Karyuuken, L'Inaugurazione

[Free aperta a tutti]

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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣, L'Inaugurazione 二

    ~Un Benvenuto Caloroso~


    ~Alcuni giorni prima~


    Atasuke se ne stava placidamente a casa sua, prendendosi un'attimo per una sana e meritata pausa da tutto ciò che stava accadendo in quei giorni. A breve, molto a breve, avrebbe aperto ufficialmente la sua scuola e l'organizzazione di tutto quell'evento si stava facendo decisamente complessa, ben oltre alle sue aspettative.
    In tutto quel trambusto, infatti, dovette addirittura organizzarsi preventivamente per non rischiare che le mura rimanessero scoperte durante le sue assenze o quando prelevava dal turno alcuni dei guardiani (oltre che allievi) per i lavori.
    In quell'unico attimo di sollievo, qualcuno, spedito dall'amministrazione del villaggio, si presentò alla sua porta, recando un messaggio ufficiale, inviato non di meno che da Raizen stesso.
    In un primo istante, aprendo la busta temette per eventuali problematiche dell'ultimo minuto o per eventuali convocazioni in missioni coincidenti proprio con il giorno dell'apertura, ma alla fine fu un sollievo sapere che semplicemente l'Hokage avvisava che per impegni sarebbe semplicemente giunto in ritardo...

    [...]


    ~Shinichi, Hoshi~


    Atasuke era la, fiero, mentre osservava le decine di persone che entravano, partendo dai semplici curiosi, passando per gli esaltati e di tanto in tanto, celando tra i ranghi qualche elemento interessante.
    Egli li osservava, salutandoli uno ad uno con un breve inchino, un sorriso e di tanto in tanto qualche parola veloce verso i conoscenti. Contò svariate persone, la maggior parte del clan del ventaglio, curiosi di quanto stava cadendo il loro parente, alcuni dal clan degli Hyuga, alcuni Yamanaka, un paio di Nara assonnati e svariate rappresentanze da tutte le varie casate del villaggio.
    A malincuore, però, non vide però nessuno dei Kobayashi, segno che forse non avevano ricevuto l'invito o che forse non potevano partecipare a causa dei loro innumerevoli impegni. Quale che fosse la realtà Atasuke però rimase fermo e ligio al ruolo che ricopriva in quel momento. Non poteva dare a vedere tristezza in quel giorno di festeggiamenti.

    “Ehm... chiedo perdono. Siete forse voi Atasuke-dono?”


    Una voce gentile attirò la sua attenzione, mentre stava indicando agli ennesimi ospiti un allievo che li avrebbe accompagnati per il giro del dojo fino agli spalti allestiti apposta per l'occasione nella sala grande.

    «Si, sono io, mia cara. A cosa devo l'onore?»


    Rispose con il suo consueto tono gentile ed un sorriso, uniti ad un breve quanto cordiale inchino.

    “Vi chiedo enormemente perdono ma... sono qui per accompagnare Shinichi, Kurogane. Solo che lui non è ancora arrivato e mi chiedevo se fosse possibile per noi tre entrare lo stesso... sarebbe un problema?”


    La dolcezza dei modi lo colpì nel profondo. Da quando Shinichi era attorniato da tante donne? Ma soprattutto: Da quando quelle tanto raffinate e gentili bazzicavano Suna?
    Atasuke di tutta risposta rise, non della ragazza, ne di cattiveria. Era una risata gentile, amichevole, quasi come a voler essere familiare.

    «Oh, mia cara, certo che potete entrare, non ci sono problemi... Potrei solo sapere il vostro nome? Così potrò avvisare Shinichi del vostro ingresso quando sarà giunto»


    Un'altro sorriso. Molti si chiedevano come facesse l'Uchiha a sorridere tanto. Alcune malelingue dicevano che avesse una sorta di paresi, ma chi lo conosceva bene, sapeva solo che era estremamente gentile.

    “Oh, che vergogna! Non mi sono neppure presentata! Vi chiedo scusa. Mi chiamo Miyako, molto piacere di conoscervi!”


    Atasuke non fece fatica a comprenderne l'imbarazzo, notando lo scatto con cui aveva chinato il capo in segno di rispetto ed il tono leggermente alterato.
    Inclinò leggermente il capo verso destra, quasi stranito da tanta paura, poi con dolcezza si chinò, poggiando un ginocchio a terra in modo da portarsi con il viso all'altezza di quello della giovane ragazza. Con gentilezza levò la mano, calda e delicata, come il soffio del vento estivo e la poggiò su sulla spalla sinistra della ragazza.
    Quando ella alzò lo sguardo, si trovò il volto dell'Uchiha allo stesso livello che la guardava con occhi penetranti e gentili.

