Karyuuken

[Dojo Atasuke Uchiha]

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣
    L'apprendista 二

    ~Domande~


    Il giovane Uchiha era teso. Il suo respiro profondo, il tentativo di rilassarsi prima di rispondere erano chiari segnali della sua tensione, che per quanto potesse cercare di nascondere continuavano ad essere presenti.
    Una tensione giusta, retta dall'emozione e dalle mille speranze, ma che poteva essere spezzata da un singolo errore, un singolo punto sbagliato che rischiava di far infrangere il suo desiderio come uno specchio colpito con forza da una pietra.
    Atasuke ascoltò con molta attenzione le parole di Kazuki, ma alcune in particolare attirarono molto la sua attenzione. Parole giuste, forse, ma in cui Atasuke lesse l'indottrinamento che il clan, come al solito, imponeva nelle menti degli allievi, cosa che non apprezzava minimamente.

    «Temuto... Rispettato... Desiderio di forza...»


    Quelle parole risuonarono leggere nel vento che scosse appena le fronde del sakura, diventando però pesanti nel loro stretto significato.

    «Dunque tu sei fiero del fatto che il nostro clan sia temuto? Ritieni forse che lo scopo ultimo di questa scuola come di ogni shinobi sia saziare la propria personale sete di potere? La propria sete di forza?»


    Le domande dell'Uchiha avevano un tono velatamente inquisitorio, anche se di fatto si trattava di domande che non attendevano alcuna risposta dal giovane Kazuki. Prova chiara ne fu la brevità della pausa che seguì, nella quale il giovane non avrebbe avuto modo di rispondere, limitandosi a fare suo quel primo insegnamento.

    «La questione non è cosa sono disposto ad insegnarti... Ma cosa vuoi tu per te stesso. Per apprendere sappi che probabilmente dovrai disimparare ciò che già sai... Ma prima, vorrei che notassi una cosa...»


    Mise quindi in bella mostra i kamon bianchi del suo kimono, rappresentanti tre tomoe anziché lo stemma del ventaglio bianco e rosso del clan.

    «Come vedi non porto i kamon del clan. Questo però non è un limite che mi è stato imposto, bensì una mia scelta e così sarà finché delle questioni non saranno rimesse al loro posto»


    Sia che egli si fosse posto la domanda di quali fossero quelle questioni o meno, quelle domande non avrebbero avuto risposta, o almeno non in quel momento.

    «Ora la domanda fondamentale... Sei davvero disposto ad apprendere da me? Da Atasuke Uchiha, figlio di Sarutobi Uchiha il traditore del clan?»


    I suoi occhi corvini puntarono in quelli del giovane studente, in cerca di una risposta.
    Atasuke non aggiunse altro, ne disse altro, finché il giovane non gli diede una risposta. Egli sapeva, o almeno immaginava che il giovane studente vivesse regolarmente nei quartieri del clan, dunque, come gran parte degli Uchiha, doveva essere a conoscenza della storia di Atasuke, o almeno marginalmente. Stava ora da capire se fosse della “fazione” interna che continuava ad adorare l'attuale capoclan ed il suo manipolo di consiglieri che lo additavano come un traditore ed un nemico del clan, o se invece era parente o amico dell'altra fazione che come gran parte del villaggio lo teneva in grande stima ed apprezzamento.


    Se il giovane, reso edotto della situazione avesse deciso di ritirarsi, tornandosene a casa, Atasuke non avrebbe fatto una piega, limitandosi a salutarlo con garbo e raffinatezza per poi ritornare alla sua consueta meditazione. Se l'allievo non era pronto, non c'era motivo per lui di forzargli la mano.

    Se invece avesse deciso di continuare, sfidando una parte del clan per divenire allievo di Atasuke, egli avrebbe sorriso benevolo, chinando leggermente il capo in segno di saluto e rispetto verso una scelta che ben pochi Uchiha avevano avuto il coraggio di fare.
    Era infatti vero che: seppure egli fosse, secondo molti nel villaggio e nell'accademia, un ottimo maestro, ed era vero che per questo motivo aveva addestrato per i corsi accademici e per il clan stesso decine e decine di Uchiha, era altresì vero che in quei casi erano stati altri ad assegnargli quegli allievi e questi, seppure storcendo il naso, erano in qualche modo “obbligati” a sottostare a lui, mentre in questo caso si trattava di una proposta volontaria come tutti gli allievi di quel Dojo, ad eccezione di alcuni guardiani o aspiranti tali che per disposizioni dell'Uchiha sfruttavano la sala principale per gli addestramenti e le selezioni.

    «Vedo che sei determinato, molto bene... Prima però vorrei porti ancora una domanda: Che differenza c'è tra il combattere a mani nude o il combattere con una spada?»


    Ed a quel punto Atasuke attese una risposta con lo sguardo incuriosito sempre fisso sul nuovo potenziale allievo.
     
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50 replies since 4/11/2015, 22:39   718 views
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