La Baracca dello Sciamano nella Palude

Casa di Sanjuro

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Palude dello Sciamano
    Capitolo Quinto


    Atto VI
    Vincitore †

    Quando colpii in testa il mio acerrimo nemico, BOOOOM! una violentissima esplosione mi investì, facendomi cadere indietro, più in là di qualche passo. Avevo le braccia doloranti, molto ferite, i muscoli terribilmente malconci ma l'orgoglio ... oh, l'orgoglio stava benissimo! Ero così pieno di me, così felice di aver sconfitto la mia nemesi, di essere finalmente pronto ad andare a recuperare Saruhcosa che mi alzai immediatamente, di scatto. Credo, in realtà, di essermi alzato facendo leva con la testa, blaterando strane parole. Il Flagello era scomparso, probabilmente l'esplosione lo aveva disintegrato, di lui non restavano neanche brandelli di cervello o budella, avrei potuto utilizzare il suo sangue nelle mie boccette, sarei stato acclamato dal mondo intero come salvatore dei quattro villaggi! Ma una brillante aura dorata proveniente da un putrido cespuglio d'erba davanti alla palude attirò la mia attenzione: come un felino incuriosito da un fascio di luce, mi avvicinai chino, pensando «Menomale ho il perk "Ninja", le armi a distanza infliggono il 3.5X di danni e quelle da corpo a corpo il 10X!"» Scostai l'enorme cespuglio che cadde nella palude e notai delle fantastiche ambrosie dorate. Inspiegabilmente il mio corpo iniziò a chiedermi in modo ossessivo del cibo, prima poco, poi sempre di più, ancora, ancora. Non mi rimase altro che arraffare quel dorato vegetale e nutrirmici. Sembra impossibile da credere ma iniziai a capire ancor meno quel che mi stesse capitando. Uscii di corsa dalla spelonca e, vista la luce, ricordo solo che caddi. Tutto poi, si fece buio.

    [...]


    Tutto Pronto
    Capitolo Sesto


    Atto VII
    Rinsavire e non capire †

    Mi svegliai prono, con la testa poggiata a terra e le gambe piegate con, il deretano che puntava al cielo. « Ma che cazz ... » pensai, mentre rapidissimamente mi tirai su. Puzzavo in maniera disumana ma i miei abiti, bende escluse erano puliti. Avevo giusto qualche ramoscello attaccato ai vestiti e delle macchie di fango sparse sulle bende. « Cosa diavolo è successo? » pensai ancora mentre mi portavo la mano destra alla testa e solo in quel momento mi resi conto di avere in mano un ramoscello. « Eh? »
    Guardai la palude, ancora non capendo bene il motivo per cui fossi lì. Sentii poi degli sghignazzi provenire dalla mia destra e, voltandomi, potei distinguere delle guardie che mi indicavano e si sussurravano qualcosa. Ero ancora più confuso. Feci due passi in avanti e notai Sanjuro, lo sciamano da cui mi aveva mandato Itai, che si grattava un vistoso bernoccolo pulsante sopra la testa, seduto sul pontile davanti ad una pozza paludosa. L'uomo subito mi rivolse parola, complimentandosi: « Spadaccino, qui oggi hai compreso l'essenza stessa della via della spada, ora puoi abbattere i tuoi nemici anche con un filo d'erba. Ora dammi quel ramo leggendario, ne creerò una spada per te oggi stesso, e te la farò recapitare al tuo alloggio appena sarà pronta. Nel tuo destino, ci sarà un giorno la capacità di abbattere i tuoi nemici anche senza spada, ma solo tu saprai quando verrà quel momento. Ora vai, che io ho da incontrarmi con uno scoiattolo. » disse, facendo più e più volte cenno con la mano di passargli il ramo leggendario. Davvero non avevo idea di quello che stesse succedendo ma sicuramente non avrei avuto bisogno di un ramoscello. Porsi la mano, quasi lanciandoglielo e glielo diedi. Lo sciamano poi non mi rivolse parola, anzi, si alzò, osservando il bastone, e si diresse verso la boscaglia. Non mi rimaneva che andarmene e sperare che davvero quell'uomo riuscisse a fornirmi una spada degna di questo nome per recuperare Saruhyondo.

    [...]


    La mattina seguente, un messo entrò nella zona clan Kenkichi cercando il sottoscritto: aveva una busta nera ed una lettera, o meglio, aveva un sacchetto della spazzatura bucato in più punti ed una lettera mezza accartocciata. Lo ringraziai e presi il tutto. Aprii prima la missiva, leggendone il rincuorante contenuto: « Mi sono ricordato di aver visto anni fa un santuario Kenkichi pieno di spade non troppo lontano da Kiri, ma sono certo che non ti interessi, non sarebbero certo potenti come questa. Sanjuro »
    I buchi mi permisero di intravedere il duro legno con il quale l'arma era composta ma solo scartandola potei notare l'inutile presa di giro cui venivo sottoposto: una sorta di bokken orribile, con ancora della corteccia, totalmente sbilanciato, stava ancora nella mia mano destra. A chi diavolo mi aveva affidato il Mizukage? « Dannazione Itai, come diavolo la recupero Saruhyondo con questa!? » urlai al vento, facendo tremare ogni singolo centimetro di terreno intorno e costringendo gli uccelli a scappare terrorizzati dai loro nidi tra le chiome degli alberi.




    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.



    Edited by Ade Geist - 5/3/2016, 21:22
     
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