Karyuuken, L'Inaugurazione

[Free aperta a tutti]

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  1. Asgharel
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    Narrato

    °Pensato°
    «Parlato»
    "Parlato" (altri)
    -Citazioni-


    [Abilità/Potenziamenti/tecniche]


    火竜剣, L'Inaugurazione 四

    ~Un Benvenuto Caloroso III~


    ~Hiro~


    I “particolari” modi di Heiji non sembrarono andare propriamente giù al giovane erede degli Abe, motivo per cui, chiunque attorno a loro si poteva dire in grado di notare quella specie di avversa atmosfera che c'era tra i due.
    Heiji, in effetti, non si poteva dire che fosse uno degli elementi più cordiali, anche se, a modo suo, era molto affettuoso, specialmente valutando che prima del suo addestramento con Atasuke, il giovane era parte di una delle tante piccole gang criminali di Otafuku composte principalmente da teppistelli della peggiore specie senza alcun obbiettivo.

    “Ehmm.. si l’idea sarebbe di diventare uno dei vostri.
    Lo spettacolo senza dubbio sarà bello, però principalmente sono venuto per chiedere ad Atasuke se potessi entrare a far parte dei suoi allievi.”


    A quella confessione, lo sguardo di Heiji sembrò illuminarsi tutto d'un tratto, come quello di un bambino mentre scarta il pacchetto tutto infiocchettato sotto l'albero di natale e sotto tutti quegli strati di carta, nastri e scotch trova il regalo da sempre desiderato.

    “Io sono Hiro Abe.. grazie per il giro, ora scusami ma...”

    “Booya! Grande! Allora vieni, ti porto al volo dal maestro! Sarà contento un botto di sapere che ne abbiamo reclutato un'altro! Dai, su, forza! Seguimi, fratello!”


    Senza nemmeno fargli finire la frase Heiji iniziò a sommergerlo con le sue parole, con movenze di dubbia natura con cui sembrava festeggiare il lieto evento, arpionando poi il giovane per un polso e trascinandolo con forza verso il Torii dell'ingresso dove Atasuke continuava a salutare i nuovi visitatori.

    [...]


    Giunti a pochi metri dal maestro, Heiji si fermò come di scatto, come se di colpo avesse dimenticato qualcosa di estremamente importante e che andava rispettata a costo della vita.

    “Hey, fratellino Hi. Credo che abbiamo fatto un'errore estremo... Non puoi presentarti con me davanti al maestro. Chi sono? La tua balia? Di certo non appariresti figo se ti presentassi io al maestro”


    Lo sguardo di Heiji sembrava perso nel vuoto, mentre continuava a scuotere il capo come ad asserire che egli stesso avesse una ragione più che fomndamentale, come se in tutto quel delirio egli ci credesse sul serio, quasi come se lui fosse il fiero padre di Hiro mentre il giovane spiccava il suo primo volo nel mondo degli adulti.

    “Corri, ragazzo, rendimi fiero e torna da me come uomo, Yo!”


    Concluse, lasciando andare il povero Hiro, o meglio, scagliandolo quasi con una possente spinta e fermandosi a debita distanza osservandone i passi fin nel minimo dettaglio, quasi come se ciascuno di quei movimenti fosse in qualche modo un passo importante da ricordare.
    Alcuni testimoniarono di aver visto Heiji piangere di nascosto e tirare su con il naso con vigore, peccato che tutti i sostenitori di tale tesi dal giorno successivo avessero cambiati idea di netto oltre che la voce, divenuta qualche tono più acuta.

    […]

    “Salve... Io sono Hiro Abe, divenuto genin da circa un mese”


    Nel sentire quella voce Atasuke si voltò, osservando con attenzione il giovane genin piegato in un rigoroso inchino la cui rigidità traspariva da ogni minimo dettaglio.

    «Lieto di fare la tua conoscenza, giovane Abe...»

    “Mi fa molto piacere conoscerla e volevo ringraziarla per la bella iniziativa che sta portando avanti.
    A tal proposito, data la sua rinomata abilità, vorrei chiederle se potessi entrare a far parte anche io del suo gruppo d’allievi. Per me sarebbe un onore e al contempo una grande opportunità, essendo il primo shinobi della mia famiglia.”


