Gourmet Hunter

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  1. Mberu
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    Gourmet Hunter

    Il più grande incubo




    Il rettile come previsto non mi insegui.

    Cavolo però! Ne hai dovute prendere di botte prima di desistere. In fine dei conti, fra tutte le uova che hai fatto solo una se ne sarebbe salvata… almeno ci saremmo risparmiati la battaglia…tsk

    Ayuuki era abbastanza contenta, il combattimento era stato impegnativo ma non troppo.
    Mi colpì particolarmente il modo con cui aveva attratto il cinghiale, sinceramente non avevo pensato di suggerirle un modo per ovviare a questo tipo di problemi. Del resto ero genin da qualche settimana, avevo da poco acquisito l’esperienza necessaria per badare a me stesso, non mi si poteva pretendere tutta questa attitudine alla leadership. Fortunatamente però, la futura shinobi era abbastanza ingamba da cavarsela da sola.

    Bella trovata!
    Sinceramente non avevo pensato che avresti potuto usare i Dorayaki per il cinghiale.


    Dissi ricambiando il sorriso.
    La futura kunoichi poi continuò, rivolgendomi più o meno le stesso domande che poco prima avevo fatto a lei.

    Nono..
    Anche io sto benone, probabilmente mi verrà un livido alla pancia.
    Quel coso aveva una coda particolarmente resistente, ma lo ricoperto d’olio e poi l’ho elettrizzato un po’. Sono riuscito a prendere le uova senza ucciderlo, però ti dirò.. avevo un poco di paura che mi inseguisse.


    Dissi facendo un ampio sorriso che mostrava tutti i miei denti.

    La mia compagna aveva intelligentemente segnato il percorso che avremmo dovuto intraprendere e che in non troppo tempo ci condusse al luogo del combattimento dove, fortunatamente, trovammo la carcassa dell’animale intatta.

    Che fortuna.. se qualcuno l’avesse trovata probabilmente Ayuuki se la sarebbe presa con me..

    Dopo aver caricato con fatica il cinghiale sul carro, partimmo di nuovo alla volta del piccolo fiume che c’era stato indicato da Benzo.

    Ah dimenticavo, quando ci siamo rivisti ho tagliato il filo di chakra per comunicare..
    Sai com’è.. mantenerlo prende molto chakra..


    Le lunghe marce, divenute più difficili per il pesante carro, miste al combattimento iniziavano a farsi sentire. Sia io che probabilmente Ayuuki eravamo molto stanchi.

    Qui ci sarebbero voluti i muscoli di Benzo…

    Finalmente raggiungemmo il fiume.
    Ormai era pomeriggio inoltrato e il sole era già scomparso, da lì a pochi minuti sarebbe diventato buio.

    Direi di lasciare qui il carro e gli zaini e controllare le radici degli alberi limitrofi al fiume. Solitamente i funghi si comportano come dei parassiti vegetali e qui c’è umidità in abbondanza.

    Si buona idea, teniamolo sempre d’occhio però..non vorrei che qualche animale si avvicinasse troppo.

    Come Ayuuki, lasciai lo zaino sul carro ed iniziammo a perlustrare le zone che distavano meno di una dozzina di metri dal fiume. Il solo era ormai troppo debole per combattere l’avanzata del buio ed in breve l’oscurità calò sopra le teste dei due ragazzi della foglia.

    Merda abbiamo sbagliato.. saremmo dovuti venire prima qui..
    Dobbiamo trovare qualcosa per farci luce..


    Quando stavo iniziando a cercare una soluzione al problema, Ayuuki, che non si era mai data per vinta, mi urlò qualcosa.

    Eccoli! Ne ho trovato un paio.

    Contentissimo di non dover combattere il buio, ma al contempo ansioso per il problema che i funghi portavano mi diressi dalla fogliosa.

    Una volta che ebbi raggiunto Ayuuki mi accorsi che era riuscita a trovare due gruppi di funghi, i quali erano contraddistinti dal blu scuro, adornati con dei pallini viola.

