La Vendetta dell'Avarizia

[Add TS per Ryuu Mizukyio]

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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    La Vendetta dell'Avarizia

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    [16 anni prima]

    I Draghi Gemelli tremavano. Sapevo di essere giunti al capolinea della loro stessa esistenza. Eppure tremavano per motivi differenti. Lei, sudata e stanca tremava per il dolore e la stanchezza del parto avuto poche ore prima. Lui invece per il dolore di aver perduto tutto ciò che con lei aveva costruito.
    A Kiri presto la notizia si sarebbe diffusa: i Draghi Gemelli erano morti, ma erano certi che il loro gesto sarebbe stato riconosciuto ed apprezzato. Si erano sacrificati per il bene del loro bambino e per il bene del Villaggio. Ryuu sarebbe cresciuto felice ed accettato sotto la luce di genitori che avevano deciso di dare tutto per il bene altrui. Lui piangeva, lei gli teneva la mano.
    Prese una boccetta e la passò alla moglie. Non voglio che tu mi veda morire... mormorò. Lei gli sorrise, passò una mano sul suo viso e lo baciò per un'ultima volta.
    Ti amo.





    [15 anni e 6 mesi prima]

    Non c'era peggiore vendetta che gettare infamia sui morti. Yoku Akita ne era certo. L'uomo e la donna che avevano tradito la sua fiducia avrebbero dovuto pagare caro. Non poteva più catturarli e torturarli ed uccidere il loro figlio non sarebbe servito a nulla. Un infante senza colpe poteva divenire facilmente un martire.
    No, doveva infangare la loro esistenza che avevano voluto proteggere con una morte che si definiva eroica. E lì il contorto animo umano così incline alla malvagità gratuita avrebbe attecchito con successo. Allora Yoku entrò nella più infame delle bettole di Kiri, sedette al bancone del più pettegolo dei baristi ed ordinò del whisky liscio che tracannò in un solo sorso.
    Ma lo sai dei Draghi Gemelli? Sì, ho saputo che si sono uccisi per evitare di essere costretti di uccidere il Mizukage. Ciò che ha diffuso la famiglia, almeno. Baggianate, sta a sentire, quei due si sono uccisi perché non sono riusciti ad uccidere il Mizukage. Fa comodo tenere nascosta la cosa, avere dei traditori nelle proprie fila significa essere deboli. E così iniziò a diffondersi la falsa voce che i Draghi Gemelli non fossero altro che sporchi traditori... ed a nulla valsero le smentite della famiglia.
    La cattiveria del popolino poteva essere atroce.




    [Oggi]

    Le informazioni che mi erano giunte erano disarmanti. Possibile che Hayate avesse deciso un'approccio così diretto, quasi folle, come catturare il Sanbi? Qualcosa in quella storia puzzava tremendamente. Ero certo che il Sanbi fosse libero ma quando gli avevo domandato dove fosse mi aveva risposto che non lo sapeva. Dunque era stato rinchiuso all'interno di una reliquia? E che ne era stato di Takuma?
    Il pensiero di qualcosa di brutto successo al mio allievo mi provocò una stretto al cuore tremenda, ma il destino era probabilmente implacabile. Se anche fosse sopravvissuto all'estrazione probabilmente era stato ucciso dai suoi assalitori. Quando tornai a casa quella sera l'umore era più che nero ed Ayame lo notò immediatamente. Entrai in cucina senza dire una parola, accarezzando distrattamente la testa di Jukyu che disegnava qualcosa seduta al tavolo. Entrai direttamente in cucina ed aprii il frigorifero per tirarvi fuori una birra fredda.
    Persino chi non mi aveva mai visto sapeva che c'era qualcosa che non andava in me quella sera. Ayame poteva quasi indovinare i miei pensieri se mi avesse osservato per altri dieci minuti. Non potevo nasconderle assolutamente nulla: era in grado di cogliere le mie più piccole espressioni ed i miei gesti più nascosti che nessun altro riusciva a percepire. Rimase sulla soglia della porta della cucina e mi fissò per qualche secondo, mentre rimasi lì, con la birra in mano ancora chiusa.
    Ehi... mormorò, avvicinandosi appena. Mi sfiorò la schiena con la punta delle dita e poi mi abbracciò da dietro, poggiando la fronte contro di me. Sospirai, sapendo già di doverle spiegare ogni cosa.
    Il Sanbi è stato liberato, è stato messo in una reliquia ed ho saputo che questa reliquia è in mano ad un Hayate. Dissi con tono aspro, lasciando la lattina di birra sul ripiano, per poi voltarmi, passando le braccia attorno alla vita di Ayame.
    Il Sanbi...? Allora Takuma-kun... Probabilmente è morto. Aggiunsi con voce atona, eppure lei comprese dai miei occhi quanto quel pensiero mi ferisse.
    Ero stato affezionato a Takuma.
    In ogni caso, il Sanbi non può rimanere nella maniera più assoluta in mano ad un Hayate. Dovrò recuperarlo.
    Lei mi fissò ma non disse nulla. Semplicemente si alzò sulla punta dei piedi e mi baciò le labbra a lungo, teneramente. Ok. Niente prediche questa volta? Dissi allora, un po' sorpreso.
    No, non posso farci nulla. Lo sapevo che sposandoti sarebbero successe queste cose, te l'ho sempre detto. Ed ora sei anche il Kage, è una tua responsabilità.
    Già.
    Era una mia responsabilità.




