La Fatale Debolezza dell'Hokage

Otafuku - Zona Mercantile

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  1. Boreanz
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    Un getto di sangue cremisi, accompagnato da un paio di denti gialli, macchiò il pavimento di legno della stanza dove la tortura stava avendo luogo. L'energumento grugnì di dolore, lanciando poi un'occhiataccia densa di rancore, ma innegabilmente tinta di paura, al ragazzino che l'aveva appena colpito così forte allo zigomo con un Tanto.

    « Ti sviterò la testa dal collo, dannato moccios- », iniziò, mentre Yato si portava alle sue spalle e continuava il suo monologo di minaccia, ma si interruppe bruscamente quando questi gli puntò la parte tagliente del Tanto alla gola. « Gah! », squittì, in netto contrasto con la sua corporatura massiccia, e quando vide apparire una figura femminile davanti a sé con il coprifronte della Foglia in bella vista il colore abbandonò le sue guance.

    « Rinforzi? Maledetti ninja della Foglia. », imprecò, sputando un grumo di sangue ai piedi della figura femminile. Si guardò attorno un'ultima volta solo con gli occhi (per evitare di squarciarsi la gola da solo), e infine sospirò. « E va bene. Vi dirò tutto. »

    [...]

    « Iguane e leopardi, ha funzionato. »

    Dissi, ancora piuttosto incredulo per il singolare ostacolo che mi si era parato davanti. Mi esibii in un sorriso tutto denti davanti a frammenti della porta specchio e mi lanciai di nuovo alla rincorsa di Uggiolo. « Grazie! », urlai, poco dopo, memore della cortesia dimostrata dall'artefatto nel lasciarmi passare dopo che così avevo chiesto. Ho sempre pensato che nella vita la cortesia sia una delle armi migliori, oltre a rendere più solare la giornata di tutti. Certo, non che a Suna ce ne sia bisogno! Ridacchiai tra me e me a quel pensiero, rischiando di guadagnarmi un secondo bernoccolo ad un altro angolo di quell'intricato labirinto di corridoi.

    Da ogni libro, papiro e rotolo di pergamena riposto tra quelle mura, quando passavo emergevano ombre e immagini fumose, che mi rallentarono non poco. Quel posto, lo avevo capito anche prima di vivere l'esperienza surreale degli spiriti dei libri, era un covo di conoscenza nascosta, accuratamente raccolta e catalogata da una mano assai paziente e che, di certo, non avrebbe visto con favore un'intrusione nel nascondiglio del suo tesoro. Finalmente, voltando l'angolo successivo, intravidi la pelata malamente ricoperta con un riporto che indicava la presenza di Punto di Domanda, ovvero Uggiolo. Scattai in avanti, più veloce di quanto non lo fossi stato fino a quel momento, e una volta a distanza di salto mi scagliai letteralmente sulle gambe del fuggiasco, rotolando poi malamente a terra assieme a lui [VEL:Verde+3].

    « Ti ho beccato! », dissi, accingendomi a bloccarlo in una presa di sottomissione mentre quello si divincolava come un'anguilla [FOR:Verde+3]. « Ehi! Buono! Voglio solo sapere della leggendaria debolezza dell'Hokagarchivio segreto hai detto? », chiesi di botto, interrompendo la mia frase. Punto sembrava preoccupatissimo per qualcosa di cui non avevo idea, era un pesce piccolo della biblioteca forse? Le sue parole, riflettei sollevandomi e mettendo in piedi anche lui, indicavano altrimenti: forse la mole di documenti che avevo visto era più di un semplice archivio personale. Che ci fossero più persone coinvolte? Mi guardai attorno, cercando la presenza di eventuali elementi ostili. Con le mie orecchie a punta mi parve di sentire l'eco di passi in lontananza. Era meglio sbrigarsi. « Okay, okay, ora calmati. Potrai continuare a leggere quanto ti pare. Ora ti porto su dal mio amico Yato, recupero un po' d'acqua per le sue radici e poi potremo finalmente chiacchierare in santa pace. », dissi, gioviale, ma all'improvviso udii il rumore di un grosso libro che si chiude all'improvviso. Un rumore molto vicino.

    « Fate davvero pena. »

    Mi voltai all'improvviso nella direzione opposta da cui avevo sentito il rumore di passi, ma nella penombra del tunnel vidi solo una figura con un ampio mantello e lunghi capelli scuri. Era appoggiata al muro di schiena, in un'evidente posa di sufficienza, e tra le mani stringeva il libro che avevo appena sentito chiudersi.

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    « Che motivo c'è di tenere voialtri come guardie se poi non riuscite nemmeno a tenere a bada due ratti dell'Accademia? »

    La voce maschile era intrisa di un freddo e distante disdegno, ma non disprezzo: quanto stava accadendo non sembrava tangerlo più di tanto. In ogni caso, i peli sul collo e le mie braccia schizzarono in alto non appena misi insieme gli elementi di quella figura. Avevo davanti qualcuno di incredibilmente pericoloso, forse più di chiunque avessi mai incontrato fino a quel momento, e non avevo idea del perché. « Passa dietro di me, Punto. », dissi, serio in volto. Anche se mi aveva fatto aggredire dai suoi scagnozzi ed era poi scappato da me, non avevo intenzione di lasciare che un civile finisse in qualche modo preda di un simile individuo. Uggiolo squittì, nascondendosi dietro le mie spalle senza farselo ripetere una seconda volta.