    Ricordi cosa ha detto Benzo-san? Dobbiamo sradicarli contemporaneamente con altre colonie di funghi presenti nei paraggi. Ma come facciamo a capire che le loro radici sono collegate?

    Mi misi le mani ai fianchi e sospirai.

    Si, ricordo bene cosa ha detto Benzo purtroppo..
    Ma sinceramente non penso si possa capire, non sono un esperto di funghi però se già è difficile seguire le radici degli alberi figuriamoci quelle dei funghi. Potrebbero ricoprire le zone vicine al fiume per tutta la sua lunghezza, così come questi potrebbero essere due gruppi isolati..
    Ci dobbiamo affidare alla fortuna..
    So che in quanto shinobi dovremmo trovare soluzioni meno rischiose e più controllabili.
    Ma alla fine non abbiamo le risorse, tempo e competenze, per poter trovare una strada più percorribile. L’unica cosa sui cui potremmo contare, oltre alla fortuna, è la capacità delle nostre menti di resistere alle illusioni.


    Poi sbuffai e poi spostai lo sguardo dal suolo ad Ayuuki.

    Se non te la senti posso provare anche da solo.. forse il numero di funghi non sarà sufficiente ma almeno sarà meglio di niente.

    Se l’aspirante kunoichi si fosse tirata indietro, avrei comunque provato ad estirpare dal suolo il gruppo di funghi con il maggior numero possibili di miceti.

    Se invece la mia compaesana avesse deciso di aiutarmi, le avrei lasciato prendere il gruppo che preferiva.

    Bene, al mio via tiriamo.

    Avrei quindi avvolto le mani lungo i gambi di tutti i funghi, facendone una sorta di mazzo.
    Dopo aver lanciato uno sguardo d’intesa con Ayuuki avrei iniziato il conto alla rovescia.

    3….2…..1…. VIA!

    Non sapendo quanto i funghi fossero ben saldati al terreno tirai con tutta la mia forza verso l’alto.
    I funghi uscirono con buona facilità, facendomi cadere all’indietro per la troppa foga che ci avevo messo.
    Ero vivo e cosciente di me, questo mi rese contentissimo.

    Sta sera si mangerà divinamente da Benzo!

    Dissi sorridendo ad Ayuuki.
    Stirai gambe e braccia verso il cielo con la schiena contro il terreno, in segno di vittoria
    Quindi misi un palmo a terra e tentai di sollevarmi, tenendo lo sguardo verso l’altra sponda del fiume.
    Fu solo in quel momento che, illuminato dalla luce della luna, vidi un piccolo funghetto blu, nato da qualche giorno solamente.
    Il mio sguardo terrorizzato corse verso i funghi che avevo appena strappato e che tenevo nell’altra mano. Una sorta di fumo di colore arancione chiaro si era già diffuso fino al mio naso da qualche secondo, senza che io me ne fossi accorto.

    AYu…

    Non feci nemmeno in tempo a volgere lo sguardo verso la mia compagna, che il sonno mi colse.

    […]

    Mi risvegliai tra le mie coperte, la mia stanza era pressoché immutata.
    Ero intorpidito, come se fossi stato male per settimane, con dolori alle ossa e una gran confusione in testa. Mi guardai allo specchio, ero pallido, dimagrito e senza la massa muscolare che stavo andando a sviluppare.

    Quanto cazzo sono stato male?

    Non avevo nemmeno la forza per gridare in cerca di mia madre o di mia nonna.
    Con estrema difficoltà, a causa delle gambe tremanti, scesi le scale che mi condussero nella zona giorno dell’appartamento. Non sentivo nessun rumore, presumibilmente tutti erano fuori.
    Prestando più attenzione qualcosa mi giunse alle orecchie, era un respiro rauco, antico.
    D’istinto andai in cucina e come spesso accadeva, ci trovai mia nonna.
    L’anziana signora indossava un abito elegante nero, inusuale per gli ambienti domestici.
    Non stava ricamando.
    Appena mi sentì entrare, alzò lo sguardo, rivelando due occhi neri e colmi di disprezzo.
    Al posto di sorridere com’era solita fare, arricciò le labbra e abbasso gli angoli della bocca.
    Mantenne quello sguardo per un tempo indeterminato, secondi o giorni.
    Poi lo distolse e uscì dalla stanza, chiudendosi nella sua camera.

