Karyuuken, L'Inaugurazione

[Free aperta a tutti]

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  1. Mberu
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    L'inaugurazione

    Questione di debiti



    Grazie ai volantini che avevano tappezzato l’intera città, la madre di Hiro poté uscire il kimono dall’armadio in tempo per permettere al ragazzino dai capelli rossi di partecipare al grande evento. Si sa, le cose che non vengono indossate per tanto tempo prendono un tipico odore di umido e stantio e il genin della foglia, certo non avrebbe voluto puzzare ad un’occasione del genere. Sarebbero stati presenti sicuramente molte figure importanti, tra cui l’Hokage. Ma quello che più incentivava Hiro nel presentarsi in maniera decorosa era il fatto che avrebbe chiesto ufficialmente al padrone e sensei del dojo, Atasuke Uchiha, di prenderlo come allievo. Era passato qualche tempo ormai da quando aveva finito il suo periodo di addestramento all’accademia e la necessità di migliorarsi doveva essere soddisfatta in qualche modo. Per quanto l’Hokage era stato così gentile nel concedergli parte del suo prezioso tempo nel tentativo di allenarlo all’uso del chakra, Hiro sentiva il bisogno di avere una figura di riferimento nella la sua formazione da shinobi. L’apertura del dojo si era dimostrata quindi l’occasione ideale per trovare un sensei che l’avrebbe guidato verso nuovi livelli.

    La madre con il tempo aveva messo da parte la rabbia nei confronti di Hiro per aver contratto quell’importante debito con un ninja di suna. Ciononostante non fu disponibile nel comprare un nuovo kimono al ragazzo dai capelli rossi.

    Ma mamma saranno tutti elegantissimi!
    Non posso andare con la felpa e il mantello, il sensei non mi prenderà mai come suoi allievo!


    Aveva aspettato tutta la giornata per uscire il discorso, aveva anche pulito tutta la cucina, lavando i piatti e passando lo straccio per terra, con la speranza di addolcire la madre una volta tornata dalla giornata lavorativa.

    Non esiste!
    Già lo scorso mese ti ho dato quei soldi per sanare il debito che hai contratto!
    Ah, a proposito, glieli hai restituiti quei Ryo?


    No, ancora non l’ho incontrato!
    E poi ti ho già detto che alla prima missione utile te li restituirò.


    Hiro, sai che per te farei di tutto, non è per punirti che non ti compro un kimono nuovo. Come ti ho detto abbiamo già affrontato delle spese importanti e non possiamo spendere altri soldi in cose di minore importanza soprattutto se si possono usare strade alternative.

    Il genin guardò la madre con fare interrogativo.

    Ovvero? La nonna non può cucirmi un kimono di sana pianta..

    No, certo.
    Potresti però indossare un abito di tuo padre, le spalle ti si sono allargate molto e hai qualche centimetro in più per poterlo mettere.


    Se madre natura aveva fatto si che fossero le donne a partorire i figli, un motivo ci doveva essere.
    In particolare la mamma di Hiro era capace di saperlo prendere sempre per il verso giusto, anche in quel particolare periodo quale l’adolescenza.
    Il kimono, grigio con delle sottili righe nere, venne messo ad arieggiare per qualche giorno dopo essere stato lavato.
    Si vedeva che era appartenuto ad una persona che non disponeva di molti fondi da spendere in abbigliamento. Il taglio era di una decina di anni prima, se non di più, e i colori con il passare del tempo si erano smunti. Come se non bastasse ad Hiro non calzava a pennello, era ancora troppo magro e leggermente più basso del passato proprietario affinché l’abito cadesse per come dovuto. Chiunque l’avesse visto avrebbe notato che non si trattava di un kimono comprato per l’occasione, ciononostante tutto ciò non ledeva troppo la dignità del genin, che anzi, noncurante delle taglie di differenza, era fierissimo di indossarlo.

    Il giorno dell’inaugurazione Hiro si svegliò di buon mattino con l’intento di prepararsi al meglio.
    Addirittura quel giorno si levò, per mezzo di una piccola lametta, quei pochi peletti che gli erano cresciuti fra il labbro superiore e il naso, che certo non si potevano definire baffi.
    Sia la madre che la nonna furono molto contente di vederlo indossare quell’abito con l’intento di presenziare ad un evento tanto importante.

