[Contest][Gioco] La ragnatela

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Mberu
        Like  
     
    .

    User deleted




    La ragnatela




    I



    La situazione stava assumendo una dimensione troppo grande per essere risolta tramite i mezzi locali. A chiedere aiuto non fu però il Daymo del paese del fiume, ma il grassoccio capo villaggio, su cui gravava la responsabilità dei propri cittadini, il quale aveva inoltrato richiesta d’aiuto all’accademia. Gli servivano due persone competenti, sveglie e con la mente elastica, che fossero in grado di trovare indizi e sistemare i problemi del suo villaggio. L’accademia, come sempre schiacciata dal peso della burocrazia, aveva richiesto la presenza di due semplici studentelli, non ritenendo la missione né troppo pericolosa tantomeno di vitale importanza. Il loro incarico sembrava semplice, dovevano dirigersi a Sud del paese del fiume, dove per mezzo di uno dei tanti corsi d’acqua avrebbero raggiunto un villaggio di nome Morya. Lì avrebbero dovuto scoprire cos’era che rendeva così violente tutte le persone che venivano sottoposte alle cure della dottoressa Ayano. Il loro punto di contatto era il già citato capo villaggio, uno uomo di terza età abbastanza robusto, il quale, preoccupato per la sorte dei propri concittadini aveva richiesta aiuto in tutti i modi. Tra le disposizioni che l’accademia aveva fornito ai due studenti, era riportato il fatto che per ricevere le dovute informazioni era necessario rivolgersi a lui.
    Partendo dalla sede accademica, i due aspiranti shinobi avrebbero impiegato circa un giorno e mezzo per raggiungere il villaggio. Snellendo di molto i tempi di viaggio nel caso in cui avessero preferito, una volta oltre passato il confine con il paese del fuoco, muoversi per mezzo d’imbarcazioni lungo i fiumi.

    Indipendentemente però da come avessero raggiunto il villaggio di Morya, si sarebbero accorti avvicinandosi che il piccolo paesino non era protetto mura, tanto meno erano presenti guardie che controllassero chi entrava e chi usciva. Anzi, quasi incredibilmente sembrava che non ci fosse nessuno al suo interno. Giunti in prossimità delle prime abitazioni, il kiriano e il foglioso avrebbero però potuto iniziare a sentire il vociare di una folla inviperita.
    Seguendo il rumore, avrebbero scoperto dove si erano riversati molti degli abitanti del villaggio.
    In una grossa piazza circolare, antistante ad un edificio pubblico, un uomo si ergeva sui gradini perimetrali. A circondarlo, una mezza dozzina di guardie armate di lance, le quali lo dividevano da una mandria di individui dagli intenti poco pacifici.
    Il suo aspetto era chiaramente diverso, era un giovane uomo, dai lineamenti curati e con indosso un suntuoso abito, probabilmente un uniforme. Il suo apparrire contrastava fortemente con quello del resto della popolazione presente, vestita di abiti logori e dai lineamenti scarni.

    SIGNORI!

    Urlò l’uomo, facendo breccia per un attimo fra il rumore della folla.

    Ho già ribadito più volte, in questa e in altra sedi, che gli eventi ci stanno affliggendo vedono estranei sia mia moglie che me.
    Come spero ricordiate, ho sempre agito per il vostro bene, limitando i poteri del capovillaggio di cui avete subito i sopr..


    TORNATEVENE DA DOVE SIETE VENUTI!

    SI TORNATENE A CASA, NON SEI POI TANTO DIVERSO DA GLI ALTRI!

    Lo interruppe qualcuno tra la gente.
    L’uomo ben vestito, strizzò gli occhi appellandosi alla sua pazienza.

    Come stavo dicendo, ho fatto tanto per voi, andando anche contro l’amministrazione del villaggio!
    Il fatto che abbia curato i vostri interessi è un fatto innegabile, ciò è doveroso che mi venga riconosciuto. Io agisco solo per il bene vostr…


    VOI AGITE SOLO PER IL BENE DELLE VOSTRE TASCHE!
    DISTRUGGENDO FAMIGLIE INTERE, FATE SCHIFOO


    Urlò una donna sulla quarantina, con le lacrime agli occhi e in preda ad un evidente attacco isterico. Le grida di dolore della donna fomentarono ancor di più la folla, che iniziò a spingere contro le guardie nel tentativo di raggiungere l’elegante uomo.
    Uno fra gli uomini armati, probabilmente il comandante, parlò con l’uomo accusato dal popolo, il quale, annuendo con espressione di sconfitta acconsentì a rifugiarsi all’interno del palazzo.

    Dopo un altro paio di minuti, la folla, stanca di inveire contro quello che in molti definivano “Il Giudice”, si disperse, riprendendo le proprie attività con rabbia repressa.
     
    .
  2.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    863
    Reputation
    +2
    Location
    Cassano Delle Murge(Bari)

    Status
    Offline
    Legenda
    Narrato
    "Parlato/Pensato"





