Una Notte di Libertà

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    Una Notte di Libertà

    Dolce Spensieratezza


    Ero arrivato da poco più di qualche ora a Konoha, lasciato su un verde prato da Yogan che, dopo avermi messo un bel gruzzolo di ryo in tasca, se ne era andata volando verso Itai e la sua famiglia.
    Rimasi li, a pochi passi dalle alte mura di legno del villaggio, senza avere alcuna idea di dove potessi dirigermi o dove potessi andare ad alloggiare.
    Conoscevo più di qualche ninja a Konoha: Shizuka, la ben dotata chunin con cui ormai avevo un buon rapporto per via delle diverse occasioni in cui ci eravamo visti, Sho Saitama, un ninja che avevo accompagnato per una sua missione in quel di Kiri, e addirittura l'Hokage, un certo Raizen Ikiqualcosa, alto come una montagna e, almeno dalla mia singola esperienza, un tipo poco simpatico. Scartai subito qualsiasi pensiero che potesse dirmi di andare a cercare Shizuka, l'unica con cui, in verità, avevo un pò più di confidenza. Era ricca da far vergognare, e spesso lo faceva, però mi sembrava quantomeno scortese presentarmi da lei per cercare di accalappiarmi un posto per dormire quando Itai era stato così previdente da fornirmene in abbondanza.
    Presi in mano il sacchetto di ryo, facendolo saltare un paio di volte nel mio pugno. Annuii soddisfatto, compiaciuto del notevole peso.
    Itai non era mai stato tirchio. Solitamente mi mandava solo fregature in abbondanza, ma quella volta forse non mi sarebbe mai andata così male.

    Incominciai a cercare una locanda nelle vicinanze di quello che era l'indirizzo datomi da Yogan per trovare il dojo l'indomani e, grazie all'aiuto di più di qualche passante, riuscii a trovare una piccola locanda proprio sul finir del tramonto, a poco più di mezzo chilometro di distanza dall'indirizzo che avevo segnato.
    Era un edificio, a dir la verità, un pò angusto e trascurato. Si estendeva su forse tre piani, completamente di legno, con un unica porta d'ingresso anche un pò mal ridotta. Nessuna insegna.
    Entrai nell'edificio, addentrandomi in una mezza specie di sala di accoglienza con due poltroncine bucate, un bancone di legno ed un ventilatore che, seppur girasse pianissimo, dava l'impressione di poter crollare da un momento all'altro. Dall'altro lato del un bancone era seduta una signora molto corpulenta, con dei capelli grigi raccolti in una bizzarra acconciatura, intenta a fumare una sigaretta. Sul bancone, in bella vita, un posacenere praticamente ricoperto di mozziconi di sigarette consumate. Ehm... Buonasera. Mi avvicinai al bancone. La donna, intenta a leggere una rivista mentre fumava, quasi meccanicamente allungò una mano e, dopo aver preso una chiave, la lasciò cadere sul legno. Terzo piano, stanza numero 31. E' la suite, l'ultima rimasta. Si paga al chek out. Parlò in modo distaccato, disinteressato, senza degnarmi di uno sguardo. Presi le chiavi in mano, quasi disgustato da una chiazza nera presente sull'anello metallico del portachiavi. G-g-grazie...? Era una domanda, praticamente, visto che non sapevo realmente se avrei dovuta ringraziarla. La bellezza della stanza non era sicuramente una mia priorità, e poi, almeno, era la suite!
    Salii le scale fino ad arrivare al terzo piano, quindi entrai nella stanza indicatomi dalla simpatica fumatrice.
    Suite... Certamente. Probabilmente non aveva neanche un insetto, e questo bastava a qualificarla come suite in quel posto. Arredamento scarnissimo, un letto matrimoniale con solo delle lenzuola - quasi - bianche, ed un bagno con una vasca ricoperta di calcare. Beh, perfetto... Avevo dormito in posti peggiori, non avrei fatto la bocchina delicata per una notte.
    Sistemai i due cambi che avevo su una poltroncina, quindi mi andai a fare una doccia calda.
    Almeno per i primi due minuti, visto che poi sopraggiunse l'acqua fredda a farmi compagnia.
    Sbuffai, adesso leggermente infastidito, ma decisi di non perdere quello stato di dolce spensieratezza che quella gita fuori dalle mura di Kiri doveva darmi.
    Mi sdraiai sul comodissimo letto di truciolato e, dopo un paio di ore di sonno leggero, decisi di alzarmi e vestirmi per uscire.
    Si erano fatte ormai le 22 e dovevo ancora cenare, e poi avevo una sola notte a Konoha, potevo mai sprecarla?
    In men che non si dicesse ero di nuovo fuori dalla locanda - la signora era ancora intenta a fumare avidamente - e camminai per un pò, seguendo il flusso della gente, vagando per le strade di un villaggio a me sconosciuto.
    Vagai e camminai per almeno una buona mezz'ora, finché non arrivai, quasi per caso, davanti ad una bella taverna illuminata. "La Taverna della Grande Quercia". Dall'interno provenivano diverse voci di gente allegra e, probabilmente, ubriaca.
    Proprio quel che cercavo.
    Spinsi la porta verso l'interno, entrando con le migliori - o peggiori, dipende dai punti di vista - intenzioni possibili.
    La mia nottata di libertà era appena iniziata.

