Una maschera migliore

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  1. -Meika
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    Una maschera migliore

    IV



    Ascoltai le parole di Seinji con seria attenzione anche se, man mano che passava il tempo esse divenivano sempre più confuse e dettate dalla nostalgia e dell'alcool. La sua non era una bella storia.
    Aveva un non so che di triste. Certo amava molto il villaggio, lo si comprendeva tantissimo, ma le idee che Seinji Akuma aveva avuto erano state esasperate da una voglia di purezza che era francamente inconcepibile ai miei occhi.
    Non ero entrata ancora nel mondo militare quando l'Ottavo Mizukage era in carica per cui non potevo dire con certezza cosa avesse fatto o meno di male. Poi Shiltar era morto ed era stato sostituito da Itai Nara.
    Ricordo ancora come mio padre aveva accolto la notizia: una calda indifferenza. Aveva sentito parlare spesso del Jinchuuriki del Sette Code e di come egli avesse dimostrato il suo potere negli anni ma non lo conosceva affatto per poter esprimersi sul suo operato a priori. Il fatto di opporsi a lui soltanto per il suo cognome lo trovava ridicolo. Aveva sempre detto che quell'uomo era stato allevato da Kiri ed io del resto che motivo avevo per non credere alle parole di mio padre?
    Ascoltai silenziosamente la sa storia sobbalzando quando lanciò senza motivo alcuno la bottiglia di sakè contro il muro, rompendola. Sospirai, osservandolo mentre l'alcool faceva il suo effetto e lentamente lo portava verso il dolce mondo dei sogni. Lentamente allora mi avvicinai al viso di Seinji Akuma, alzando le mani su di esso e dunque iniziando con calma a cambiarlo.
    Ci sarebbe voluta tutta la notte.




    Al mattino Seinji sarebbe stato solo. L'avevo spostato sul suo letto dopo la fine del lungo intervento ed avevo passato la mezz'ora successiva a scrivere i miei pensieri su carta.
    Non avrei mai più parlato a Seinji Akuma. Lui era nascosto dietro la maschera di Asmodai. Per cui quelle ultime parole erano solo la risposta che la sera prima non avevo potuto dare a Seinji, prima che l'alcool bevuto troppo rapidamente lo facesse svenire. Un semplice foglietto di carta poggiato sl comodino di fianco al letto, parole sincere vergate da una mano stanca.

    Seinji-senpai, non sono brava con le parole, per cui cercherò di dire tutto ciò che penso brevemente.
    Custodirò la tua storia come ti ho promesso e se nessuno di più vicino a te avrà da ridire, la ricorderò se dovessi morire prima di tornare ad essere Seinji. È una storia triste, ma capisco che ami Kiri più di quanto mai potrò amarla io. Ti fa onore, ma le macchinazioni e gli errori che hai commesso sono un po'... troppo idealisti.
    Credo che tu te ne sia reso conto, dato che sei qui. Tutto potrebbe volgere per il meglio!

    Riguardo il mio Demone, scusa per il silenzio, ma dovevo riflettere. Otto ore sono un buon tempo per riflettere.
    Mio padre mi ha detto una cosa che a sua volta gli insegnò mia madre, che era un Terumi: "l'illusione è solo un'illusione, la realtà è solo ciò che conta".
    Ho sempre considerato il Demone come un'illusione da me stessa creata ma nemmeno mio padre era d'accordo. Per me così come per lui in passato per il Demone è un problema: ci rende persone estremamente diverse da quello che siamo davvero. Violente, sanguinarie e vendicative. Mio padre mi ha detto che imparerò a modo mio, che i suoi consigli non sarebbero validi per me.
    Lo comprendo anche ora. Ho sbagliato a chiederti consiglio: Asmodai è troppo diverso dal mio Demone senza nome. Devo imparare a convivere con questa mia natura, a modo mio.

    Grazie per aver parlato con me, spero che il lavoro sia venuto bene!

    Meika


    E quando l'Akuma si sarebbe alzato dal letto dinanzi al primo specchio avrebbe visto i suoi lineamenti cambiati. Del tutto rinnovati, come se fossero sempre stati così.
    Sotto non c'era più il suo viso. Seinji Akuma era stato nascosto da una nuova maschera.
    Una maschera migliore.


     
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7 replies since 7/1/2016, 20:28   103 views
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