    "La mia prima missione! La mia prima missione! Finalmente la mia prima missione!".Furono queste le cose che stava pensando Akikazu andando a dormire la sera prima del giorno fissato per la partenza. Appena sveglio però il suo primo pensiero fu quello di premersi il cuscino sulle orecchie,infatti le urla stridule di sua madre raggiungevano la sua testa come un martello che colpisce la testa del chiodo fissandolo al suolo. Così Akikazu,rotolando più che scendendo le scale, arrivò fino in cucina dove trovò suo padre in canotta che faceva colazione e sua madre che continuava ad urlare nonostante il suo arrivo fosse stato abbastanza evidente. Alzatosi stava facendo colazione con una faccia abbastanza assonnata quando sua madre gli chiese "Ma quindi non sai con chi andrai?". Questa domanda fece scattare qualcosa in Akikazu, infatti fino a quel momento non gli era neanche passato per la testa che quello fosse il grande giorno e quel pensiero lo fece svegliare immediatamente. Fece colazione in 3 secondi netti e dieci minuti dopo era già fuori di casa. Aveva portato con sé 7 kunai, un tonico coagulante inferiore e due fasce da combattimento. Appena fu pronto lasciò il villaggio sentendo tutta l’eccitazione iniziale scomparire dopo le prime ore di viaggio. Tuttavia l’eccitazione tornò non appena i suoi pensieri si concentrarono sulle parole della madre che lo avevano sbagliato. in tutti quei giorni non si era infatti mai chiesto chi sarebbe stato il suo compagno di avventure. Sapeva che il suo compagno era un kiriano ma fino al giorno della partenza non aveva voluto farsi idee per non rimanerne deluso. Non aveva mai incontrato un ninja kiriano o se l'aveva incontrato se ne era dimenticato tendeva infatti ad avere poca memoria. ”Comunque sia, sono sicuro che sarà un bravo ragazzo o una brava ragazza” Pensò prima di rimettersi in cammino. Una volta arrivato al confine del Paese del Fuoco Akikazu decise di continuare il suo viaggio a bordo di alcune imbarcazioni che trasportavano i passeggeri ovunque fossero voluti andare. Sbarcato vicino al villaggio che era completamente sguarnito senza difese né naturali né artificiali sentì del vociare provenire dall’interno del paese. Sembrava il rumore di una folla inferocita ed infatti egli appena arrivato vide una grande folla inveire contro un uomo protetto da una decina di guardie del corpo che sembrava essere il capo-villaggio o almeno una personalità importante. Akikazu decise prima di cercare il suo compagno per decidere come muoversi ed aguzzò la vista nel tentativo di scorgere un distintivo di Kiri. Se non avesse trovato il suo compagno avrebbe cercato un modo per entrare nel palazzo nel quale si era appena ritirato l’uomo con le sue guardie del corpo. La situazione si stava facendo incandescente e bisognava agire subito
     
    .
  3.     Like  
     
    .
    Avatar

    "Mors mea, tacci tua."

    Group
    Member
    Posts
    1,311
    Reputation
    +10

    Status
    Offline

    La Ragnatela


    I


    La diplomazia, una bestia tanto comune quanto sconosciuta ai più. Dopo tutti questi anni, il più dei villaggi sono quasi assuefatti alla guerra, al conflitto armato, allo scorrere del sangue. Ufficialmente tutti combattono per la pace, ma in fondo ognuno preferisce guardare gli interessi del proprio villaggio. Non che ci sia del male in questo, bisogna sempre assicurarsi la propria incolumità prima di aiutare qualcun'altro. Per questo esiste la grande Accademia e tutti gli istituti ad essa correlati. Un organo funzionale che coordina le operazioni di ogni singolo Ninja su tutto il continente, accogliendo le richieste di villaggi grandi e piccole, assegnandole a coloro che sono più adeguati a svolgere il compito. Il viaggio non è durato più di una giornata e mezza, una sosta di sei ore per dormire e due da un'ora per riposare brevemente. La forte presenza di corsi d'acqua ha sicuramente facilitato il viaggio, le barche qui non sono particolarmente diverse da quelle usate a Kiri. La mia destinazione finale? Morya, un piccolo insediamento che si affaccia su uno dei corsi d'acqua, composto per lo più da pescatori e artigiani, un posto come un altro. Questo fino a poco tempo fa, quando alcuni abitanti hanno cominciato a mostrare comportamenti violenti ed insensati. Tutti i violenti hanno un punto in comune, hanno cominciato a mostrare tali comportamenti solo in seguito alla cure ricevute dal medico del villaggio. Quale è il mistero dietro a tutto questo? La colpa è del medico? Oppure qualcuno cerca di boicottarlo? Intrighi, misteri, cane che mangia cane. la storia che si ripete.


    Fine della corsa.



    Una cosa fondamentale durante le missioni è la sinergia con i propri compagni di squadra. Prima del conflitto era diverso, ogni villaggio mandava squadre di tre elementi insieme al loro maestro. Tutti dello stesso villaggio, ovviamente, per evitare dissapori tra i membri della squadra. Ma dopo la guerra, le cose sono cambiate, se in meglio o in peggio ancora non ne sono sicura. a mancanza dei maestri e stata soppiantata dalla promessa di punizione in caso di comportamenti scorretti. La discrepanza di appartenenza al medesimo villaggio dalla promessa di amicizia e alleanza per perseguire un obbiettivo comune. Mai meno di due, questa è la regola. Il mio alleato si identifica come uno studente del Villaggio della Foglia, non sarà difficile individuarlo vista la necessità di indossare indumenti adeguati al proprio villaggio di appartenenza. Una cosa mi coglie impreparata, il silenzio. Non una voce, un sussurro, sembrava di essere appena arrivati in una città fantasma. Accosto la piccola zattera a riva, trascinandola a terra, mi addentro nel villaggio. Un brusio, poi grida, poi urla e cori di protesta. L'aria si fa tesa, carica d'odio e disprezzo, l'autorità ormai trattata con riguardo fittizio o falso. Nemmeno il timore delle guardie armate sembra far breccia nei cuori della gente che, come un branco di lupi, ulula ed inveisce contro i suoi oppressori. La verità? Difficile a dirsi. Poi lo noto, distaccato dalla folla, che osserva la scena in silenzio. Basso? Affatto, ma come diceva Fujiko per me sono tutti bassi. Capelli corvini, alquanto magrolino, non può essere altri che lui. Ma non c'è tempo per i convenevoli. Gli do una sonora pacca sulla spalla, tirando dritto verso la dimora del capo-villaggio. La verità è ancora tutta da scoprire, ed il tempo forse è ben meno di quanto immaginassi.


    Sbrighiamoci, siamo già in ritardo.


     
    .
  4. Mberu
        Like  
     
    .