    Non ebbe il tempo di terminare la frase che il giovane si proruppe in quel gentile, seppur raffazzonato complimento, seguito dalla sua richiesta di prenderlo come allievo.
    Atasuke, tolto un primissimo momento di stupore, si addolcì, sorridendo semplicemente al giovane genin con la sua consueta calma.

    «Le tue parole sono importanti: “Il primo shinobi della mia famiglia”. Questa è una precisazione che nomn va di certo tralasciata, in alcuno dei suoi possibili significati. Tuttavia, non ricordando degli Abe tra gli shinobi di Konoha, deduco che tu intenda dire che sei il primo ad essere divenuto shinobi a tutti gli effetti o forse mi sbaglio?»


    Ancora una volta sorrise, cercando di mettere a suo agio il “più che agitato” potenziale allievo, prima di rivelargli l'oscura verità in merito ai suoi allievi.
    Atasuke, infatti, non era propriamente persona da non accettare un allievo, specie quando questi era il primo a proporsi, tuttavia, questo ramo riguardava Atasuke come insegnante ai corsi per genin, non ad Atasuke, il maestro fondatore della Karyuuken.
    Certo aveva intenzione di addestrare ed insegnare molti, anche dei civili, tuttavia, dall'addestrare chiunque allo scegliere un allievo, c'era una certa differenza formale, soprattutto a livello di legami e profondità degli insegnamenti.

    «Non voglio mentirti, quindi non lo farò. Solitamente io ho addestrato chiunque, o quasi. Molti dei tuoi compagni genin sono stati miei allievi e gran parte del corpo dei guardiani ha seguito il mio personale insegnamento, tuttavia... C'è una sostanziale differenza tra i miei “allievi” ed i miei “studenti”. Finora io ho accettato qualsiasi tipo di studente, tuttavia, come puoi notare solo alcuni di essi sono miei allievi. E tutti li puoi scorgere qui, attorno a te mentre mostrano la nostra scuola al mondo...»


    Si concesse una breve pausa prima di rimettere in moto il suo breve, seppur profondo monologo, il quale sarebbe propriamente sfociato nella risposta che Hiro non si aspettava, o sperava di evitare.

    «Detto questo, come potrai immaginare, ti sottoporrò ad un test prima di accettare la tua iscrizione come “allievo”, ma non sarà oggi il giorno in cui verrai valutato. Oggi è un giorno di festa e seguendo questa filosofia, non posso permettermi di rischiare di rovinare la giornata a qualcuno con un rifiuto. Per oggi, credo ti basterà osservare ed iniziare a comprendere la Karyuuken e la sua filosofia. Sulla base di ciò che vedrai oggi, domani potrai decidere se ritornare qui e sottoporti alla prova, oppure, diventare un semplice “studente”, oppure evitare direttamente questa scuola... Inoltre, sarebbe alquanto scortese rovinare gli abiti buoni di tuo padre, non trovi?»


    Lo sguardo attento ed affilato dell'Uchiha osservava ogni minimo dettaglio del giovane allievi, osservandone i modi, i comportamenti, ma allo stesso tempo anche l'abito, il quale, per essere un abito per una cerimonia, si mostrava fin troppo “vecchio” per potersi definire di proprietà del ragazzo, ma soprattutto era chiaramente fuori taglia, segno che probabilmente era stato fatto sulla misura di qualcun altro, o comunque non era una sua diretta proprietà.

    «Non ti preoccupare, comunque. Non mi interessa sapere il perché di quell'abito, né futili dettagli sulla tua famiglia. Ciò che mi interessa valutare sono le persone, indipendentemente dala loro famiglia, rango sociale o addestramento ricevuto... Per questo motivo, inizierò a darti qualche piccolo consiglio su cui meditare per domani, giovane Abe: La sincerità è la chiave di tutto. Un'aggressione sincera genera una difesa armonica, un'aggressione falsa crea solo una falsa difesa ed un'apertura per il nemico. Medita su questo, quando tornerai te ne chiederò il significato»


    Si profuse quindi un un sorriso, seguito da un gentile inchino di saluto.

