Karyuuken, L'Inaugurazione

[Free aperta a tutti]

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. -Max
        Like  
     
    .
    Avatar

    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

    Group
    S. Mod
    Posts
    29,631
    Reputation
    +1,307

    Status
    Anonymous

    I Kobayashi




    Non era mai stata mia abitudine essere troppo espansivo nelle dimostrazioni di affetto in pubblico. Quel continuo dover star attenti a rendere credibile qualsiasi gesto mi lasciava sempre con numerosissimi dubbi addosso. Inoltre c'era qualcosa che andava ben oltre la finzione: la sua famiglia. Non avevo mai avuto modo di incontrarla (per chiara scelta quasi tattica) così come Shizuka non aveva avuto modo di incontrare ancora i miei amabili genitori. Quello però era il momento adatto, anzi, adattissimo: un'occasione di pubblico rilievo avrebbe dato modo di mostrare a tutti quanto benvoluto fosse Masaki Kurogane da Kobayashi... Toshiro Kobayashi permettendo. Ma prima di giungere a questo c'era Ritsuko a cui pensare. Il sarcasmo nella voce era così evidente che iniziai seriamente a sospettare che sapesse qualcosa. Tutta la possibile gelosia di questa terra non avrebbe giustificato un comportamento simile. Shizuka mi aveva spiegato - abbastanza chiaramente - cosa fosse per lei Ritsuko, motivo per cui non potevo far altro che sorridere ed incassare.


    Così sorrisi ed incassai, ma Shizuka anziché accettare il mio semplice saluto così distaccato mi saltò con le braccia al petto. Sentii il suo corpo premersi appena contro il mio ed il suo profumo avvolgermi ed ancora una volta pensai che se lei stesse recitando, allora era la migliore delle attrici di tutto il mondo. Passai le braccia attorno al suo corpo con gentilezza, posando le mani sulla sua schiena. Quasi potevo udire il sibilo di Ritsuko pronta ad esplodere... anche se forse me lo stavo solo immaginando. Sei capacissima di abbracciarmi, lo stai facendo. Lei poi iniziò a scusarsi di essere dovuta sparire mentre eravamo assieme. Era stato circa una settimana prima e dopo una comunicazione dall'ospedale era dovuta scappare lì tra mille e più scuse. Tranquilla dissi, con un sorriso sul viso L'ospedale è importante, lo capisco perfettamen... Ed ecco, appunto, Toshiro Kobayashi.


    Quando l'onorevole Re dei Mercanti comparve dopo una corsa quasi forsennata (per quanto breve) Shizuka si staccò da me ed io da lei, finendo per raddoppiare la normale distanza che avremmo altrimenti tenuto. E se lei era una maschera di vergogna - nonostante l'assoluta innocenza dei nostri gesti - io invece ero un misto di terrore arcaico e preoccupazione seria. Cercai di nascondere dietro la prima la seconda, giacché se l'antico terrore provato verso i futuri suoceri era normale la preoccupazione seria di un piano portato avanti per mesi in pericolo era tutt'altro che giustificabile. Non ci avevamo mai pensato (ma Shizuka non lo riteneva quasi un vero problema), ma se la sua famiglia si fosse messa di traverso? Se l'amore di suo padre fosse stato un ostacolo al loro "matrimonio", cosa sarebbe potuto accadere? Solo che Toshiro Kobayashi sembrava essere più preoccupato di perdere la sua bambina a prescindere. Immaginai che dovesse essere normale per tutti i genitori provare una cosa del genere.


    La scenetta stava assumendo i contorni comici del surreale ed (ancora) non sapevo che rischiava di essere una cosa fin troppo frequente. Sopratutto quel giorno. Avrei dovuto capirlo dallo scrigno di bamboo. Dopotutto, dopo aver visto una foto che Shizuka gli consegnò quasi come prova che sì, quel ragazzo era proprio Masaki Kurogane, il caro Toshiro iniziò a frugare quasi senza sosta all'interno del detto scrignetto portato da un uomo alquanto poco contento di fare ciò che stava facendo. E mentre Shizuka quasi implorava il padre di comportarsi come un adulto lui mi tirò contro... uno scorpione. Ora ero uno shinobi addestrato, molto addestrato e difficilmente le cose mi prendevano di sorpresa. Difatti, sardonico, afferrai lo scorpione (di gomma) per la coda come se niente fosse. Ed avrei continuato a fare quella figura da indicibile macho-ninja se Toshiro non mi avesse lanciato contro la gommosa imitazione di un serpente.