    User deleted




    La ragnatela




    II



    La casa del capo villaggio, oggetto della ricerca dei due aspiranti shinobi, si trovava dall’altro lato di Morya. I due dovettero passare fra case in legno, di fatture non certo pregevoli, edifici pubblici più prestigiosi e anche qualche baracca. I paesani che li vedevano passare dalle vie li guardavano di sottecchi, lanciandogli occhiate chi di disprezzo chi di timore. Era evidente quanto quella fosse una comunità chiusa e allo stesso tempo non esattamente ricca. In molti infatti stavano svolgendo lavori di artigianato, altri lavavano i panni o portavano grosse ceste contenenti il frutto dei campi.
    Dopo un lungo girovagare, il foglioso e la kiriana ebbero la certezza di essere giunti in prossimità dell’abitazione del capo villaggio. Un’inferriata con un grosso cancello li separava da un vasto giardino verde con più di una varietà di fiori, arbusti e con qualche ciliegio spoglio a completare il tutto. Un sentiero in pietrisco conduceva, passando vicino ad una lussuosa fontana, ad una villa a due piani. Dalle numerose finestre non sembrava esserci anima viva. Fortunatamente per Akikazu e compagna, un uomo dal singolare aspetto71AlriQwLqL._SY355_ si stava dirigendo verso il cancello. L’individuo tarchiato avrebbe quindi aperto il cancello e chinandosi in un gesto di galanteria avrebbe lasciato il passo ai due giovani.

    Dopo di voi!

    Esordì con voce melliflua.
    Se i due gli avessero chiesto del capo villaggio avrebbe risposto con il medesimo tono.

    Il signor Yoshida dite? E’ dentro la villa, potete entrare liberamente..

    Dopo l’ennesimo inchino uscì dal giardino, dirigendosi verso una carrozza nera. Quest’ultima aveva l’aria di essere un pezzo d’antiquariato, ma tenuto da un collezionista. Linee che si intrecciavano in ghirigori e per poi sciogliersi in figure floreali adornavano la struttura portante. A trainare il tutto erano due cavalli neri, guidati da un uomo dai capelli bianchi e da un abito che arrivava al mento del medesimo colore. Partendo ad una discreta velocità lasciarono il villaggio.

    Ad Haseya ed al suo compagno non rimaneva che percorre il sentiero e bussare alla grossa porta in legno. Immediatamente avrebbero sentito abbaiare dall’interno della casa.

    Buono Blue, sta buono!

    Udirono da una voce bassa e profonda mano a mano che il tempo passava.
    Dopo circa trenta secondi la porta si aprì, rivelando un uomo dall’altezza paragonabile a quella della gigantessa kiriana. A differenza di quest’ultima però, la sua corporatura era molto più esile e dall’aspetto fragile. Agli occhi di entrambi sarebbe risaltata una spilla rossa a forma di ponte che il signor Yoshida portava al petto. Il capo villaggio, alla vista di un individuo di pari altezza non poté fare a meno di sorridere, rivelando una fitta schiera di denti sottili ed ingialliti.

    Immagino che siete gli accademici che ho richiesto.

    Disse mantenendo il sorriso e abbassando gli occhiali per mettere meglio gli ospiti a fuoco.

    Ma che delizia!
    Prego, entrate entrate!


    Con la lunga mano sinistra fece un plateale gesto d’invito.
    Così facendo però, un cane di grossa taglia gli sfuggi da dietro la schiena, dirigendosi immediatamente verso Akikazu. Appoggiandosi a lui con le zampe anteriori, iniziò a leccare le mani del giovane studente, scodinzolando dalla felicità.

    Oh mi devi scusare, obbedisce solo a mia moglie!

    Disse prontamente l’uomo, sforzandosi di tirare il cane dal collare.
    Tenendo sempre stretto l’animale, il signor Yoshida condusse i due ospiti in un lungo e scuro corridoio. La parte sinistra era arredata con una serie di pesanti cassettoni in legno di quercia, sopra i quali erano poggiati merletti e ceramiche. Sulla parete sinistra invece erano attaccati svariati ritratti. Osservandoli chiunque avrebbe trovato somiglianze fisiognomiche fra l’uomo che li precedeva e i soggetti dei ritratti. In più tutti portavano la medesima spilla rossa al petto.

    Desiderate qualcosa? Del tè con dei pasticcini?
    Immagino che siate stanchi del viaggio!


    Chiese l’uomo mentre li conduceva lungo la propria abitazione con il cane al seguito
    Ogni 5 passi, ambo i lati erano presenti delle porte chiuse che conducevano ad altre stanze.
    Dopo 20 invece, alla destra del gruppetto partì una scalinata che torcendosi leggermente su se stessa portava ai due piani superiori. Dal piano superiore proveniva un leggero e strano odore, che solo con molta fortuna e con un ottimo olfatto sarebbe potuto essere captato. Il gigante smilzo però prosegui per altri venti passi, giungendo finalmente in un grosso salone con a destra un enorme camino. Davanti ad esso erano presenti un tavolino di cristallo, una poltrona in pelle nera e un sofà delle medesime fattezze.
    A sinistra invece un’enorme tavolo d’ebano era attorniato da 18 sedie dello stesso legno, finemente intarsiate e con rivestimenti in velluto rosso.

    Il signor Yoshida indicò il sofà ai due ospiti, insistendo se i due non avessero voluto sedersi.

    Vi prego, sedetevi.. so che siete abituati ai rigidi protocolli militari, ma siete miei ospiti e gradirei vivamente farvi stare comodo

    Intimò l’uomo sfoderando la sua orribile dentatura.
    Una volta che i due aspiranti shinobi avessero presto posto, il cane si sarebbe acciambellato ai piedi del ragazzo più giovane, non disegnando qualche grattino alla nuca.

    Bene!

    Disse infine buttandosi sulla poltrona.

