L'Ignoranza dello Studioso

[Add TS per Haruki]

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  1. Bartok
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    La sua cecità, da lungo tempo, aveva cessato di costituire un limite nelle relazioni sociali. Imparando a dominare i sensi che gli erano rimasti, aveva trasformato quella condizione in un potente filtro. I suoi occhi spenti gli permettevano di ignorare il rumore di fondo, il disturbo generato dalla vacua apparenza, garantendogli un punto di osservazione privilegiato sulla specie umano. Emozioni, pensieri e sentimenti risultavano evidenti alla luce della sua rafforzata percezione ed erano diventati molto più semplici da rilevare e interpretare. Ovviamente, quella capacità era ben lontana dall'essere priva di errori. Esattamente come una spada appena forgiata, aveva bisogno di essere ben affilata prima di poter essere usata al massimo del suo potenziale. Tuttavia, questa maggiore chiarezza, non gli permetteva di comprendere il comportamento umano meglio di quanto potesse in precedenza. Le sue inclinazioni personali e l'educazione ricevuta l'avevano reso estraneo alla società contemporanea. Era del tutto incapace di agire e parlare in modo discorde rispetto alla rigida etichetta che gli era stata insegnata. Le ragioni che spingevano le persone comuni a comportarsi in un modo o nell'altro gli risultavano oscure. Nella sua mente esisteva solamente l'obbedienza e qualunque cosa fosse estranea a quel concetto gli risultava incomprensibile. Con quel piglio da automa, Haruki mostrava una goffaggine non indifferente nelle interazioni sociali. Pertanto, benché avesse rilevato una certa stizza nella risposta del Mizukage, non comprendeva da cosa quel sentimento potesse essere originato. Non aveva alcun interesse per la fama o la notorietà, quindi l'idea che Itai potesse essersi sentito ferito dal fatto che non sapesse della sua natura di Jinchuuriki non gli passò nemmeno per la testa. Al fine di porre rimedio ad un errore che non sapeva di aver commesso, scelse di scusarsi. Non era mia intenzione mancarle di rispetto, Mizukage-sama. Sfortunatamente l'educazione monastica mi ha impedito per molti anni di ricevere notizie su qualsiasi cosa succedesse all'esterno del Tempio. Si inchinò nuovamente, volendo sottolineare quanto fosse contrito per quella sua mancanza. Invece, il tono della sua voce, esattamente come i movimenti del suo corpo, non avverrebbero suggerito la presenza di alcun sentimento umano. Non aggiunse nient'altro e si limitò ad assecondare gli ordini, facendo attenzione a qualsiasi parola pronunciata dallo shinobi straniero. Ovviamente, quanto aveva detto successivamente si era rivelato una fonte di dubbi e incertezze ben più consistenti. Affidandosi al suo granitico autocontrollo, Haruki dominò la rabbia e lo sdegno causato dalla notizia che il Mizukage avesse interagito più volte con la reliquia. L'inettitudine del Consiglio di Suna aveva raggiunto un livello che non avrebbe immaginato nemmeno nel peggiore dei suoi incubi. Non solo avevano richiesto l'aiuto di un ninja straniero per un rito tanto sacro e rischioso, ma gli avevano addirittura permesso di visitare più volte la stanza in cui era sigillato il Rokubi. il Miyazawa non era a conoscenza dei poteri del Nara, quindi quella gli era apparsa come l'ovvia conseguenza delle sue affermazioni. Quelle rivelazioni rinsaldarono in lui la consapevolezza che l'attuale organo a guida del villaggio fosse del tutto inadatto al compito che era chiamato a svolgere. Inoltre, come era possibile che quell'abominio venisse definito "gentile"? I bijuu non era nient'altro che una minaccia, una fonte di potere altamente efficiente e altrettanto pericolosa. Niente di più che una massa di chakra dotata di vita propria. Non riusciva a capire come Itai potesse anche solo considerare l'idea di fare conversazione con un Bijuu. Anche l'opinione che aveva del Mizukage iniziò a spostarsi verso quella che nutriva nei confronti della dirigenza del Villaggio della Sabbia. Era uno sciocco se credeva che avrebbe lasciato a quella bestia la possibilità di decidere se collaborare o meno. Haruki gli avrebbe sottratto ogni stilla della sua forza, che quell'essere immondo fosse d'accordo o no. Lui rappresentava il volere divino e non avrebbe tollerato la disobbediente. E nemmeno il fallimento. Anche perché se non fosse riuscito nell'impresa di contenere il Demone, i sigilli tracciati sul suo corpo avrebbero agito nel migliore interesse del villaggio, uccidendolo. Haruki era ben consapevole della cosa e non ne era spaventato. Non riuscire in quell'impresa avrebbe costituito un disonore che era possibile cancellare solo con la morte.



    Quando Itai gli ordinò di avvicinarsi alla reliquia, rispose al comando con solerzia, compiendo velocemente i passi necessari a raggiungere l'oggetto sacro. La sua vita era stata costruita in attesa di quel singolo evento ed ora che era giunto il momento della verità, nel suo animo non albergava altro che serenità ed entusiasmo. Non v'era alcuna paura nel suo cuore, perché non aveva alcun motivo per averne. La sua vita aveva valore solo in quanto poteva agire come strumento della Fiamma. Se non si fosse dimostrato all'altezza di tale compito, avrebbe incontrato la sua giusta fine. L'idea di abbandonare il mondo agli Anziani del Tempio e ai membri del consiglio lo infastidiva leggermente, ma la Fede gli impediva di dubitare che Dio avesse presto trovato un altro adatto a servirlo, esattamente come aveva fatto con lui molti anni prima. Tese il braccio destro, appoggiando la mano sul contenitore del Demone. La volontà divina anima il mio corpo e la mia mente. Sono pronto ad affrontare qualsiasi prova. L'educazione ricevuta gli aveva permesso di accumulare un grande numero di informazioni sui nove demoni, garantendogli il privilegio di poter far fronte alle forme più comuni di rituale di sigillo. Ovviamente, nonostante la sua erudizione in materia, il monaco rosso non avrebbe mai avuto l'ardire di parlare apertamente di quella materia con un estraneo. Non avrebbe voluto macchiarsi d'arroganza, esprimendo un commento su un argomento tanto oscuro e non voleva rivelare accidentalmente informazioni segrete ad un ninja straniero. Non appeno toccò la superficie della reliquia, gli antichi sigilli tracciati sul suo corpo reagirono al contatto con il charka del demone. Come se fossero mossi da volontà propria, scivolarono sulla pelle di Haruki, invadendo la pietra che costituiva quel contenitore. Presto l'avrebbero ricoperto interamente.


    Edit: Corretti due errori che mi davano fastidio. >_<


    Edited by Bartok. - 6/5/2016, 12:14
     
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