La Vendetta dell'Avarizia

[Add TS per Ryuu Mizukyio]

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  1. Yusnaan
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    La Vendetta dell'Avarizia

    Vendetta


    La tensione del genin non accennava a scendere nell'attesa che qualcuno lo venisse ad aprire, perchè per quanto fosse ansioso di essere ricevuto dal mizukage e poterlo mettere al corrente delle sue intenzioni, allo stesso tempo cominciava a sentirsi anche piuttosto a disagio nell'essere andato a bussare a quell'ora della sera a casa di qualcun altro. Non era del tutto convinto di quello che stava facendo, ma la determinazione e la rabbia che provava in quel momento, lo spingevano ad andare avanti.
    Per fortuna non passo molto tempo prima che una bella donna piuttosto giovane e dai capelli scuri come i suoi gli si presentò davanti spalancando la porta. Non l'aveva mai vista di persona, ma doveva trattarsi di certo della moglie del Mizukage. Gli venne un dubbio che potesse essere una sua domestica, ma essendo in vestaglia sembrava poco credibile. Una cosa che lo stupì, però, fu il pancione abbastanza evidente che la camicia da notte mal occultava, e rimase leggermente stranito da quella situazione, perchè poteva solo immaginare cosa volesse dire essere la moglie di un uomo così importante come il capo del villaggio. Il ruolo del kage non doveva essere per niente semplice, ma anche quello di sua moglie, probabilmente in costante pensiero che potesse rimanere ferito o ucciso in combattimento o preso di mira da altri villaggi ninja rivali, doveva essere molto stressante, specialmente se c'erano anche dei figli di mezzo.
    In quel momento si rese conto che oltre ad essere il capo dei ninja del villaggio, Itai Nara era anche marito e padre, quindi per un attimo ci ripensò al fatto di aver bussato a tarda ora alla sua porta, ma prima che potesse esprimere quei suoi pensieri fu la donna a parlare, lasciandolo completamente sbigottito.
    Entra Ryuu, Itai ti sta aspettando.
    Non capiva come potesse essere possibile che lo stesse aspettando, essendo arrivato di corsa e senza alcun preavviso, eppure era come se sapessero già del suo arrivo. Il ragazzo non poteva neanche sospettare di quali abilità il Mizukage fosse capace, ma visto l'invito non volle farsi ulteriori domande e far attendere oltre la giovane donna sull'uscio di casa sua, quindi rispose cortesemente dopo essersi inutilmente presentato ed entrò insieme a lei.

    Trovarsi in quella casa gli faceva un po' strano e si guardò intorno incuriosito di sapere in che genere di ambiente vivesse il capovillaggio, sentendo l'odore di quella nuova casa in cui non era mai entrato e scrutando in giro più per un innocente curiosità che per un ossessivo interesse. Arrivato nel salotto, venne invitato a sedersi ma prima di farlo esitò un po' per la situazione di disagio nel trovarsi in casa altrui a quell'ora, arrendendosi infine alle convenzioni sociali per evitare di far insistere la donna, che subito dopo gli offrì anche qualcosa da bere, ma stavolta non se la sentì proprio di accettare, non avendo in effetti né sete né voglia di rilassarsi per il complesso stato d'animo che stava provando. Si impensierì un po' quando sentì che l'uomo si stesse preparando, immaginando che si fosse già messo a letto e che si stesse vestendo solo per andare a parlare con lui, ma ormai era lì e non poteva tirarsi indietro, quindi sarebbe rimasto fino all'ultimo e se necessario si sarebbe imposto con tutte le sue forze pur di farsi accettare per un'eventuale missione.
    Rimasti da soli tutti e due, Ryuu non riuscì a nascondere il suo nervosismo per quelle notizie che solo poco prima aveva strappato ai suoi nonni e che in quegli attimi di silenzio riaffiorarono come se le avesse ascoltate in quel preciso momento, non riuscendo a tenere ferma la gamba destra che ondeggiava da un lato all'altro, mentre le mani erano ferme su entrambe le ginocchia ed il suo sguardo perso nel vuoto e mentre la moglie del kage toccò quegli argomenti scottanti che ormai aveva già affrontato quella sera.
    Itai mi ha parlato di cosa è successo ai tuoi genitori, per cui immagino che tu sia qui per chiedergli qualche informazione in più, no?
    Il ragazzo era visibilmente agitato per la situazione e non sapeva proprio cosa risponderle, se dirle tutta la verità o meno, ma alla fine le parole gli vennero fuori pian piano, cercando di parlare con calma e rispondendo unicamente alla sua domanda, non essendo suo solito spiegare le proprie intenzioni ad una persona appena conosciuta, anche se non lo faceva per mancanza di fiducia ma per via che era piuttosto riservato.
    Bé...si. Ho saputo una cosa poco fa dai miei nonni e voglio chiedergli una cosa.
    Non proferì altre parole, rimanendo sul vago e attendendo poi insieme a lei l'arrivo del marito che poco dopo si presentò nella stanza quasi come se fosse stato sempre lì, e la donna fu la prima ad accorgersene, seguita poi dallo sguardo di Ryuu.
    Quella vista lo fece rimanere alquanto perplesso: l'uomo non aveva indossato una cosa qualunque per incontrarlo, così come credeva, ma sembrava invece pronto per uscire ed aveva indosso l'equipaggiamento da ninja, come se fosse pronto a partire per una missione. La cosa lo sconcertò non poco, ma non volle essere sgarbato, salutandolo con rispetto ed alzandosi dal suo posto, cosa che fece anche sua moglie per avvicinarsi a lui e ricordandosi subito dopo di non essersi ancora presentata a Ryuu.
    Ah no, non mi sono presentata. Sono Ayame Shinretsu, anche se immagino che ormai si sappia chi sia la moglie del Mizukage...
    Ah, si si. A-auguri per il bambino.Furono le uniche parole che il giovane riuscì a dire, prima di rimanere completamente solo col Mizukage e confessargli le sue intenzioni, sedendosi nuovamente sul divano con le braccia appoggiate sulle gambe.