    Sul tavolino ci sono dei dolcetti, del tè caldo, della cioccolata e un poco d’acqua.
    Mi spiace non potervi offrire altro, ma la servitù dovrebbe essere disponibile a momenti.


    Affermò assumendo un’aria costernata.

    Continuando con le formalità direi di presentarci..
    Come sicuramente avrete capito io sono l’uomo che ha richiesto l’aiuto dell’accademia, Eizo Yoshida, a capo di questo gioiellino che prende il nome di Morya!
    Voi invece siete..


    Una volta che i due si fossero presentati avrebbe ripreso le redini della discussione.

    Molto lieto di fare la vostra conoscenza.
    E’ ora però di parlare delle questioni importanti.


    Disse tagliando un sigaro e portandoselo alla bocca, per poi accenderlo.

    Attualmente Morya è affetto da un cancro.
    Un cancro che sta logorando i suoi cittadini ed il loro quieto vivere.


    Fece una pausa buttando fuori il fumo, facendo attenzione affinché non arrivasse in faccia ai due studentelli.

    Le persone che vengono curate dalla Dottoressa Mizuno, dopo un paio di giorni perdono i freni inibitori. C’è chi ha fatto a pugni con i propri colleghi, ci sono fratelli che hanno preso a testate le sorelle, ci sono madri che hanno preso a morsi il volto del proprio neonato.

    Altra pausa, altro fumo.

    Il mio popolo non è al sicuro.
    C’è però un altro elemento che rende ancor più ingiusta e grottesca questa situazione.
    Le persone, non vengono ritenute colpevoli totalmente in quanto malate di mente. Cosa che di per sé può sembrare giusta. La cosa però scandalosa è che a emettere queste sentenze è il giudice Masao Matsumoto, un giovane belloccio mandato dal Daymo a perseguire fantasmi. I malati vengono mandati in una nuova struttura riabilitativa … colpo di scena..


    Durante l’ennesima pausa non si limitò a buttare nuovamente il fumo fuori.
    Appoggio anche i gomiti sulle scheletriche gambe.

    Diretta dalla stessa Dottoressa Mizuno… nonché moglie di Matsumoto..

    Portando le mani all’altezza del volto dispiego le lunghe dita ad imitare dei fuochi d’artificio, per poi riassumere immediatamente dopo la più comoda posizione originale.

    Direi che non bisogna essere dei grandi diplomatici per intuire il conflitto d’interessi presente in questa situazione, che non fa altro che mietere vittime all’interno della mia popolazione.
    Ahimè però non posso fare nulla contro un funzionario statale, per giunta voluto dal Daymo in persona. Motivo per cui mi servivano delle persone esterne a noi, che provenissero da un ente accreditato, che potessero raccogliere un minimo di prove per dimostrare quanto la situazione sia paradossale e quindi cacciare a pedate in culo quei due parassiti!


    Le ultime parole furono pronunciate con un crescendo nel tono.
    Il cane alzò il muso verso il padrone.

    Scusate la crudezza.. ma quella a morire e a diventare pazza è la mia gente..

    Ricomponendosi, riprese il discorso.

    Ho pronti per voi dei lascia passare. Sono già stati controfirmati anche da un burocratico dei vostri, motivo per cui potete andare a fare le pulci anche al giudice stesso, non preoccupatevi. Una volta che avrete tutto ciò che ritenete necessario potete tornare all’accademia, stilare un bel rapportino e inoltrarlo in duplice copia a me e ai vostri superiori. Così facendo una corte suprema potrà far terminare questo abominio.

    Disse mostrando nuovamente i lunghi denti.

    Domande?



    OT/Dato che avete entrambi la percezione a 6 userò un altro mezzo per capire se sentirete l'odore o meno.
    Alla fine del vostro post fatw uno spoiler come questo e inserite un numero compreso tra 1 e 10.
    Nella mia prossima risposta, se almeno uno dei due ha ottenuto il risultato sperato, darò qualche informazione in più su quest'odore:)
    Per dubbi su questa meccanica o su altre cose chiede nel OT topic /OT
     
    .
  5.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    863
    Reputation
    +2
    Location
    Cassano Delle Murge(Bari)

    Status
    Offline

    UNA PACCA SULLA SPALLA

    ED UNA FIGURA VISCIDA



    Legenda
    Narrato
    "Parlato/Pensato"di Akikazu
    "Parlato" di Haseya
    "Parlato"dei PNG

    Una pacca sulla spalla distolse Akikazu dal suo ricercare il nuovo compagno e lo fece girare. La prima reazione di Akikazu davanti all'imponente ragazza che gli si stagliava di fronte fu di stupore ma subito dopo, pensando che non sarebbe stato carino nei confronti della ragazza rimanere con la bocca aperta a mangiare mosche, si ricompose e con un sorriso smagliante stampato sul volto disse


    "Tu devi essere la ninja di Kiri, piacere io mi chiamo Akikazu Watanabe,tu?"


    Ma nonostante il sorriso da ebete sul suo volto la ragazza non rispose alla sua domanda anzi iniziò a camminare verso la casa del capo-villaggio dicendo


    "Sbrighiamoci, siamo già in ritardo"


    Akikazu scioccato per la seconda volta in poco tempo ci mise un poco per rendersi conto della distanza che aumentava rapidamente tra di loro e dovette faticare non poco per recuperare la ragazza che faceva in un passo il doppio di quanto Akikazu facesse anche correndo. Una volta arrivatole accanto e regolata la camminata in modo da non stancarsi e da non distaccarsi troppo disse


    "Hey, potremmo anche presentarci, in fin dei conti dobbiamo fare una missione insieme, mi sembra il minimo sapere il nome di colui con il quale combatterai. Non credi? Io, non so se hai sentito, mi chiamo Akikazu Watanabe. Tu, invece?"