    Avevo un terrore quasi folle di quegli striscianti e viscidi animali. Li odiavo e li temevo più di qualsiasi cosa al mondo. Odiavo il modo in cui si muovevano sinuosi sul terreno, odiavo il modo in cui facevano saettare la loro lingua biforcuta, odiavo il modo con il quale deglutivano intere le loro prede per consumarle lentamente in giorni e giorni di lenta digestione. Non c'era una singola cosa di loro che mi piacesse e che non temessi. Così, quando vidi quell'essere lungo ed arrotolato venirmi lanciato contro la mia reazione fu quella che forse Toshiro si aspettava. AAAAH! dissi, quasi sbiancando, mentre il serpente mi finiva tra le mani. Al pari di un oggetto incandescente me lo passai di mano in mano diverse volte per poi scagliarlo con tutta la forza che avevo verso l'alto. Il serpente si alzò maestoso nei cieli di Konoha per poi disegnare un campanile e dunque cadere proprio davanti al torii dove stava Atasuke Uchiha. Mi accorsi solo in quel momento di ciò che avevo fatto ed allora mi misi la mano destra dietro la testa e dissi con un'espressione di scuse dipinta in viso: Ehm... scusate, ho giusto un sacro terrore dei serpenti. Ecco, dato che il mio punto debole era stato rivelato, potevo considerarmi morto. Già immaginavo Toshiro Kobayashi organizzare splendide gite col futuro genero presso il rettilario dello zoo di Konoha. Oppure costruirsene uno per costringermi a visitarlo. Oppure scaricare una pioggia di serpenti di gomma sulla Magione di Ferro.


    Per fortuna che giunse Heiko Uchiha. La madre di Shizuka era una delle donne più belle che avessi mai visto in vita mia e sulle prime non compresi perché Shizuka (e Toshiro) sembrassero così atterriti. Poi, dopo uno scambio di battute tra la dolce moglie ed il povero marito compresi: Heiko Uchiha ispirava il terrore che Heiko e Toshiro provavano. Ed immaginare Shizuka improvvisamente resa docile dalla sola presenza di quella donna mi fece comprendere con chiarezza come ella fosse l'assoluta in quella famiglia. Chiusi un occhio quando lei colpì Toshiro e quando si rivolse a me sentii un brivido freddo scivolarmi lungo la schiena. Ma, fortunatamente, si limitò ad una introduzione - aiutata da Shizuka - alla quale risposi raccogliendo tutto il garbo (e l'eleganze) che potei raccogliere. Sono onorato di fare la vostra conoscenza, Heiko-sama. Dissi facendo un profondo inchino, mettendo la mano destra sul petto, in segno di profondo rispetto. Credo che Shizuka temesse solo che non fossi abbastanza per la sua nobile famiglia.


    Quando fummo di nuovo soli fu il momento delle presentazioni con Baiko, il quale, ancora con la schiena piegata in avanti nel lungo inchino cercò di rifiutare l'onorifico che Shizuka aveva usato per lui, ritenendolo troppo importante. "-san" andrà bene, Shizuka-sama, anzi, è anche troppo per un umile servo come me. Sospirai, ormai totalmente arreso dinanzi alla testardaggine di Baiko. Molto piacere, Ritsuko-sama disse Baiko, inchinandosi anche dinanzi la Kumori. Poi tornò alle mie spalle ed io mi avvicinai a Shizuka. Lei sospirò, quasi lamentandosi della scenetta che avevo appena visto. Eppure sentivo una calda sensazione che non ero abituato a provare. Sapevo benissimo di cosa si trattava, come un assetato riconosce benissimo il tocco dell'acqua sulle sue labbra. Shizuka, tesoro mio... Dissi, facendo un leggero sorriso quasi malinconico. Sono cresciuto in una famiglia nella quale mio padre non ha fatto altro che disprezzare ciò che sono e mia madre a malapena mi parla perché credo proprio mi odi per il fatto di essere nato dal seme di mio padre. Durante la mia infanzia non sai cosa avrei dato per avere una famiglia come la tua. Le sfiorai con la punta delle dita uno zigomo. Sembrate molto uniti. E felici. Non fa niente se tuo padre mi lancia dietro chissà quali orribili rettili. Deglutii inorridendo al pensiero. Anche se magari... non troppi, ecco...


