L'Ignoranza dello Studioso

[Add TS per Haruki]

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  1. Bartok
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    La risata di quella creatura abominevole riempì l'aria, mentre ad Haruki veniva permesso di vedere la sua forma fisica. Fece un respiro profondo, si avvicinò di un passo e sollevò il capo, così che potesse abbracciarla con lo sguardo nella sua interezza. Come aveva studiato sugli antichi rotoli del Tempio, il Demone sembrava un'enorme lumaca dotata di sei code. Il monaco sospettava che dovesse essere alta almeno venti metri, ma non erano le sue dimensioni esterne a solleticare la sua attenzione. Anche ai bambini era noto che i nove fossero dotati di un potere sconfinato, ma esserne testimone di persona rappresentava un'esperienza totalmente disarmante. Benché Haruki non fosse ancora un sensitivo, in quel luogo poteva ammirare la forza del charka che ora era stato sigillato nel suo corpo. Per un secondo, lo attraversò l'idea che il suo allenamento non sarebbe bastato a fornirgli la forza per contenerlo. Soffocò immediatamente quel pensiero, vergognandosi perfino di averlo valutato. Lui era stato scelto dalla Fiamma. Era nato per portare a termine quel compito e niente l'avrebbe ostacolato. Strinse così forte il pungo destro che le sue unghie penetrarono nel palmo della mano, facendo cadere a terra qualche goccia di sangue. Il dolore purifica. Come sempre quella sensazione pungente riusciva a diradare ogni sua debolezza, obbligando la sua coscienza a ritrovare la forza necessaria a soverchiare ogni dubbio o paura.

    Ancora una volta la voce imponente della Lumaca rimbombò all'interno del Mondo interiore, distogliendolo dalle sue elucubrazioni. Faccio solo ciò che mi è concesso dalla Volontà di Dio. Non avrebbe pronunciato quelle poche parole con astio o disprezzo, ma in modo del tutto naturale e inespressivo, esattamente come gli avrebbe detto qualcosa di tremendamente ovvio. Il sole sorge sempre ad est, per poi tramandare ad Ovest: per il monaco questa frase era perfettamente equivalente a quella che aveva appena pronunciato. Aveva scelto di ignorare l'arroganza della creatura perché riconosceva nelle sue parole un fatale segno di debolezza: il bisogno di affermare la propria autorità, tipico di chi sa di non averne più alcuna. Il Rokubi possedeva un potere enorme, ma nemmeno tutto quel chakra gli sarebbe servito per sfuggire alla prigione che aveva creato. Poteva tentare di minare la sua fermezza mentale, ma Haruki non glielo avrebbe concesso. Per il momento, era pronto a rinunciare alla forza che avrebbe ricavato da quella bestia. Presto avrebbe ottenuto il potere necessario a piegarne la volontà e allora il Demone non sarebbe stato altro che un altro strumento della Fiamma. Una risorsa preziosa che l'avrebbe aiutato ad avvicinarsi ai suoi scopi. Nulla di più nulla, nulla di meno. Indubbiamente, l'idea di considerare quella creatura al pari di un essere umano non attraversò nemmeno la mente del rosso.

    Poco dopo la creatura aveva ripreso il filo del colloquio, interrogando il monaco sulla natura della sua ferrea determinazione. Io appartengo al Culto della Fiamma. La Fede in Dio è ciò che anima ogni mio respiro ed ogni mia azione. Aveva risposto a quell'inutile domanda solo per capire meglio la natura dei nove Demoni. Non gli interessava sapere veramente cosa pensasse della sua fede o di qualsiasi altra cosa. Quelle parole non erano nient'altro che una velleità da accademico, il prodotto dell'interesse di chi si ritrova difronte all'oggetto dei suoi studi. L'asettica curiosità di un tassidermia che si ritrova a sezionare un preparato. Il fatto che tutto quel chakra possedesse una propria volontà non era nient'altro che un tragico errore, ma Haruki era convinto che raccogliere maggiori informazioni si sarebbe rivelato utile in futuro.