    Akikazu era quel tipo di persona che tende a voler fare amicizia in qualsiasi situazione e non si sarebbe stancato presto, anche e sopratutto se la sua compagna avesse continuato a stare zitta. Una volta arrivati davanti alla casa del capo-villaggio,un imponente costruzione di due piani che era stata abbellita da un giardino molto curato e da una lussuosa fontana, Akikazu tentò di riprendere la conversazione ma il suo sguardo fu attirato da una strana figura che, uscita dalla casa si stava dirigendo verso il cancello. Una volta arrivato al cancello l'uomo, con una voce melliflua che fece rizzare tutti i peli di Akikazu, aprì il cancello per lasciar passare i due e disse


    "Dopo di voi!"


    Akikazu passato un primo momento di shock chiese al signore se, dato che proveniva dalla sua casa, sapesse se il capo-villaggio fosse al momento lì e gli fu prontamente che il capo-villaggio, di nome Yoshida, era in casa e che l'accesso era libero. Dopo un altro inchino,quell'uomo che aveva provocato il disgusto di Akikazu si allontanò definitivamente da quel luogo su una carrozza d'antiquariato che agli occhi di Akikazu, a causa del suo colore nero, sembrava il carro della Morte. Un ultimo brivido attraverso Akikazu mentre tirava un sospiro di sollievo. Una volta attraversato il sentiero di pietrisco che tagliava in mezzo al giardino Akikazu e la sua compagna bussarono. Dopo una trentina di secondi la porta fu aperta e comparve davanti ai loro occhi un uomo che era alto quasi quanto la nuova compagna di Akikazu. Egli, che non si era mai sentito particolarmente basso in vita sua, provò questa sensazione per due volte nella stessa giornata e stava iniziando a pensare che quella giornata sarebbe stata all'insegna di trovare persone molto alte che lo superassero. L'uomo che ad un attenta analisi di Akikazu si rivelò essere il capo-villaggio, data la spilla rossa che adornava il suo vestito, invitò i due ad entrare, accompagnando l'invito con un movimento della mano sinistra. Appena però si girò a fare quel gesto un cane di grossa taglia gli sfuggì da dietro la schiena e si avvicinò ad Akikazu iniziando ad accarezzargli le mani e scodinzolando. Akikazu che amava gli animali , ricambiò il saluto, accarezzando il cane sulla testa e sorridendo. Una volta recuperato il cane l'uomo chiese ai ninja se volessero del tè con dei pasticcini ed Akikazu rispose educatamente


    "No,grazie non ho fame"


    Attraversando un corridoio i due poterono osservare per prima cosa diversi ritratti raffiguranti diverse persone che erano evidentemente imparentate con la loro guida e che portavano tutte la stessa spilla. Dopo 5 passi videro due porte che conducevano ad altre stanze e dopo altri 15 passi una scalinata che portava ad un piano superiore dal quale proveniva uno strano odore che Akikazu tentò di identificare. Arrivati in un salone che sembrava una stanza di un castello, con un enorme camino,un tavolo di cristallo, una poltrona in pelle e un sofà sempre in pelle l'uomo indicò il sofà e invitò i ninja a sedersi. Akikazu non se lo fece ripetere e si sedette ringraziando l'uomo. Il cane si accucciò ai suoi piedi ed Akikazu mentre guardava quell'uomo sedersi sulla poltrona iniziò ad accarezzarlo. Per la seconda volta offrì ai due qualcosa da mangiare e per la seconda volta Akikazu rifiutò. Finalmente l'uomo si presentò come il capo-villaggio: Eizo Yoshida e chiese ai due i loro nomi. Akikazu rispose subito dicendo


    "Io mi chiamo Akikazu Watanabe e sono un ninja di Kohona!"


    Una volta che si fosse presentata anche la sua compagna Yoshida avrebbe ripreso a parlare spiegando la missione ai due. Missione che aveva come unico scopo non lo scoprire chi fosse il colpevole, ma solamente trovare delle prove che inchiodassero i due indiziati principali ovvero la Dottoressa Mizuno ed il suo marito, giudice mandato dal Daymo a giudicare i casi, Masao Matsumoto. Ciò fece scattare una molla nelle mente di Akikazu. Se infatti si fosse aperta una indagine ed i due colpevoli non fossero stati i due coniugi la colpa sarebbe ricaduta su di loro comunque ,poiché i sospetti potevano cadere solamente su di loro. Ciò avrebbe favorito sicuramente un probabile altro colpevole od un complice che si sarebbe salvato nascondendosi nell'ombra. Tutto questo passò come un lampo nella mente di Akikazu che da quel momento rizzò le orecchie, sentendo istintivamente come quella versione dei fatti, nonostante fosse molto plausibile e molto probabilmente vera, non fosse tutta la verità.Era però solo un impressione che Akikazu decise di tenere in testa per poi chiedere alla sua compagna il da farsi . Yoshida informò i due che aveva preparato per loro dei lasciapassare e ricalcò ancora quale fosse il loro compito: trovare prove per far arrestare i due. Quest'ultima affermazione confermò ancora di più i sospetti di Akiakzu. Doveva esserci altro sotto. Per il momento però egli decise di stare al gioco e quando Yoshida chiese se avessero domande disse solamente


    "Vorrei solamente sapere il nome dell'uomo che è uscito prima di noi da questa casa e anche dove potremmo prendere i nostri lasciapassare"


    Forse erano solo paranoie, ma l'istinto gli diceva di non fidarsi né del capo-villaggio, né di quell'uomo che pareva tanto viscido. Appena fossero stati al riparo da orecchie indiscrete avrebbe sicuramente confidato le sue sensazioni alla sua compagna, per decidere insieme un piano d'azione.


    OT/Il mio numero è il 10


     
    .
  6.     Like  
     
    .
    Avatar

    "Mors mea, tacci tua."

