Buon sangue mente eccome

Free per Sho, Oda e Keiji

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  1. -Hidan
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    Il Fantasma del Rapporto Passato

    « Tesori miei! Sono io! » Continuò a spingere per un numero innumerevoli di volte sul campanello della porta.
    Non gli era mai piaciuto attendere, e il pensiero di poter riabbracciare i propri pargoletti dopo tanti giorni era così forte da diventare insopportabile dover attendere anche qualche secondo sull'uscio della loro porta.
    Finalmente, dopo essersi praticamente accatta al campanello, dando vita ad un rumore continuo e alquanto fastidio, per chiunque ma non per lei, la porta si aprì, facendo comparire dietro di essa la figura di Sho. « Oh Sho, mio pargoletto, come stai? » Entrò di prepotenza nella casa, richiudendo alle sue spalle il portone. « Vieni a dare un bacio alla tua dolce madre! Dille anche quanto sei contento di vederla e di come sei felice di questa sorpresa!. » Si avvinghiò al figlio dai capelli color corvino e incominciò a stampargli sulla guancia in ripetizione le sue labbra, lasciandogli evidenti tracce del leggero velo di rossetto che si era passata prima di uscire di casa.
    « Quindi avete ospiti? E ti pare una ragione sufficiente per non passarmi a trovare dopo così tanto tempo? Capisco che i tuoi cari animaletti abbiano bisogno di tanta cura e dedizione, ma anche a me farebbe piacere un po' di affetto di tanto in tanto! » Rimproverò il figlio, mentre gli metteva in mano il mazzo di fiori che aveva comprato nella mattinata. « Non sono un granché ma quella fannullona di una Haruko aveva solo questi... » Non si stava giustificando, non era il tipo, diceva semplicemente quel che pensava.
    « ODA! BAMBINO MIO! Vieni ad abbracciare la tua mamma! » Si fece largo nel corridoio che portava alla cucina con la sua solita voce alta e squillante. Entrò in cucina e, senza fare troppo caso all'ospite davanti a lui, abbraccio l'altro figlio, assicurandosi di lasciargli sulla guancia gli stessi segni di rossetto che aveva lasciato all'altro figlio, così che nessuno dei due potesse rimanere offeso per un'eventuale mancanza di attenzione. « Quanto mi siete mancati! Fatevi stringere un po'! » Il che era un vero eufemismo, visto che il povero Oda venne letteralmente stritolato dalla Yamanaka. Dopo qualche, lunghissimo, secondo, lasciò andare il minore dei due fratelli Saitama. « Allora, che vi state mangiando? Pane e mortadella da due soldi? Potevate invitarmi a cena, avrei preparato io qualcosa per voi. Tanto non siete capaci a cucinare nulla, lo so benissimo, e da quando vivete da soli avete entrambi perso peso! Guardati qui, sembri uno fantasma! » Non che fosse la parola giusta da utilizzare in quel contesto, vista anche la propensione all'esoterismo e al paranormale del figlio, ma lei non se ne interessava più di tanto.
    Insomma, come se l'altra persona non esistesse, la madre incominciò ad aggirarsi per la cucina. Lei stava rivedendo i suoi figli dopo tanti giorni, e a lei tanto bastava; sicuramente il primo ninja di Kiri che passava da lì non attirava la sua attenzione quando poteva attirarla il controllare cosa i suoi pargoli stessero mangiando per cena. « Ecco... Come immaginavo! Chi ha preparato questa schifezza, eh? » Si girò insoddisfatta e irritata verso il centro della stanza, con tanto di pentola utilizzata per preparare la cena.
    E allora lo vide.
    Alto, moro, con le stesse bende di un tempo. Gli abiti scuri, gli occhi profondi.
    Era lui.
    E se non era lui, era un fantasma.
    Il fantasma del rapporto passato.
    « AHHHHHHHHHHHHH! » Uno strillo acuto e prolungato, così forte da far sembrare che gli stessi vetri delle finestre fossero sul punto di infrangersi. Lasciò cadere la pentola, riversando la cena sul pavimento, mentre le mani andavano alla testa, stringendosi i lunghi capelli biondi. « TU... TU! » Fece dei passi all'indietro, appoggiando le spalle contro il muro.
    « TU! SEI UN FANTASMA! NON SEI VERO! NON SEI VERO! »

    Cosa significavano quelle parole criptiche? Quali misterioso passato collegava quella persona con il ninja di Kiri?
    Presto quell'incontro avrebbe cambiato per sempre la vita dei fratelli Saitama, ma loro ancora non lo sapevano.
    Una cosa, però, era certa: i fantasmi non erano mai piacevoli entità da incontrare. Soprattutto per Oda.
     
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