L'airone dalle ali rosse

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    Il nido








    Girava per l’ufficio ormai da una manciata di mezz’ore mentre cercava il modo adatto per fare ciò che andava fatto.
    Ma non riuscì a trovarlo.
    Il dialogo con Masaki fu certamente illuminante a dir poco, ma dopo l’incontro con i Kobayashi la situazione si era fatta delicata, il clan era enormemente teso, ed ogni sua visita non faceva che dare un giro in più al tendi corda, questa volta si sarebbe mosso per delle concessioni.
    Venne scortato alla villa da quattro ambu, del tutto anonimi, medesima altezza, medesima corporatura, su di loro Raizen svettava come il capo quale era.
    Pochi e coordinati movimenti aiutavano ad immaginare il grande addestramento a cui si erano sottoposti. Erano esperti, ma era difficile dire in cosa Non lo fossero.
    Fece un inchino all’ingresso della magione quando una serva gli venne ad aprire, appena pronunciato, ma indiscutibilmente un gesto di cortesia seppur la sua faccia si mantenne severa.

    Controlli di routine, devo conferire con Toshiro.

    Definire i pochi minuti in cui rimase in ad attendere Toshiro “attesa” sarebbe stata un offesa, anche per questo accennò un breve sorriso quando lo accolse nella sala privata.

    Toshiro, come la volta precedente, non ti porto buone notizie.
    Quantomeno non del tutto.
    Ma penso un po’ di speranza.


    Lo guardò negli occhi solamente dopo aver pronunciato quelle poche parole, non gli sembrava troppo rispettoso ammettere di portare cattive notizie ad un uomo a cui ne aveva già date così tante.

    Ricorderà certamente i Kurogane e ovviamente che è a causa loro che attualmente il clan versa in questa situazione che dura ormai da troppo tempo.
    La prima notizia, quella buona, è che i domiciliari sono terminati, verrà allentata la presa degradandola ad un obbligo di firma in orari prestabiliti.
    L’altra è che ho avuto modo di entrare in contatto con l’erede dei Kurogane, il loro più grande infiltrato.
    La pecora più nera che il mondo abbia mai visto.
    Non ho dovuto neanche convincerlo, ma siamo riusciti a creare l’opportunità per un matrimonio combinato.


    Trasse un profondo respiro, questa volta lo sguardo del Kage della foglia era su quello di Toshiro, immobile, solido: sicuro.

    Erede, per erede.

    Un’altra pausa.

    Sto chiedendo che l’airone distenda le sue ali sulla foglia e copra il bagno di sangue in cui verranno annegati i Kurogane.

    Poteva sentirsi in colpa?
    Non sapeva se doveva, se era il caso, se di fatto stesse chiedendo o pretendendo troppo, ma il suo sguardo, ripulito dalle eccezionali doti recitative lasciava trasparire un peso non indifferente.
    Stava mettendo su un piatto d’oro qualcosa che non era suo, ma soprattutto una delle persone per lui più importante assieme alla sua intera famiglia.

    Potrà farlo, Toshiro sama?

    Avrebbe voluto inchinarsi questa volta, come la prima, ma si rese conto che il ruolo che rivestiva gli concedeva gentilezza, ma non sottomissione non era accettabile.
    Era un leader, un capo, e niente doveva o poteva piegarlo.
     
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