Karyuuken, L'Inaugurazione

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  1. -Hidan
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    Karyuuken

    Il Guardiano da Asporto


    Giornata tranquilla, come tutte le altre del resto.
    La sorveglianza era stata aumentata, i doppi turni duravano ormai da un paio di settimane, ma di folli ed esasperati nukenin neanche l'ombra.
    Il vento autunnale sfiorava i miei capelli, arruffandoli ancor più, mentre sbadigliavo disteso sulle mura.
    Meika era appena andata a fare una breve ronda di perlustrazione - in verità la ronda era la mia, la sua l'aveva già fatta, ma questo non ha importanza - ed ero tutto solo sopra il cancello. Tutto solo, finché un enorme dragone non incominciò ad avvicinarsi dall'amministrazione. Yogan era ormai uno spettacolo a cui tutta Kiri si era abituata, così come anch'io del resto. Auff... E adesso che vuole? Mi lamentai con la mia ombra, con un occhio chiuso ed uno aperto, giusto per assicurarmi che venisse veramente a cercare me. Ovviamente era così.
    La dragonessa si trasformò poco prima di toccare la sommità delle mura, rivelandosi come una graziosa marmocchia dai capelli rosso acceso. Buongiorno cerina, quali nuove dal capo? Sorrisi alla bambina, che si sedette vicino a me. Itai aveva bisogno di me. Strano che abbia bisogno di me... Non ho fatto niente eh! Giuro che Meika si propone sempre lei di sua spontanea volontà per andare a fare le ronde al posto mio! Cercai di giustificarmi, se mai fosse stato quello il motivo della venuta del drago. Forza... Dammi un passaggio in Amministrazione che non voglia di fare nove piani di scale... Dissi ormai sconsolato dall'idea di nuove minacce, rimproveri o assurde missioni, mentre mi mettevo in piedi, spolverandomi i pantaloni con le mani. Finché non mi rivelò che dovevo andare a Konoha. A Konoha? E che devo fare io a Konoha? Era una proposta alquanto strana, strana anche per i miei canoni. Se ci fosse stato un messaggio da consegnare Yogan sarebbe stata sicuramente più veloce, rapida ed efficiente di me. La motivazione risultò essere più gradevole del previsto. C'era un'inaugurazione di un dojo, un evento ufficiale, e Itai il paranoico mi avrebbe voluto al suo fianco come protezione per la moglie e le due bambine. Gli serve un baby sitter praticamente, giusto? Incrociai le braccia. Mmmh... Ci pensai un attimo su. Beh... Poteva andare peggio! Ma si, perché no, tanto qui è tutto una noia! Almeno mi vado a fare un giro per Konoha, evito qualche doppio turno, e mi faccio pure una festicciola! Forse era la notizia migliore mai portata dal drago. Dammi un'oretta, poi passami a prendere a casa! Roba ufficiale, no? Spolvererò il kimono delle belle occasioni! Arruffai i capelli della bambina. Visto che ci sei, fatti un giretto e dillo a Meika! Dagli un bacino sulla guancia da parte mia come scusa! Adesso le sarebbero toccati tripli turni.

    Arrivai a casa e preparai velocemente un piccolo bagaglio, con il cambio formale per la giornata successiva, un altro cambio per il ritorno e qualche accessorio personale. Sarei partito con tutte le armi e l'equipaggiamento al seguito, d'altronde, senza di questi, sarei stato una guardia quantomeno precaria.
    Yoogan fu puntuale e, dopo che fu atterrata nel quartiere Hozuki, salii sul suo dorso e velocemente prese quota, dirigendosi verso il mare e, quindi, Konoha.
    Il viaggio durò una decine di ore il che mi permise di riposare per bene delle fatiche accumulate - ? - nell'ultimo turno notturno di guardia. Mi destai improvvisamente solamente quando il Villaggio della Foglia era ben visibile davanti a noi, con la montagna in cui erano scolpite i visi degli Hokage in piena vista. Che strana gente... Sono proprio dei fomentati. Non bastava un quadro a testa? Una statua? Ma no, certo, demoliamo una montagna... Riderò quando lo spazio finirà!
    Yogan atterrò poco dentro le mura, in un grande giardino, in modo tale da non allarmare - più di tanto - la popolazione della Foglia. Mi mise in tasca un pò di ryo e disse che ci saremmo visti la mattina successiva al dojo. Grazie, ciccia! Allora ci vediamo domani mattina! La baciai in modo scherzoso sulla fronte. Non arrossire di più che altrimenti ti scambiano per un peperone con le zampe! Mi allontanai, ridendo. Adesso ero in un villaggio di cui conoscevo due o forse tre persone, ma di cui non avevo idea di come raggiungerle. Shizuka sarebbe stata la mia prima scelta - da vecchio volpone, ovviamente - ma non avevo voglia di intraprendere una ricerca serrata dell'esuberante kunoichi con il sole ormai sulla via del tramonto. L'avrei vista, probabilmente, il giorno dopo, visto che questo tizio del dojo era un Uchiha e anche lei, almeno per metà, lo era. Una qualsiasi locanda sarebbe andata bene, così i soldi rimasti me li sarei potuti giocare come meglio credevo. Ma gli eventi di quella sera sono un'altra storia che saranno raccontati da un'altra parte.

