[Gioco] Euiko, la Dea Bianca.

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Euriko, la Dea Bianca

    I



    Ayame mi fissò sottecchi per un lungo gelido istante, puntandomi contro il pennello che in tutta risposta schizzò alcune gocce di colore azzurro che finirono sulla vecchia maglia che avevo indossato ed in faccia. Lo fai solo per scappare, dillo.
    L'accusa era oltraggiosa! Era vero che non amassi molto i lavori di tinteggiatura e che avremmo potuto farceli fare, ma Ayame aveva insistito affinché fossimo noi, con le nostre mani, a preparare la stanza del bambino che sarebbe arrivato da lì a qualche mese e la cui presenza iniziava a vedersi nel ventre di Ayame. Tuttavia usare una missione di rango elevato per fuggire era follia.
    Ah ma che dici! È il mio lavoro. esclamai, appena offeso, mentre affondavo il rullo all'interno della vernice. Ovviamente non potevo usare nemmeno i cloni per finire prima: “l'importate è il sentimento! Se bariamo, che razza di momento famigliare è?”
    Essendo quelle le intenzione non aveva nemmeno tutti i torti.
    No il tuo lavoro è gestire il villaggio. Puntualizzò. Era vero, le missioni ero io ad assegnarle piuttosto che a doverle fare ma essendo qualcosa di pericoloso e non essendoci altri shinobi all'altezza mi ero proposto da me.
    Non che potesse farlo qualcun altro. Dai Ayame, tranquilla. La rassicurai, avvicinandomi. Lei voltò il capo, offesa ed io le diedi un rumoroso bacio sulla guancia, attirandola a me con la mano libera dal rullo.
    Quando torno continuiamo, ok? mormorai, mentre lei – ovviamente – mi dava una gomitata sull'addome senza grossi effetti.
    Ok, maledetto.
    Che razza di assurda brontolona che era.


    L'altro individuo scelto per quella missione era Seinji Akuma, in arte Asmodai. L'uomo privo di volto (ancora per poco, visto che Meika Akuma mi aveva assicurato di essere in grado di cambiargli i connotati in maniera definitiva) venne convocato presso casa mia. Quando giunse ad aprirgli la porta trovò una bambinetta di cinque anni e mezzo che lo fissò per un momento appena spaventata dalla maschera.
    Nana, fai entrare il signore! urlai dal soggiorno. La bambina non disse nulla, semplicemente arretrò e corse nuovamente in camera sua a giocare con sua sorella. Quando Asomdai entrò in soggiorno mi trovò intento a lavorare. Alcune pile di foglie erano messe sul basso tavolino davanti al comodo divano ed io sedevo su esso, intento a leggere alcuni rapporti. Solito noioso lavoro di Kage.
    Ehi Asmodai, scusa se ti ho convocato qui, ma ho deciso di passare un po' più di tempo a casa ultimamente. Non che questo mi esima dal lavorare comunque come un mulo. Puntualizzai, posando le carte sul tavolino.
    Accomodati, ci sono due cose di cui dobbiamo parlare. Una volta che l'Akuma si fosse seduto sulla poltrona che gli avevo indicato, parlai.
    La prima riguarda la tua faccia. È ora per te di levarti quella maschera ma come ti annunciai dovrai dimenticare i tuoi vecchi lineamenti, Asmodai. Meika sarà in grado di darti un nuovo viso, almeno così mi ha assicurato, per cui voglio che tu vada decisamente presto da lei per questo. Il secondo motivo è una missione di protezione di una credo Principessa in un'isola remota. Grado A, pagano un ammontare incredibile di denaro e solo i Kami sanno quanto Kiri ne ha bisogno ora... ci andremo insieme e partiremo domani all'alba, ergo, per la faccia è una cosa che devi fare alquanto in fretta.
    Avevo idea però, per quanto l'ordine fosse stato affrettato, che il potersi togliere la maschere dal viso in pubblico avesse finalmente i suoi vantaggi. Il personaggio di Seinji Akuma non sarebbe di certo morto, ma Asmodai sarebbe divenuto l'attore principale. Se fosse stato necessario i suoi connotati potevano tornare quelli di un tempo ma era ora di rendere quella modifica definitiva. C'erano troppe arti oculari al mondo in grado di vedere sotto le maschere per continuare a fidarsi delle stesse.


