Una maschera migliore

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  1. leopolis
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    «Dialoghi»



    "Casa mia?" - rifletté Seinji sconsolato nel sentire la proposta di Meika, e dopo essersi rapidamente scusato per non avverla avvertita di essere venuto accompagnato da un illusione. - "Ma casa mia è un bordello!"
    "E poi," - a questo giro continuò Asmodai, - "non sarebbe meglio prima invitarla ad un bicchiere di saké, Seinji-san? Che ne so, magari camminare abbracciati sulla riva del mare al tramonto bevendo entrambi del buon vino frizzante della zona, - ovviamente a spese tue, - guardare i gabbiani come volano, ecc.?"
    "Ma se venisse a casa mia solo per farmi l'operazione!" - esclamò l'Akuma per continuare poco dopo: - "E poi guardala! E' così carina! I capelli bluastri che le cadono elegantemente sul viso, gli occhi che brillano di una luce intensta, e la pelle! La pelle!"
    "Tu ti sei lasciato influenzare dal Nara, caro Seinji... Ora anche tu ti sei innamorato!"
    "Non mi sono innamorato!"
    "Sì!"
    "No!"
    "Sì!"
    "No!"
    "Sì!"
    "NOOOOOOOOOOOO!"
    Immediatamente ricompostosi, Seinji reagì alla richiesta della giovane fanciulla con un piccolo inchino del capo, al che avrebbe parlato l'illusione a fianco a lui, anticipando non solo un cambio di volto del giovane Seinji, ma anche un cambio di intepretazione di sé, entrando nel ruolo più adatto alla faccia che stava per indossare da li a poco.

    «Ah, casa mia è un posto sicuro, Meika-san. Però abito da solo da molto, molto tempo in compagnia solo del pesce fresco che mi capita di pescare la mattina, e che finisce nel sushi...» - Si fermò per un attimo. - «Spero con tutto il mio cuore che l'angoscia delle 4 mura di una casa che accoglie un uomo solitario, non possa in nessun modo trasmettersi su di lei, giovane Akuma. Sarebbe alquanto sconveniente vedere la luce affievolirsi nei suoi occhi alla vista di quel che è la casa di un pover'uomo, miss Meika.» - La fissò per qualche attimo meravigliandosi ancora e ancora della sua belleza unica. - «Se tuttavia l'angoscia di una casa solitaria non può scalfire il suo, senz'altro sensibile, animo, allora mi permetta di comprare del buon vino pregiato e qualche cosa da mangiare...» - avrebbe concluso con un piccolo inchino alla sua signoria Meika Akuma, - «Giusto per rendere la Sua meravigliosa presenza nella mia piccola casa un po' più allegra del solito, e rendere più divertente il lungo lavoro che la Sua altezza Mizukage di Kiri Le ha ordinato di svolgere...»
    Dunque, l'illusione era chiara: Seinji avrebbe accettato di andare a casa sua a svolgere l'operazione solo se Meika avesse accettato di comprare del vino e del cibo per strada, e poi gustarselo in compagnia dell'Akuma.
    «Insomma, qualcuno dovrebbe pur dovrebbe offrirLe una cena in cambio del suo lavoro, no, Vostra bellezza?»

    Qualora Meika non si fosse posta molti problemi riguardante una piccola cena in compagnia di un noto ricercato, questo avrebbe accompagnato la kunoichi in giro per Kiri, e avrebbe comprato due bottiglie di vino pregiato, - qualche Ryo ce l'aveva ancora grazie ai suoi affari precedenti, - e dunque sarebbero entrambi entrati nella piccola casina di Seinji Akuma. Una casina abbastanza piccola, da lasciar spazio solo a un soggiorno, una cucina, e una piccola stanza da letto.
    «Puoi sistemarti sul divanetto intanto, » - avrebbe detto Seinji all'Akuma indicando un piccolo divanetto posto vicino al muro est della casa. - «Mi tolgo la maschera?»
    Alla risposta affermativa di Meika, Seinji avrebbe fatto quanto detto, togliendosi la maschera e lasciando il suo vero volto allo scoperto. La reazione che ne seguì fu alquanto divertente, e l'Akuma sorrise nel vedere la sorpresa di Meika. Era conosciuto e famoso da quelle parti, bha! Chi lo avrebbe mai detto?
    «Sono sicuro di poter rovesciare l'idea che il clan si è fatto su di me, Meika-san,» - avrebbe risposto Seinji con fare tranquillo, - «del resto è per quello che sono tornato, ed è per quello che io e Itai abbiamo il nostro piccolo segreto.»
    "Piccolo?"
    "Così-così..." - avrebbe risposto Seinji.
    «La faccia è sì del damerino prima...» - avrebbe risposto Seinji, lasciando di nuovo il chakra fluire, e una nuova opera d'arte nascere: lo stesso damerino di prima, il prototipo ideale di Seinji Akuma futuro.
    «Prima però di inizare, Meika-san, cosa ne dici di rinfrescarci un po' con del buon vino e del buon sushi? Potrei spiegarti la situazione meglio, e inoltre: fammi felice. Del resto è il mio ultimo desiderio da Seinji Akuma, quello di poter cenare in compagnia di una giovane promessa degli Akuma, dalla straordinaria bellezza tra l'altro.»
     
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