    Giocata free concordata con Shu, ma chiunque abbia piacere può inserirsi :wosd: Vediamo cosa ne esce :*
     
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    Una notte di libertà

    Post Primo - Uscita a quattro



    Dopo essere andato a trovare Kojiro Sasaki all'ospedale di Konoha, ed avergli consegnato la tuta da combattimento dei Chikuma che avrebbe indossato l'indomani all'inaugurazione del dojo di Atasuke Uchiha, ero tornato assieme a Fujimori (dopo un pomeriggio molto movimentato) alla mia stanza di albergo. Si era fatto tardi pertanto avevo messo a letto il ragazzino, e mi stavo preparando per uscire a cenare (un pasto frugale a base di dolcetti e ramen era bastato al ragazzino) quando la porta bussò e, dopo aver invitato ad entrare chi si trovasse, mi trovai praticamente assalito alle spalle da Sayuri, la bionda ed avvenente "segretaria" che per la troppa foga mi gettò sul letto.

    Uff... ma che cazzo...?

    Non vestitevi ancora Shinichi-sama... restate così, così nudo e così maschio... vi siete appena fatto la doccia vero? Susu, è da tanto che...

    Mi sarei tolto di dosso quella sottospecie di piovra (non era decisamente il momento adatto per quello) e ci tengo a sottolineare che la mia "nudità" si limitava alla parte superiore del corpo.

    Basta, Sayuri. Sono stanco ed ho solo voglia di mangiare qualcosa.

    Mi alzai in piedi lasciando la ragazza sul letto, che cercò di "sedurmi" iniziando a svestirsi.

    Lo so che lo volete Shinichi-sama... forza...

    Sospirai. Mi voltai verso di lei e, secco ed arrabbiato, le risposi di rivestirsi. Leggermente spaventata indossò nuovamente il kimono.

    Eh eh... chiedo scusa, Shinichi-sama.

    La ignorai, indossando la parte superiore del mio kimono, un semplice kimono di color nero. Non era pregiato quanto quello che avrei indossato il giorno successivo, ma preferivo così. Non mi piaceva ostentare ricchezza quando non ce n'era ragione, ed era anche per quello che avevo scelto un albergo di fascia media, nonostante le proteste di Miyako (che tuttavia apprezzò il fatto che avevo scelto una sistemazione priva di barriere architettoniche).

    Dalla stanza affianco sarebbero uscite Ai e Miyako, la seconda dietro la carrozzina della prima nonostante le proteste della principessa che avrebbe di gran lunga preferito non essere spinta.

    Non dite sciocchezze Miyako-sama. E' un piacere per me aiutarvi.

    E chi ti ha chiesto aiuto? Dannate... E tu eh? Volevi sgattaiolare per fare la sgualdrina con Shinichi vero?

    Era solo uno scherzo, uno scherzo Miyako-sama.

    Tranquilla Miyako, abbiamo cose più importanti da fare.

    Già ma scommetto che non ti saresti tirato indietro vero? era decisamente arrabbiata, anche se non capivo perché. O meglio, non capivo il perché quella sera...

    Si era voltata via da me

    Miyako...

    Perché siamo ancora qui Ai? Non avevi detto che volevi aiutarmi? Portami fuori da questo albergo!

    Combattuta la bellissima ragazza dai capelli rossi sospirò:

    Hai, Miyako-sama.

    Ehi! Aspetta! Si può sapere che ho fatto adesso?

    [...]

    Alla fine ci volle un bel e lungo discorso, oltre a farle scegliere il posto dove mangiare, per far rimettere di buonumore Miyako. Aveva scelto la "Taverna della Grande Quercia" e saremmo entrati circa alle 21:30.

    Non mi aspettavo che scegliesse un posto simile per mangiare ma, a quanto pareva, le doveva essere stato consigliato dalle altre due ragazze. Chissà in quale oscuro modo.

    Un piccolo "difetto" della principessa dei Kurogane era il suo buon cuore e la sua natura gentile e, purtroppo, facilmente manipolabile. Nelle mani di Sayuri questa sua natura poteva facilmente convincerla a fare delle cose inusuali per lei. Come scegliere una taverna invece di un mega ristorante per andare a mangiare.

    Non mi sarei lamentato ma sarei entrato un po' più mogio. Litigare con lei mi rattristava sempre. Ci saremmo quindi seduti ad un tavolo, mentre più di un cliente mi additava e si chiedeva come potessi essere così triste con tre bellissime ragazze intorno. [Investigatore]

    L'unico tavolo libero abbastanza grande era vicino all'entrata e, una volta rimossa una sedia per consentire a Miyako di sfruttare la sua carrozzina (sarebbero inoltre serviti un paio di cuscini per farla arrivare agevolmente al livello del tavolo, una cosa che non mi pesava fare ma che fece imbarazzare molto la ragazza) iniziammo ad ordinare e mangiare. Dopo la prima mezz'ora mi venne un certo bisogno e mi congedai momentaneamente dalle tre donne, guadagnando rapido accesso ai servizi.

