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J. Basquiat.
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Accademia
Per fortuna riuscii a difendermi dall'offensiva del mio maestro, mi ero allenato molto quindi ero anche abbastanza sicuro di me. Avevo impiegato gli ultimi due anni della mia vita a temprare il mio fisico, era una specie di cultura ormai. Il sensei mi applaudì, poi riprese di nuovo il suo strano bastone
Ottimo ragazzo, non sei affatto goffo, passiamo al corpo a corpo. Io ti caricherò, tu ti difenderai, quindi mi attaccherai a tua volta.
Subito dopo, il sensei si fiondò verso di me, sembrava molto convinto delle sue capacità e anche a me sembrava che fosse molto esperto. Coprì la distanza che ci copriva e tentò di colpirmi al volto, cercai di pararmi usando le braccia (Slot Difesa 1), ma il suo colpo fu' abbastanza forte da sbilanciarmi e farmi arretrare di qualche metro, ma la sua offensiva non si fermò lì. Si fiondò su di me cercando di colpirmi al tronco con la spalla, cercai di fare perno con la mano sulla sua testa per spiccare un salto in avanti, cercando di scavalcarlo e portami alle sue spalle (Slot Azione 1 - 1-2 metri). Dopo aver eseguito l'acrobazia, avrei cercato di sfruttare la sua posizione sfavorevole per colpirlo con un calcio all'altezza del ginocchio, da destra verso sinistra. (Slot Azione 2) Amavo combattere, specialmente il confronto corpo a corpo, il mio avversario mi incuteva un po' di timore ma non era il momento di avere paura, dovevo dimostrare ciò che sapevo fare..