Winter Cleaning

[Addestramento]

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  1. **Kat**
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    III ~ L'inopportuna invadenza delle vecchiette: Guerra!


    E

    ra la prima volta che la Fuyutsuki usciva dalle mura cittadine di Konoha con il coprifronte, che la rendeva ufficialmente una Kunoichi. Ai due Chuunin che registravano le entrate e le uscite dal Villaggio della Foglia ora doveva fornire i suoi nominativi non come cittadina del Paese del fuoco, ma come un Ninja di Konohagakure no sato. In un certo senso si sentiva più libera, anzi felice per essere riuscita a compiere un primo passo verso la sorella maggiore. Forse non tutto era perduto. E i suoi continui progressi ne erano la conferma.
    Il grado Genin però non era un traguardo per Ayuuki, ma solo una delle tante tappe. Non poteva adagiarsi sugli allori, anche perché il Villaggio era pieno di talentuosi Genin. E se voleva davvero riuscire a riportare a casa Ai-Oneesan doveva continuare con i suoi estenuanti allenamenti e non dimenticare i consigli di Okada-Sensei sull’importanza della teoria. Il suo percorso da Kunoichi era appena iniziato.
    Confrontarsi con Hiro-kun, oltre a conoscere qualcosa in più del ragazzo dalla chioma scarlatta, le permise di scambiarsi esperienze e sensazioni sul tanto temuto esame di diploma. Fin dall’inizio avevano istaurato un buon dialogo e c’era simpatia tra di loro. Non era un Genin borioso o saccente, anzi era sempre disposto ad aiutare il prossimo e pieno di energie. Inoltre riusciva ad infondere nell’animo della Fuyutsuki una certa positività, che aggiunta a quella già presente nell’animo della ragazza riusciva a creare una giusta sintonia di squadra.
    In cuor suo sperava di andare in missione con Hiro-kun o essere scelta come membro di una squadra genin capitanata da un Jonin o un Chuunin insieme al ragazzo. Erano già abbastanza affiatati come team e ciò avrebbe facilitato le cose anche al sensei che li avrebbe guidati. Ma per ora si godeva la “passeggiata” per i sentieri innevati del Paese del fuoco e la chiacchierata con il Genin.
    - Abbiamo un’altra cosa in comune! - Da quando lo aveva conosciuto aveva imparato a stupirsi di come fossero in realtà simili, nonostante provenissero da contesti sociali diversi. Il primo era il figlio di un pescatore, che si era dato da fare fin da piccolo per poter mandare avanti la famiglia, guidata dalla madre e dalla nonna dopo la scomparsa dell’unica figura maschile. Invece la seconda era figlia di una delle più importanti casate di Konoha, caduta recentemente in disgrazia per il tradimento di una capace e talentuosa Kunoichi, diventata una Mukenin. Due realtà completamente diverse, ma due caratteri particolarmente affini. Anzi ciò che mancava all’uno ce l’aveva l’altro, e viceversa.
    - Nemmeno il mio esame non è stato brillante. Ma alla fine ciò che conta è aver raggiunto il nostro obbiettivo.. no? Ma non il nostro traguardo. Si può sempre migliorare. - A riguardo aveva le idee piuttosto chiare. Ed era certa che Hiro-kun avesse concordato con lei.
    Dopo una decina di minuti di marcia con passo cadenzato i due Genin raggiunsero la destinazione. La villetta di Machiko-sama era quasi una reggia. Gli ampi spazi e la maestosità dell’abitazione lasciava intuire che la facoltosa donna aveva ereditato più del dovuto dopo la morte di suo marito. Era una ricca vedova e poteva permettersi ogni capriccio che desiderava, anche disturbare due giovani Genin sottraendoli da eventuali missioni o incarichi per il Paese del Fuoco. La sua villa aveva bisogno di una ripulita e non c’era nulla di più importante.
