Winter Cleaning

[Addestramento]

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  1. Mberu
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    Winter Cleaning

    Un nuovo genin in città




    Se c’era una cosa che non avevo tenuto in conto nel mio voler intraprendere la carriera ninja era il ruolo che mia madre avrebbe avuto in questo percorso.
    Una volta acquisito il titolo di genin immaginavo che sarei stato impegnato in svariate missioni, che mi avrebbero permesso addirittura di vivere da solo, magari non troppo distante da mia madre, ma comunque in autonomia.

    Così però non fu, le missioni accademiche erano veramente poche. Mia madre quindi, reputando che stessi buttando il mio tempo allenandomi in solitaria, era sempre alla ricerca di piccoli impieghi da potermi assegnare per racimolare qualche gruzzoletto utile alla precaria situazione finanziaria della famiglia. Il suo lavoro all’onsen aveva un’importanza particolare in quest’attività.
    Era proprio lì che mia madre veniva a contatto con quelli che sarebbero potuti divenire futuri committenti di qualche incarico.

    Lo era stato Benzo e lo erano stati altri.
    L’ultima donna a cui mi madre aveva avuto il piacere di “vendermi”, era una bisbetica di nome Machiko. Fra le sue rughe si intravedeva una bellezza aristocratica, di tempi però passati.
    Sia dal suo linguaggio corporeo sia dal suo modo altezzoso di parlare era facilmente intuibile che quella donna era cresciuta vedendosi assecondati tutti i propri vizi e capricci e non sentendosi mai dire di no. Questa la rendeva antipatica ai più. Nonostante l’onsen fosse frequentato da persone del suo rango, veniva spessa evitata anche dai, per così dire “pari grado”. Tutto ciò permise agevolmente a mia madre di attaccare bottone e di capire di cosa avesse bisogno e di come io sarei stato in grado di soddisfarla.

    A causa della notevole quantità di neve caduta nei giorni precedenti, Machiko si era ritrovata con tutto l’esterno della casa pieno di neve: tetti, grondaie, balconate, tutto ricoperto di acqua congelata. Uno degli elementi che era messo senza dubbio peggio era il cortile esterno. Oltre agli svariati centimetri di neve che ricoprivano tutte cose, le fronde degli alberi erano talmente carichi della coltre bianca che i rami si sarebbero spezzati da lì a qualche giorno se le temperature non fossero salite. In oltre la signora non adorava avere sconosciuti in giro per troppo tempo, quindi riteneva che due ninja, con i loro “strani poteri magici”, sarebbero stati in grado di assolvere al suddetto compito in maniera più veloce e secondo Machiko, più completa.

    Motivo per cui, nel giorno stabilito, mi misi in marcia per raggiungere le porte del villaggio, dove mi sarei incontrato con Ayuuki.
    La signora aveva infatti espressamente chiesto per due shinobi.
    Certo non potevo chiedere a Sho il torturatore o a Maki l’ubriacone, motivo per cui la mia scelta ricadde facilmente su Ayuuki. Dopo la mano che avevamo dato a Benzo sentivo la necessità di dare una raddrizzata al nostro rapporto, per quanto già mi fossi scusato in occasione di Shi-e-En.
    Con una delle mie solite lettere l’avevo dato la notizia, che era stata accolta di buon grado.

    Accompagnato dalle nuvolette di condensa, finalmente raggiunsi le porte, dove, con mia grande sorpresa potei notare Ayuuki con un bel coprifronte sulla fronte.
    Sorridendole da lontano, feci cenno con la mano ed affrettai il passo per raggiungere.

    Wooo!
    Complimenti Ayuuki, ora sei anche tu un genin.
    Non mi hai detto niente, sono veramente molto contento.


    Dissi allargando ancor di più il mio sorriso una volta che le fossi arrivato vicino.

    Eh brava brava, com’è andata? E’ stato così brutto?

    Così dicendo mi avvicinai e le diedi una piccola pacca sulla spalla.

    Dai incamminiamoci.
    Non voglio metterti ansia, però Machiko è abbastanza esigente.
    Quindi sarebbe meglio se parlassimo durante il tragitto.


    Così facendo iniziai ad incamminarmi verso la villa non troppo distante, incoraggiando Ayuuki a seguirmi con un semplice gesto della mano.

    Bene dicevamo?
    Ah si, raccontami un poco dell’esame!


    Ascoltai con attenzione la risposta della neo genin, contento di aver superato anche io il mio esame tempo fa e di non doverlo più ripetere. Quando ebbe finito di parlare decisi di voler raccontarle un poco di me.

    Io invece ho combattuto con un mio ex maestro.
    Si chiama Ryuu, è uno di Kiri.
    Me le ha suonate di santa ragione, non che io non abbia fatto altrettanto eh ahahaah


    Continuai sorridendo

    Però sai, era la prima volta che combattevo con uno di quel villaggio.
    Usano tattiche strane, differenti dal mio stile.
    Prima mi ha fregato con dei cloni acquatici, poi mi ha piantato un kunai nel polpaccio


    Mi fermai un attimo e piegandomi sulle ginocchia tirai su la gamba del pantalone, mostrando il foro del kunai.

    Vedi?

    Rialzandomi ripresi a parlare

    In più tra nebbia e cose varie mi ha anche fatto esplodere una bomba di sopra e infilzato due spiedi proprio al centro del ginocchio. Non hai idea del dolore…

    Per uno, due secondi persi lo sguardo nel vuoto mentre continuavo a marciare.

    Però anche io gliele ho date eh!
    Lo elettrizzato un bel pochino e gli ho fatto crollare una caverna di sopra..


    Poi mi venne un’idea e le lanciai uno sguardo

    Ehi ma ora che sei genin anche tu potremmo organizzare un bello scontro.
    Che ne pensi?


    Il ricordo delle pene causatemi da Ryuu era ancora vivido nella mia mente, ma la mia voglia di menare le mani era rimasta immutata.
    Il resto del tragitto continuò senza troppi intoppi, con il rumore della neve schiacciata a fare da contorno alla conversazione di due giovani shinobi.

     
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