    Group
    Member
    Posts
    1,311
    Reputation
    +10

    Status
    Offline

    La Ragnatela


    II


    Una lezione importante che bisogna apprendere in qualità di ninja sta nel non doversi mai fidare di nessuno. Si lavora in squadra, si conoscono compagni e nemesi, nomi e cognomi che scorrono nella memoria. Ma l'uomo, si sa, è incline al tradimento. Non importa chi si ha davanti, non importa cosa suggeriscano le apparenze, la fiducia è una merce preziosa che non va venduta a nessuno. Nemmeno ad un alleato. Un ninja di Kohonoa, fresco dall'accademia, pronto a dimostrare il suo valore per portare onore al suo villaggio. Determinato, allegro, gentile, pieno di vita. Il tempo avrà ragione di lui. Antepone le interazioni personali al benessere della missione, la cosa non mi piace, ma me lo farò andare bene. Trovare la dimora del capovillaggio non è comunque una gran difficoltà, risalta con fare abbastanza evidente rispetto alle ben più modeste casupole riservate alla gente del luogo. L'unica cosa che mi lascia perplessa è la scarsa presenza di guardie intorno alla stessa, anche se molto probabilmente l'orripilante uomo dalla forma pingue deve agire in qualità di servitore e guardia del corpo del medesimo. Il Capo Villaggio, già, figura alquanto singolare. Magro come un grissino, alto quasi quanto me, più uno spaventapasseri che un'essere umano, all'apparenza non da l'aria di chi si prodigherebbe in soprusi vari sulla propria gente. Ed ecco rivelata la vera ragione per l'assenza di guardie. Un cane da guardia, appunto, a dirla tutta credo si tratti di un cane-lupo vista la sua taglia. Sembra aver preso in simpatia il mio socievole alleato, o forse ha riconosciuto in lui degli odori familiari. Uno dei clan del Paese del Fuoco è molto vicino ai canidi, se ben ricordo. Inutile rifletterci adesso, comunque. Ci mostra la via nei lunghi corridoi della sua dimora, diversi dipinti dei suoi predecessori sono esposti con cura sulle pareti decorate, se sia uno sfoggio d'orgoglio o di opulenza non saprei dirlo. Si prende persino il disturbo di offrirci un posto a sedere, insieme ad un pasto a base di pasticcini. Mi siedo per semplice rispetto nei confronti della sua figura, ma non posso e non voglio accettare cibo da persone di cui non mi fido.


    Haseya.



    Un semplice scambio di nomi, la prassi, poi ha inizio ciò per cui siamo venuti sin qui. Il problema, un fetido ingorgo politico, gli interessi che vengono anteposti al bene della popolazione. Cose del genere non accadono nelle nazioni più grandi, o quantomeno sono sporadiche e meticolosamente nascoste. Ma nei paesi minori, dove ogni Daimyo fa a gara per ingraziarsi l'accademia e la simpatia dei più forti, storie di esperimenti e soprusi nati dall'egoistico desiderio di potere sono tutto fuorché rari. Per farla breve, dire che qui nessuna delle due parti è amichevole non sarebbe un'errore. La popolazione può essere manipolata, ma la furia della folla sembrava quantomeno sincera. Ed il modo elegante e opulente con cui ci ha accolto il capo villaggio, atto a nulla più che ingraziarsi la nostra simpatia, renderci propensi a stare dalla sua parte. Un vero capo villaggio è severe, ma giusto. Si preoccupa del benessere della sua gente per il loro stesso bene, questi qui sembra preoccuparsi solo per la sua posizione nell'amministrazione, del comodo seggio che la sua famiglia ricopre ormai da generazioni. Non c'è motivo di rifletterci più del dovuto, siamo soli. E la cosa non mi piace per niente. Finito il discorso e messo mano ai presunti lasciapassare, avrò una breve e incisiva conversazione col ragazzo di Konoha. Fosse per me me ne andrei seduta stante, non so perché l'accademia abbia mandato solo un paio di studenti per occuparsi di una faccenda tanto complessa e potenzialmente pericolosa. Ma ormai è tardi per avere dei ripensamenti.


    Scelgo la numero 3

     
    .
  7. Mberu
        Like  
     
    .

    User deleted




    La ragnatela




    III



    I due studentelli si fecero guidare nella discussione senza troppi problemi, presentandosi e sedendosi quando come richiesto.
    Entrambi però rifiutarono quanto offerto, non che al capo villaggio interessasse più di tanto.
    Sino a quel momento il signor Yoshida aveva dato modo di sembrare soddisfatto della discussione, lanciando languidi sorrisi d’intesa ai due compagni. Nessuno dei due aveva fatto domande che potessero infastidirlo tanto meno si erano dimostrati restii a capire la sua posizione.
    L’unica domanda posta era stata fatta dal giovane Watanabe.

    Ti è piaciuta la sua carrozza eh? Hai buon occhio figliolo!

    Disse mostrando nuovamente la sua orrida dentatura.

    Quel simpatico signorotto che avete incontrato poco fa è il signor Sato.
    È uno dei più importanti armatori e imprenditori del paese. Da un poco facciamo tira e molla per chiudere delle trattative, vorrei che Morya si affermasse come porto fluviale. Il suo appoggio è necessario perché dispone di un’imponente flotta. Se andasse in porto la nostra collaborazione, potrei permettere alla mia povera gente di smettere di dedicarsi interamente all’agricoltura e di pensare al commercio. Però questi sono discorsi forse troppo politici per voi giovani..


    Disse facendo un gesto della mano a voler chiudere la discussione.
    Il cane quasi contemporaneamente drizzo le orecchie e scattò verso il corridoio

    Per quanto riguarda i lascia passare vado a prend..

    Dei rumori vennero dall’entrata.

    Oh deve essere arrivata mia moglie, io vado a prendervi i lascia passare per come stavo dicendo

    Così concludendo il signor Yoshida si alzò dalla poltrona, ergendosi in tutta la sua spettrale altezza. Si aggiustò la giacca e si diresse verso il corridoio.