    «È stato un piacere fare la tua conoscenza Hiro Abe. Spero che la tua strada ti riporti nuovamente a questo Dojo»


    E con gentilezza, tornò a ricevere altri ospiti che nel frattempo avevano ricominciato ad affluire.
    Il giovane genin era stato avventato, forse troppo avventato nella sua richiesta, tuttavia, l'Uchiha non gli riservò un trattamento differente dagli altri possibili allievi che in quella giornata avevano avanzato una simile proposta, come non avrebbe dato differenti risposte agli eventuali candidati giunti nel resto della giornata. In quel giorno non avrebbe reclutato nessuno, ne avrebbe sottoposto nessuno ad esame. Quello era un giorno di festa, quindi i potenziali allievi dovevano potesri divertire come tutti gli altri senza alcuno stress da esame. Il vero esame, sarebbe giunto il giorno successivo per chi di loro si sarebbe nuovamente presentato.

    [Karyuuken – Ammissione]

    […]




    ~Hoshi – 1° Parte, interpost~


    Il terrore, ecco ciò che Atasuke poteva leggere negli occhi del rosso. Solo dopo, si rese conto di avere quel particolare tipo di influenza sul potente chikuma, anche se probabilmente si trattava semplicemente di una forma “lieve” di terrore, una di quelle che obbliga fondamentalmente un ragazzino a sottostare agli ordini della madre anche da adulto, quando in una condizione effettiva di scontro, sarebbe perfettamente in grado di difendersi e probabilmente anche senza rischiare alcun che.

    “Uuff.. accidenti Atasuke.. quando ti comporti così mi fai letteralmente schiattare.. si in effetti non credevo che la presentazione si tenesse in abiti formali.. cioè io ho letto festa così ho pensato che ci fosse la piscina e il buffet.. si un enorme buffet!.. magari potresti darmi uno dei kimoni dei tuoi allievi..”


    A quelle parole, Atasuke non potè fare altro se non continuare a ridere, di gusto, osservando il possente jonin mentre riprendeva fiato, rilassandosi nuovamente dopo tutta la tensione che era riuscito a suscitare in lui con così poche parole e così pochi gesti.

    «Fammi capire... Tu quindi hai letto la parola “festa” e ti sei presentato in costume? E se avessi scritto chessò: “party privato”? ti saresti presentato direttamente in perizoma e con un caricatore pronto?»


    Aggiunse, alludendo in maniera particolarmente diretta ad una scorta ingente di preservativi, ipotizzando l'eventuale pensiero del rosso nel collegare le parole “party” e “privato” a comportamenti decisamente più “privati” degni della peggiore festa tra giovani scolari basata su alcolici, musica e sesso.

    «Ad ogni modo, lasciamo stare. Sfortunatamente non ho abiti della tua taglia in avanzo, mentre il keiko-gi del dojo... beh... è riservato agli allievi. Quindi temo che dovrai svettare in mezzo all'eleganza degli ospiti in costume... Spero però che restare in costume sul palco d'onore in mezzo a tutte le altre cariche importanti non ti crei troppo disturbo...»


    Ascoltò poi con attenzione anche le parole del piccolo ed indisciplinato fennec, il quale sembrava decisamente affamato o quantomeno richiedeva cibo quasi come se non ne ingurgitasse da ore, anzi, da giorni.

    “Si grazie!.. però ho fame e sete!.. voglio da mangiare.. fratellone quando mangiamo?!.. io ho fameee..”

    «Mi spiace Kigeki-kun, ma sfortunatamente manca ancora parecchio ai festeggiamenti, quindi temo che dovrai resistere almeno un'altra oretta se non due prima di addentare il buffet»


    Rispose sorridente, cercando di passare oltre con il discorso senza che Kigeki si sentisse troppo in dovere di pensare al cibo inutilemente nella vana speranza di riceverne in tempi brevi.

    […]




    ~Ayuuki - Hoshi~


    Il primo a parlare tra i due, casualmente fu proprio il rosso, il quale partì con la sua raffica di domande, riferite prima alla Fuyutsuki e poi all'allievo dell'Uchiha, con una delle domande più strane che ci si potesse aspettare, specialmente in un'occasione come quella.

    “Ehi!.. anche io voglio un kimono!!!.. dove posso trovarne uno?!..”