    «Myako... Uno splendido nome per una splendida ragazza... Non temere, non mi hai recato nessuna offesa. Non hai motivo di vergognarti... Anzi, sono io a dovermi scusare per non essermi presentato come si conviene»


    Si alzò quindi, troneggiando sui presenti con la grazia che lo contraddistingueva.

    «Uchiha Atasuke, maestro e fondatore di questo Dojo...»


    Si inchinò con riverenza al trio di donne, anche se l'inchino era principalmente per Myako.

    «Lieto di fare la vostra conoscenza. Spero che la giornata sarà di vostro gradimento»


    Sorrise un'ultima volta, lanciando un piccolo sguardo d'intesa alla giovane Myako, nella speranza che ella potesse cogliere sentendosi più a suo agio.
    In quel momento Atasuke notò nella folla Shinichi, seguito da altri due figuri, che avanzava nella folla facendosi largo tra la gente che continuava ad entrare regolarmente mentre alcuni dei suoi allievi migliori si occupavano di accoglierli assegnando ad ogni gruppo un'allievo che li potesse seguire almeno per un primo giro del Dojo.

    “Buongiorno, Atasuke-san. Vi chiedo perdono per ogni inconveniente che le ragazze potrebbero avervi causato.”

    «Nessun inconveniente, Shinichi, anzi...»


    Rispose senza remore, lasciando poi spazio all'amico di replicare, facendo le dovute presentazioni dei suoi ospiti.

    “Kojiro lo conosci già. Come puoi vedere oggi indossa una tenuta da combattimento cerimoniale del clan Chikuma, se c'è la possibilità vorrebbe sgranchirsi un po' le braccia dato che Shizuka-san ha approvato la sua dimissione.”

    “Sarei onorato di partecipare ad un simile evento, Atasuke-dono.”

    «Per oggi non sono in previsione combattimenti con gli ospiti, Kojiro-san, ma se ve ne sarà l'occasione sarà un bel modo per dare spettacolo e sarei lieto di confrontarmi personalmente con voi in un amichevole scambio di colpi... Se non ricordo male siete anche voi uno spadaccino»


    Passarono quindi oltre con le presentazioni, mentre Atasuke raddrizzava la schiena dopo il suo breve inchino verso il Chikuma.

    “Questa invece è la mia segretaria, Sayuri-chan.”


    A quelle parole la provocante segretaria si presentò a sua volta chinandosi con fare disinibito ed aggiungendo con un sussurro una proposta al limite tra il piccante e l'indecente.
    Ella venne richiamata all'ordine da un rapido calcio negli stinchi, Atasuke intanto non mostrò alcuna reazione. Rimase ferreo ed inflessibile nel volto e nella gentilezza.

    «Sayuri... Lieto di fare la vostra conoscenza... Apprezzo la vostra proposta ed ammetto che sarebbe una forte tentazione, tuttavia... Quest'oggi i miei impegni mi impedirebbero di approfittarne, inoltre... Temo dovreste mettervi in fila... Molte altre prima di voi vorrebbero da me ciò che voi mi avete appena chiesto»


    Un sorriso sibillino e sornione quello dell'Uchiha, che per quanto potesse apprezzare la proposta, decisamente diretta, non apprezzò la sfacciataggine, ne il modo in cui la segretaria dalla discutibile morale si era proposta a lui. Egli non era tipo da andare a prostitute, e con quella proposta, ogni possibile fascino che ella aveva, cadde nell'insignificanza ai suoi occhi.
    Shinici proseguì con le presentazioni, presentando gli utlimi rimasti uno ad uno, soffermandosi maggiormente su Miyako, la quale si scoprì infine essere la ragazza del sunese.
    Atasuke vide il sossore sul volto di entrambi all'annuncio e percepì il legame che i due avevano senza sforzo. Un'altro sorriso, sincero, gli nacque naturale sul volto mentre osservava i due che battibeccavano come degli sposini.

    «Non vi preoccupate, ho progettato questo luogo per poter accogliere tutti. Non mancheranno certo i posti a sedere... Sono però preoccupato dei posti che avevo riservato sulla tribuna d'onore... Mi ero tenuto abbondante prevedendo che gli invitati portassero con loro qualche amico... Ma non pensavo così tanta gente ad essere sincero... Spero basteranno a questo punto... Alla peggio temo che qualcuno dei tuoi dovrà accontentarsi dei posti nelle normali tribune... Yamazaki!»


    Ammise con sincerità, chiamando a se Yamazaki, che in quella giornata era di turno sulle mura, ma non per questo si era staccato dal servizio dell'Uchiha, facendo da linea di comunicazione tra lui ed i guardiani al gate, oltre che messaggero per organizzare la giornata.