    Salve signore.
    Ciao amore tutto bene?
    Ci sono ospiti, valli a salutare se non ti dispiace.


    Disse l’uomo quando incontrò a metà strada la donna.

    Salve Signor Yoshida.

    Risposerò in coro due voci da donne mature.

    Nessun problema, vado subito

    Proruppe una voce decisamente più giovane.

    Dopo qualche secondo una donna263266-doctor_23_large sulla tarda trentina, con indosso un camice fece capolino presso il salone dove sedevano i due studenti. Al suo seguito il cane, che le girava attorno come in preda ad un incantesimo. L’animale cercava continuamente le sue attenzioni, che venivano ripagate di tanto in tanto con un buffetto sul capo.

    Salve!
    Sono Chiyo, la moglie del signor Yoshida.


    Con molta nonchalance si avvicinò al tavolino di vetro, prendendo un pasticcino e portandoselo alla bocca, mentre che con l’altra continuava a dare intesa all’animale.

    Immagino siate gli accademici.
    E’ un piacere avervi qui, spero proprio che la situazioni si sistemi.


    Disse mentre continuava a masticare.
    I modi erano molto differenti dal marito, questo era evidente.
    In più aveva anche un odore particolare, leggero ma pur sempre presente che solo le narici di Haseya furono in grado di percepire. Uova marcie? No, zolfo.
    Se avesse fatto camminare un attimo il cervello, la gigantessa si sarebbe resa conto che era la stessa fragranza che aveva sentito passando lungo il corridoio.

    In più, finalmente posso dire di incontrare qualche mio simile!
    Io sono una dottoressa.. ma forse questo è ovvio


    Disse sorridendo.
    Così come il marito, anche la sua dentatura aveva qualcosa di particolare, entrambi i canini del palato superiore erano di uno, due centimetri più lunghi del normale.

    Solo che curo per mezzo del chakra.. immagino che conosciate le tecniche mediche!
    Prima però questi zoticoni del villaggio mi ignoravano, spaventati dalla mie “stregonerie”..
    Ora però, dato che hanno paura di uccidersi a vicenda mi cercano in lungo e in largo..


    Tesoro, non ammorbare i presenti con i tuoi problemi personali..

    La riprese il capo villaggio, arrivato con passato felpato dal corridoio e con due fogli in mano.

    Mh.. hai ragione..
    Beh.. è stato un piacere conoscervi, immagino ci rivedremo dato che sono sempre in giro!


    Si congedò Chiyo, prendendo però prima un altro dolce da sgranocchiare.

    Proiettando un’ombra sottilissima sul pavimento il signor Yoshida si avvicinò ad Akikazzu e alla sua compagna, porgendogli i lascia passare.

    Bene, questi sono per voi.
    Spero che abbiate tutto il necessario.
    Se volete visitare il centro di cui vi ho parlato prima, mia moglie ci andrà domani mattina.
    Ovviamente potete andarci anche oggi chiedendo indicazioni.


    Una volta che i due ebbero preso i lascia passare, avrebbe allungato verso entrambi le lunghe dita della mano destra in segno di saluto.

    SEKI, ACCOMPAGNA I SIGNORI ALLA PORTA

    In un battibaleno una donna di mezz’età, con indosso un completo da domestica con tanto di cuffia in testa, comparse alla porta della sala.

    Arrivederci!

    Disse volgendo un ultimo languido sorriso ai due ospiti.

    La domestica gli avrebbe quindi attesi sulla porta, una volta che i due si sarebbero alzati lei gli avrebbe preceduti iniziandosi ad incamminare verso l’uscita della dimora.

     
    .
  8.     Like  
     
    .
    Avatar

    "Mors mea, tacci tua."

    Group
    Member
    Posts
    1,311
    Reputation
    +10

    Status
    Offline

    La Ragnatela


    III


    Avete mai fatto un puzzle? Grande o piccolo, semplice o complesso, non importa. Avete presente quando siete sul punto di finirlo e vi manca un pezzo? C'è quel punto vuoto da riempire, deve essere riempito, c'è quell'intrinseco bisogno di portare a compimento ciò che si ha iniziato, è indispensabile. E poi la felicità, di trovarlo quel tassello, magari senza essersi resi nemmeno conto di starci seduti sopra. Ed è questo che mi ha fatto provare la signora Yoshida, completezza, un senso logico a tutto ciò che sta accadendo nel villaggio. Un conflitto di interessi tra l'accademia e il governo locale. Del resto questo spiega come mai la richiesta di Yoshida sia stata accettata nonostante il problema avesse un carattere decisamente politico, più adatto alle forze di guardia regionali che non a dei ninja. Gli interessi dell'Accademia e dei paesi dominanti vengono sempre prima, che questi interessi siano di natura economica poi è più che ragionevole visto l'accordo che Yoshida deve stringere col mercante. Quell'odore... familiare, zolfo? Mi chiedo quale sorta di intruglio possa aver bisogno un ninja addestrato nelle arti mediche. Non ne so ancora abbastanza per avere un'opinione in merito.


    Grazie, arrivederci.



    Non c'è bisogno di sprecare tempo in convenevoli di sorta, pur avendo chiarito quale parte fa i nostri interessi c'è ancora il mistero della clinica. Gente che impazzisce dopo essere stata curata, che viene convenientemente trasportata in una struttura gestita dal marito della dottoressa. Lo schema è praticamente ovvio, ed è proprio questo a non piacermi affatto. Cosa c'è da guadagnare nel far impazzire dei semplici contadini per poi rinchiuderli in una clinica tanto riservata? Cavie per esperimenti? Smercio di schiavi? Talmente ovvi da sembrare impossibili, il Daymio regionale se ne sarebbe subito accorto e avrebbe preteso le loro teste. No, c'è qualcosa che mi sfugge, qualcosa che continua a non tornare. Mi incammino lungo le strade del villaggio, la piccola foglia mi viene dietro come un cagnolino in cerca di una carezza, un gesto d'amicizia. Se non altro si astiene dal toccarmi, sempre meglio di niente. Si, cedo che lo manderò a parlare col mercante in merito alla flotta. Al Capitano e alla Dottoressa ci penserò io. Rallento il passo sino a fermarmi, mi rivolgo verso di lui e lo guardo diritto negli occhi per una manciata di secondi.


