L'Artista

[Ambientazione]

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  1. -Hidan
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    L'Artista

    Dopo tanto tempo


    « Allora, Yogan, quanto manca? »
    Esclamai rivolto alla grande dragonessa rossa, con grave difficoltà, visto che la breve frase fu intervallata da un paio di lunghi sbadigli.
    Ero sdraiato sul dorso squamato. Eravamo partiti da casa di Itai con la sua benedizione e con un cadavere in un sacco nero. La distanza tra Kiri e Sakane era tanta, ma grazie alla grande velocità del mio bizzarro mezzo di trasporto, il viaggio non fu troppo pesante.
    Anche perché io dormivo, lei volava.
    « Pff... Ti ricordo che potrei raccontare ad Itai che sei misteriosamente caduto nell'oceano durante il viaggio di ritorno. Nessuno ritroverebbe il tuo corpo eh! » Battei il palmo della mia mano destra sul suo corpo, un paio di volte. « Sei proprio suscettibile! Su su, scherzavo! Non farmi cadere eh! » Risi. « Insomma, ci dovremmo essere no? » Eravamo in viaggio da più di 12 ore, non doveva mancare ancora molto. « Io sto seguendo le tue indicazioni. » Annuii, anche se Yogan non poteva di certo vedermi. « E allora andrà benissimo! Arriviamo da est, dovremmo trovarci il lago di fronte con a seguire una grossa catena montuosa. La cittadina che vedrai è Sakane, ma noi ci dovremmo fermare prima. C'è una villa sul lago lungo una criniera, scendi laggiù. »
    Il sole era ormai quasi tramontato del tutto quando Yogan mi avvertì che eravamo arrivati. « Ecco il lago, e vedo la casa che mi dicevi. Scendo? » Mi misi in piedi, cercando di scorgere con scarsi risultati anche io il luogo che avevo visitato ormai tanti mesi fa. « Bene! Si si, scendi pure a qualche chilometro di distanza! Poi trasformati pure e proseguiamo a piedi, non vorrei che qualche cittadino di Sakane trovi nuove interessanti discussioni su un drago rosso in questo posto di periferia. »
    Yogan scese a un paio di chilometri dalla villa, in un piccolo boschetto al lato del lago, e da lì proseguimmo a piedi, io con il cadavere sulle spalle.
    Raggiungemmo in pochi minuti la grande e spoglia casa dell'Artista. « Facciamo il giro, di sicuro ci sarà l'energumeno già vigile... » La ragazzina dai capelli rossi intervenne. « E' pericoloso? Se vuoi gli do fuoco... » Mossi i palmi delle mani in modo convulso. « Oh, per carità! Stai buona te, ci penso io! » E così giungemmo di fronte alla nera inferriata.
    Feci cenno a Yogan di fermarsi, quindi avanzai di qualche passo, fermandomi a pochi metri dal cancello, poggiando il cadavere nel sacco nero di fronte a me. « Buonasera! Si può? Sono Akira Hozuki, ti ricordi di me, vero Kuma? Sei in giro, no? Sono qui per affari! » Attesi risposta.

     
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