    «Non temete, troverò il modo di lasciarvi uniti... Se avremo fortuna gli altri invitati avranno un corteo contenuto e basteranno i posti sulla tribuna centrale, altrimenti vedrò di...»

    “Sniff.. sniff.. Ciao!!!.. io sono Kigeki.. Sniff.. mi piaci hai un buon odore!..”


    Atasuke non ebbe tempo di finire la frase, che un volpino, o meglio, per essere precisi un Fennec, una volpe del deserto piombò sulle gambe di Miyako facendo la sua dovuta presentazione ed accoccolandosi quasi come a trovarsi a casa.
    Atasuke rimase impietrito per un'istante, chiedendosi da dove quella volpe fosse sbucata e chiedendosi se non vi fosse dietro un qualche scherzo di Hari e Kitsu, ma notando la particolare razza, dedusse che doveva essere stato un sunese a portarsi dietro quella volpe del deserto.
    Ruotò il capo, ipotizzando il punto da cui poteva essere arrivata con quel lungo balzo, seguendo la traiettoria di impatto della creatura e non molto distante lo vide: mani nei capelli, volto dall'espressione decisamente stupita e in una posa congelata, quasi marmorea: Hoshikuzu Chikuma, nel pieno della sua indole folle e nel migliore dei suoi abiti da cerimonia.

    «Hosi! Figlio di un cane del deserto! Da quant'è che non ti fai sentire eh? Due anni ormai, o mi sbaglio!? Possibile che per rivederti devo addirittura tirare su un Dojo tutto mio?»


    Atasuke con quelle parole avanzò con passo deciso verso il rosso, fingendo un'aria imbronciata, per reggere maggiormente l'idea che alcuni avevano di lui e per illudere un pelo il ricordo che il rosso poteva avere per l'Uchiha.
    Giunto a pochissimi centimetri dal sunese, Atasuke si arrestò in posa imperiosa, mentre sfoggiava uno dei suoi sguardi meno amichevoli da tempo immemore.

    «Deduco che sia tuo quel Fennec piantagrane!»


    Sibilò, con aria minacciosa, mentre alle sue spalle fece il suo ingresso Yamazaki, nella sua tenuta da guardiano, pronto ad eseguire i suoi ordini.

    “Ditemi, Atasuke-sama”

    «Yamazaki... Fai venire immediatamente qui Hari e Kitsu... Abbiamo a che fare con un piccolo Fennec piantagrane... Non è mia abitudine lasciar correre tali sconsiderati comportamenti, specialmente nel mio Dojo...»

    “Ma... Atasuke-sama... non credete che...?”

    «Esegui Yamazaki. Senza discutere.»


    Sibilò con aria minacciosa, voltando appena il capo, mostrando un ghigno malefico al fennec che si trovava alle sue spalle, scoprendo un canino inquietantemente sviluppato, anche se forse era piuttosto quell'alone di malvagità a far sembrare quasi demoniaco quel sorrisetto.

    «Ah, un'altra cosa... vedi di riorganizzare la tribuna d'onore, ci sono degli ospiti imprevisti che accompagnano Shinichi, cerca di aggiungere altri 5 posti a sedere»

    “Subito, Atasuke-sama”


    E con un'inchino Yamazaki corse via, portando con se gli ordini del comandante.
    Atasuke lo seguì con lo sguardo per poco più di un'istante, prima di riportare la sua concentrazione ed i suoi occhi carichi di rancore verso il rosso ed il suo particolare abbigliamento, continuando a dare le spalle al gruppetto di Shinichi, arricchitosi di un piccolo e monello fennec.

    «Fammi capire, Hoshikuzu Chikuma... Non ti fai sentire per anni, tutte le volte che sono passato a Suna non ti sei fatto vedere. Ti invito alla cerimonia ufficiale dell'apertura del mio dojo, e tu ti presenti con un fennec dai modi sconsiderati e vestito come un quindicenne che VA IN SPIAGGIA!?»


    Tuonò, trattenendosi appena dal pestare i piedi per terra dalla foga che aveva in quel rimprovero.
    I suoi occhi continuarono a dardeggiare il Chikuma con furia per alcuni istanti, cercando di incutere terrore nel jonin. [Abilità - Interpretazione]
    Inutile dire che per quei brevissimi istanti, il tempo attorno a loro sembrò quasi fermarsi, mentre alcuni dei passanti sembrarono imbambolati nell'osservare la scena, chiedendosi che cosa avesse mai fatto infuriare tanto l'Uchiha.