    Va dal mercante, chiedi delucidazioni sulla flotta e sulle mercanzie. Appena finito, raggiungimi dal Capitano.



    Non aggiungo una parola di più, mi volto verso la mia destinazione con la semplice aspettativa che lui faccia altrettanto. Probabilmente gli sto dando l'impressione di una bacchettona rigida e senza cuore, preferirei altrimenti ma non coglio che un rallentamento causi altre vittime. In guerra non c'è spazio per la cortesia.


     
    .
  9.     Like  
     
    .
    Avatar

    Group
    Giocatori
    Posts
    863
    Reputation
    +2
    Location
    Cassano Delle Murge(Bari)

    Status
    Offline

    UNA MOGLIE NORMALE

    SUBITO AL PORTO



    Il signor Yoshida rispose subito alla domanda di Akikazu, rivelandogli che il signore che avevano incontrato era il signor Sato, un imprenditore che ,insieme al sindaco,aveva intenzione di far diventare quel villaggio un "importante" scalo fluviale. Come osservò argutamente il capovillaggio ad Akikazu quelle cose fregavano meno di zero ma si sbagliava altamente se pensava che la carrozza del signor Sato gli fosse piaciuta, infatti gli era sembrata troppo tetra. Adesso che sapeva qual era il suo obbiettivo, sarebbe semplicemente andato a trovare delle informazioni, forte del suo lasciapassare. Mentre il signor Yoshida stava andando a prendere queste ultime arrivò sua moglie.


    La moglie del capovillaggio era tutto l'opposto di ciò che Akikazu si era immaginato. Una persona, in fin dei conti, normale. Il cane, che si era dimostrato molto amichevole con Akikazu, le girava intorno come ammaliato dalla sua giovane padrona. Dopo essersi presentata iniziò a parlare di se stessa, cosa che piacque molto ad Akikazu, felice che in quella casa almeno lei riuscisse ad intrattenere una conversazione che lo interessasse.


    Appena il marito tornò con i lasciapassare se ne dovettero andare, come era più che giusto. Appena fuori la sua compagna non perse tempo e subito gli disse di andare a chiedere della flotta e delle mercanzie commerciate, cosa che fece felice Akikazu, fin da piccolo appassionato di navigazione.


    Così si stava avviando dalla parte opposta a quella presa dalla sua compagna, quando pensò


    Ma io, non so assolutamente dove sia questo porto!


    Una volta che gli venne in testa questo pensiero, si fermò e pensò che magari poteva andare a chiedere a qualcuno nei pressi del fiume che avevano visto arrivando, così si avviò ripercorrendo la stessa strada







     
    .
  10. Mberu
        Like  
     
    .

    User deleted




    La ragnatela




    IV



    Lungo la strada che districava verso nord, una donna sulla trentina, con un grande cesto in testa si incamminava verso il villaggio. Il cesto, come intuibile, conteneva il frutto del lavoro giornaliero nei campi. La contadina indossava una gonna porpora e una una camicetta bianca, entrambi i capi erano sporchi di terra e sudore.
    Nel suo camminare non badava troppo a gli altri, era stanca e voleva semplicemente andare a riposare. Il suo rientro fu però interrotto da Masayoshi, desideroso di scoprire dove si trovasse il porto.

    La ragazza allora si fermò, pose il cesto a terra e una mano sui fianchi.

    Mhhh penso che tu intenda il porticciolo di Morya.
    Ma è il piccolo villaggio da cui sei appena uscito, come hai fatto a non riconoscerlo?


    Se il giovanotto avesse dato qualche informazione in più la ragazza si sarebbe messa a riflettere per qualche secondo. Quando però la sua mente identificò di quale porto si potesse trattare diventò subito scura in volto e con sguardo truce si soffermò sul volto del foglioso.


    Vuoi diventare uno sgherro di Sato?!
    Alla tua giovane età! Dovresti vergognarti.
    Mi spiace ma non ti aiuterò a rovinare la tua vita, fattelo dire da qualcun altro dove trovare il suo porto!


    Tutta impettita prese il suo cesto e ripartì verso il villaggio.

    Se Masayoshi avesse deciso di chiedere ad altra gente le risposte sarebbero state tutte più o meno simili. C’era chi si spaventava e liquidava lo studente sostenendo di non saperne nulla. C’era chi si arrabbiava con lui per le stesse motivazioni della contadina. Solo da un vecchietto riuscì a farsi dire il signor Sato possedeva un porto commerciale che utilizzava a fini commerciali, purtroppo però questo distava a mezza giornata di cammino dal villaggio.


    Nel frattempo Haseya avrebbe raggiunto la piazza antistante l’edificio in cui si era barricato il giudice. All’esterno erano presenti un manipolo di soldati, ma non il capitano.
    Se la ragazza avesse voluto parlare con il capitano avrebbe dovuto chiedere alle guardie di entrare grazie al lascia passare. Quest’ultime però, trattandola un poco rudemente, le avrebbero imposto di posare ogni arma prima di poter accedere all’edificio che ospitava sia il capitano che il giudice.





    Scusate ancora per la svista immane!
    Spero che le cose continueranno con più celerità ora, siamo però quasi a metà quest e le cose si sono evolute pochino.
    Se volete avere qualche indizio in più siate più decisi nelle vostre azioni e nei dialoghi.
     
    .
9 replies since 19/1/2016, 13:34   162 views
  Share  
.