La Veglia

[Free GdR] [Combattimento]

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  1. Yusnaan
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    Parlato Ryuu
    Pensato Ryuu
    Parlato Nonna Ayaka


    La veglia

    Una pietra da difendere


    Una tranquilla serata stava per concludersi per il giovane genin della Nebbia, che aveva trascorso le ultime ore a divertirsi col suo amico Izumo. Essendo da poco tornato da una missione, quel giorno aveva proprio voglia di passare tutto il tempo cazzeggiando in giro per distrarsi dal suo lavoro e rilassarsi, combinando anche dei guai in giro per il villaggio utilizzando le sue arti ninja, trattenendosi molto più del solito ed infrangendo volontariamente l'orario del coprifuoco imposto dai nonni.
    Non capitava spesso che facesse tardi, ma sicuramente non aveva mai sforato così tanto l'orario, sperando che nessuno fosse rimasto sveglio ad aspettarlo. Dopo essersi separato dal suo amico ed aver proseguito il suo cammino verso casa, finalmente vide la sua stradina ed in quel momento dei brividi gli attraversarono la spina dorsale, avvertendo un brutto presentimento che gli fece pentire all'istante di essersi spinto fino a dopo mezzanotte.
    Ma chi me l'ha fatto fare. Questa volta mi ammazzano, addio carriera ninja.
    La nebbia era particolarmente fitta e non riuscì a localizzare casa sua prima di trovarsi a meno di 10 metri da essa, controllando ossessivamente se ci fossero le sue nonne appostate ad aspettarlo, magari nascoste su qualche tetto nelle vicinanze e dietro dei pali della luce. La paura si era ormai impossessata di lui, ma dato che sembrava non esserci nessuno ad aspettarlo, avendo controllato che non ci fossera neanche luci accese all'interno della casa, si avvicinò lentamente alla porta d'ingresso, cercando di azzerare ogni rumore per nascondere la sua presenza.
    Entrò in casa richiudendo molto cautamente la porta dietro di lui, togliendosi successivamente le scarpe e superando l'atrio in punta di piedi, cercando addirittura di respirare il meno possibile pur di evitare qualsiasi suono. Attraversando il corridoio, prima di superare la porta aperta che dava sulla cucina, si affacciò cautamente per assicurarsi che non ci fosse nessuno occultato nell'ombra, ma avendo constatato di avere via libera, proseguì dritto verso le scale, cercando di farle scricchiolare il meno possibile mentre saliva e maledicendosi per non ancora imparato a controllare il chakra in modo da poter camminare sulle pareti. Non c'è dubbio che in situazioni del genere ne avesse particolarmente bisogno, ma non era certo il momento di provarsi. Sempre molto silenziosamente e sempre in punta di piedi, arrivò in cima, dovendo superare l'ultimo ostacolo, nonché il più pericoloso: le stanze dei nonni.
    In quei momenti sentiva il cuore battergli allì'impazzata e ci mise più di qualche istante per prendere coraggio e fare finalmente gli ultimi passi nel suo tragitto ed arrivare alla stanza in fondo al corridoio.
    Non restava altro da fare che superare la stanza in cui dormivano nonna Kazuko e nonno Daisuke, e la stanza della nonna Ayaka, poste ai lati del corridoio. Con un autocontrollo invidiabile, un passo dopo l'altro, arrivò lentamente alla fine del corridoio senza emettere un fiato per non rompere il silenzio assoluto che regnava sovrano e anche se ci impiegò quasi 5 minuti, finalmente pote aprire la porta scorrevole quanto bastava per infilarcisi dentro e richiuderla dietro di sè. Ormai era fatta e fiero di come era riuscito a gestire la situazione, si voltò verso l'interno della sua stanza...solo per scoprire di essere in cucina.
    Ebbe un tuffo al cuore quando invece della sua stanza si accorse di essere entrato in cucina, in cui la luce era accesa e sua nonna Ayaka stava bevendo tranquillamente una tazza di thè, poiché quello voleva dire solo una cosa, di cui aveva paura di chiedere conferma.
    Rimase pietrificato da quella scena, perché non era la prima volta che veniva punito per qualcosa che aveva fatto, ma in tutta la sua vita aveva imparato che niente era più pericoloso delle punizioni di nonna Ayaka, in quanto avvenivano solo in occasioni speciali, ma ogni volta gli rimase impressa nella memoria per sempre. Con un filo di voce tremolante si spinse a fare quella domanda retorica che avrebbe voluto proprio evitare.
    Sono in un genjutsu, vero?
    Già. Ci sei caduto nel momento in cui hai messo il primo piede in casa. Tesoro, le conosci le regole e stavolta hai proprio esagerato, non facendoti sentire per tutto il giorno e tornando a quest'ora.