    Anche la stessa Fuyutsuki rimase piacevolmente colpita, anzi meravigliata dalla costruzione architettonica che innevata acquistava un tocco mistico. Era davvero una bellissima residenza. Nemmeno i Fuyutsuki agli albori della loro fama possedevano una villa tanto sontuosa. Erano sempre stati dei nobili piuttosto modesti e ligi al dovere. Si concedevano qualche vezzo nobiliare, ma raramente ostentavano le loro ricchezze o mostravano superbia. Andavano orgogliosi del loro nome, della loro famiglia.
    Ma Ayuuki non aveva fatto i conti con l’unica abitante di quella villa. Machiko-sama li aveva scambiati per due ragazzini in cerca di dolci o mendicanti desiderosi di carità. Non aveva minimamente ascoltato le parole della Genin e Hiro-kun non aveva nemmeno avuto il tempo di parlare. La porta di pomelli dorati come si era aperta così venne chiusa. Il tutto eseguito con una certa superficialità ed insensibilità. Era proprio vero, più le tasche traboccavano di Ryo più piccoli diventava la dimensione del cuore. Quella vecchia e bisbetica donna aveva fin da subito dimostrato il suo pessimo caratteraccio.
    Il ragazzo dalla chioma rossa la prese diversamente dalla Fuyutsuki, mentre la ragazza sembrava oltraggiata ed offesa dal comportamento asciutto ed insensibile di Machiko-sama, lui era scoppiato in una fragorosa risata. Anzi ci mancava davvero poco che si piegasse in due. Il teatrino inscenato dalla nobile donna l’aveva divertito.
    La mano della Genin si alzò, stretta in un pugno, per poter bussare con maggior impeto. Stavolta senza utilizzare nemmeno il pomello dalla testa leonina. Anzi aveva tanta voglia di strapparlo via o fare qualche dispetto nel cortile innevato. Forse cavare gli occhi ad alcune strade o abbatterne un paio avrebbe gettato la vecchietta nello sconforto. Lo spirito natalizio non sembrava affatto averla addolcita. Ma la sua mano venne afferrata provvidenzialmente da Hiro-kun prima che potesse sfiorare il pregiato legno della porta. - Uhm? - Lanciò un’occhiata interrogativa al ragazzo, quasi non comprendendo la motivazione di quel gesto. Il suo impeto di rabbia le suggeriva di sfondare la porta e cantagliene quattro a Machiko-sama. La più piccola dei Fuyutsuki era cara e dolce, ma meglio non farla arrabbiare. - Pfff! - Sbuffò arrendendosi all’opzione più diplomatica del ragazzo. Sicuramente la sua era la scelta migliore da fare, anche perché ne andava della reputazione della madre di Hiro-kun. Non voleva metterla in imbarazzo.
    - Ok! Parlaci tu.. io mi rifiuto. - Rivolse lo sguardo altrove con un pizzico d’orgoglio mentre mosse la mano per liberarsi dalla presa del ragazzo. Alzò le spalle e cedette il passo, retrocedendo appena e scendendo dal marmo su cui era poggiato un tappeto, ormai bagnato e coperto di neve. Sospirò. L’idea di entrare nell’abitazione di quella donna non le piaceva affatto, ma non poteva fare altrimenti.
    Quando Hiro-kun bussò una seconda volta dall’altra parte della porta si udirono abbastanza distintamente un brusio tutt’altro che lieto per i due Genin e dei passi trascinati boriosamente. La vecchia Machiko-sama sembrava infastidita dall’insistenza dei due trovatelli. Già, perché per lei i due Genin erano solo due mendicanti formato “mini” disposti a tutto pur di rubarle una caramella o un sacchetto di Ryo. Aprì di nuovo la porta e squadrò con durezza entrambi gli Shinobi del Villaggio della foglia. - Vi ho detto che… - Stava quasi per cacciarli via di nuovo, ma le parole precise e chiare del Genin furono rivelatrici. Ma nonostante la situazione non un minimo d’imbarazzo o dispiacere comparve sul volto della donna. Anzi sembrava quasi che volesse far intendere che non si sentiva affatto responsabile di quel disguido. - Mi erano stati promessi due Shinobi.. non due ragazzini. Ma se il Villaggio di Konoha non ha da offrirmi nulla di meglio.. lasciamo perdere! Entrate pure. - Alla fine non sembrava molto contenta dell’arrivo dei due Shinobi, ma l’esterno della villa andava pulito.