    Ormai si era riacceso quel fuoco che da quando era entrato in casa e aveva avuto a che fare con la dolce signora era andato via via scemando, ed avendo finalmente detto quello che si sentiva dentro all'uomo che era stato il suo chiodo fisso dal momento in cui venne a conoscenza dell'esistenza di Yoku Akita, non sapeva più cosa dirgli se non che avrebbe voluto partecipare alla spedizione per prenderlo. In quei momenti non sapeva più cosa doveva pensare e come avrebbe potuto finire quella situazione, sentendo ormai solo un grande dolore dentro che non riusciva più a controllare e che in qualche modo doveva acquietare, cosa che in parte riuscì a fare lo stesso Mizukage ponendogli una mano sulla spalla. Anche se poteva sembrare strano fu di aiuto per Ryuu, che si sentì leggermente confortato da quel piccolo gesto di una persona così importante che aveva sempre guardato solo come il ruolo che ricopriva, ma che da quel momento cominciò a vedere anche il suo lato di persona comune. Mentre quest'ultimo parlò, il ragazzo ascoltò le sue parole senza dire una sillaba e con lo sguardo basso ed orientato leggermente verso di lui, ma senza guardarlo.
    Ryuu, cosa intendi fare, vendicarti? Yoku Akita non è alla tua portata.
    Già...cosa voleva fare? Nemmeno lui lo sapeva con certezza e non avrebbe saputo rispondere a quella domanda. L'unica cosa che gli si era fissata in mente era di volerlo vedere, poter guardare l'uomo che gli aveva sconvolto l'esistenza...ma cosa avrebbe fatto da allora in poi, una volta riuscito nel suo scopo?
    Non ho intenzione di lasciarti indietro, tuttavia se è la vendetta che cerchi... non è questo lo scopo principale della missione. Quell'uomo ha con se la Reliquia del Sanbi ed io devo recuperarla. Il tre code deve essere nuovamente di Kiri. Può essere che saremo costretti a fuggire oppure a prendere la reliquia e scappare lasciandolo libero. Ryuu, sei consapevole di questo?
    Fu in quell'istante che Ryuu lo guardò negli occhi, sebbene questi non erano rivolti direttamente a lui. Finalmente comprese le reali intenzioni del Mizukage e del perché si trovava anche lui con tutte le sue armi indosso: l'idea che il suo superiore avesse in mente di partire immediatamente in spedizione per acciuffare quell'uomo gli arrivò come un fulmine a ciel sereno, poiché un po' per la confusione nella sua testa assorta da mille pensieri, un po' perchè non si aspettasse che il Mizukage partisse in missione a quell'ora, non aveva capito che intendesse farlo subito. Involontariamente gli aveva chiesto di partire immediatamente con lui, tuttavia per quanto rimase sorpresa dalla cosa, non ne fu neanche lontanamente dispiaciuto, perché comprese che se non avesse agito istintivamente andando a bussare alla sua volta proprio quella sera, probabilmente non avrebbe avuto più molte occasioni di incontrare l'uomo che tanto stava cercando. Quello che però il ninja stava cercando di fargli capire è che benché non avesse problemi a partire insieme a lui, lo scopo della missione era un altro, ovvero riprendere la reliquia contenente il demone dalle 3 code che in qualche modo era caduta proprio in suo possesso.
    Potrebbe essere pericoloso. Se il Sanbi dovesse liberarsi dovremmo fuggire. Per un po' potrei rallentarlo, ma non posso sconfiggerlo da solo. Allora Ryuu, vuoi venire in una missione di altissimo rischio senza assicurazione di vendetta?