    Mentre pronunciava quelle poche parole, il monaco rosso iniziò ad avvertire uno strano odore. A quel particolare si aggiunse anche una leggera irritazione alla pelle, agli occhi e al naso. Più secondi passavano, più quella sensazione diventava forte, fino a trasformarsi in dolore. Il rosso avrebbe potuto sopportare quella sofferenza per lungo tempo senza vacillare, ma il suo corpo non era allenato quanto la sua mente. In pochi istanti, perfino respirare sarebbe stato difficile, mentre la tosse che aveva preso a scuoterlo gli faceva sputare sangue. Anche la sua appena ritrovata vista sarebbe stata annebbiata da quegli effetti, colorandosi di rosso. Ormai non c'era punto del suo corpo da cui non colasse sangue. In preda agli spasmi, il monaco fu obbligato a piegarsi a terra, mentre con la mano destra si copriva la bocca, cercando di frenare i colpi di tosse. Probabilmente la creatura doveva aver iniziato a rilasciare una qualche sostanza nell'aria. Il Miyazawa non sapeva cosa fosse, ma non poteva ignorare l'enorme pericolo in cui si trovava. Non era il dolore a spaventarlo. Per anni era stato il suo fidato compagno, l'aveva accompagnato durante ognuna delle fasi del suo addestramento e ormai Haruki lo considerava un potente alleato. Ciò che gli dava da pensare era l'eventualità che quella rappresentazione del suo corpo cedesse, impedendogli di aver alcun controllo sul Demone. Un evento simile avrebbe avuto conseguenze disastrose. Probabilmente, il Rokubi avrebbe scardinato la sua prigione, riuscendo a liberarsi. Haruki non poteva permettere che ciò accadesse. Doveva trovare un modo per ribaltare la situazione e doveva farlo velocemente. La quantità di acido presente nell'ambiente stava continuando ad aumentare e presto di lui non sarebbero rimaste che le ossa. Non avendo molto tempo per decidere, avrebbe fatto ciò che sapeva fare meglio. Si sarebbe appellato alla Fiamma, attraverso una dimostrazione della propria determinazione. Ovviamente, ciò richiedeva un prezzo molto alto. Non si può ottenere nulla senza sacrificio. Un alone bluastro comparve intorno alle mani del monaco. E non c'è sacrificio senza dolore. Guarda, Demone. Questa è la misura della mia fede. Le avvicinò al proprio viso e ripeté il sacrificio che aveva compiuto in passato, quando ancora dimorava al Tempio della Fiamma. Il dolore fu immenso. Come se un mare di magma l'avesse appena travolto, carbonizzando qualsiasi cosa. Haruki dovette appellarsi ad ogni fibra del proprio essere per evitare di soccombere a tutto quello che stava attraversando. Niente di ciò era reale, tuttavia, benché questo gli impedisse di danneggiare il suo vero corpo, l'intensità di quell'esperienza non era per nulla ridotta. Invece di soccombere ad esso, Haruki avrebbe fatto ciò che gli Anziani avevano certato di insegnargli in anni di torture e supplizi. L'avrebbe incanalato e trasformato in forza da sfruttare per i propri scopi. Avrebbe mutato ciò che per i molti era una debolezza in potere. Con un enorme sforzo di volontà si sarebbe rimesso in piedi, mentre con la sua mente avrebbe cercato di prendere il sopravvento su quella dimensione. Voleva che il Rokubi provasse quello che lui stesso stava attraversando. Voleva che sentisse il suo dolore come proprio. Se Haruki avesse trionfato in quella manovra, avrebbe usato quell'occasione per minare il controllo che la creatura aveva sul mondo interiore, riportandolo ad una situazione in cui la sua esistenza non sarebbe stata minacciata. Avrebbe dimostrato al Demone che in quel luogo erano molto più simili di quanto pensasse e che la differenza che li separava poteva essere colmata. Quel giorno era ancora lontano, ma Haruki era sicuro che, grazie alla fede e all'impegno, avrebbe completamente piegato la volontà di quell'abominio.
     
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14 replies since 6/1/2016, 20:06   430 views
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