    Nonna aspetta.. dove vai… dov’è mamma..

    Se pur anziana era più veloce di me, debilitato dalla convalescenza.
    Stanco, mi sedetti sulla sua sedia, con il calore che aveva lasciato come suo unico contatto.
    Appoggiai i gomiti sulle ginocchia e sovra di essi la testa, troppo pesante per essere sorretta.
    In breve mi addormentai.

    A risvegliarmi, facendomi percepire il dolore aumentato nelle ossa, fu il rumore della chiave di casa che apre.

    Mamma..

    Doveva essere lei. Ma con qualcun altro.
    I passi erano molti di più.

    Mia mamma varcò la soglia della cucina ed iniziò ad assumere lo stesso sguardo della nonna, tenendo le braccia conserte. Alle sue spalle, in breve, arrivarono gli uomini che dalle maschere e dai mantelli riconobbi come appartenenti alle forze speciali.
    Senza nemmeno darmi il tempo di chiedere spiegazioni si avventarono su di me, bloccandomi.

    NO VI PREGO!

    Mi alzarono con pochissima forza, ormai ero solo un ammasso di ossa legate da deboli tessuti.
    Dalla paura non trattenni più l’orina, che mi bagno le cosce i pantaloni.

    DOVE MI PORTATE?
    NON HO FATTO NULLA!


    Prima di uscire, incrociai nuovamente lo sguardo di mia madre, divenuto ancora più truce.
    In quello sguardo trovai una risposta.
    Mi si palesò in mente l’ultimo ricordo che possedevo, me.. Ayuuki.. i funghi.
    Con buona probabilità avevano trovato il corpo della studentessa e ora stavo per essere torturato per farmi confessare l’omicidio.

    La gente per strada lasciava passare gli uomini con le maschere, lanciandomi sguardi di sdegno e disprezzo. I tempi si dilatavano, quella marcia così degradante mi sembrò durare una vita, ogni sguardo era una coltellata al cuore.

    Arrivammo in quelle che dovevano essere le prigioni.
    Mi scaraventarono in una stanza enorme, tutta bianca e asettica.
    Nessuna finestra, nessun oggetto d’arredamento, solo mura ricoperte dal più puro dei bianchi.
    Attesi lì, seduto, senza percepire nessun bisogno, mangiato dalla paura.

    Avevo veramente lasciato morire Ayuuki?

    Ad un certo punto una figura fece il suo ingresso.
    Completamente avvolta in un mantello nero, con il cappuccio alzato che rendeva impossibile riconoscere il volto, grondava acqua.
    Dopo alcuni istanti fermo sull’uscio inizio a muoversi verso di me con passo deciso.
    Per la paura arretrai come un animale messo all’angolo.
    Giunto a pochi centimetri da me, la figura si avventò su di me, prendendomi alla gola e strangolandomi. Cercai di sciogliere la presa, inutilmente.
    Nella foga il cappuccio cadde, rivelando quello che doveva essere mio padre.
    Il suo colorito era verdognolo, privo di capelli e con la pelle orribilmente rovinata in più punti.
    Ma la cosa che più faceva impressione era l’assenza degli occhi, dalle cui cavità trasbordava una melma informe che doveva essere il cervello.
    Mi terrorizzai oltre l’inimmaginabile.

    Mi hai lasciato morire.. mi hai abbandonato…

    Con quelle parole svenni.

    Mi svegliai nuovamente a causa di un rumore.
    Era una porta che si apriva per poi richiudersi. Il luogo era sempre lo stesso, la porta la stessa e mio padre anche. Con la stessa cadenza venne verso di me e mi prese per la gola, mostrandosi nel suo orrido aspetto. Ebbi un attacco isterico, mossi il più violentemente possibile le gambe ed iniziai a piangere in maniera convulsa. Poi con il poco fiato in gola, arrivai a dire cose che mai avrei pensato potessero uscire dalla mia bocca.