    Mi raccomando, sii educato con il sensei.
    Ricorda che è un Uchiha e con buona probabilità sarà molto legato a cose come l’onore o la formalità.


    Si mamma, grazie mille ma non è la prima volta che metto il naso fuori di casa.

    Sono tua madre e queste cose le devo dire sempre!

    Lo so lo so, ora vado che non voglio fare la figura del cafone ritardatario.

    Dopo aver salutato la madre e la nonna, finalmente uscì di casa per assaporare il clima autunnale.
    Una volta giunto in prossimità del dojo notò un grosso via vai di gente ben vestita, fra i quali non poté a meno di notare Shinichi.
    A prima vista gli venne da sbuffare. Quella era una giornata importante, da quando si era alzato era stato nervoso a causa del fatto che si sarebbe dovuto proporre come allievo.
    Come se ciò non bastasse avrebbe anche dovuto fronteggiare ancora il detective di Suna. Le sue non era intenzioni ostili, anzi voleva dimostrare a Shinichi quanto fosse maturo, e non un ragazzino lagnoso per come lo aveva definito, saldando il debito che aveva nei suoi confronti.
    Proprio per quello era da quasi un mese che girava con una notevole somma di denaro in tasca, con la speranza di incontrarlo. Certo però avrebbe volentieri evitato di trovarselo in una situazione di per sé già non troppo semplice come quella dell’inaugurazione del dojo.

    Nella vita ci vuole solo una cosa, fortuna.
    E io ne sono sprovvisto.


    Con la paura che il sunese potesse spifferare tutto sui loro trascorsi al sensei, decise di farsi carico delle proprie responsabilità ed avvicinarsi verso il giardino, dove i due stavano chiacchierando attorniati da parecchia altra gente.
    Fra le persone presenti Hiro non poté fare a meno di notare Kakano, o per meglio dire Ai, colei che si era presa la sua innocenza, e Sayuri un’altra ninfomane che arricchiva le schiere di donne del detective. Colei che però colse di più l’attenzione del genin fu una ragazza in carrozzina, che indossava l’abito più bello che Hiro avesse mai visto.

    Quel kimono è stato fatto dagli dei.

    Intontito per com’era quasi non si accorse che un altro individuo recuperò un volpino posatosi sulle gambe della ragazza disabile.

    Dato che sia Shinichi che Atasuke erano impegnati avrebbe parlato con loro singolarmente in seguito. Giunto in prossimità del Torii chinò il capo in segno di saluto nei confronti dell’Uchiha e nel caso in cui l’avessero notato, avrebbe salutato ugualmente Shinichi e i membri della sua banda.
    Si sarebbe quindi diretto verso l’interno, dove avrebbe apprezzato il giro dimostrativo offerto da uno degli allievi e forse futuro compagno, notando più volte la presenza delle tomoe del clan dello Sharingan.

    Però.. niente male.. allenarsi qui deve essere proprio bello..

    Finita la visita turistica, avrebbe nuovamente raggiunto l’esterno nella speranza che i due avessero finito di parlare. Nel caso in cui sia il sensei sia il detective erano ancora impegnati nella conversazione avrebbe diligentemente atteso il suo turno a qualche metro di distanza.

    Una volta che i due si fossero separati vicendevolmente Hiro si sarebbe avvicinato a Shinichi, molto serio in faccia.

    Salve Shinichi, vedo che hai con te un grosso seguito.
    Come ti ho detto non sono un bambino per come credi, questi sono i tuoi soldi.


    Dall’interno del kimono uscì un sacchetto contenente parecchi Ryo, che tese verso il sunese con fare discreto.

    Con questo dovrei aver chiuso il debito con te. Nuove dimostrazioni di quanto io sia un vero shinobi spero potertele dare al più presto, sotto i consigli del sensei di questo dojo.

    Un prese prima gli avrebbe probabilmente voltato le spalle, non ascoltando un’eventuale risposta.
    Quella volta invece, deciso a dimostrare quando Shinichi si sbagliasse su di lui, decise di rimanere ad ascoltare cosa il tanto ostile sunese avesse da dire.
     
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54 replies since 5/11/2015, 00:04   1309 views
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