La Fatale Debolezza dell'Hokage

Otafuku - Zona Mercantile

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  1. Yato Senju
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    .:Inseguiti e Prigionieri:.


    Durante il mio attacco non prestai troppe attenzioni a ciò che diceva o faceva Jin, dato che lo avevo già messo tra le "perdite accettabili" nel mio elenco mentale. A dire il vero penso di aver smesso di ascoltarlo già da prima, quando cercò di scansare ogni responsabilità nell'aver fatto precipitare gli eventi. Se mi fossi fermato a dargli retta forse avrei rischiato di sceglierlo come primo bersaglio, al posto del panzone che ci aveva affrontato. Quello era ancora dolorante per la botta in testa e deviò i miei Shuriken con facilità, ma nel farlo perso l'equilibrio quel tanto che bastava per subire appieno, assieme al ninja della sabbia, la mia violenta onda acquatica, finendo gambe all'aria addosso ad un tavolo ed uno scaffale.

    Ero talmente concentrato sul bersaglio che quando Jin bloccò la mia corsa quasi non mi fermai. Seriamente, ero lì lì per conficcare la lama nel petto del mio compagno in quell'avventura solo perché non avevo occhi che per il mio nemico. Poi lo riconobbi. E fui lì lì per conficcargli comunque l'acciaio nelle carni, con un minimo tic all'occhio destro...ma l'unica cosa che mi trattenne fu il realizzare che avevo appena commesso un grave errore...l'ennesimo in quella mia acerba carriera. Spostai bruscamente il Tanto, rinfoderandolo mentre arretravo senza dire una parola. Ero stato talmente concentrato sul bersaglio da abbattere da non considerare l'ambiente circostante...se si fosse trattato dell'Hokage avrebbe potuto causare il fallimento dell'attacco. I miei me lo martellavano sempre in testa di prestare SEMPRE attenzione a ciò che avevo intorno...la maggior parte dei predatori crepava proprio mentre abbassava la guardia per avventarsi sulla preda e questo non doveva capitarmi o avrei mandato tutto a monte.

    Stringevo le labbra fino a farle sbiancare mentre riascoltavo la lezione per l'ennesima volta nella mia testa...tanto che quasi non vidi il bestione che provava a rialzarsi, fradicio e stordito. Non è lui quello che cerchiamo. Dissi poi quando nuovamente mi focalizzai su quello che diceva Jin. Posso farlo fuori e seguirti. Eppure c'era qualcosa di vero nelle sue parole: catturare qualcuno che complottava contro l'Accademia poteva darmi dei punti ed aiutarmi nel salire di grado...e comunque la cattura di un ninja fuorilegge era qualcosa di utile e concreto, nettamente più concreto dell'inseguire le chiacchiere di qualche rimbambito che vagava nel deserto. Ma...hai ragione. Sbrigati e vai dietro ad Uggiolo. Il solo fatto di aver dato ragione a quel cretino di Suna mi fece lo stesso effetto di un piccolo ictus, ma al momento la Missione mi metteva di fronte ad una scelta, e seguire le indicazioni di Jin era l'opzione migliore.

    Non appena il Sunese sparì tra gli scaffali la prima cosa che feci fu spaccare una sedia sulla testa del panzone, giusto per ridurlo a più miti consigli, quindi gli legai i polsi e le caviglie alla meglio con del Nylon, gli puntai un Kunai alla gola e fui molto chiaro, dopo avergli bagnato il volto con dell'acqua per farlo rinvenire, che non amavo affatto scherzare. Panzone. Ora mi spieghi cosa ci sta a fare un Genin incapace in questo posto. E anche che COSA è questo posto. Come mai non è mai bruciato e ci tenete tanto? Con l'altra mano avevo il Tanto, e lo piantai nella sua spalla sinistra. Questo giusto per farti capire che non ho alcuna intenzione di giocare. Prima ti taglio quei ridicoli baffi, poi verso alcool sulle ferite. Poi ci affondo di nuovo la lama.

    E posso anche fare di peggio. Non avevo ancora torturato nessuno in prima persona, ma avevo passato una settimana con uno zio che era Torturatore per Konoha e mi aveva fatto assistere e fare da secondo per alcuni interventi, tutto come addestramento per la missione. Una settimana era poco, ma qualche incubo dopo ero diventato abbastanza insensibile alle grida di dolore altrui. L'unico problema è che qui ho pochi oggetti per le mani e dovrò arrangiarmi.



    Mi dicono che in un bordello qua vicino fanno giochi incredibili con la cera bollente, ma ti assicuro che quelle candele diventeranno il tuo peggiore incubo se non inizi a parlare. E bada, quell'idiota del mio...amico... Rabbrividii nel dirlo. ...sta per prendere il tuo compare e ti assicuro che lui parlerà abbastanza da confermare qualunque cosa tu dica. Sono stato chiaro? Premetti la lama appena un poco di più sul collo...il minimo necessario per strappare un rivolo di sangue dalla sua pelle.

    [...] Jin

    Jin aveva trovato facilmente le scale e scendendo giusto un paio di rampe si sarebbe trovato in un lungo corridoio dalle pareti parecchio curve. A guardare bene avrebbe forse compreso che si trovava nel centro esatto dell'edificio e che quel corridoio era come una enorme spirale dalle pareti letteralmente imbottite di piccoli rotoli. Se si fosse fermato ad aprirli avrebbe scoperto che su ognuno di essi erano scritte informazioni prive di senso od apparentemente senza contesto, come liste della spesa, ricette, poesie da quattro soldi od altro. Una mente acuta avrebbe presto compreso che quel posto era un'immensa raccolta di informazioni in codice...in tantissimi codici diversi...ma probabilmente il Chikuma non avrebbe avuto il tempo od il modo di preoccuparsene, dato che il rumore dei passi della sua preda rimbombava in lontananza.

    Non sarebbe stato difficile raggiungerlo con le sue doti fisiche, anche se quell'ambiente confondeva un poco con la sua struttura curva, ma il vero problema sarebbe stato una sferetta che Uggiolo prese da uno scaffale, gettandola a terra mentre correva via. Pochi istanti dopo il ninja di suna si sarebbe trovato di fronte ad una superficie riflettente simile ad uno specchio, su cui per poco non sarebbe finito a sbattere. Quello specchio sembrava del tutto impervio ad ogni attacco o Jutsu e superarlo con la forza non avrebbe dato alcun risultato. Come fare per non perdere troppo tempo?

    L'unico indizio era il volto della sua immagine al di là dello specchio, sulla cui fronte stava il Kanji per la parola Cortesia, che ogni pochi secondi diventava invece Comando. In basso, alla base dello specchio, si vedevano due piccole serrature che non avevano alcuna controparte nel mondo reale...segno che per aprire il passaggio servivano perlomeno due cose.
     
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