    UCCIDIMI!
    TI PREGO UCCIDIMI


    Mi hai lasciato morire.. mi hai abbandonato…

    Svenni di nuovo.

    Per la terza volta la porta si apri ed entrò mio padre.
    Sta volta, mentre percorreva la distanza che ci separava, mi alzai aiutandomi con la parete.

    SE VUOI UCCIDERMI FALLO!

    Non mi rispose e mi provò a strangolare di nuovo.
    Mi stava logorando dentro. Pur sentendomi responsabile della sua morte iniziai ad odiarlo, mio padre non avrebbe mai fatto una cosa del genere. Mio padre era morto.
    Guardai quell’essere con rabbia.

    Mi hai lasciato morire.. mi hai abbandonato…

    NON SEI TU!

    Svenni.
    Quando ripresi conoscenza, la prima cosa che feci, senza neanche sentire il rumore della porta fu mettermi in piedi. Eravamo entrambi da un capo all’altro della stanza. Iniziò a venire verso di me.
    Cercai di ferirlo con il mio sguardo.
    Appena mi fu abbastanza vicinò, gli diedi uno spintone, ma riuscì comunque a prendermi al collo.
    Iniziai a colpire con i pugni le sue braccia, sino a quando non sentì le forze abbandonarmi nuovamente.

    Mi hai lasciato morire.. mi hai abbandonato…

    Appena varcata la soglia iniziò a venirmi incontro, io, dall’altro lato della stanza feci lo stesso.
    Sentendo l’adrenalina corrermi nelle vene serrai il pugno.

    TU!
    NON!
    SEI!
    REALE!


    Appena fu vicino, prima che lui alzasse le braccia, gli sferrai un pugno al volto, che si spappolò sulla mia mano. Preso dal disgusto non fui abbastanza veloce per evitare l’ennesima presa.
    Con più veemenza che mai, colpì i suoi arti superiori. Il braccio destro cedette sotto la mia ritrovata forza come qualcosa di marcio, dei vermi gli uscirono dalla spalla.

    Mi hai lasciato morire.. mi hai abbandonato…

    Gli corsi incontro, mollando un micidiale destro al volto che come prima esplose in un connubio di liquidi e melme. Mi prese alla gola, spezzai prima un braccio e poi un ‘altro.

    Mi hai lasciato morire.. mi hai abbandonato…

    Anche se non aveva la bocca per parlare, le braccia per strangolarmi, ogni volta svenivo.
    Tutto ciò non era possibile, ma solo piano piano, affrontandolo ogni volta riuscì a capire cosa avrei dovuto fare.

    Mi sveglia per l’ultima volta.
    Lui, dall’altra parte della mia cella, iniziò la sua marcia verso di me.
    Io mi alzai, con calma, sorrisi agli occhi assenti e congiunsi le mani.

    KAI!
    Rilascio - Genjutsu Kai
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre
    L'utilizzatore può deflettere genjutsu usando 2 slot tecnica. L'utilizzatore deve essere consapevole di essere sotto l'influsso di un'illusione. È possibile sfruttare i danni subiti volontariamente per aumentare l’efficacia del rilascio, senza costo in chakra. Ogni leggera subita incrementa di 10 l'Efficacia; status Leggeri aumentano di 10 l'Efficacia, a status Medio di 30, status Gravi di 60. Si possono rilasciare solo illusioni con efficacia inferiore quella del rilascio. Può eliminare più genjutsu solo se la somma delle efficacia di ogni genjutsu è inferiore all'efficacia del rilascio. È possibile usarla su un'altra persona. È possibile sommare l’Efficacia con un’altra persona se utilizzata insieme. È possibile utilizzarla senza sigilli, riducendo di 10 l'Efficacia.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Livello: 4 / Consumo:½ Basso ogni 5 d'efficacia )
    [Efficacia Massima Rilasciata: 15 per Grado]


    La luce della luna mi ferì gli occhi. Nella mia mano destra i funghi avevano smesso di emanare fumo.
     
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17 replies since 4/12/2015, 22:58   209 views
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