    Il giorno dopo partimmo e finalmente Asmodai non aveva più una maschera. Avevo evocato Yogan giusto qualche minuto prima e la dragonessa era in forma umana dinanzi l'Amministrazione dove ci eravamo dati appuntamento.
    Ottimo, Meika ha fatto un buon lavoro. Constatai notando come fosse irriconoscibile rispetto a prima. Era proprio ciò che mi aspettavo.
    Oh, dunque tu sei il tizio mascherato. Disse la dragonessa. Almeno ora non dovrai più tenere sempre quella cosa lì in faccia. Immagino puzzasse oramai. Aggiunse prima di cambiar forma.
    L'enorme drago comparve dinanzi a me ed io vi saltai in groppa. Yogan era una forma di spostamento a dir poco invidiabile: rapida ed instancabile, oltre che dotata di un sistema di autodifesa notevole.
    Ci vorrà almeno un giorno di viaggio senza pause per arrivare, dunque un giorno e mezzo visto che non voglio che Yogan arrivi stanchissima. Era evidente che volessi attorno a me la dragonessa in qualsiasi momento. Partiamo. E Yogan partì come un razzo e ben presto Kiri fu distante e noi vagavamo tra le fredde nubi diretti verso sud.


    La valle era incantevole. I monti erano alti e possenti e man mano che Yogan planava verso il basso divennero via via più grandi e maestosi. Tra essi si apriva la valle che era la nostra destinazione solcata da un impetuoso fiume d'acqua fredda che si perdeva a vista d'occhio verso est. L'aria era fredda a quelle quote e Yogan ben presto decise di scendere diretta con rapidità verso il suolo, laddove ci era stato indicato di trovarsi.
    Quando giungemmo Hoshikuzu era già lì. Ero a conoscenza del fatto che lui fosse nella missione e la cosa francamente mi sollevava: un alleato potente come lui poteva facilitare di molto il lavoro, del resto.
    Hoshi! lo salutai, battendogli una mano sulla spalla destra. Una missione assieme, come ai tempi di Iwa, da quanto tempo! sperando che quella finisse molto meglio dell'ultima. Lui è Asmodai Akuma. Asmodai, lui è Hoshikuzu Chikuma. Non ti hanno ancora fatto Kazekage? Che aspettano quei bacucchi? domandai, mentre camminando ci avvicinavamo al grande sacerdote.
    Aspettavo di trovarmi dinanzi un “vecchio bacucco” per l'appunto, ma in realtà si presentò un giovane uomo serio e posato che si scusò dello scarso preavviso della missione.
    Mentre ci avvicinavamo ebbi la sensazione di essere catapultato in una vasca fredda per un istante e rabbrividii. Yogan, che non era abituata a provar freddo, rimase sorpresa. Oh ma che è successo, avete sentito? disse la dragonessa nella sua forma di ragazzina.
    Te ne sei accorta anche tu? domandai. Yogan annuì, ma stranamente non avvertiva nulla di spiacevole. Anzi, sentiva che la sua fatica stava venendo ristorata molto meglio del solito. Quando ci trovammo dinanzi il gran sacerdote non potei esimermi dal domandargli che cosa fosse stata quella strana sensazione che avevamo avvertito.
    Io sono Itai Nara, Mizukage di Kiri. Lei è... Yogan, drago dell'ovest! disse la ragazzina alzando un braccio. Non sembrava di certo un drago, tuttavia era bene non chiederle di dimostrarlo poiché forse l'apparizione di una tale bestia in un luogo così pacifico poteva essere alquanto sconveniente.
    Mi è sfuggito il suo nome, gran sacerdote. Comunque quando siamo arrivati abbiamo avuto una sensazione di freddo, come se dell'acqua gelida ci cascasse addosso all'improvviso. Sa per caso da cosa dipende? domandai, mentre ci avviavamo verso il palazzo.


