Esplosioni nel Deserto

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  1. Nevi
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    HrEKxIv
    Il tempo che ci avevano impiegato per costruire quelle cose a dir poco enormi non era stato affatto poco, e questo nonostante i rifornimenti ottenuti dal Paese del Ferro in seguito alla missione diplomatica che avevano portato a termine.
    Ormai lei aveva imparato come costruire, montare e smontare quei macchinai più o meno, certo magari c'era ancora qualche volta dove aveva bisogno di aiuto non riuscendo a capire dove mettere le mani, però erano casi abbastanza isolati.
    Comunque sia fatto sta che avevano terminato i lavori per i tempi indicati, e doveva ammettere che più erano andati avanti con le costruzioni più l'idea e il pensiero che Aloysius avesse ben altro che la difesa in mente, si era rafforzata.
    Tutte quelle armi non aveva quasi alcuna utilità in difesa, troppo lente per colpire ninja o obiettivi di piccolo calibro.
    Lei personalmente dubitava che in ogni caso avrebbe detto qualcosa a riguardo, in un certo senso preferiva mantenere quel tacito accordo che si era formato per il momento.
    Dopotutto dubitava che il Generale non avesse capito che lei aveva già fatto due più due, arrivando così al risultato finale della cosa. Nonostante questo però nemmeno lui le aveva mai detto chiaramente in faccia della cosa.
    Inoltre se ripensava all'ultimo incontro che avevano avuto... Beh si poteva dire che non era terminato esattamente nel migliore dei modi.
    Ricordava ancora la sensazione di venire trapassata dalla lama, un qualcosa contro cui si era opposta con tutta sè stessa pur di non far vedere all'esterno quanto la cosa le aveva fatto effetto. Difatti era una ragazza particolarmente attaccata al proprio orgoglio, e di sicuro anche in punto di morte si sarebbe rifiutata di farsi vedere debole.
    Un qualcosa che molti consideravano stupido all'apparenza, però per lei non lo era affatto.
    Comunque sia dopo un lungo viaggio attraverso il deserto che gli aveva portati in vecchie lande dimenticate dal mondo, finalmente iniziarono a intravedere Aloysius col resto del suo gruppo in lontananza.
    Mentre il rosso incentivava la carovana a continuare a muoversi così da ridurre in breve le distanze, lei rallentò un po' il passo decisamente infastidita all'idea di rivederlo.
    Era decisamente scazzata per questo motivo, tuttavia sapeva bene di doversi dare una calmata.
    Visto il trascorso che avevano avuto lei dubitava con tutta sè stessa che ad Aloysius le importasse qualcosa di lei, pensava fermamente che la vedesse unicamente come un oggetto, una merce da scambio e fine della storia. E questo proprio non riusciva a mandarlo giù, era un boccone troppo amaro anche per una come lei.
    Improvvisamente però Ashiro parve come intuire il suo stato d'animo, per tanto cercò di intervenire così da tranquillizzarla.
    Dal suo canto sorrise amaramente, voltandosi leggermente verso la sua figura e riflettendo sulle sue parole.
    Doveva ammettere da che inizialmente aveva odiato l'idea di averlo attorno, arrivando a considerarlo una limitazione alla propria libertà alla fine Ashiro si era rivelato molto più discreto e meno restrittivo del previsto, riuscendo così a guadagnarsi il favore e la simpatia di Nakora.

    Spero te abbia ragione, Ashiro. Non vorrei che infilzarmi diventasse un abitudine.

    Ammise sorridendo divertita e visibilmente scherzando.
    La cosa migliore in quel caso era buttarla sullo scherzo, non poteva permettersi di fare la stizzita fin dal primo istante in cui l'avesse rivisto. Non tanto per le eventuali conseguenze, non erano quelle a preoccuparla, quanto più per il fatto che molto semplicemente sarebbe stata nel torto. Una sorta di questione di principio, per così dire.
    Fatto sta che quando giunsero al punto esatto si allontanò anche lei a sua volta dalla carovana, accompagnando Hoshi fino al punto in cui si trovava Aloysius ed inutile dirlo, immediatamente vide il rosso partire in quarta.
    Se non altro doveva ammettere che da tutta quella storia era uscito qualcosa di buono alla fine, ovvero il fatto che avesse scoperto di stare bene insieme ad Hoshi in tutti i sensi.
    Si affiancò al rosso mentre questo parlava, lasciandolo fare e attendendo che giungesse al termine.

    Fatto quanto chiesto.

    Ammise con un tono di voce abbastanza piatto e inespressivo, lanciando a mezz'aria un cubo meccanico pieno di molle e marchingegni assurdi per poi riprenderlo al volo in mano.
    Quello era il piccolo giocattolo con cui si era dovuta esercitare quando non poteva stare in officina, un regalo da parte del rosso che aveva decisamente apprezzato sia per il gesto in sè, sia per l'utilità che aveva avuto.
    Lei era vestita come al solito, fatta eccezione per una sciarpa di un blu elettrico che si portava avvolta attorno al collo.
    Detto questo si voltò leggermente, così da poter avere nel campo visivo sia il loro interlocutore che i macchinari più in la alle loro spalle.
    Doveva ammettere che se qualcuno avesse osato danneggiare quelle macchine, si sarebbe incazzata e non poco vista tutta la fatica che era costata. In un certo senso dal momento in cui ci avevano messo sopra le mani costruendoli e tutto il resto, erano diventati anche loro e vederli in pezzi di sicuro non piaceva come idea.
     
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21 replies since 9/1/2016, 12:52   439 views
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