I Rintocchi dell'Anima

Corso Base per **Kat**

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  1. **Kat**
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    IV ~ L'avvertimento di Natsumi: La bugia


    L

    a prova di Taijutsu volse al termine. E Ayuuki poteva facilmente dedurre come era andata. Colpire ogni giorno un albero di ciliegio immobile e poco reattivo era ben diverso dell’affrontare un nemico in carne ed ossa. Affrontare Atasuke-sama era stata alquanto rivelante e provvidenziale per lei. L’Accademia non le forniva la preparazione adeguata per affrontare il “mondo esterno”. Era facile allenarsi con le armi Ninja su un manichino e sferrare pochi pugni o calci contro i propri compagni di classe. Inoltre aveva scoperto che i suoi allenamenti di Taijutsu giornalieri erano meno utili di quanto pensasse.
    A giudicare dall’espressione assunta dal Maestro del Karyuuken non poteva affermare con certezza di averlo impressionato positivamente. Si era lasciata prendere alla sprovvista dai primi due attacchi di taglio con la fulminea mano dell’Uchiha, ma alla fine era riuscita a trovare una via di fuga per poter sfuggire alle sue grinfie. Poteva fare di meglio ed era stata soggiogata dall’esperienza e dalla scaltrezza del suo avversario.
    Ciò lasciò leggermente pensierosa la Fuyutsuki, che iniziò a valutare seriamente se fosse realmente pronta per diventare una Kunoichi. Il suo Clan, privo di qualsiasi Kekkei Genkai, aveva fin dal principio dovuto allenarsi costantemente per poter raggiungere i propri obbiettivi. La genetica non li favoriva. Ma Ai era stata l’unica ad entrare nei Reparti speciali di Konoha e ciò era motivo d’orgoglio per Ryuhei-sama. La piccola Ayuuki ricordava perfettamente quanto la sorella maggiore temprasse la Psiche e il Fisico, personalizzando il suo stile di combattimento. Ai era una vera Kunoichi.
    E in questi momenti la ragazza si sentiva schiacciata dalla responsabilità che la sua casata in rovina le aveva affidato. Il peso era troppo grande per le sue spalle. Eppure la determinazione non le mancava. Ma conosceva la differenza abissale tra lei e Ai. Era vissuta sempre all’ombra dei suoi successi e i suoi sentimenti di ammirazione erano rimasti immutati anche dopo il suo tradimento.
    Per questo quando Atasuke-sama ripose fiducia in lei, riconoscendo quelle capacità assopite per riportare i Fuyutsuki agli antichi fasti, rimase piacevolmente colpita. Non riuscì a trattenere l’imbarazzo. E si sentì per un attimo una stupida. Una Kunoichi non mostrava mai i propri sentimenti in missione, e in quel momento ringraziava i Kami per essere ancora una studentessa e poter manifestare liberamente la propria emotività.
    Fin da piccola era sempre stata una bambina genuina, ottimista e rispetto alla sorella custodiva una certa sensibilità. Ai si era mostrata sempre più meticolosa e seria come il Padre. Invece Ayuuki aveva ereditato la sensibilità e la lucentezza degli occhi materni.
    Ma ciò che premeva di più, almeno in quel momento, era la soluzione alla sua insicurezza di fondo. Nei suoi movimenti aveva lasciato trapelare una certa “debolezza”. Contro un nemico non poteva permettersi nessuna forma d’esitazione. Doveva essere consapevole e decisa delle proprie scelte. Sospirò leggermente in attesa di una risposta. Essa fu piuttosto sibillina, che lasciò stupore e confusione sul giovane volto della studentessa dell’Accademia. - Eh? - Si ripromise di non interrompere le sagge spiegazioni dell’Uchiha. -Istinto ed intuito. - Ripeté le sue parole.
    Improvvisamente il registro di quello scambio d’idee cambiò radicalmente. La postura rigida e il volto serio del Maestro del Dojo si sciolsero in un sorriso non appena la Fuyutsuki rivelò l’identità del suo Sensei in Accademia. In realtà le era stato assegnato alcuni anni prima nella formazione della classe. Ed era ben chiaro che non fosse riuscito ad accattivarsi la stima di Ayuuki. Era un Chuunin troppo metodico e settimanalmente si presentava con un faldone di Test a sorpresa che gettava nel caos e nello sconforto l’intera classe. Non era infrequente che le notti della ragazza fossero rese inquiete dalle insufficienze di Ieasu Okada. Desiderava ottenere il coprifronte di Konoha per poter abbandonare definitivamente gli studi ed evitare di ricontrarlo. Quell’uomo era diventato un vero incubo per lei. Teoria, teoria ed ancora teoria.