    «Mi sei mancato, vecchio amico mio»


    E poi, se quelle parole sincere avessero un nonsoché di magico, il tempo ricominciò a scorrere, come se nulla fosse accaduto. Il tono di Atasuke si era fatto gentile, amichevole ed alla fine mutò in una gioiosa risata, mentre a braccia aperte compiva l'ultimo passo che lo separava dal rosso, abbracciandolo con affetto e ridendo (sperabilmente) con lui di quel colpo basso che gli aveva voluto tirare.

    «Allora? Che mi racconti? Non ricordavo che tu avessi un legame con i fennec? Da quant'è che ti porti dietro quella piccola peste eh?»


    Chiese con curiosità, avvicinandosi nuovamente al gruppo e tirando a se anche il rosso, il quale comunque non distava molto dal gruppetto.

    «Ci siamo messi comodi, Kigeki-kun?»


    Chiese con gentilezza al piccolo volpino del deserto che continuava a sedere sulle gambe della ragazza costretta sulla sedia a rotelle.

    […]


    “Così sei tu lo sponsor... ehm Atasuke Uchiha ?”


    Una voce, dal tono e dal lezzo decisamente fastidiosi attirarono l'attenzione dell'Uchiha sul peggiore degli ubriaconi che avesse ancora mai incontrato.
    Atasuke dal canto suo non si mosse, o quasi, limitandosi a voltare giusto il capo, mentre il volto mutava in una smorfia di disgusto. Non era solito a guardare la gente dall'alto al basso, eppure, davanti a quell'essere, non riusciva a fare altro se non vedere un'insetto.

    «E voi sareste?»


    Chiese, sforzandosi di apparire gentile anche nei suoi confronti, ma soprattutto cercando di ignorare il puzzo d'alcool e di sudiciume che si alzava da quell'ubriacone, ricevendo in cambio uno sguardo che tentava di essere minaccioso, ma che dava solo l'impressione di essere ridicolo.

    “Spero solo che il rinfresco sia all'altezza dell'evento!”


    Atasuke non rispose, limitandosi a guardare l'immensità dell'inettitudine umana, tutta concentrata in un unico essere, che sembrava decisamente bene intento nel fare danni all'interno del suo Dojo.

    «Perdonatemi un'istante»


    Disse, rivolgendosi ai suoi ospiti, inseguendo, per così dire, l'ubriacone che passò oltre per alcuni passi.

    […]


    Quando tornò dal gruppo di sunesi, alle sue spalle, due vocine a lui ben familiari attirarono nuovamente la sua attenzione, facendolo voltare con un sorriso.

    “Ata-niisan! Ata-niisan! Che cosa è successo!?”


    Dietro di lui, le due piccole Kitsune correvano a dir poco trafelate, evidentemente spaventate dal modo con cui Yamazaki doveva averle chiamate.
    Le due bambine, apparivano nella loro forma umana, che dimostrava si e no 5 anni e le codine vaporose, unite alle orecchiette tese per lo spavento, non aiutavano nell'indicare un'età più adulta.
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    «Nulla di preoccupante, piccole, volevo solo presentarvi degli amici ed in particolare un vostro parente, per così dire...»

    “Ehh!? Un parente dici?”

    “Chi? Chi? CHIII!?”


    Strillarono le due in preda all'emozione saltellando attorno all'Uchiha come due bambine gioiose... Quali in effetti erano.
    Le due piccole vivaci, in tutto quel trambusto sembravano quasi non aver degnato di alcuna attenzione il gruppo da Suna, concentrandosi solo sull'Uchiha e dimenticando perfino le buone maniere.

    «Calmatevi ora... Hari, Kitsu; non avete forse dimenticato qualcosa?»

    “Cosa, Ata-niisan?”

    «Non vi siete presentate ai vostri ospiti... Non è molto cortese da parte vostra»


    Rispose Atasuke alla piccola kitsune, che rispondeva al nome di Hari e che indossava il suo grazioso kimono nero, tutto imbellettato e decorato con graziosi fiocchetti rosa.
    A quella rivelazione, le due piccole raggelarono, drizzando la coda, paralizzandosi per un'istante, consce della figuraccia appena fatta davanti a quel gran gruppo di ospiti. Le guanciotte morbide delle due, arrossirono ulteriormente per la vergogna, mentre Atasuke con gesti lenti e gentili, le spinse a voltarsi verso i loro ospiti.
    Le due piccine, chiaramente in preda al panico ed alla vergogna si guardavano i piedini, mentre giocherellavano con le dita, come a voler scaricare la tensione in quei semplici ed inutili gesti, ma che avevano l'elevato potere di tranquillizzarle.

    “S-scusateci...”