    E fu proprio nel momento in cui io liberavo il giallo liquido dalla prigione della mia vescica che Akira Hozuki entrò nel locale.
     
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  3. Maki Baian
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    Baian si trovava in taverna a bere, tanto per cambiare.
    Ormai era conosciuto in tutto il villaggio come Suii no Baian, ossia Baian l'ubriaco.
    Il locale era particolarmente affollato e lo studente del villaggio della foglia aveva già all'attivo diverse bottiglie di sakè.
    Sul suo viso si poteva infatti notare un leggero pallore rossastro, nonostante ciò era perfettamente lucido.
    La quantità di alcool che poteva reggere era davvero mostruosa, quello che aveva già trangugiato avrebbe potuto mettere k.o. qualsiasi persona normale, ma per lui quello era solo un piccolo aperitivo, un inizio serata... sarebbe andato avanti a bere tutta la notte.
    Si trovava seduto al bancone del bar intento a sorseggiare l'ennesimo bicchiere di sakè, sorridente, allegro e più spensierato che mai.
    Si girò verso la sala, ruotando sullo sgabello di stampo occidentale, poggiandosi poi con la schiena e i gomiti sul legno del bancone alle sue spalle.
    umh?! Notò tre belle ragazze tutte sole, in un tavolo in fondo alla sala.
    Un istante dopo si materializzò davanti loro.
    Portava un kimono piuttosto sobrio, ma elegante, capelli biondi e lisci che gli calavano fin sulle spalle, occhi verdi e vispi.
    Di solito con le ragazze aveva un buon piglio per il suo aspetto raffinato.
    In una mano reggeva un bicchierino da sakè, nell'altra un'anfora gigantesca appena comprata piena di liquore.

    bicchiere2


    Buona sera ragazze, mi chiamo Maki Baian, posso offrirvi del sakè ?
    A quel punto bevve alla goccia svuotando il bicchierinio.
    Ahh! che buono! Esclamò socchiudendo lo sguardo in un'espressione di vero godimento.
    Questo è Sake Ghinjyo, la qualità più raffinata... posso sedermi ?
     
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    Una Notte di Libertà

    Avvoltoi


    La taverna era affollata.
    Un gran numero di persone, di entrambi i sessi, erano intenti a mangiare, bere, cantare e divertirsi. Un lungo bancone al centro del locale era il luogo più assalito dagli ubriaconi seriali, mentre i tavoli tutt'attorno erano quasi tutti occupati. Coppie di amici e amiche, uomini di mezza età che avevano appena staccato dal lavoro, altri solitari che amavano solo passare il tempo davanti ad una birra o ad un bicchierino di sakè prima di ritornare alle loro vite.
    Tutta la sala era inondata da una musica proveniente dall'impianto del locale e dalle urla e dagli schiamazzi della gente, il che donava al luogo una piacevolissima area di festa e spensieratezza. Proprio quel che cercavo.
    Richiusi dietro di me il grande portone in legno, e andai subito a cercare con gli occhi qualcosa che potesse attirare o stuzzicare la mia attenzione.
    E qualcosa, per chi aveva un buon occhio, c'era.
    Un tavolino rotondo di legno con quattro sedie, solo tre di quelle erano occupate però. Ed erano ottimamente occupate.
    Tre splendide ragazze dai tratti più o meno tutti esotici erano sedute lì, intente a mangiare qualcosa.
    Un'occasione troppo ghiotta per Akira Hozuki.
    Soddisfatto della scelta del locale, incomincia ad avvicinarmi al tavolo, per accorgermi, a solo un paio di metri dal mio arrivo, che un altro ragazzo, un biondino dai capelli lunghi con un grande otre di alcol sotto braccio, mi aveva preceduto di solo pochissimi istanti. Ovviamente ciò non mi avrebbe fermato. Ascoltai le parole del giovane, e presi subito la palla al balzo.
    Mi spiace, è occupato! Subentrai nella discussione, sedendomi con una certa prepotenza, seppur senza nessuna espressione facciale a mostrarla, sull'unica sedia libera del tavolo. Avrei sorriso alle ragazze, passandomi la mano tra i miei insoliti capelli color blu, tirando indietro il ciuffo albino. Puoi lasciare il sakè, però... Giusto, ragazze? Battei una mano sulla giara di alcol del ragazzo, constatando che fosse veramente piena. Che avvoltoi che ci sono in questi posti... Non è vero? Basta un tavolo con tre belle ragazze, e non ci si capisce più niente!
    Senti chi parla.

    Scusate il ritardo, ho avuto un periodaccio e c'erano altre giocate più importanti a cui rispondere ç__ç
     
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3 replies since 18/11/2015, 23:25   54 views
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