    - In effetti Okada-Sensei raramente ci porta in cortile per esercitarci nelle Arti Ninja! - Alzò l’indice destro in aria e chinò leggermente la testa in un lato. Espressione piuttosto buffa che si palesò sul suo volto, nel tentativo d’imitare il Chuunin Accademico. - “Per eccellere nella pratica bisogna possedere buone dosi teoriche. La teoria è tutto! Pretendo molto dai miei studenti.. non desidero assistere ad azzuffate senza senso nella mia classe.” - Cercò di d’imitare il tono perentorio e saccente dell’uomo. Alla fine la ragazza scoppiò in una cristallina risata non appena l’Uchiha si lasciò andare a rivelazioni sconvolgenti. Okada-sensei e Atasuke-sama erano “nemici” di vecchia data? Ma a quanto pare il Sensei non era riuscito mai a vincere contro l’Uchiha, nonostante i suoi infiniti calcoli e la sua erudita conoscenza sui Ninjutsu e i Genjutsu. Ciò portò una ventata di leggerezza a quell’insolito incontro.
    Intanto il Maestro del Karyuuken si affrettò rispondere alla domanda che aveva posto ad Ayuuki, anche perché la ragazza non aveva centrato affatto i punti nevralgici della questione. L’uomo con tranquillità ed attenzione espose le teorie riguardo al difficile rapporto tra la Via della mano vuota e quella della spada. E alla fine la Fuyutsuki non riuscì a trattenere un sospiro di sorpresa. - Nessuna differenza? - Iniziava ad essere realmente confusa, ma in effetti il discorso dell’uomo aveva una logica. Erano come due spicchi di una mezzaluna. Si completavano a vicenda. - Un attimo.. - La studentessa sembrava visibilmente imbronciata. - Atasuke-sama, mi avete chiesto le differenze tra il Taijutsu armato e a mani nude. Ed ora mi dite che non ci sono differenze. Mi avete ingannata! - O almeno nella sua testolina era convinta di essere stata raggirata dall’Uchiha. Ma in realtà era tutta colpa della sua carenza di conoscenze in materia.
    Iniziò ad osservare il Maestro del Dojo con aria piuttosto imbronciata, quasi per accusarlo di qualcosa di cui non aveva colpe. Sospirò leggermente e incrociò le braccia al petto in attesa di eventuali scuse. Scosse la testa e continuò ad ascoltare l’illuminante spiegazione dell’uomo. Annuì con decisione. - Seguirò i vostri consigli. - Non aveva mai peccato di presunzione ed era ben consapevole che consigli provenienti da un esperto Chuunin dovevano essere custoditi quasi con gelosia.
    Improvvisamente l’atmosfera leggera e tranquilla che si era creata nell’Ala Est del Dojo scomparve. Sguardo cristallino di Ayuuki che s’incupì non appena si parlò di Ai. Finalmente poteva conoscere recenti notizie sulla Mukenin. Forse poteva ancora salvarla. Era una sua responsabilità quella di portare la sorella maggiore a Casa. Così tutto sarebbe tornato come prima, almeno sperava. La Fuyutsuki, nella sua infinita ingenuità, sperava di poter risolvere la questione senza spargimenti di sangue. Era disposta anche a pregarla e supplicarla se fosse stato necessario. Infondo combatteva per lei giorno dopo giorno, con il timore che gli ANBU della foglia la uccidessero.
    In un certo senso era una continua corsa contro il tempo. Conosceva le abilità di Ai, ma vivere nella paura che Konoha rivendicasse quel tradimento alla Volontà del Fuoco rendeva le sue notti inquiete. Inoltre il cambiamento di Ryuhei-sama e il dolore di Natsumi-san oscurava la felicità e la spensieratezza di Ayuuki. Era più una sopravvivenza ormai. - H..Hai! - Lasciò che l’Uchiha la mettesse al corrente della situazione.
    Il fatto che la sorella maggiore restasse ancora nel Paese del Fuoco suscitò in lei emozioni contrastanti. Era sollevata per la vicinanza, non era poi così irraggiungibile come credeva. Ma la rendeva inquieta per le abilità da segugio dell’ANBU della foglia. Restava comunque una fuggitiva e non solo un membro della sua famiglia. Abbassò leggermente lo sguardo ricevendo rapidamente quelle informazioni. Quel barlume di speranza venne alimentato come un fuoco. Mai era rientrata a casa priva di speranza e Atasuke-sama non fece altro che infonderle ulteriore coraggio e fiducia.
    - Il Cancello del Purgatorio!? - Un luogo che non rievocava in lei nessun ricordo, ma che non preannunciava nulla di buono. Le successive spiegazioni dell’Uchiha gettarono ulteriore mistero su tale località. Combattimenti all’ultimo sangue, scommesse sulla vita e la morte dei partecipanti, giro di loschi affari. Dove si era cacciata Ai? Perché si trovava in un luogo del genere? Ayuuki rimase senza parole. Cercò di balbettare qualcosa ma in quel momento non riuscì ad avere una reazione. Adagiò ambedue le mani sulle cosce ed abbassò la testa oscurandole il volto grazie alla lunga chioma castana.
    Era il momento di fare la propria scelta. I rischi e i pericoli erano stati messi sul piatto della bilancia. Poteva pagare con la vita la sua inesperienza sul campo di battaglia. Quella che le era stata proposta era una missione d’infiltrazione e doveva riuscire a battere anche eventuali avversari all’Arena. - Farò qualsiasi cosa per riportarla a casa! - Il silenzio del Dojo venne interrotto improvvisamente dopo diversi minuti. - Farò qualsiasi cosa per riportarla a casa. - Ripeté.