    Vendetta...ancora quella parola. Al solo sentirla di nuovo gli occhi gli si riempirono di lacrime.


    Il suo sguardo tornò ad essere basso.

    Era davvero la vendetta che cercava? Non aveva mai sopportato quel genere di cose, eppure da quando aveva saputo del responsabile della morte di sua mamma e suo padre sentì una rabbia inarrestabile che lo logorava da dentro.
    Pur senza accorgersene si era fatto prendere dall'odio e probabilmente tutti quei sentimenti negativi si sarebbero presto trasformati in qualche insano gesto vendicativo che avrebbe potuto compiere.
    Una lacrima cominciò a scorrere sul suo viso. E poi un'altra, e un'altra ancora.
    I-io...non lo so, io...non mi voglio vendicare.
    Non lo so cosa farei se avessi quell'uomo davanti. Ma non...non lo voglio uccidere. Io lo voglio vedere. Lo voglio guardare negli occhi. E voglio che paghi per quello che ha fatto.
    Ma non lo voglio uccidere.

    Queste furono le parole che il ragazzo pronunciò con voce strozzata riguardo alle sue intenzioni nei confronti di quell'individuo spregevole che aveva sconvolto la sua vita e quella della sua famiglia. In cuor suo non aveva mai desiderato la vendetta, tutto ciò che chiedeva era giustizia. Giustizia nei confronti di chi aveva sofferto tanto per i crimini di un singolo uomo. Odiava quel farabutto ma non a tal punto da desiderarne la morte, e ancor meno ucciderlo lui stesso. Ma in qualche modo avrebbe voluto ugualmente contribuire alla sua cattura.
    Io voglia aiutare a prenderlo, non ce la faccio a starmene con le mani in mano a casa facendo finta di niente.
    Dopo aver parlato, cominciò ad asciugarsi gli occhi con la manica della felpa, per poi cercare anche di pulirsi la faccia dalle lacrime e schiarirsi la voce, nel tentativo di calmarsi e pensare lucidamente, riprendendo anche a guardare il suo interlocutore negli occhi. Il Mizukage gli aveva già dato il permesso di unirsi a lui, ma gli aveva esplicitamente chiesto di dare priorità non al suo obbiettivo, ma al recupero del demone in suo possesso. Al ragazzo non erano mai andati molto a genio i demoni, considerandoli dei mostri che causavano solo guai e calamità, ma se avrebbero dovuto riprenderne uno per evitare che venisse usato per causare ulteriori disastri non poteva di certo tirarsi indietro.

    Da quando aveva svolto le sue prime missioni, in cui prendeva ogni situazione sottogamba ed agendo impulsivamente era passato del tempo, e nel frattempo era maturato ed aveva cominciato a prendere il suo lavoro e la salvaguardia del villaggio più seriamente. Se la missione aveva come scopo primario il recupero di quel prezioso oggetto, a lui stava bene, considerandolo comunque un onore partecipare ad una missione con il Mizukage in persona e una grande occasione per poter guardare finalmente in faccia il responsabile di quanto accaduto la notte in cui nacque.
    Se devo rispondere alla sua domanda, Mizukage-sama, si: sono disposto a partecipare alla missione, anche se è molto rischiosa. Certo, voglio incontrare quell'uomo, ma le prometto che non mi farò distrarre dai miei sentimenti, anche se vorrà dire lasciarlo fuggire. Se dobbiamo recuperare quella reliquia per il bene del villaggio, io ci sto. Voglio venire con lei.
    La determinazione era tornata a vivere nei suoi occhi e la tristezza di prima stava lentamente svanendo dai suoi occhi, dando la sua risposta con estrema fermezza ed essendo consapevole che sarebbe stata una missione rischiosa. Se anche il ninja più forte del villaggio parlò con timore dell'eventualità in cui il demone potesse liberarsi, poteva solo lontanamente immaginare quanto potesse essere spaventosamente potente un simile mostro, tuttavia essere in sua compagnia gli diede una specie di sicurezza, benché con un avversario simile neanche lui avrebbe potuto fare molto.
    In ogni caso si sentiva pronto a partire. Non aveva portato provviste con sé, ma fortunatamente grazie allo scatto impulsivo che ebbe quando scappò di casa, si era già ritrovato con tutte le sue armi addosso, quindi non restava altro da fare che attendere che il Mizukage prendesse la sua decisione ed accordarsi sul da farsi.
     
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