Falce dei Kaguya
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Se l'Inferno ti sorride...
Passeggiare con qualcuno che si definiva il "Flagello Immortale" era, verosimilmente, non la cosa più salutare da fare, ma, per una serie di eventi e per la sua ossessione verso la Vendetta ed il contorto piano con cui voleva portarla a termine, Feng Gu, il Risorto Kaguya, che una vita prima era stato il Mizukage di Kiri, si trovava ora sui confini del Paese delle Cascate assieme al suddetto soggetto.
Certo, non vi erano grandi chiacchiere fra i due: da quel punto di vista, probabilmente, la compagnia di Hoshikuzu Chikuma era per Zong Wu (quello il nome del Risorto quando viveva a Suna) molto più allegra, ma non si accompagnava a Jeral per la sua solarità, bensì per altri obiettivi.
E poi, Feng Gu aveva già abbastanza voci nella sua testa a tenere lui compagnia.
Che diavolo ci facciamo qui???? Dovresti essere a caccia di Hayate, dovresti cercare un modo per raggiungere il Sanga e vendicarti! Dannazione! Anche andare a donne ed alcool sarebbe meglio di tutto questo!
Fratello, per la Vendetta abbiamo bisogno di più potere e non solo quello fisico... lo sai bene. Per quel che riguarda Hayate, poi, ti ricordo che il Flagello Immortale qui è la traccia migliore che abbiamo!
E poi è così divertente camminare con lui! Finisci sempre per uccidere qualcuno, più spesso di quando andiamo in giro con il nanetto Rosso, o altri!
Sì, ma è un pazzo psicopatico!
Ti posso ricordare che collezionavi ossa dei tuoi nemici? Che hai messo sotto sale gli occhi e la lingua di un ninja che ritenevi avesse tradito il tuo villaggio? Che tenevi in una boccia il cuore di un uomo? Sei sicuro di poter definire lui pazzo?
Non ha tutti i torti...
Il Risorto stava per intromettersi egli stesso in quella discussione nella sua testa, quando, improvviso e dal nulla, apparve qualcuno dinanzi a loro e persino il Flagello si fermò, forse sorpreso, tanto quanto il Kaguya (che poteva vantare sensi fra i più fini esistenti).
Feng Gu era ancora intento a realizzare che la figura davanti a loro, di spalle, non emanava alcun calore o odore, ragioni per cui, verosimilmente, non lo aveva percepito avvicinarsi, quando fu Jeral, inaspettatamente, ad interrompere il silenzio, con una frase che rivelò come quello sconosciuto (o sconosciuta non era chiaro) gli fosse, in qualche modo, noto.
Che bello! Altra gente perfettamente normale con cui avere a che fare!
Ti devo ricordare ancora della collezione di ossa?
E sta zitto, bassorilievo petulante!
In verità, fratello, c'era anche altra gente strana a Kiri... il tuo inquilino che si credeva un gatto mannaro, il genin diventato donna, il ninja medico con la propensione per la sodomia... devo continuare?
L'attenzione del Risorto, intanto, si era però focalizzata sulla "persona" davanti a loro, che dapprima si era rivolto al Flagello, parlando proprio di Feng Gu come se non fosse lì, poi, parlò direttamente con lui, definendolo "Monaco" e, in effetti, in quel momento non era tanto Feng Gu il Mercenario proveniente dal Paese della Terra, quanto piuttosto lo Shogenin, Zong Wu, per abbigliamento e modo di apparire... ma quello poco cambiava per lui.
Lo sconosciuto, intanto, verosimilmente preso il silenzio dell'altro come un cenno d'assenso, rivelò una sorta di strana maschera quasi sorridente e disse che "loro erano" Namida, con tutto un annesso slogan che non impressionò eccessivamente il Kaguya, che rimase tranquillamente ad ascoltarlo parlare.
E lì, per fortuna, la cosa divenne più interessante: il tizio gli indicò un luogo, ai confini del Paese dell'Erba, chiamato la "Bocca dell'Inferno", dalle caratteristiche tutt'altro che invitanti, per i più almeno.
Namida parlò del "Demone" e della possibilità di confrontarsi con lui per "l'obolo con le qualità necessarie", da come ne parlavano, sembrava lo stesso Demone che avevano detto di servire, peccato che un gesto di Jeral concluse quel parecchio inusuale invito con la scomparsa dell'individuo e solo il mantello logoro, diviso in due, sul terreno.
La situazione era quanto mai strana e lo divenne ancora di più quando il Flagello definì Namida dei "maledetti lunatici": con una mezza risata, il Risorto sottolineò che Probabilmente lo potrebbero dire anche di noi due.
L'altro, nel frattempo, sembrava desideroso di uccidere il "Demone", la divinità di questa "Namida", accennando anche ad un collegamento con il "Primo demone del suo precedente regno", una frase che Feng Gu non comprese al meglio.
Dubito che il Sanbi si trovi in questa Bocca dell'Inferno, altrimenti Itai sarebbe davvero un pessimo Mizukage ed un persino peggiore Jinchuuriki...
Che altri demoni ti vengono in mente, fratello?