    Saito lo squadrò con attenzione, soprassedendo momentaneamente sugli abiti indossati dal Chikuma, prima di rispondere alla domanda con la sua consueta sensazione di completo distacco.

    “In fondo alla strada, terza traversa, secondo negozio. Vendono abiti per tutte le età, troverete di certo un kimono adatto a voi”


    Nonostante la palese ironia delle sue parole, il tono ed i modi di Saito erano seri, dannatamente seri.

    […]


    Quando il discorso passò su temi più “raffinati” Saito apprezzò la domanda della ragazza o quantomeno l'interesse della stessa verso la sua lama. In fondo poteva essere un piccolo segno di interessamento della stessa alla via della Karyuuken.

    “Oh! Sembri molto legato a questa lama. È un simbolo che ti riconosce come miglior allievo di Atasuke-sama?”

    “No. Non è una spada ad identificare il “migliore” degli allievi. Non esiste un “migliore” o un “peggiore”. Esistono solo diversi gradi di conoscenza e di impegno ed il mio grado di conoscenza è tale da permettermi di usare questa lama con sufficiente maestria da non essere un pericolo per me stesso o per gli altri allievi”


    Rispose con cortesia, anche se il volto non sembrava mutare in alcuna espressione o emozione conosciuta.

    “Non sono tagliata per il combattimento con arma. Anche se spero di diplomarmi presto!”


    Saito la osservò incuriosito per alcuni istanti prima di risponderle. In fondo non era certo di aver ben compreso il nesso logico di quell'espressione, ma alla fine, si auto-convinse che si trattava semplicemente di “inesperienza”.

    “Dunque non siete tagliata per il combattimento affatto.”


    Dichiarò quasi con freddezza, lasciando una brevissima pausa prima di raffinare il discorso che voleva imbastire.

    “Pensateci: Quando combattete, trasformate il vostro stesso corpo in un arma, giusto? Quindi dire che “non siete tagliata per un combattimento con arma” equivale a dire che non siete tagliata per il combattimento. Allo stesso modo, “l'arma” fine a se stessa altro non è che un prolungamento del corpo, quindi sarebbe sciocco considerare l'arma come una parte a se stante dallo stesso corpo. Quindi non vi è differenza tra il combattere con un'arma alla mano o senza un'arma. Meditate su questo punto”


    Concluse in tono cortese, lasciando poi che i due ospiti interloquissero più o meno liberamente tra loro.

    […]




    ~Raizen~


    Al suo arrivo, in palese ritardo, non vi era praticamente più nessuno all'ingresso. Nessuno sembrava attendere l'Hokage e nessuno percorreva il giardino principale. Sembrava ddirittura che l'evento fosse terminato mentre un continuo e monotono sentore di assoluto silenzio pervadeva l'ingresso, interrotto appena da qualche silenzioso alito di vento.

    “Dovrebbero squillare delle trombe al mio arrivo, perché non le sento?
    Scommetto che è il solito evento da checche silenziose!”


    Esclamò egli, quando l'allievo preposto, lasciato fuori ad attendere l'Hokage si fece avanti con un gentile inchino. [Sannan]

    “Hokage-sama, io ed il mio maestro siamo molto lieti del fatto che alla fine siate giunto. Prego, seguitemi. L'evento è ormai agli inizi e siete ancora in tempo per il numero di apertura”


    Nella scelta, Atasuke preferì evitare di appagare inutilmente l'occhio dell'Hokage mandando la sua unica allieva ad accoglierlo, in parte per evitare spiacevoli equivoci, in parte perché Raizen fino a quel momento non aveva propriamente dimostrato di avere bel garbo con le donne, e conoscendo nel particolare quella donna, non voleva rischiare che il Dojo venisse direttamente demolito.
    Mandò quindi Keisuke Sannan, il più diplomatico dei suoi allievi, oltre che uno di quelli maggiormente affini all'assecondare gli altri nell'ottenere il suo obbiettivo.

    “Sono Keisuke Sannan e sarò il vostro accompagnatore. Spero mi perdonerete se non vi mostrerò la struttura prima di condurvi alle tribune, ma sfortunatamente, il tempo stringe e non credo che voi vorreste perdervi i taiko che a breve inizieranno a risuonare...”