    Giunti al tempio fummo presentati alla Prima Sacerdotessa che pareva nonostante le dimensioni non proprio eccessive parlava col tono autoritario di chi era abituato a dare ordini dall'alba al tramonto. Ci spiegò che non era saggio guardare la donna direttamente, per via del suo grande potere, al che aggrottai le sopracciglia appena stranito. Non ero un tipo religioso, ero certo che quei “poteri divini” non fossero altro che la dimostrazione di una tecnica molto antica e molto potente, ma difendere una persona che non si poteva vedere poteva essere problematico.
    Decisamente.
    Fummo dunque condotti nella grande stanza dove la Principessa e diverse giovani donne attendevano. Non potei guardarla ma potei osservare le altre giovani donzelle che erano tutte attorno. Col mio sesto senso

    Percezione del Chakra [0]
    Speciale: L'utilizzatore può vedere il colore del chakra di una persona osservata. L'utilizzatore può scoprire alcuni aspetti del chakra: impronte possedute; alterazioni da tonici, droghe, tecniche speciali, possessioni e simili; quantità approssimata della riserva.
    osservai le giovani ragazze notando come esse avessero una discreta quantità di chakra, ma non potevo determinare se fossero addestrate o meno anche nel fisico.
    Fummo presentati ad Euriko e lei parve ben più modesta di quanto tutto il culto costruito attorno a lei mi avesse fatto credere. Si definiva una “ragazza del sud”, ma era indubbio che dentro di se covasse un potere tremendo.
    Forse non utile in combattimento, tuttavia ben oltre qualsiasi aspettativa. Mentre parlavo mi sentivo pieno di energia e se si considerava il fatto che in quanto Jinchuuriki ero sempre, costantemente, pieno di energie l'azione della Principessa su di me era a dir poco esplosiva. Il cuore batteva forte nel petto, non tanto per emozione, ma come per uno strano effetto fisiologico che pareva accelerare qualsiasi cosa dentro di me.
    Quando lei smise di parlare mi sentii stranamente vuoto e freddo.
    Subito dopo lei si ritirò in preghiera e ci spiegò la situazione politica dell'isola e di come il matrimonio con la Principessa fosse fonte di potere reale. Qualcosa immediatamente aizzò la mia attenzione e quando ci fu spiegato il grave accadimento di pochi giorni prima iniziai a teorizzare qualcosa. Dove vi era potere nascevano invidie. E dove vi erano invidie la parte più oscura dell'animo umano veniva fuori.
    Ho diverse domande. Dissi quando i nostri mandanti ebbero terminato di parlare. La natura di questo matrimonio è chiara, tuttavia non è possibile che si creino attriti tra i Daimyo per questo? In particolare, non vi viene in mente un Daimyo che potrebbe avere delle invidie o risentimenti rispetto la scelta di Hiroya Hisashi. Ho altri pensieri in mente, ma non conosco gli attori coinvolti per cui vi prego di prendere tutte le mie parole come supposizioni e non come offese. Dinanzi un atto sacrilego senza precedenti però spero siate pronti ad abbracciare qualsiasi amenità possibile. Dissi. Talora la gente religiosa era di vedute strette e pronta a vedere insulti e blasfemie ad ogni piè sospinto. Se il compito è proteggere la Principessa, dovremo farlo e non potremo fidarci di nessuno. E con nessuno intendo nemmeno voi. Mi dispiace, ma se vi siete affidati agli esperti di guerra spero comprenderete che è necessario. Asmodai, Hoshikuzu, siete capaci di condurre un interrogatorio? Vorrei che interrogaste il gran sacerdote e la Prima Sacerdotessa domandando loro se sono coinvolti nella morte della ragazza.
    Sapevo benissimo che il tutto poteva essere preso come un grave insulto al loro credo, ma come avevo detto, dinanzi ad un atto sacrilego non vi era fiducia che tenesse, non vi erano tradizioni che fossero sacre e tutto sarebbe dovuto essere messo in discussione.
    Durante l'interrogatorio, se Hoshikuzu avesse svelato la sua capacità di far domande, avrei osservato l'interrogato col mio occhio interiore per comprendere, grazie alla diminuzione della sua riserva di chakra, se si stesse opponendo o meno alla domanda.
    Solo allora avremmo potuto avere la certezza che l'aiuto di quell'uomo e di quella donna fosse sincero e fidato. Era una missione di rango elevato e non volevo lasciare nulla al caso.

     
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