Il sangue sul Campo di Addestramento n°13

[Addestramento alle Basi]

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  1. leopolis
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    Capitolo 1: La Via del Shinobi

    Al di tutti gli screzi che Seinji Akuma, da poco diventato Asmodai a tutti gli effetti, poteva avere con gli alti circoli accademici, e al di la di tutti le cattive idee che si era fatto nel tempo nei riguardi dell'Accademia, gli ordini doveva pur sempre rispettarli, seguirli, e obbedire a loro. La vita dello shinobi era la vita di un dettaglio in un meccanismo più complesso: un movimento errato, un'ordine ignorato, ed ecco che le intenzioni della Mente, - dei capi, di Itai Nara, in quel caso, - ci si potevano rivoltare contro, e vi poteva sorgere un disastro più grosso di quello che avrebbe mai potuto immaginare. Certo, qualcuno poteva obiettare dicendo che Seinji Akuma era un nukenin, uno che le regole non le rispettava affatto; che, anzi, si sfregiava di esse, e che gioiva nell'ignorare ordini diretti precisi. Certo, era così, o almeno così era stato nel suo periodo adolescenziale, in cui ogni anima con dei cattivi intenti e con la voglia di ribellarsi contro il mondo intero, si avviava camminando su una strada piena di insidie, di pericoli, di sangue, e, sopratutto, di morte. Però i tempi erano passati: lui non era più Seinji Akuma, - almeno in superficie, - e sopratutto non aveva più dentro la voglia di ribaltare tutto sotto-sopra. Ora era un semplice ninja, un semplice chunnin al servizio di Kiri e dell'Accademia, - nei confronti della quale si riservava ancora qualche dubbio, - voglioso sì di portare la Pace a Kiri e nel mondo, quanto voglioso semplicemente di viversi la sua vita in modo passivo e innocuo, dietro al banco a vendere pesce e fare del sushi per il popolo del Paese dell'Acqua. Ordunque, quanto Itai gli mandò un tizio mascherato con delle scartoffie, Asmodai non protestò, prendendo semplicemente il dovuto, aprendo le carte, leggendole, e dunque chiudendo la casa e il tutto per avviarsi verso la Base dell'Accademia. E già che ci era, già che il viaggio prometteva essere lungo e noioso, non attese più di tanto nel preparare un'abbondante dose di sushi per tutti (Il Paese del Fuoco era lontano), e qualche bottiglia di vino e di saké (per Seinji e Asmodai stessi, più che per altro).
    "Et. Di nuovo ti ci metti a insegnare?"
    "Sono un pessimo insegnante, Asmodai caro..." - rispose l'Akuma incamminandosi verso il molo con un zaino sulle spalle. - "Lo sai. Sono sempre stato un pessimo insegnate... Un ex-nukenin! Che insegna agli accademici!"
    Furono questi i pensieri, che accompagnavo un nostalgico insegnate-exnukenin-chunnin di Kiri, con una tripla identità lungo il molo, salvo poi lasciarlo salire sulla barca alquanto titubante e sparire poco dopo inghiottito dalle nebbie che, appunto, circondavano il Villaggio della Nebbia, - Kirigakure no Sato.

    [...]



    Arrivati sul campo di addestramento n°13 dell'Accademia dei Ninja, situato nel Paese del Fuoco, le due invitate al corso delle basi, - una kunoichi di Kiri e una kunoichi di Konoha (Nebbia e Foglia, rispettivamente), avrebbero trovato Asmodai intento a prepare degli oggetti su di un piccolo tavolo, posto al centro di una grande radura in erba, com'era il solito dell'Accademia. I due avrebbero anche visto delle enormi reti metalliche circondare il campo di addestramento da tutti e 4 i lati. Asmodai invece, al centro dell'arena con il suo tavolo, - tipo un prestigiatore, - si sarebbe lievemente inchinato alla vista delle due giovani fanciulle, ai primi passi sulla loro strada ninja.