    Egli aveva un tono gentile e pacato, quasi etereo, mentre i suoi occhi scrutavano attraverso le ampie lenti degli occhiali con attenzione e perizia il colosso ed i suoi due accompagnatori dal volto mascherato.

    “Senza contare che non fareste un'ottima figura sfilando dinnanzi al mizukage ed alla sua famiglia in ritardo per la celebrazione per raggiungere il vostro posto sul palco d'onore”


    Concluse abbozzando un sorriso e mostrando nuovamente la sua più completa disponibilità con un ulteriore profondo inchino. Aprì quindi la strada ai tre ospiti, conducendoli direttamente nella sala grande e sfruttando il piccolo corridoio lasciato sulla destra all'interno della stessa dietro agli spalti per permettere all'Hokage ed ai suoi accompagnatori di aggirare la struttura senza attirare troppo l'attenzione e permettendo ad Atasuke di vedere l'arrivo di Raizen per poter dare il via alle danze.
    Giunti infatti al fondo del corridoio, poterono vedere, poco dietro l'angolo l'Uchiha che con placida calma attendeva inginocchiato l'arrivo dell'Hokage accumulando la concentrazione necessaria per dare il via ad una piacevole dimostrazione.

    “Atasuke-sama, l'Hokage e i duoi graditi ospiti sono giunti”


    Disse Sannan propompendosi in un nuovo inchino formale, a cui Atasuke rispose con un simile cenno del capo.

    «Vedo, vedo... E con molto piacere, Sannan-san. Prego, indica ai nostri graditi ospiti il posto per l'Hokage»


    Sorrise, riaprendo gli occhi e voltando il capo verso i tre visitatori, prima di rimettersi morbidamente in piedi ed avvicinarsi a Raizen prima che lui, o la sua scorta, si dirigessero sulla tribuna d'onore.

    «Vedo con piacere che alla fine siete riuscito a venire nonostante i vostri impegni... E noto che vi siete anche messo in tiro... Non posso che ritenermi molto soddisfatto di una tale formalità da parte vostra. Spero gradirete l'essere al fianco di Itai Nara ed alla sua famiglia nella prima fila, mentre dietro a voi siederanno i Kobayashi, assieme al nobile Kurogane ed il suo... attendente, credo. Nella terza fila, vi sono Hoshikuzu Chikuma ed altri amici personali di suna»


    Egli li elencò tutti, uno ad uno. In effetti i suoi ospiti principali non erano molti, anzi, di certo era maggiore il numero di accompagnatori che di ospiti stessi, tuttavia, la tribuna, seppur non gigantesca, era ben ricolma di personalità importanti, cosa che, a tutti gli effetti, non poteva che fargli piacere, dato che chi più, chi meno, tutti erano li per lui e per la sua scuola.
    Lasciò quindi che Sannan li conducesse alle loro sedie, tonrando a prepararsi per l'inizio della cerimonia che di li a breve lo avrebbe tenuto occupato per svariati minuti, prima di dare il via ai festeggiamenti veri e propri in libertà.

    «Spero che la dimostrazione sia di vostro gradimento. Cercherò di rendere la parte formale il più veloce possibile»


    Concluse brevemente accennando all'Hokage, nella speranza che questi cogliesse che quelle parole erano direttamente dirette a lui. In fondo Atasuke sapeva quando Raizen odiasse le formalità, quindi poteva solo immaginare quanto seccato potesse sentirsi nel presenziare ad una di quelle cerimonie...

    […]




    OT - Ok, visto l'abbandono di shu, ho proceduto con l'interpost di Hoshi senza lasciare troppa roba, odierei fagli fare dei post doppi o spezzati. Per il resto anche l'hokage ha postato, nella sua parte trovate ciò che può interessare per le disposizioni delle sedute. Nei prossimi giorni posterò con il passaggio alle prossime fasi :zxc:
    Per chiunque voglia "arruolarsi" nella scuola, segiote il link e postate li la vostra presentazione rispondendo tutti alla domanda posta al giovane aspirante allievo. Meditate, brava gente, meditate :zxc:
    - /OT
     
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54 replies since 5/11/2015, 00:04   1303 views
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