    La tranquillità con cui la nonna gli rispose era spaventosamente stressante come al solito, in quanto Ryuu sapeva perfettamente che non significava che non fosse furiosa.
    Ti prego, perdonami obaa-san, non lo farò mai più, te lo prometto.
    La disperazione aveva preso il sopravvento, cercando in qualche modo di rimediare all'errore fatto, ma niente poteva smuovere le ferme decisioni di sua nonna, che con la sua spietatezza da assassina professionista non si faceva scrupolo ad usare tutti i mezzi che conosceva per punirlo, rimanendo comunque con il volto sereno.
    Va bene, ti perdono, ma una punizione la meriti, quindi mettiti comodo e non ti preoccupare.
    Che mi stai facendo?
    Sto usando le mie conoscenze nell'agopuntura per infliggerti delle pene atroci, ma tranquillo, avvertirai solo dolori lancinanti in tutto il corpo per un paio di minuti, quando ti sveglierai. Niente di debilitante, solo perché avrai ben altro da fare appena sveglio. Con quelle parole, tirò fuori dal suo kimono una lettera, che appoggiò sul tavolo.
    Che cos'é?
    Una missiva dall'amministrazione. Mi sono permessa di leggerla, sei stato richiesto per una nuova missione.
    Ryuu si avvicinò al tavolo, ormai rassegnato che non avrebbe potuto evitare le sofferenze che in quel preciso istante la reale nonna stava infliggendo al suo corpo inerme, e allo stesso tempo incuriosito da quel foglietto appena mostratogli, prendendolo in mano e cominciando a leggerlo.
    Ma come fai ad averla tu, non siamo in un genjutsu?
    Su, caro, non fare domande stupide, è una ricostruzione mentale. Cosa credi che stia bevendo in questo momento? Disse, portandosi nuovamente alla bocca la tazza di thè e continuando a sorseggiandolo mentre il suo adorato nipotino si aggiornava sulla sua missione.
    Grande! Devo andare a proteggere una pietra preziosa da dei ladri. Sono molto richiesto ultimamente.
    Si, ma questo non ti dà l'autorizzazione di fare quello che vuoi e disubbidire. Spero tu abbia imparato la lezione.
    Si, si, ho imparato. Vuol dire che non mi farai ancora male?
    Oh, non essere sciocco, lo sto già facendo. Dimmi solo in che orario vuoi essere svegliato, anche se io ti consiglio di trovarti lì per l'alba, così che tu possa avere il tempo per studiarti bene la struttura della casa e memorizzare ogni possibile accesso.
    Con una nota di tristezza e preoccupazione per quello che lo aspettava al risveglio, Ryuu non poté fare altro che trovarsi d'accordo con il piano della nonna, convincendosi che fosse la soluzione migliore.
    Si, penso sia meglio così.
    Bene, allora ti lascio dormire ancora per un'oretta. E non ti preoccupare, scoprirai di sentirti completamente riposato e pieno di energie. Certo, dopo aver sofferto atrocemente. Buon risveglio.
    E detto questo, il genjutsu si sciolse, lasciando Ryuu in un sonno profondo, mentre la reale Ayaka lo portò di peso in camera sua e lo sistemò nel suo letto, riservandogli tutte le amorevoli attenzioni possibili come togliergli le scarpe e rimboccargli le coperte come se niente fosse successo. Per lei niente era più importante di suo nipote, ma proprio perché lo amasse così tanto ci teneva molto affinché crescesse nel rispetto delle regole, anche se i suoi metodi potevano sembrare piuttosto esagerati.
    Attese pazientemente che il suo nipote si riposasse per il tempo stabilito, sistemando nel suo zaino tutto il necessario per il viaggio ed andando a preparargli il pranzo al sacco in cucina.
    Passata un ora andò finalmente a svegliare Ryuu, ma non prima di avergli tappato la bocca con del nastro adesivo, in modo che nel momento in cui si svegliò, le sue grida di dolore soffocate non furono abbastanza forti da svegliare nessun altro. Le sofferenze che patì in quei momenti furono immense, non riuscendo nemmeno a muoversi per la paralisi indotta volontariamente dalla nonna, ma per fortuna non durò molto e tempo un minuto ed il dolore passò, lasciando spazio ad un piacevole sollievo. Proprio come annunciato da Ayaka, poco dopo si sentì pienamente in forze, come se avesse riposato per ore e una volta alzatosi e preso la sua roba, si avviò al piano di sotto, seguito dall'amorevole nonna, che prima di lasciarlo partire gli diede un forte abbraccio e la missiva che avrebbe portato con sé. Il ragazzo non era per niente arrabbiato con la nonna, sapendo in fondo di essersi meritato una simile punizione e dopo essersi infilato in tasca la lettera ed aversi stretto il coprifronte alla testa, la salutò ricambiando l'abbraccio ed uscendo di casa.

