[Contest][Gioco] La ragnatela

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  1. -Grey
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    Cassano Delle Murge(Bari)

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    UNA PACCA SULLA SPALLA

    ED UNA FIGURA VISCIDA



    Legenda
    Narrato
    "Parlato/Pensato"di Akikazu
    "Parlato" di Haseya
    "Parlato"dei PNG

    Una pacca sulla spalla distolse Akikazu dal suo ricercare il nuovo compagno e lo fece girare. La prima reazione di Akikazu davanti all'imponente ragazza che gli si stagliava di fronte fu di stupore ma subito dopo, pensando che non sarebbe stato carino nei confronti della ragazza rimanere con la bocca aperta a mangiare mosche, si ricompose e con un sorriso smagliante stampato sul volto disse


    "Tu devi essere la ninja di Kiri, piacere io mi chiamo Akikazu Watanabe,tu?"


    Ma nonostante il sorriso da ebete sul suo volto la ragazza non rispose alla sua domanda anzi iniziò a camminare verso la casa del capo-villaggio dicendo


    "Sbrighiamoci, siamo già in ritardo"


    Akikazu scioccato per la seconda volta in poco tempo ci mise un poco per rendersi conto della distanza che aumentava rapidamente tra di loro e dovette faticare non poco per recuperare la ragazza che faceva in un passo il doppio di quanto Akikazu facesse anche correndo. Una volta arrivatole accanto e regolata la camminata in modo da non stancarsi e da non distaccarsi troppo disse


    "Hey, potremmo anche presentarci, in fin dei conti dobbiamo fare una missione insieme, mi sembra il minimo sapere il nome di colui con il quale combatterai. Non credi? Io, non so se hai sentito, mi chiamo Akikazu Watanabe. Tu, invece?"


    Akikazu era quel tipo di persona che tende a voler fare amicizia in qualsiasi situazione e non si sarebbe stancato presto, anche e sopratutto se la sua compagna avesse continuato a stare zitta. Una volta arrivati davanti alla casa del capo-villaggio,un imponente costruzione di due piani che era stata abbellita da un giardino molto curato e da una lussuosa fontana, Akikazu tentò di riprendere la conversazione ma il suo sguardo fu attirato da una strana figura che, uscita dalla casa si stava dirigendo verso il cancello. Una volta arrivato al cancello l'uomo, con una voce melliflua che fece rizzare tutti i peli di Akikazu, aprì il cancello per lasciar passare i due e disse


    "Dopo di voi!"


    Akikazu passato un primo momento di shock chiese al signore se, dato che proveniva dalla sua casa, sapesse se il capo-villaggio fosse al momento lì e gli fu prontamente che il capo-villaggio, di nome Yoshida, era in casa e che l'accesso era libero. Dopo un altro inchino,quell'uomo che aveva provocato il disgusto di Akikazu si allontanò definitivamente da quel luogo su una carrozza d'antiquariato che agli occhi di Akikazu, a causa del suo colore nero, sembrava il carro della Morte. Un ultimo brivido attraverso Akikazu mentre tirava un sospiro di sollievo. Una volta attraversato il sentiero di pietrisco che tagliava in mezzo al giardino Akikazu e la sua compagna bussarono. Dopo una trentina di secondi la porta fu aperta e comparve davanti ai loro occhi un uomo che era alto quasi quanto la nuova compagna di Akikazu. Egli, che non si era mai sentito particolarmente basso in vita sua, provò questa sensazione per due volte nella stessa giornata e stava iniziando a pensare che quella giornata sarebbe stata all'insegna di trovare persone molto alte che lo superassero. L'uomo che ad un attenta analisi di Akikazu si rivelò essere il capo-villaggio, data la spilla rossa che adornava il suo vestito, invitò i due ad entrare, accompagnando l'invito con un movimento della mano sinistra. Appena però si girò a fare quel gesto un cane di grossa taglia gli sfuggì da dietro la schiena e si avvicinò ad Akikazu iniziando ad accarezzargli le mani e scodinzolando. Akikazu che amava gli animali , ricambiò il saluto, accarezzando il cane sulla testa e sorridendo. Una volta recuperato il cane l'uomo chiese ai ninja se volessero del tè con dei pasticcini ed Akikazu rispose educatamente


    "No,grazie non ho fame"


    Attraversando un corridoio i due poterono osservare per prima cosa diversi ritratti raffiguranti diverse persone che erano evidentemente imparentate con la loro guida e che portavano tutte la stessa spilla. Dopo 5 passi videro due porte che conducevano ad altre stanze e dopo altri 15 passi una scalinata che portava ad un piano superiore dal quale proveniva uno strano odore che Akikazu tentò di identificare. Arrivati in un salone che sembrava una stanza di un castello, con un enorme camino,un tavolo di cristallo, una poltrona in pelle e un sofà sempre in pelle l'uomo indicò il sofà e invitò i ninja a sedersi. Akikazu non se lo fece ripetere e si sedette ringraziando l'uomo. Il cane si accucciò ai suoi piedi ed Akikazu mentre guardava quell'uomo sedersi sulla poltrona iniziò ad accarezzarlo. Per la seconda volta offrì ai due qualcosa da mangiare e per la seconda volta Akikazu rifiutò. Finalmente l'uomo si presentò come il capo-villaggio: Eizo Yoshida e chiese ai due i loro nomi. Akikazu rispose subito dicendo


    "Io mi chiamo Akikazu Watanabe e sono un ninja di Kohona!"


    Una volta che si fosse presentata anche la sua compagna Yoshida avrebbe ripreso a parlare spiegando la missione ai due. Missione che aveva come unico scopo non lo scoprire chi fosse il colpevole, ma solamente trovare delle prove che inchiodassero i due indiziati principali ovvero la Dottoressa Mizuno ed il suo marito, giudice mandato dal Daymo a giudicare i casi, Masao Matsumoto. Ciò fece scattare una molla nelle mente di Akikazu. Se infatti si fosse aperta una indagine ed i due colpevoli non fossero stati i due coniugi la colpa sarebbe ricaduta su di loro comunque ,poiché i sospetti potevano cadere solamente su di loro. Ciò avrebbe favorito sicuramente un probabile altro colpevole od un complice che si sarebbe salvato nascondendosi nell'ombra. Tutto questo passò come un lampo nella mente di Akikazu che da quel momento rizzò le orecchie, sentendo istintivamente come quella versione dei fatti, nonostante fosse molto plausibile e molto probabilmente vera, non fosse tutta la verità.Era però solo un impressione che Akikazu decise di tenere in testa per poi chiedere alla sua compagna il da farsi . Yoshida informò i due che aveva preparato per loro dei lasciapassare e ricalcò ancora quale fosse il loro compito: trovare prove per far arrestare i due. Quest'ultima affermazione confermò ancora di più i sospetti di Akiakzu. Doveva esserci altro sotto. Per il momento però egli decise di stare al gioco e quando Yoshida chiese se avessero domande disse solamente


    "Vorrei solamente sapere il nome dell'uomo che è uscito prima di noi da questa casa e anche dove potremmo prendere i nostri lasciapassare"


    Forse erano solo paranoie, ma l'istinto gli diceva di non fidarsi né del capo-villaggio, né di quell'uomo che pareva tanto viscido. Appena fossero stati al riparo da orecchie indiscrete avrebbe sicuramente confidato le sue sensazioni alla sua compagna, per decidere insieme un piano d'azione.


    OT/Il mio numero è il 10


     
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9 replies since 19/1/2016, 13:34   162 views
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