    Nella casa di Ryuu Mizukiyo l'aria era diversa quella sera. Il ragazzo doveva essere uscito (ma i nonni erano inconsapevoli che era già sulla via di casa) per cui decisero di parlare liberamente senza paura di essere ascoltati. I tre nonni del giovane avevano sempre cercato di proteggerlo dall'infamia che i suoi genitori gli avevano attirato addosso. Era una falsità assoluta e senza pari e Ryuu questo lo sapeva bene, tuttavia buona parte del villaggio ancora credeva a quella storia iniziata da un tale poco raccomandabile in una bettola di quarta categoria quasi sedici anni prima.
    Credo che sia giunto il momento che sappia. Fu Daisuke a parlare, osservando distrattamente al di fuori della finestra la tarda sera kiriana. Tutto era avvolto in una leggera nebbiolina, come quasi sempre.
    È un ragazzino... rispose Ayaka appena timorosa. L'argomento la atterriva molto dopotutto, ma era indubbio il fatto che Ryuu ormai fosse cresciuto. Era un vero Shinobi, forse nascondergli la verità che essi conoscevano non era la cosa giusta da fare.
    Ryuu è un ninja. Ed è anche un ragazzino. Puntualizzò Kazuko. Quella era la verità, Ryuu era sia un ninja ma era ancora un ragazzino! Solo i Kami sanno cosa può fare un ragazzino con la sua forza se dovesse conoscere una verità che non può controllare.
    Ma cara... lui è qui! rispose Daisuke, agitandosi. Potrebbe venire a saperlo da altri, potrebbe conoscere la sua identità a nostra insaputa e sarebbero grossi guai se dovesse avere un colpo di testa!
    Yoku Akita... spregevole maledetto. Se penso a ciò che ha fatto alla mia bambina... Ayaka si portò una mano al petto, stringendo il vestito in segno di profondo dolore. Dunque è certo?
    Il Mizukage è stato piuttosto chiaro a riguardo. Ha detto di stare attenti, perché a quanto pare Yoku Akita bazzica nel Paese dell'Acqua ancora una volta.
    Quel bastardo infame la deve pagare! Che ha detto il Mizukage, se ne occuperà lui?
    Non ha voluto dirmi altro cara, ma penso proprio che lui sappia dove sia e che se ne occuperà. Ha detto che c'erano dietro cose che era meglio che non sapessi. In ogni caso credo che Ryuu debba sapere tutto.
    ANCORA? strillò allora la moglie di Daisuke al suo sottomesso marito. È SOLO UN RAGAZZINO! È PERICOLOSO ED HO GIA' PERSO UN FIGLIO PER COLPA DI QUELL'INFAME!
    Probabilmente però Ryuu aveva sentito tutto. Perché sarebbe rientrato in casa all'incirca quando sua nonna materna aveva iniziato ad inveire conro quel tale Yoku Akira. Cosa avrebbe fatto Ryuu nel conoscere l'identità dell'uomo che aveva costretto alla morte i suoi genitori e dopo essere venuto a sapere che era nel Paese e che non solo, il Mizukage intendeva occuparsene?

     
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