L'Artista

[Ambientazione]

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Una nuova creazione
    II



    La giovane donna guardò la dragonessa un secondo. Strinse poi gli occhi con fare di sfida. Non gradiva la presenza di un'altra donna giovane e bella nella sua casa ma il lavoro era lavoro e, specialmente quando proveniva dal Kage del Villaggio della Nebbia, non ci si poteva dimostrare troppo scontrosi.
    Per ciò iniziò a ravanare con le mani nel corpo del giovane. Le era bastata una rapida occhiata per capirne le capacità ma poteva fare assolutamente di meglio.



    Dopo il fendente qualcuno però si è preso la briga di levargli il cuore. Che cosa peculiare! Comunque sento benissimo come fosse un poco di buono. Una vita aggrovigliata la sua ... vedo un odio viscerale ... scusami il gioco di parole ... per la sua famiglia. Sì, il padre in particolar modo era un vero tiranno, della madre mancano immagini chiare e nitide. Sento un piacevole profumo di vaniglia.


    Estraendo le mani dalle budella di Isaka, la giovane non era neanche minimamente sporca. Kuma gli si parò comunque accanto con un candido fazzoletto di seta bianca. Lei si pulì le mani, senza lasciare traccia di sangue. Lo sguardo melanconico tornò sul giovane Hozuki.

    È un onore avere Itai, cioè Kiri, come mio cliente. La fattura di questo individuo non è delle migliori, quindi non potrò fare niente di eccessivamente complesso. Ma l'eleganza di un comandante sta anche nell'apparire austero in abiti semplici, no? Adesso lasciatemi qualche minuto, per cortesia. Questo è il primo ed unico favore che faccio al Mizukage. Per quanto adori le belle parole e vedere che qualcuno apprezza la mia arte, la visibilità non è una moneta che sfama. Ed in questa casa di bocche da sfamare ce ne sono fin troppe.


    Quella frase parve surreale per più di un evidente motivo. Tuttavia la donna era stata chiara: aveva bisogno di tempo per fare ciò che era necessario. Kuma si portò avanti e fece cenno ai due di uscire. Akira avrebbe avuto pochi istanti per dire qualsiasi cosa gli fosse passata per la testa prima di essere sbattuto fuori.

    [...]



    Kuma riuscì dalla stanza, invitando la dragonessa e il ninja della Nebbia a rientrare. Davanti a loro non c'era più tavolo operatorio ma un tavolino con del thè caldo ed una piccola rana dai colori sgargianti che mangiava degli insetti morti. L'Artista li invitò a sedersi ed a favorire del thè che aveva messo loro a disposizione. Se lo avessero assaggiato lo avrebbero trovato più che eccellente: di fattura occidentale, vantava punte di cocco e cioccolata e lasciava un piacevole gusto di menta in bocca. L'equilibrio era perfetto: un vero lavoro di fino. L'evidente opera di un'Artista. Finito di sorseggiare il thè in un inquietante silenzio, quasi di contemplazione, la donna avrebbe toccato la rana ed una nuvoletta di fumo l'avrebbe rapidamente trasformata in una confezione avvolta da carta rosso cremisi.


    Qui dentro vi è un mantello. Ha la particolarità di poter cambiare d'aspetto, di colore di fattura con l'utilizzo del chakra. L'ho decorato con il simbolo di Kiri: ovviamente è visibile soltanto quando non vi fluisce chakra all'interno. È leggerissimo e neanche il più forte colpo di vento vi permetterà mai di sentirlo sventolare. Nonostante questa sua innaturale leggerezza è caldo e comodo. Ho fatto il meglio che potevo.


    La donna fece un breve inchino col capo. Kuma si spostò poi alla porta, col fare di volerla aprire per accompagnare i suoi ospiti fuori da quella villa. La donna, però si pronunciò nuovamente e l'uomo si limitò a tenere la mano sulla maniglia, quasi a voler negare l'uscita dei due.


    Niente viene fatto per niente, giovane shinobi. Ti rinnovo i ringraziamenti per le belle parole ma riferisci al Mizukage che mi deve un favore. Per esempio, il prossimo cadavere con una Kekkei Genkai particolare potrebbe divenire una bella sciarpa per la sottoscritta. Oppure no ... Chissà. Quando avrò qualcosa da reclamare, comunque, mi farò sentire. Adesso andate ed usate bene ciò che vi è stato donato.


    L'<span style="font-family:Raleway">Artista accennò un bacio con la mano sulle labbra prima al giovane Hozuki, poi alla dragonessa. Soltanto a quel punto Kuma aprì la porta. Erano liberi di porre nuove domande, se avessero voluto ma la donna, probabilmente, non si sarebbe prestata ad una intera conversazione. Era criptica e macabra tanto quanto la casa in cui viveva. E Kuma non sembrava certo un tipo raccomandabile.
    Accompagnati alle inferriate nere che delimitavano la casa, l'omaccione avrebbe salutato con la mano prima di chiudere il cancello che dava accesso alla casa. Avrebbe voltato le spalle per rientrare in casa se niente lo avesse fermato.
     
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