queste parole mi congedai da Kei e schizzai fuori da quella catapecchia ormai in rovina.

    Abbi fiducia in me padre! Porterò a termine questo incarico. Quant'è vero il dio che mi chiamo Takeshi Yamamoto!

    Mi diressi verso casa, senza mai voltarmi indietro.






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    E con questo abbiamo finito! Se ti va puoi aggiungere un post di chiusura o possiamo semplicemente chiuderla qui come preferisci ^^ Io intanto chiedo ai vari mod/admin se posso richiedere stemmi e quant'altro! See ya! :;):

     
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8 replies since 28/10/2015, 17:18   173 views
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