    “I-io sono Kitsu, mentre lei è la mia sorellina Hari”


    Disse la piccola vestita con l'abito bianco, mentre la sorellina sembrò contorcersi il naso, come se il suo delicato nasino avesse fiutato qualche odore decisamente sgradevole o se stesse per starnutire. Tra le due opzioni, sfortunatamente, si trattava della prima.
    Lanciò infatti un'occhiataccia decisamente poco cordiale verso la bionda, mentre la manina tirava vigorosamente l'hakama di Atasuke, nel chiaro intento di attirarne l'attenzione.

    «Dimmi, Hari, che cosa c'è che non va?»

    “Quella!”


    Rispose lei indicando chiaramente la bionda con i ditino, mentre Atasuke la osservava con sguardo dubbioso, chiedendosi che cosa avesse effettivamente quella donna che non andasse per la piccola kitsune.

    “Puzza!”

    «Cos...?»

    “Si! Puzza!”

    «Hari, Kitsu, smettetela, di cosa state par...»

    “Puzza come quelle che stanno ad Otafuku!”

    “È vero! Puzza come quelle che Sougo chiama Voccole!”

    “Si! È una Voccola!”


    °Sougo, giuro che ti ammazzo!°


    Non vi era da discutere su quale “tipico” odore le due piccoline avessero riconosciuto. Chiunque, nonostante l'errore di pronuncia aveva bene in mente che cosa le due bricconcelle avessero avuto intenzione di dire, anche se, per sua fortuna, il danno di Sougo non era del tutto irreparabile e forse, sarebbe riuscito a far dimenticare loro quella parola, o almeno finché non avessero imparato ad usarla nei modi e nei momenti adeguati.

    «HAHAHAHA, sono cucciole, perdonatele, devono ancora imparare e Sougo non perde occasione per insegnare loro parole nuove di cui non conoscono il significato hehehe»


    Disse con rapidità, cercando di coprire le loro parole distraendo i presenti con la sua risata, decisamente forzata, mentre con le mani si accingeva a tappare le bocche delle due piccole volpine.

    «Piccole mie, quella è una brutta parola, che non va usata, specialmente per definire una bella signorina, specialmente quando è una nostra ospite»


    Disse loro con un sorriso ed un tono comprensivo, prima di lasciare che le due piccine potessero nuovamente esprimersi con l'uso delle rispettive bocche, sperando che Sougo non avesse insegnato loro qualcos'altro di così colorito.

    “Ci scusi, signorina...”


    Si scusarono in coro, le due sorelline, notando solo in quel momento il fennec che accoccolato se ne restava sulle gambe di Miyako, passando quasi inosservato in tutto quel trambusto...

    [...]


    ~Maki~


    L'Uchiha lo raggiunse appena alcuni passi dopo, estraendo dall'obi la sua spada, che ancora richiusa nel fodero venne posta a sbarrare la strada all'ubriaco, sbattendo con forza sul petto dello stesso mentre la teneva salda dal nodo del sageo attorno al fodero.

    «Questo è un giorno di festa per tutti, motivo per cui vi lascio proseguire oltre, ma non dimenticatelo nemmeno per un'istante. Questo luogo è sacro per me e per coloro che sono qui per imparare. Quindi abbiatene rispetto, o non vedrò motivo di trattenere la mia lama dalle vostre carni»


    Lo sguardo di Atasuke in quell'istante parve ancora più affilato della sua lama, mentre le sue labbra sibilavano quelle minacciose parole contro l'ubriaco. Un avvertimento, questo era ciò che l'Uchiha volle dare allo sconosciuto ubriacone, prima di allontanarsi nuovamente dall'essere lasciandolo ritornare ai fatti suoi e tornandosene dal gruppo sunese.
    Tra tutti lui fu l'unico a non ricevere nessuno che lo accompagnasse per un giro turistico. La sua entrata in scena era stata pessima, ed aveva attirato su di se lo sguardo indignato di gran parte dei presenti, i quali, chi più gentilmente, chi meno, stavano cercando di fargli percepire che la sua presenza non era affatto gradita.
    Specialmente dopo le sue urla, nel centro del giardino, attorarono sguardi confusi, rari sguardi comprensivi dai più gentili, ma principalmente sguardi ostili, specialmente dalle famiglie che avevano portato con loro anche i più piccini.

    [...]