    «Benvenute!» - avrebbe detto egli una volta inchinatosi, com'era d'uso salutarsi l'un l'altro da quelle parti, - «Io mi chiamo Asmodai Akuma e su richiesta di Sua Altezza Mizukage di Kiri Itai Nara, v'introdurrò alla Via dello Shinobi.» - Il che era altrettanto assurdo come tutto il resto: un ex nukenin con una faccia falsa e un Demone parlante nella mente introduceva gente a qualcosa. In ogni caso, dopo essersi presentato e aver invitato le due ragazze ad avvicinarsi, l'Akuma avrebbe offerto loro del sushi e del vino bianco com'era solito fare, ponendo dinnanzi a loro il sacchetto contenente varie delizie e una piccola bottiglietta.
    «Lezione numero 1: mai mangiare e bere niente da persone che non conoscete. In questo caso però possiamo fare un eccezione alla regola: io faccio parte dell'Accademia, sono stato invitato dall'Accademia, e non ho nessun motivo per avvelenarvi col cibo e col vino. Ricordate però che in una missione, alla quale spero possiate arrivare in futuro, non tutti potrebbero essere così buoni, e dunque ricordatevi sempre del pericolo che ci può essere.» - Ordunque la prima scelta già si sarebbe posta dinnanzi alle kunoichi: saziare la propria fame fidandosi di quel che comunque era un sconosciuto nonostante tutto, oppure restare affamati, ma sicuri di non venire avvelenate dal cibo e dal vino? Qualunque fosse stata la decisione, il cibo non era avvelenato, nonostante Seinji fosse un esperto di veleni. Non aveva alcuna intenzione di avvelenare due kunoichi, per lo più bambine, per lo più nella sede centrale dell'Accademia.
    Fatta la prima scelta, - il primo passo di un lungo percorso fatto di passi e scelte, - Seinji Akuma avrebbe continuato.
    «Prima di porvi la fatidica domanda che pongo a tutti, vorrei parlarvi delle armi che vedete qua dinnanzi a voi sul tavolo, della struttura in cui ci troviamo, e dei vari tipi di jutsu, - tecniche, che esistono al mondo...» - era tipo una specie di Corso Genin accellerato. - «Come ben vedete, queste sono le armi base che ogni ninja o kunoichi ha nel proprio repertorio: kunai, shuriken, spiedi. Ognuno di queste armi ha una sua particolarità: i kunai possono essere usati sia nel combattimento ravvicinato, sia a distanza; i shuriken sono adatti ad essere usati solo a distanza, ma a differenza dei kunai possono percorrere traiettorie parabolari; gli spiedi possono essere usati a distanza, e servono principalmente per colpire obiettivi molto piccoli, come gli occhi... sono letali con il veleno su di essi.» - l'Akuma si sarebbe fermato, assaporando l'istante, - «l'arma migliore però, è il vostro ingegno. E' la vostra mente. Il come la sfruttate per dirigere le vostre armi. Per il shinobi, difatti, non esiste un'arma più letale del suo ingegno, della capacità di capire, di relazionare le cose e metterle al confronto per raggiungere un obiettivo. Così giungo al punto 3 del nostro discorso: le cose da confrontare. » - Seinji allora si sarebbe fermato, ingoiando come un boa dei pezzi di sushi. - «Spesso, per avere un risultato migliore, dovrete accompagnate un colpo con una tecnica: velocizzare le armi, illudere la mente del nemico, potenziare la vostra pelle in difesa, essere più veloci e così via. E dunque quali sono le tecniche? Come si dividono? Sono: Taijutsu, le arti marziali, che servono ad apportare un danno fisico diretto all'avversario, o difenderci da un colpo; Ninjutsu, le arti magiche, che possono apportare danni all'avversario, alle strutture, evocare elementi in attacco o in difesa, permetterci di volare ecc.; le GenJutsu, le arti illusorie, che servono ad ingannare la mente del nemico, ma raramente lo danneggiano direttamente e servono spesso da supporto; Fuuinjutsu, le arti sigillative, che possono fare di tutto: dall'annulare Ninjutsu, all'esplodere, al disturbare chakra in una zona ecc.» - Si fermò di nuovo, di nuovo lasciandosi andare a un piccolo spuntino. - «Le ninjutu, le arti magiche, corrispondono spesso ad un Impronta, dovuta a un elemento: Acqua, Aria, Terra, Fuoco, Elettricità. Scoprendo nel futuro qual è la vostra impronta, sarete più portate ad usare ninjutsu di quel tipo. Esistono altresì due Impronte non comuni: Luce, che permette di curare meglio le persone e spesso la presentano i medici; e Ombra, che porta i shinobi a usare più le arti illusorie delle altre.» - Certo, sul fatto che egli era proprio Ombra egli avrebbe taciuto. Magari quando avrebbero iniziato a combattere contro il Nulla vedendo le sue Illusioni, illusioni che non ci sono nella realtà, ma che loro vedono e percepiscono come reali, avrebbero capito. - «Per quanto riguarda l'Accademia... bhe. E' una struttura formalmente composta da 4 villaggi, creata ad hoc per mantenere la Pace nella regione ed evitare inutili spargimenti di sangue tra i giovani ninja. Ne fanno parte 4 villaggi: Oto, il villaggio del suono, Suna, della sabbia, Kiri, della Nebbia, e Konoha, della Foglia. A capo di ogni villaggio c'è un ninja denominato Kage, che ha il compito di proteggere il Villaggio e il Paese. Nel caso di Kiri, il Paese dell'Acqua. Nel caso di Konoha: il Paese del Fuoco, nel quale ora ci troviamo. Ma questo credo che lo sappiate di già...»