    La mattina dopo sarei stato stranamente puntuale dinanzi alla struttura che stava per essere inaugurata. Indossava, per la gran parte, l'abito che avevo utilizzato per la cerimonia della festa della fondazione, solo che il colore del kimono era azzurro, ed il simbolo del clan Hozuki, sulla mia schiena, era di colore giallo. Sotto di esso, ero preparato di tutto punto per una qualsiasi missione. Cotta di maglia sempre indossata, seppur nascosta sotto le vesti. Aspettai non più di un paio di minuti quando vidi avvicinarsi da lontano Itai e tutta l'allegra combriccola. Era circondato da donne. Le sue due figlie, due gocce d'acqua, Yogan e una graziosa ragazza che doveva essere Ayame. Andai incontro ad Itai, il quale mi presentò alla moglie. Buongiorno capo! Buongiorno anche a lei, Ayame-chan! Con il mio solito fare da splendido, mi esibii in un sontuoso baciamano. Onorato di fare la vostra conoscenza, e non si preoccupi per me, ho avuto incarichi ben peggiori di questo negli ultimi tempi! Passai quindi alle due ragazzine, che per fortuna erano vestite con due abiti dai colori totalmente diversi. Sorrisi alle bambine, tirando un pizzicottino alla guancia della più scalminata. Buongiorno belle bambine! Io sono Akira, e per oggi staremo insieme! Non preoccupatevi, non sono noioso come vostro padre! Cercai subito di giustificarmi.
    Dopo le presentazione Itai mi prese un attimo in disparte. Loro erano la sua debolezza. Se gli fosse successo qualcosa, tutta Kiri sarebbe potuta essere in pericolo. Annuii, seriamente. Non ti preoccupare, ci penso io a guardarle a vista. Battei una mano sul petto. E poi... Cosa potrebbe mai succedere qui? La domanda era lecita, ma non per questo avrei abbassato la guardia.
    Di ritorno dalla famiglia la piccola Jukyu mi chiese cosa avevo combinato ai miei capelli, suscitando ilarità nei presenti. Bella bimba, devi sapere che un tempo erano tutti azzurri! Poi ho conosciuto tuo padre, e a furia di rimproveri stanno diventando bianchi! Se non farai la brava presto anche a te diventeranno tutti bianchi! Assomiglierai a mia nonna dopo! Giocai con la piccola, ridendo anche io di gusto insieme agli altri.

    Entrammo dentro, superando all'ingresso il padrone del dojo. Un uomo abbastanza alto, snello, con una folta chioma di capelli tenuti ben ordinati. Cercai di guardare i miei di capelli; avevo dimenticato totalmente di dargli un colpo di spazzola, ed erano ancora arruffatissimi dal giorno prima. Cercai di dargli una sistemata con le mani, con scarsi risultati.
    Passai l'ingresso con le due bambine e Ayame davanti, facendo la funzione di chiudi fila. Neanche il tempo di entrare che un tizio, evidentemente ubriaco, incominciò a sbraitare ad alta voce. Itai lo ignorò, io non ebbi la stessa pazienza. Ehi, ubriacone! Ci sono delle signore e delle bambine qui, finiscila di urlare o ti faccio andare a bere a... Mi avvicinai, abbassando la voce, così da non essere sentito dalle bambine. Taki a furia di calci nel sedere. Ci siamo capiti? Un gran sorriso sarebbe apparso sul mio volto, per poi voltare le spalle allo sconosciuto e riprendere il cammino dietro ad Itai, il quale pronunciò un nome a me ormai familiare. ROSSO! Alzai io la voce a questo punto, andando contro anche le mie stesse minacce di pochi secondi prima verso l'ubriacone. Come stai?! Sei arrivato stamattina, vero? Perché ieri sera non è esplosa nessuna taverna! Tirai una pacca sulla spalla del ninja di Suna. Vi conoscete da tanto voi due? Chiesi ai due jonin.

    Sarebbe stata una bella festa.


    Edited by H¡dan - 18/11/2015, 22:15
     
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