    ~Itai, Hidan~


    Non molto dopo, fecero la loro comparsa il mizukage e la sua famiglia, tuttavia, vista la calca, forse per evitare di attirare l'attenzione, o forse attirati dall'ubriacone che sembrava non aver accennato a seguire il consiglio dell'Uchiha, si era messo a sbraitare, passarono dall'ingresso, senza dare modo ad Atasuke di porgere loro i dovuti saluti, il quale, sovraccarico ormai di relazioni con i visitatori, nemmeno riuscì a notare il loro arrivo, venendo salutato un po da tutti i presenti. In fondo, li avrebbe notati dopo e di certo avrebbe avuto modo di salutarli a tempo debito durante il rinfresco.
    Al loro arrivo, fu Kimimarou, uno degli allievi più giovani (per esperienza) ad accogliere il Mizukage e la sua famiglia, con un profondo inchino.
    [Kimimarou]Aizen

    “Mizukage sama? Siamo lieti di ospitarvi in questa giornata di festa, spero vogliate gradire la mia presenza. Sono Kimimarou Saitama, sarò il vostro accompagnatore. Prego, se volete seguirmi...”


    Fece quindi loro cenno di seguirlo, conducendoli verso l'ingresso della sala grande, il più ampio e maestoso dei tre accessi.

    “Uchiha-sama, sarà lieto di sapere che avete accettato il suo invito e che avete portato con voi tutta la vostra famiglia... Vi ha fatto preparare un posto nella tribuna d'onore assieme ad altri ospiti importanti... Assieme a voi ci saranno l'Hokage, il clan Kobayashi, Shinichi Kurogane di suna ed Hoshiku...”

    “Hoshi?? Cosa... per tutti i Kami è da Iwa che non ti vedo! Come stai, vecchia canaglia. Cavolo, sei molto più alto ora!”


    Il poveretto non ebbe il tempo di finire la sua esposizione che Itai venne attirato dalla presenza di Hoshi, il quale si trovava a passare proprio nelle vicinanze del Mizukage.
    Non vi fu una reazione molto differente da parte della scorta della famigliola, il quale evidentemente conosceva anche lui personalmente il rosso jonin della sabbia.
    Il povero Kimimarou, evidentemente messo da parte in quel momento si arrestò, restandosene in disparte ed aspettando il momento buono per riprendere l'accompagnamento dei suoi ospiti...

    [...]


    ~Hiro~


    Il giovane decise di proseguire per la sua strada, ignorando, per così dire, il gruppo, o almeno finchè poteva farlo in libertà, lasciando i convenevoli per un momento più propizio.
    Attraversato il torii, notando il ragazzo che si guardava intorno, fu un allievo a proporsi direttamente al ragazzo. Egli portava la stessa divisa degli altri, costituita da un semplice kimono bianco adornato da un'hakama nera perfettamente stirata.
    Il giovane allievo, la cui sgargiante capigliatura rossa spiccava su tutti i suoi compagni, si avvicinò al giovane con fare decisamente amichevole, forse anche troppo, valutando che i due non si erano mai visti prima di quel momento.
    [Haiji]Renjiep232

    “Hey! Sei qui per fare un giro? Dai, su, vieni con me, ti mostrerò le meraviglie del nostro dojo!”


    Qualunque fosse stata la reazione del giovane, avrebbe scoperto a sue spese che Haiji era uno di quegli elementi che non accettava un “no” come risposta. Ma che in effetti non dava nemmeno tempo alla gente di rispondere.

    “Yo, ti sta benissimo quel vestito, cos'è nuovo? Mi sembra figo. Forse un po vecchiotto, ma chi se ne frega! Due fighi come noi non li batte nessuno, fratello!”


    Senza dargli tempo di fare nulla, Heiji aveva iniziato il giro, trascinandosi dietro il ragazzo e portandolo letteralmente di peso a spasso per le varie sale.

    “Yo, fratello, questa è la sala principale, oggi ti faremo vedere quanto siamo fighi. Ma dimmi, sei uno dei nostri vero? Uno come te non è certo una di quelle mammolette venute solo per guardare quanto è figo il maestro no? Come ti chiami a proposito!? Io sono Heiji e sono il più figo di tutti. Il maestro Atasuke mi ha scelto in mezzo alla gente della strada perchè ha visto che sono il migliore, Yo!”


    Ovviamente, di tutta quella storia, era vera solo la parte in cui Atasuke lo aveva scelto tra i suoi allievi, anche se i reali motivi della selezione non erano di certo la bravura del ragazzo, me che meno la sua umiltà...

    [...]


    ~Ayuuki~


    Al suo arrivo, la ragazza salutò con fervore e gentileza l'Uchiha, il quale, pur essendo decisamente occupato, trovò almeno un'attimo, giusto il tempo per scusarsi con le persone con cui stava parlando per salutare la giovane ragazza che con tanta foga ed entusiasmo entrava nel suo Dojo.
    Non vi era nulla da fare, apprezzava sempre tutti coloro che mostravano tanto interesse e tanta passione nel venire a quell'evento. Gran parte di essi si erano già messi in lista per l'iscrizione e chissà mai che quella ragazza non sarebbe divenuta una sua allieva in futuro.