    « Proprio quando pensavo che non poteste cadere più in basso. »

    Ogni parola era una lama fredda nel mio costato. Iniziai a sudare e mi preparai alla lotta, richiamando il vento attorno a me. La figura in penombra non sembrò nemmeno notarlo. Punto di Domanda si strinse la pelata tra le mani, uggiolando caratteristicamente con fare spaventato.

    « Mi fate vomitare. »

    Non lo vidi neanche muoversi. Sentii un impatto netto sulla mia carotide sinistra, che mi fece perdere l'equilibrio senza che potessi fare nulla. Tentai di scagliare un pugno con la mancina mentre assecondavo il movimento di caduta, ma colpii solo l'aria. Un istante dopo, una ginocchiata o una gomitata mi raggiunse alla nuca, facendo esplodere mille colori davanti ai miei occhi. Caddi a terra, cercando di prendere aria nei polmoni, e sentii Punto gridare. Volevo alzarmi, ma il mio corpo non sembrava rispondere al comando. Mentre scivolavo nell'oscurità, pensai che nel regno animale non avevo mai visto qualcosa muoversi così velocemente.

    [...]

    « La biblioteca è una facciata per nascondere qualcosa di molto più importante degli stupidi libri che i cittadini di Otafuku amano leggere. Hanno speso centinaia di migliaia di ryo per proteggere questo vecchio edificio dalle fiamme che divampano ogni anno qua attorno e si sono spinti persino a reclutare me come capo della sicurezza. », spiegò l'energumeno, con una malcelata nota di orgoglio nelle ultime parole. Ogni parola suonava impastata a causa del sangue che gli sgorgava dalla bocca senza fermarsi, costringendolo a sputare a terra di tanto in tanto. Evidentemente si era tagliato su una guancia o sul palato.

    « Siete sopra ad un... magazzino di conoscenza. Informazioni sulle strutture nevralgiche dei villaggi accademici, dati riguardanti persone influenti della politica e dei palazzi dei Daimyio, persino frammenti rubati di archivi militari. Oltre a me e a loro », disse con disprezzo, accennando con il capo agli uomini riversi a terra dopo la scazzottata con Yato e Jin, « è tutto protetto da un intricato sistema di trappole incomprensibili e chiavi di lettura multiple. Se anche riuscissi a recuperare un documento o due, kunoichi, non riusciresti a cavarne un ragno dal buco! », sbottò, digrignando i denti in un sorriso sanguinolento verso l'illusione creata da Yato.

    « Basta così, Oaf. »

    Come dal nulla, davanti all'energumeno legato atterrò una figura avvolta in un ampio mantello rosso con intricati motivi ocra ed arancione. Aveva lunghissimi capelli neri come la notte, anche davanti agli occhi, e probabilmente quella caratteristica sarebbe stata l'unica che Yato, ammesso che avesse un colpo d'occhio davvero unico, sarebbe riuscito a cogliere: l'uomo si mosse con la rapidità del pensiero, scagliando un calcio a dir poco fulmineo verso la tempia destra di Yato [FOR:Blu][VEL:Viola]. A prescindere dal risultato, poi, l'uomo impose una mano sulla fronte dell'energumeno, che squittì ancora una volta. « N-non stavo dicendo niente, lo giuro. Attento alla donna! » Una strana perla color verde acqua comparve nella mano libera dell'individuo.

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    « Ti fai ingannare da un'illusione di questo livello? », domandò l'uomo con voce irata, non perdendo tempo a girarsi verso lo scaffale modificato dal genjutsu del Foglioso [Mente in FaseMente in Fase: [...Omitted...] L'utilizzatore può vedere oltre Genjutsu subite di efficacia pari o inferiore a 20 per livello di tecnica speciale.]. « Ihhh! », urlò Oaf, in preda al dolore, mentre le dita dello sconosciuto gli stringevano le tempie con forza.

    « Ringrazia il nostro amore per la discrezione, moccioso. L'attenzione che porterebbe la scomparsa di due ninja stranieri ad Otafuku è l'unica ragione per cui rimanete in vita. Potete tenervi quel patetico mucchio d'ossa per i vostri sforzi. Noi ce ne andiamo. », disse, e la perla che stringeva iniziò ad emettere una nebbia luminosa che avvolse lo sconosciuto ed Oaf.

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    Un attimo erano lì, e un attimo dopo erano scomparsi. Al loro posto, Jin e Uggiolo giacevano a terra, svenuti. Se anche Yato non fosse svenuto per il colpo dell'uomo, avrebbe potuto notare come una nebbia molto simile si era appena sollevata dalla porta che, alle sue spalle, dava nei sotterranei. Se avesse provato ad andare di sotto, non avrebbe trovato altro che scaffali vuoti ogni dove.

    In che cosa diavolo si erano imbattuti?

    OFF GAME

    :guru:

     
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