Non ci volle che qualche minuto perché i ricordi d'infanzia di uno Shiltar che sognava di diventare uno dei Sette Spadaccini della Nebbia, risalissero alla mente del Risorto: Zabuza Momochi era chiamato il "Demone della Nebbia", poteva essere quello il collegamento?
Gli importava poco se lo fosse stato o meno, l'opportunità di abbandonarsi, però, ad una violenza così gratuita come quella che le parole dello Sconosciuto, prima, e di Jeral poi, lasciavano intendere, però, era molto accattivante: in fondo già il defunto Mizukage era sempre stato attirato dalla possibilità di sfogare la propria violenza, prima ancora che dalle necessità di villaggio o di clan, allo stesso modo, lo era il Risorto.
Se a questo poi, si aggiungeva una possibilità di avere qualche traccia, magari sulla Tagliateste, la spada che adesso era impugnata da Hayate Tamasizu (e quindi sul ninja stesso), la cosa era ancora più invitante.
Fu così, che Feng Gu si sbrigò nel seguire i passi del Flagello: Così, per pura curiosità: come hai conosciuto quel Lunatico?, avrebbe domandato, mentre avanzavano, desideroso di qualche informazione in più su chi avevano incontrato.
[...]
Arrivando in prossimità di quella "Bocca", la forma quasi di denti dei suoi contorni, lasciò facilmente intendere perché qualcuno l'avesse definita, per l'appunto, una Bocca, il fatto poi che non si vedesse nemmeno vagamente una fine di quella cavità aiutava, di certo, a definirla la Bocca dell'Inferno.
A sporgersi verso la stessa, sarebbe però stato possibile vedere che quel piccolo ingresso all'inferno era, quanto mai, selvatico.
Vegetazione fitta, una grande quantità di vapore che saliva (celandone la fine) dai quattro fiumi che, come cascate, scivolavano in quel minaccioso abisso e molto altro ancora, tutto questo aveva un che, forse, quasi di estatico, o almeno lo avrebbe avuto per uno spirito più poetico di quello del Risorto.
Restando qui, di certo non arriveremo da nessuna parte: né dal Demone, né all'Inferno, probabilmente., avrebbe esordito, La possibilità migliore, per non sprecare subito chakra cercando di scendere in questo abisso, o utilizzando un'evocazione, è avanzare lungo il perimetro... magari troveremo qualche traccia di un modo per raggiungere il fondo., propose, iniziando a guardarsi intorno.
Se Jeral non avesse offerto opzioni migliori, i due avrebbero potuto cercare lungo la vastità di quei confini, o almeno nelle immediate vicinanzefino a trovare le poche vie che gli erano offerte per scendere, quattro per la precisione.
I sensi particolarmente affinati di Feng Gu, infatti, avrebbero scovato senza problemi quella che si poteva definire una scala di roccia non naturale a circa un paio di chilometri ad ovest della loro posizione, lungo la "bocca" della voragine... forse il frutto del Doton di uno degli sventurati che avevano cercato di raggiungere il fondo? La scala, comunque, si perdeva nelle profondità della terra, non era chiaro dove arrivasse.
Forse aiutato da Jeral e dalla sua percezione del chakra, il duo avrebbe potuto notare tracce della fonte di energia dei ninja in quelle che, a ben vedere, risultavano essere una serie di rampicanti, che crescevano, in modo a dir poco assurdo, dalla voragine, come se un albero fosse nato, sottosopra, in quello stesso terreno. Le rampicanti, comunque, erano anch'esse schiave della gravità, quindi scendevano di nuovo verso l'abisso che le attendeva. La traccia di chakra era sulle stesse debolissima, ma presente, come se fosse un memento di qualche shinobi (o forse una trappola?).
Da una delle quattro cascate (la più vicina sulla loro destra, dal punto dov'erano partiti) che si generavano su quella voragine poi, poté notare il Risorto, si apriva una specie di grotta, la cui fine non era individuabile nemmeno con i sensi acuti dello shinobi, ma di certo naturale: un foro in uno dei denti di quella bocca.
Poco lontano dalla cascata stessa, poi, il terreno aveva scavato una sorta di scivolo, un punto rischioso da cui scendere, probabilmente soggetto a frane e quanto altro, che, però, come i precedenti, si perdeva nelle profondità coperte dal vapore acqueo dei fiumi poco lontani.
Che ne pensi? Il Dente bucato mi sembra l'opzione più appetibile, ma anche la scalinata potrebbe essere una scelta buona., avrebbe proposto il Risorto, indicando due delle opzioni che avevano trovato nel girare intorno a quella voragine.
Certo, Jeral, sicuro del suo essere immortale, avrebbe potuto anche lanciarsi nell'abisso, egualmente forse anche il Risorto, ma le doti curative dei due (in fondo i Kaguya sapevano rigenerare un limitato numero di ferite) sarebbero bastate per un volo di chilometri? E, soprattutto, quanto chakra gli sarebbe costato curarsi?
Stava comunque al Flagello dire la sua su come scendere nelle profondità della terra.
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OT: Ok, lascio a te il piacere di scegliere come scendere per questa nostra allegra gitarella (le immagini magari non collimano con ciò che c'era nell'ambientazione di Taki al 100%, ma ho pensato di dare un tocco realistico all'ingresso della bocca, almeno) ^^' /OT
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