    […]


    Proseguendo con la sua perlustrazione, quando la sfortuna, o meglio: la sbadataggine la colse, qualcuno, uno degli allievi dell'Uchiha che stava silenziosamente passando di li, avendo appena terminato il suo precedente giro ed avendo accompagnato agli spalti la famiglia che aveva seguito, con rapidità si scagliò verso la ragazza, con un fare tanto quieto e silente che nessuno parve in effetti accorgersi di quanto era accaduto.
    Ella cadde, rovinosamente, eppure, appena a pochi centimetri da terra, ella sentì uno strattone arrivare dalla schiena, rendendosi poi conto di trovarsi quasi sollevata da terra, seppure per pochissimi centimetri.
    Poco dopo, la stessa mano che le aveva salvato il volto, la lasciò scendere delicatamente, poggiandola effettivamente a terra, prima di mollare la presa dagli abiti della ragazza.
    Quando si fosse voltata, avrebbe visto il volto di uno degli allievi dell'Uchiha, un ragazzo semplice, decisamente silenzioso e dai capelli scuri, molto scuri raccolti in una coda, mentre la lunga frangia ne copriva una metà del volto, lasciando scoperto solo l'occhio destro.
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    Egi indossava gli stessi abiti bianchi di tutti gli allievi, compresa la stessa hakama nera, tuttavia, tra tutti, aveva ben due segni distintivi. Egli infatti, oltre all'abito, portava una lunga sciarpa bianca, avvolta attorno al collo che ne copriva in parte la bocca, quasi come volesse mascherare il suo volto, mentre al fianco, infilata nell'obi, non portava un semplice bokken in legno, ma addirittura una katana. Arma che solo il maestro portava quel giorno.

    “Dovete stare più attenta, o rischiate di farvi male”


    Commentò egli, rimanendo apparentemente distratto, o meglio: completamente disinteressato dalla cosa.

    “Siete qui per il giro turistico? Oppure pensate di diventare una delle allieve del maestro?”


    Chiese mentre il suo occhio scrutava con attenzione la ragazza che ancora si andava spolverando i vestiti per la caduta di stile appena compiuta.

    “Io sono Saito, e se volete posso accompagnarvi”


    Aggiunse, con lo stesso identico tono, nonappena ella ebbe risposto alla sua prima domanda.

    [...]


    ~Shizuka & Masaki~


    Il piccolo corteo dei Kobayashi si arrestò proprio dinnanzi al Torii, evidentemente aspettando ancora che qualcuno, evidentemente in ritardo, giungesse. Atasuke, occupato a salutare altri invitati, non potè evitare di notare il gruppo formato dalla nobile casata dell'airone, che spiccava in mezzo alla forma per la formale eleganza, oltre che per gli abiti decisamente oltre alla media.
    Al passaggio, molti, se non tutti si arrestavano guardando quasi sbigottiti il gruppo. In fondo era da sempre che tutti sapevano del legame di Atasuke e Shizuka, ed allo stesso modo, tutti ormai erano a conoscenza del fidanzamento ufficiale della ragazza con il rampollo dei Kurogane, quindi non venne a mancare il chiacchiericcio che iniziò a levarsi, specialmente dai gruppi in cui erano presenti più donne, pettegole di natura.

    “Alla fine è arrivata, eh Atasuke”

    «Così sembrerebbe Sougo...»

    “Dannato Saito... Ora gli devo 100 Ryo”


    Atasuke guardava lontano, cercando con lo sguardo Shizuka, che vide svettare nella folla nel suo splendido kimono rosso come il fuoco e che nella sua bellezza gettava nell'indecenza praticamente qualsiasi altro abito e distraendo l'Uchiha quanto bastava per evitargli di ascoltare con la dovuta attenzione l'ammissione dell'Okita che si era addirittura messo a scommettere con alcuni altri allievi sulla venuta dei Kobayashi ed in particlare di Shizuka.
    La nota interessante, come avrebbe poi scoperto in separata sede, fu proprio che tra tutti, Saito fu l'unico a puntare sulla venuta della ragazza, accumulando un gruzzolo considerevole (oltre 3,000 Ryo!) e che decise poi di smezzare con l'Uchiha, facendogli dono di metà delle vincite, ma senza rivelare la fonte di tutti quei soldi, semplicemente dichiarando che era un suo contributo per le spese del Dojo.
    Tornando però all'istante, Atasuke vide in lontananza altri due figuri di cui non conosceva il nome, ma di cui riconobbe il kamon ricamato sull'abito nero, ulteriore segno distintivo di quel clan.

    °Masaki Kurogane...°


    Intuì, osservando placidamente il gruppo che si era appena ampliato e che evidentemente stava per incamminarsi per entrare.