    Era ancora notte fonda e la nebbia sempre molto fitta, ma conoscendo alla perfezione la strada che doveva percorrere, si diresse a passo spedito verso le mura del villaggio, non stando più nella pelle per star cominciando un'altra missione ed attraversando il gate informando fieramente i guardiani del motivo per cui stava lasciando Kiri.
    Era una grande responsabilità proteggere un simile gioiello ed il fatto che avessero scelto solo lui, forse era un passo avanti perché magari aveva dimostrato di essere molto in gamba nello svolgere i compiti che gli venivano assegnati, quindi decise di continuare a procedere a passo spedito, percorrendo il lungo sentiero che in una manciata di ore lo portò a destinazione. La nebbia si era ormai dissolta da un pezzo, avendo lasciato il villaggio molto prima, ma il sole ancora non era sorto, facendo soltanto cominciare a schiarire il cielo notturno e permettendo al giovane genin di vedere l'immensità della villa.
    Wow
    Non aveva mai visto una casa tanto maestosa ed enorme, rimanendo per qualche secondo imbambolato, per poi farsi un rapido giro attorno per vedere fin dove si estendeva, esplorando il gigantesco giardino, tra le varie statue e la moltitudine di alberi e cespugli perfettamente sagomati, e tornando infine alla scalinata principale.
    Che ficata. Questi si, che sono ricchi.
    Quel'enorme magione era tutta per lui e non vedeva l'ora di esplorarla in lungo e in largo, varcando il portone e rimanendo di stucco solo mirando l'enorme atrio.
    Porca vacca.
    Anche se fremeva dalla voglia di esplorare le innumerevoli stanze, per prima cosa doveva accertarsi che il famoso zaffiro fosse ancora al sicuro al suo posto, raggiungendo in poco tempo l'ultimo piano della villa ed entrando nello studio dove era situata la teca di cristallo. Si avvicinò lentamente alla teca, ammirando il maestoso zaffiro. Ancora una volta rimase a bocca aperta, dopo aver posato gli occhi su quella meraviglie che doveva valere proprio una fortuna, ma non poggiando neanche un dito sulla teca, limitandosi a guardarlo da lontano.
    Subito dopo si sarebbe voltato e avrebbe esplorato per bene la stanza, per assicurarsi che non ci fosse nessuno o niente che avrebbe potuto attirare la sua attenzione, per poi dirigersi ai piani inferiori per cominciare ad esplorare il posto.
     
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