    Giunti sotto il torii ad accoglierci fu un ragazzo che sembrava avere una voglia matta di perdere tutti i denti in un colpo solo. Io, dal canto mio, non avevo particolare orgoglio per la mia posizione ma al contempo ritenevo difficilissimo che quel tale non fosse stato adeguatamente istruito dal suo sensei... veniva quasi da pensare che fosse stata montata ad arte quella imbarazzante sensazione. Quanta gente c'era, nella Foglia, che non sapeva del fidanzamento tra me e l'Erede della Casa dell'Airone? Così feci una specie di sorriso forzato, pronto a replicare, quando Shizuka prese la parola in un modo che mi lasciò francamente sorpreso. E spaventato. Mentre Shizuka rimetteva al suo posto l'Okita con una decisione che mi ricordava fin troppo quella ostentata da sua madre poc'anzi, deglutii appena. Fin'ora avevo conosciuto un lato della Kobayashi dolce, a volte imbarazzato ed impacciato, ma mai e poi mai avrei immaginato possedesse un lato così deciso e quasi oscuro. Baiko, alle mie spalle, non faceva una figura migliore. Il suo viso era impassibile, ma i suoi occhi fissavano l'Okita. E sebbene apparentemente indifferenti potevo sentire la sua furia omicida alle mie spalle. I Kurogane erano orgogliosi, ed i loro servi addestrati a difendere il loro orgoglio senza remora alcuna. L'Okita stava rischiando grosso, Atasuke stesso stava rischiando grosso. Più di quanto potesse immaginare. La sua fortuna fu che il Kurogane offeso fossi io, e non un altro. Mi voltai verso Baiko, con uno sguardo severo dipinto sul viso. No. Baiko allora piegò il capo, rispettosamente, e restò in silenzio. Quando giunse Atasuke Uchiha credetti di poter fare un sospiro di sollievo, ma Shizuka non sembrava affatto intenzionata a lasciarla correre.


    Io, d'altro canto, non ero intenzionato a tentare di calmarla. Rimasi silenzioso alle sue spalle, non offeso, ma comunque con uno sguardo severo dipinto sul viso. Ero infastidito. Il mio orgoglio di Kurogane era inesistente, avrebbero potuto dare del cane a me ed alla mia famiglia e non avrei reagito con violenza - cosa che mi differenziava enormemente da Shizuka - tuttavia non potevo essere felice dell'indiretto insulto rivolto alla Kobayashi. Quando Atasuke giunse e Shizuka rispose, dunque, rimasi in disparte e quando l'Uchiha fece le dovute presentazioni e le sue blande scuse, (faticavo a pensare fosse un inconveniente dato che quelli erano i suoi allievi e dunque una sua responsabilità diretta) mi inchinai con rispetto in segno di saluto. Non la rovinerà, Atasuke-sama.


    Shizuka poi mi strinse la mano così forte che le dita sbiancarono. Quel contatto mi fece piacere e mentre camminavamo verso il palco (verso il quale l'avrei condotta, perché i posti sarebbero di certo sbucati fuori) avrei dunque sorriso, teneramente, alle sue parole. Non mi sento affatto solo. Non lo sono mai, quando sono con te. Dissi, in un sussurro udibile solo da lei. Non da Ritsuko, non da Baiko, non da Atasuke. Parole sussurrate appena, vicino al suo orecchio. Il nostro compito e scopo era rendere pubblico il nostro affetto, per cui parole sussurrate che coloro che dovevano abboccare all'amo lanciato dall'Hokage non potevano ascoltare erano inutili. Eppure lo feci, perché non riuscito e non potevo fare altrimenti. E comunque, mi hai fatto paura prima. Quando ti arrabbi sei tremenda... Dissi, questa volta ad alta voce, con una leggera risata, passando con leggerezza un dito su una ciocca di capelli senza scompigliarli minimamente. Delicato, come sempre, perché sempre la trattavo in quel modo: come se fosse un oggetto fragile e prezioso, da maneggiare con cautela e da proteggere. Non mi era stato ordinato, ma l'avevo giurato a me stesso... l'avrei protetta, a qualsiasi costo, perché la missione che avevamo intrapreso era pericolosa ed ero sinceramente legato a lei per permettere che la mia sudicia famiglia le torcesse anche un solo capello. Sarebbero stati giorni duri, ma lei ne sarebbe uscita sana e salva. Nella maniera più assoluta.

     
    .
54 replies since 5/11/2015, 00:04   1309 views
  Share  
.