    [ … ]

    Ma la giornata per Ayuuki non era ancora terminata, nonostante il suo animo fosse sfiancato e tormentato dalle novità riguardo alla sorella. In realtà stava per arrivare il momento più temuto: Il confronto con i genitori. Era ben consapevole della precaria situazione dei Fuyutsuki e del fragile equilibrio familiare. Quindi la ragazza non desiderava portare ulteriore scompiglio.
    E se non fosse riuscita a riportare Ai a casa? E se fosse morta nel tentativo di salvarla? E se anche con il suo ritorno non fosse cambiato nulla? C’erano troppe incognite e poche certezze. Ma non poteva perdere questa occasione. Non se lo sarebbe mai perdonato.
    Conosceva i suoi genitori e sapeva benissimo che probabilmente non avrebbe ottenuto il permesso di andare in una missione “suicida”, anche se era accompagnata dall’Uchiha. Per questo preferì mentire. Poche furono le sue parole rivolte all’esigente padre. Spiegò gli avvistamenti e le ricerche sulla maggiore dei Fuyutsuki, ma non menzionò della sua partecipazione alla spedizione. Decise di tornare in camera per evitare di far trapelare la verità dai suoi occhi.
    Sulla rampa di scale incrociò Natsumi-san che come sempre si aggirava per l’abitazione come un etereo spirito, trattenendo il suo dolore dentro di sé senza proferire alcuna parola. Gli occhi cristallini delle due donne s’incrociarono. E per una madre fu impossibile non comprendere le reali intenzioni che si celavano dietro alla bugia raccontata al consorte.
    - Stà attenta Ayuuki-chan. Non essere incosciente. - Sembrò più una supplica che un rimprovero quella proferita dalla donna. Ma fu abbastanza incisiva da far vacillare per alcuni secondi la ferrea determinazione della figlia. - Starò attenta. Come sempre! - Fu la sua risposta prima di congedarsi nella sua camera.

    [ … ]

    L’indomani Ayuuki si presentò al punto di ritrovo pattuito con l’Uchiha. Prima di uscire dalla Villa Fuyutsuki aveva avvisato che sarebbe stata fuori tutto il giorno, probabilmente per allenarsi nei dintorni di Konoha. Abbassò lo sguardo quando incrociò quello materno. Forse lei aveva intuito qualcosa e ciò aveva reso inquieta la notte della ragazza. Non aveva chiuso occhio ed aveva ripensato alle sue parole. Non desiderava recarle altro dolore o dispiacere, ma la determinazione di ritrovare Ai predominava su tutto. Si sentiva inevitabilmente legata alla sorella, almeno fino a quando avesse avuto un briciolo di respiro nei suoi polmoni. Non poteva lasciarla andare via.
    Indossava una tunica da allenamento bianca che si chiudeva con una zip centralmente, dove il tessuto assumeva una colorazione azzurrina. Sulla parte posteriore c’era il simbolo della nobile Casata dei Fuyutsuki. Bende che ricoprivano completamente gli arti inferiori e superiori, con dei pantaloncini neri che non le intralciavano i movimenti. Le mani erano protette da guanti in cuoio e la coscia destra accoglieva il Porta Kunai e Spiedi. Calze nere con rete che coprivano le bende degli arti inferiori e calzari ninja che completavano il suo abbigliamento. La chioma era stata raccolta come di consueto in una lunga coda con cinque anelli d’ottone.
    Si afferrò a raggiungere il luogo dell’incontro, nonostante la giornata fosse piuttosto nuvolosa e nebbiosa. Non appena notò la figura ammantata capì immediatamente che si trattava dell’Uchiha. Chinò in avanti il busto per poter salutare il Chuunin. - Ohayoo Atasuke-sama! - Capo chinato e braccia parallele al corpo.


     
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