    L’atrio della Villa corrispondeva alla sfarzosità del cortile esterno. Anche qui c’erano alcune statue, ovvero busti bianchi come la neve adagiati su mezze colonne di marmo. L’atrio si apriva a semicerchio, con due rampe di scale ai lati che davano sull’arcata d’accesso al primo piano della struttura. L’entrata era pavimentata con una moquette rossa e ben curata e Machiko-sama invitò i due giovani ad abbondonare i loro calzari bagnati per evitare di macchiarla. Voltò le spalle e fece un cenno per essere seguita. - Seguitemi! E non toccate.. nulla! - Enfatizzò soprattutto quest’ultimo avvertimento. Infatti lungo tutto il corridoio centrale, le pareti erano adornate da quadri e tele d’inestimabile valore. I busti si alternavano ai quadri e c’erano alcuni che ritraevano la bellezza di Machiko-sama nel fiore degli anni. Altri invece che ricordavano il defunto marito ed alcuni nipoti.
    I Due Genin si ritrovarono in una vera galleria d’arte. Una piccola collezione di una donna d’altri tempi che amava il bello e l’antico. Alla fine del corridoio si aprì un’ampia stanza per gli ospiti. Era un salottino con diversi cuscini e un tavolino da thè al centro. Di fronte si aprivano delle vetrate da cui filtrava la tenue luce invernale. E si potevano intravedere i campi ed alcune stalle di proprietà della donna sul retro dell’abitazione. La stanza, nonostante fosse ampia ed adornata con una fornita libreria, era abbastanza accogliente. In un camino ardeva della legna e riscaldava gli ambienti interni dell’abitazione. Su un lato c’erano alcune rampe di scale che probabilmente portavano ai piani superiori. - Accomodatevi. Gradite del Thè o una cioccolata calda? Ho anche dei biscotti se volete. - Si rivolse con garbo ai due Ninja. A quanto pare la sorpresa iniziale l’aveva inacidita, ma ora sembrava abbastanza disposta a dialogare per risolvere il suo “problema”. - Per me una cioccolata calda! - La Fuyutsuki finalmente interruppe il suo silenzio. Aveva seguito Hiro-kun senza meravigliarsi troppo delle bellezze di quella villa. Sembrava ancora diffidente e sul piede di guerra. Attendeva un passo falso della donna.
    - Come avete potuto notare.. il cortile esterno della mia villa è completamente ricoperto di neve. Lo stagno è ghiacciato, il prato soffocato dalla neve, le statue irriconoscibili e i rami degli alberi più deboli iniziano a cedere. - Insomma era una situazione disastrosa per una donna che aveva sempre il controllo su tutto. - Solitamente ho il mio personale giardiniere per questo genere di cose. Ma ho dovuto licenziarlo per aver fatto appassire i miei Gerani. Già.. una sciagura! - Cercò quasi conforto nei due ragazzini. Conforto che non arrivò da Ayuuki, che la squadrava ancora con aria diffidente. Non aveva seppellito l’ascia di guerra.
    - Oh! - Coprì con una mano le labbra secche e sottili. Scoppiò in una rauca risata, che sembrò piuttosto dettata dall’ipocrisia. - Mi sono dimenticata di presentarmi. Machiko Ishii. E tu devi essere il figlio della Signora Abe, la simpatica inserviente dell’onsen che frequento settimanalmente. - Squadrò Hiro-kun, per poi passare sulla ragazza al suo fianco. - E lei? È forse la tua fidanzatina? - Aggiunse con tono inquisitorio. - … - Ayuuki iniziò ad affilare la sua ascia da guerra.


     
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