    «Sougo, vai ad accogliere i nostri ospiti»

    “Sicuro Atasuke?”

    «Mi fido di quello che ti succederà se mi deludi...»


    L'Okita non disse nulla, ricordando ciò che aveva passato pochi minuti prima quando Atasuke lo aveva redarguito in merito allo scherzetto fatto ad hari e Kitsu, venuto a galla in presenza di Shinichi e delle sue compagne di viaggio.
    Con passo svelto si affrettò verso il gruppo, inchinandosi con riverenza quasi innaturale per il personaggio, nell'accogliere le rappresentanze di ben due delle famiglie più importanti del villaggio.

    “Benvenuti alla Karyuuken. Uchiha-sensei manda i suoi più rispettosi saluti ed è lieto del fatto che abbiate accettato il suo invito... Io sono Sougo Okita e sarò il vostro accompagnatore, prego seguitemi”


    E con gentilezza si incamminò, facendo strada ai Kobayashi, ma senza degnare nemmeno di uno sguardo il Kurogane ed il suo accompagnatore.
    Li condusse lungo il breve tratto, facendoli passare oltre il torii che segnava l'ingresso al territorio del Dojo, per poi arrestarsi di scatto, come se d'un tratto si fosse ricordato di una cosa importantissima o si fosse accorto che qualcosa di importante non andava.
    Si voltò nuovamente e con un'inchino si rivolse nuovamente ai Kobayashi, continuando ad ignorare il kurogane.

    “Spero vogliate perdonarmi, ma Uchiha-sensei non aveva previsto così tanti visitatori dalla nobile casa dei Kobayashi... Temo non vi siano abbastanza posti sulla tribuna d'onore allestita per i visitatori di alto rango... quindi temo che quei due servi dovranno sedersi assieme alla gente comune”


    Un sorriso sornione si dipinse sul biondo che con fare quasi angelico, per la prima volta “notò” il kurogane ed il suo servo, additandoli entrambi come due semplici sottoposti dei Kobayashi.
    Difficile a dirsi se Sougo ci si allenasse di nascosto o se quelle studiate figuracce gli venissero naturali. L'unica cosa certa era che sapeva del Kurogane tanto quanto sapeva del suo fidanzamento con Shizuka, tanto quanto sapeva che con quel comportamento avrebbe certamente messo nei guai Atasuke, tanto quanto sapeva che in quel punto esatto l'Uchiha avrebbe sentito tutto.

    «Sougo!»


    Tuonò infatti la voce dell'uchiha, decisamente poco distante e giustamente alterato da tanta stupidità.
    Con pochi e rapidissimi passi l'uchiha raggiunse il gruppo, abbandonando la sua posizione sotto al torii dove fino a pochi istanti prima continuava a salutare tutti i visitatori che entravano.

    «Heiko-sama, Toshiro-sama, Shizuka-sama... Perdonate l'insolenza del mio allievo. Non volevamo di certo arrecarvi offese o mancare di rispetto al nobile Kurogane, fidanzato di vostra figlia»


    Si proruppe in un profondo e sincero inchino, salutando tutti i presenti, in particolar modo Shizuka ed il suo futuro consorte.

    «Sono lieto del fatto che abbiate accettato il mio invito e non preoccupatevi, farò aggiungere due posti per il nobile Kurogane ed il suo attendente. Spero che questo piccolo inconveniente non rovini questa giornata di festa»


    E con uno dei suoi più sinceri sorrisi, rimase fermo, in attesa di una risposta da parte dei presenti.


    OT - Ecco chiuso ufficialmente il primo giro post. Da questo momento siete mediamente liberi di gestire tutto come meglio volete con degli interpost. Eventuali interazioni con me riceveranno degli interpost diretti in qualsiasi momento. I post di cambio scena (come questo o il primo) arriveranno sperabilmente con cadenza regolare al massimo ogni 2 settimane (prima se la role li concede).
    Si considerino, prima di cominciare, alcuni semplici fatti: Per chi è arrivato prima di questo post: Atasuke è all'ingresso e potete incontrarlo se non lo avete fatto ma volete farlo. Per tutto gli altri (fenix compreso) troverete Atasuke solo quando tornerà davanti a tutti per la dimostrazione, che avverrà al prossimo post di cambio.
    Per fenix, in particolare, quando posti l'arrivo di raizen, fermati all'arrivo al torii che devo ancora decidere con quale dei due PNG previsti risponderti :zxc: Quindi lo/la paleserò quando arriverai dandomi altro tempo per decidere :zxc:
    - /OT
     
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54 replies since 5/11/2015, 00:04   1309 views
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