Ascesa agli Inferi

Oni no Kuni

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  1. Roronoa™
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    Odore di Morte.

    Villaggio dei Demoni pt. II






    Notò la sua espressione cambiare, ma il ragazzo non era nelle condizioni migliori per aspettarsi qualcosa di brutto.
    Sebbene fosse cosciente, Deveraux era come una foglia che ancorata a un ramo stava tentando di resistere al vento autunnale. Le sue poche forze erano concentrate su quel legame sottile che legava il suo corpo e l'anima.

    Il dottore scivolò dietro al suo capo, afferrando il lettino su cui era sdraiato.
    Percepì la sua forza trasmettersi sulla struttura in acciaio e le rotelle iniziare a roteare.
    Dove lo stava portando?

    CITAZIONE
    Ti porto in sala operatoria.

    Okay. Era tranquillo. Aveva affrontato almeno cinque interventi chirurgici.
    Jeral se ne era andato e lui avrebbe avuto tutto il tempo per riprendersi, ritornare a Oto e potenziarsi, grazie alle missioni del Mikawa e ai suoi insegnamenti.
    In qualche modo avrebbe voluto stringere un patto ancora più forte con la Natura, magari recandosi al santuario in cui aveva conosciuto Pan Gau. Insieme al Fulmine, sarebbe riuscito a sconfiggere quel ninja “maledetto”.

    Quando il fondo della barella spalancò la porta che dava alla probabile sala operatoria, Deveraux vide uno di quei spettacoli che sarebbero rimasti per sempre all’interno della sua mente.
    Decine e decine di corpi umani penzolavano ai lati della stanza in cui era entrato.
    Con un estremo vincolato al muro, grosse catene di ferro stringevano i loro polsi e le gambe.
    Donne, uomini e bambini, di tutte le età e razze. Tutti morti, dopo sevizie e torture inimmaginabili.
    Il dolore da loro provato era ben visibile dalla posizione che avevano assunto con l'arrivo della morte.
    Attorcigliati come vermi, chi non era stato sottoposto alla cucitura delle labbra aveva la bocca completamente spalancata, priva di denti e lingua.

    Il Chunin chiuse gli occhi, come se ciò sarebbe bastato a cancellare ciò che aveva visto dalla sua mente.
    Il massacro compiuto nella taverna del Ferro non era niente a confronto.
    Ogni centimetro di quella stanza era impregnato di... terrore, angoscia e sofferenza.
    Due lacrime scesero dai suoi occhi semiaperti, solcandogli le guance, mentre digrignava i denti dalla rabbia e dal terrore.
    Il suo corpo stava tremando. Provava un freddo intenso, come se la superficie della barella si fosse ricoperta di uno strato di ghiaccio. Era un gelo illusorio, uno scherzo della mente a cui non doveva prestare attenzione.
    Respirava affannosamente, come se gli mancasse l’aria.
    Aveva incontrato un dottore della morte.

    Doveva liberarsi.
    Il dolore fisico era scomparso grazie all’adrenalina che il suo organismo aveva iniziato a rilasciare in grande quantità. Il cuore gli batteva in gola, all’impazzata.
    L’odio e la rabbia presero possesso del suo corpo. Cercò di divincolarsi in ogni maniera, ma le gambe e le braccia rimasero immobili. Agli occhi del sadico torturatore o di un osservatore qualsiasi, Deveraux sembrava conseziente e pronto a essere torturato.

    CITAZIONE
    Ti piace? È la mia collezione

    Una collezione di innocenti, per cosa ti senti fiero? Tuonò, rabbioso.
    Il corpo e il Tantien non rispondevano ai suoi comandi, riusciva a muovere solo gli occhi, le labbra e la lingua.
    Una tecnica? Non vi erano altre spiegazioni. o una droga.
    Quei secondi furono interminabili.
    Non posso morire qui.

    Una porta nera sporca di sangue entrò all'interno del suo limitato campo visivo.
    La sua fine si stava avvicinando.
    NOOOOO! PORTAMI FUORI!! Gridò così forte da provare dolore alla gola. Varcata la soglia di quella stanza, in cui aleggiava un odore di sangue così intenso da farlo quasi svenire, il terrore diventò puro panico.
    NON MORIRO' QUI! Abbassò le pupille, così da osservare cosa aveva davanti.
    Ad aspettarlo vi era un lettino grigio, con ai lati vari macchinari e utensili.
    La strumentazione comprendeva bisturi, martelli, pinze, divaricatori e molto altro. Deglutì, mentre tentava di spezzare in ogni modo quella maledizione o tecnica. Aveva già provato ad utilizzare il Rilascio, ma il suo Tantien non riusciva a produrre chakra.
    Uno spirito intrappolato in un corpo difatto già deceduto.
    Fu ad un passo dall'aprire un negoziato, ma si decise all'ultimo di non farlo. Si era comportato così troppe volte.
    Rimase in silenzio, mentre il suo cuore era ad un passo dall'esplodergli sul petto.
    Nessuno sarebbe giunto a salvarlo, nè Omoi né Aloysius.
    Quando il suo corpo fu issato e appoggiato sul lettino ghiacciato, Deveraux emise solo un lamento.
    I suoi occhi si spensero e con essi la speranza di uscire vivo da quel covo.

    Pensò al diavolo ed esso giunse.
    Un aura oscura avvolse l'intera stanza.
    Sentì una porta chiudersi dietro di sè, dove il suo campo visivo non poteva dirigersi.
    Iniziò a tossire. Si sentiva così sconfitto da non provare nemmeno rabbia per quel brutto tiro giocato da Jeral contro di lui, che nel bene e nel male aveva sempre seguito i suoi ordini, anche se controvoglia.

    CITAZIONE
    « Sei un mortale coriaceo, Yotsuki. »
    « È tutto pronto, mio signore. »

    La risposta dell'altro non lo colse impreparato.
    CITAZIONE
    « Se hai qualcosa da dire, fallo ora. »

    Chiuse gli occhi. La sua mente volò a Oto. Gli apparvero tutti i visi dei ninja con cui aveva collaborato, sopratutto quelli della sua seconda famiglia: Aloysius, Matsumoto, Yachiru ecc.

    Non ti credere il più forte del Continente. Là fuori c'è ancora della gente che può ucciderti facilmente. Il Garth dei Mikawa, Febh, Itai Nara... buona fortuna.

    Sorrise al pensiero che Aloysius o Febh un giorno avrebbero avuto la meglio contro quel mostro. Il Chunin di Oto doveva essere vendicato, nel modo più violento possibile.

    CITAZIONE
    « Non tornerai più ad Oto.

    Non rivedrai più i tuoi cari.

    Nella morte e dopo di essa, apparterrai per sempre al Flagello. »

    Non ebbe il tempo per rispondere.
    Udì le parole di Saigokage mentre tutto iniziava a vorticare velocemente. Chiuse gli occhi, senza rimpianti. Non avrebbe potuto far di più, anzi, era riuscito anche a spingersi oltre le sue possibilità.
    Un istante prima di crollare, come ultimo saluto, Deveraux maledì sia il Flagello sia il Dottore.




     
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11 replies since 15/12/2015, 19:36   383 views
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