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    "Eh, nostalgia canaglia!" - sospirò Asmodai. - "Vecchi bei tempi in cui l'Accademia non esisteva..."
    "Chissà se era meglio o peggio..."
    "Meglio... per il sangue meglio... ma Diogene... bhe, quel tizio è una speranza per i demoni assetati di sangue."
    "Già. Ma solo per i demoni assetati di sangue."

    «In ogni caso, lasciamo stare le spiegazioni. Ciò che chiedo a tutti i ninja che vogliono percorrere la loro strada è una cosa molto importante, perché in assenza di essa non arriverete lontano, e questo è provato dalla storia e dall'esperienza. Come ben sapete, non esiste ninja senza un ideale: per qualcuno è la distruzione dell'Accademia,» - si ricordò di Diogene e di sé stesso qualche mese prima, - «per altri è la Fama: l'essere un bravo ninja per sentire il proprio nome sulle labbra di chiunque,» - si ricordò di Akikazu Watanabe, che aveva introdotto in quel mondo pieno di sangue qualche giorno prima, - «per altri ancora è semplicemente la difesa delle proprie mure e delle persone che si amano,» - qua il suo ricordo giunse a Itai Nara, il Mizukage di Kiri. - «Insomma, qual è il vostro Ideale? Perché volete diventare delle kunoichi a tutti gli effetti? Perché volete veder la morte dei compagni di missione, vedere il sangue dei cari? Perché volete provare il dolore, un dolore tremendo, pur sapendo che alla fine vi potrebbe attendere unicamente l'oblio? Il dimenticatoio? Il Nulla?» - l'Akuma incrociò le braccia scrutando attentamente le due giovani fanciulle. - «La Via dello Shinobi non è come la dipingono nei fumetti, nei libri, nei giochi. Una volta morti, non si resuscita; una volta commesso un passo errato a capo di un team, si rischia di perdere tutto il team. Non c'è nessuna gloria nel morire distesi in una lago di sangue. Non c'è nessuna gloria nel vedere villaggi distrutti, nel vedere la disperazione sul volto di molti...»
    "Non esiste ninja senza il suo Ideale; senza la sua Idea. Senza idea esiste solo la Carne da Macello".
    «Quindi questa è la mia domanda: qual è la vostra Idea? Per cosa volete combattere? Cosa volete difendere? E cosa sareste capaci di fare, pur di raggiungere il vostro scopo? Sareste capace di uccidere un bambino indifeso? E una madre incinta? E un vecchio col bastone?»
    "Non vi è alcuna morale nel mondo ninja, Seinji! C'è solo il più forte e la morale è la sua volontà indiscussa. E basta!"
    "Itai Nara non la direbbe così..."
    "Itai Nara è forte, per questo può pensarla così."
    "Itai Nara ha ragione al di la della sua forza, Asmodai-sama. E io gli credo. C'è qualcosa di puro in lui. Qualcosa che attrae, che permette di dargli fiducia..."
    "E se quella fiducia portasse allo sbaraglio..."
    "Bhe, allora credo che lo farebbe in nome di un Grande Ideale!"
    Pantaloni eleganti, giacca e cravatta, Asmodai avrebbe atteso inerme la risposta di ognuna delle due, e nel frattempo si sarebbe fatto un sorso di saké: era diventata un'abitudine da quando Meika Akuma gli aveva cambiato la faccia su ordine di Itai, e ci stava mettendo un po' ad abituarcisi.




    OT:// Buonsalve!
    Per il primo post non vi chiedo niente di che. Un semplice dialogo: delle domande e delle risposte.
     
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11 replies since 18/1/2016, 23:33   270 views
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