Buon sangue mente eccome

Free per Sho, Oda e Keiji

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    Un buon Padre
    Capitolo Secondo


    Atto III
    Concetti Importanti †

    Oda aprì la porta ed una figura molto esile e lungilinea entrò. Un uomo, forse della mia stessa età, mi guardava con sguardo torvo. I due figli, dai commenti precedenti, mi avevano fatto capire che si trattasse di loro padre. « Salve. » risposi io, distaccato ed un po' freddo, ma sempre composto, al ghigno maleducato che l'uomo osò pronunciare, senza neanche presentarsi. Ahri, dal canto suo, ebbe una reazione a dir poco eccessiva. « Oh Tsuki, basta! È successo tanto tempo fa! » Si stavano ovviamente riferendo a me. Incrociai le braccia, mentre guardavo l'uomo, cercando i suoi occhi. Sembrava turbato più di quanto, semplicemente, un uomo dà a vedere riguardo un antico amante della sua attuale compagna. C'era altro sotto. Mentre lo scrutavo, si rivolse verso di me. « Tu cosa ci fai qui, pezzente? » Lo guardai a metà tra l'incredulo e l'adirato. « Cosa? » L'uomo posò con violenza il mazzo di fiori che si era portato dietro - e che io fino a quel momento neanche avevo visto, forse perché ancora completamente immerso nella dilaniante curiosità su cosa fossi io - e si voltò verso la kunoichi della foglia. « Credevo avessi deciso di chiudere con questa storia e che tutte le discussioni a riguardo fossero bastate. Invece no, pare che sia ancora tutto in sospeso. » Io me ne stavo in silenzio, non capivo tutto quel crescendo di tensioni che si era venuto a creare. Certo, non avrei mai pensato che avrei rincontrato l'unica donna che avevo mai amato in vita mia in una circostanza come quella, anzi, non pensavo che l'avrei mai rincontrata dopo il modo in cui ci eravamo lasciati. Ahri però si arrabbiò molto, rispondendo con tono decisamente fermo alle accuse del marito. « Ma cosa potevo saperne? È sbucato fuori dal nulla! E poi lo sai che è stata una cosa passeggera, durante quella missione ho dovuto accontentarmi, non era possibile avere di meglio. » Questa volta fui io a girarmi di scatto verso la donna, ancora con uno sguardo a metà tra l'incredulo e l'adirato. Non diceva sul serio. Non poteva. Soprattutto perché lei non c'era mai davvero stata in guerra, era soltanto una spia, stava solo fingendo. Era l'unica che aveva le spalle protette, l'unica che non sarebbe mai potuta morire in nessuna circostanza: lei non combatteva, lei spiava Taki per Konoha, fingendosi una pentita di Iwa. Continuai, però, nonostante tutte le offese che stavo prendendo, a starmene zitto; almeno fin quando l'uomo non alzò eccessivamente la voce, mancando di rispetto a tutti in quella stanza. « Certo, l’ho capito! Ma se fai così non me lo dimostri per niente! » « Porta un po' di rispetto per tua moglie! » dissi, con lo stesso tono di voce, sbattendo una mano sul tavolo. La risposta fu lapidaria, per quanto banale e priva di spunti propositivi. « Stai zitto, vermicello bendato. » All'udire la mia reazione, Ahri sbattè il piede ancora più forte, riportando il silenzio. « Basta con questa storia! Non è colpa sua! Non del tutto! Non ha mai saputo nulla e io non potevo di certo dirglielo! Non avevo la minima intenzione di… » La donna dai capelli biondi partì in quarta, fermandosi poi all'improvviso, quasi esitando. Il marito la incalzò e la donna finì la frase senza che io potessi sentire bene tutte le parole. « Di instaurare una relazione con… un... » mi parve di sentire "spadaccino" alla fine ma non avrebbe avuto molto senso come frase. Tutti però, dopo quelle parole parvero sollevati. Feci finta di niente, nonostante avessi palesemente allungato il collo per sentire meglio ed aggrottato le sopracciglia in un gesto di concentrazione. « Quindi non sanno ancora niente? Beh con tutte quelle bende non è facilissimo. » L'uomo continuava a parlare come se fossi lontano. La cosa mi irritava a dir poco e tutto ciò era ben visibile sul mio viso. « Già, perché diavolo hai tutte quelle bende addosso? Non ti è scomodo toglierle ogni volta di dosso, sarà un lavoro lungo… » Lo era eccome. Era più un rito. Non viaggiavo sempre con le bende, le mettevo soltanto quando era necessario farlo. Ahri disse qualcosa che non compresi, la situazione pareva abbastanza strana già di suo. Poi mi invitò a qualcosa di particolarmente strano. « Togliti le bende Keiji, aspetteremo. » Poggiai la mano sul volto, cercando, sotto l'orecchio, il nastro che teneva stretto il bendaggio sul viso. Diradandolo, sentii la pelle respirare un poco e rilassarsi, non più costretta. « Porto queste bende perché mi ricordano chi ero. » Il volto era libero, passai a srotolare le braccia ed il collo. « È piuttosto facile parlare quando nella vita si è stati mantenuti dalla moglie spia e dai figli ninja. » dissi, guardando negli occhi il padre di Sho ed Oda, non riuscendo più ad ingoiare i bocconi amari che mi aveva servito. « È facile quando non si conosce il sacrificio, gli stenti, l'inedia. » Mancava solo il busto. « Porto le bende perché la mia anima di soldato è tenuta insieme dai ricordi delle battaglie. Alcuni, però » tolsi il ogni ostacolo tra il mio petto e la mia schiena, mettendo a nudo i segnif60bea67c8cbb8fad4b76fd2ec59ee8d980c9643_hq dei rituali Maeda. « sono semplicemente un'onta che non sempre si ha piacere di portare. » Guardai Ahri, fissandola qualche istante prima di pronunciare le mie ultime parole sull'argomento. « Ma a quanto pare, a Taki non ero un pezzo sacrificabile solo per il mio patrigno. »




    Legenda


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    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.

     
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