[Contest][Gioco] La ragnatela

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  1. Lucious
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    "Mors mea, tacci tua."

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    La Ragnatela


    III


    Avete mai fatto un puzzle? Grande o piccolo, semplice o complesso, non importa. Avete presente quando siete sul punto di finirlo e vi manca un pezzo? C'è quel punto vuoto da riempire, deve essere riempito, c'è quell'intrinseco bisogno di portare a compimento ciò che si ha iniziato, è indispensabile. E poi la felicità, di trovarlo quel tassello, magari senza essersi resi nemmeno conto di starci seduti sopra. Ed è questo che mi ha fatto provare la signora Yoshida, completezza, un senso logico a tutto ciò che sta accadendo nel villaggio. Un conflitto di interessi tra l'accademia e il governo locale. Del resto questo spiega come mai la richiesta di Yoshida sia stata accettata nonostante il problema avesse un carattere decisamente politico, più adatto alle forze di guardia regionali che non a dei ninja. Gli interessi dell'Accademia e dei paesi dominanti vengono sempre prima, che questi interessi siano di natura economica poi è più che ragionevole visto l'accordo che Yoshida deve stringere col mercante. Quell'odore... familiare, zolfo? Mi chiedo quale sorta di intruglio possa aver bisogno un ninja addestrato nelle arti mediche. Non ne so ancora abbastanza per avere un'opinione in merito.


    Grazie, arrivederci.



    Non c'è bisogno di sprecare tempo in convenevoli di sorta, pur avendo chiarito quale parte fa i nostri interessi c'è ancora il mistero della clinica. Gente che impazzisce dopo essere stata curata, che viene convenientemente trasportata in una struttura gestita dal marito della dottoressa. Lo schema è praticamente ovvio, ed è proprio questo a non piacermi affatto. Cosa c'è da guadagnare nel far impazzire dei semplici contadini per poi rinchiuderli in una clinica tanto riservata? Cavie per esperimenti? Smercio di schiavi? Talmente ovvi da sembrare impossibili, il Daymio regionale se ne sarebbe subito accorto e avrebbe preteso le loro teste. No, c'è qualcosa che mi sfugge, qualcosa che continua a non tornare. Mi incammino lungo le strade del villaggio, la piccola foglia mi viene dietro come un cagnolino in cerca di una carezza, un gesto d'amicizia. Se non altro si astiene dal toccarmi, sempre meglio di niente. Si, cedo che lo manderò a parlare col mercante in merito alla flotta. Al Capitano e alla Dottoressa ci penserò io. Rallento il passo sino a fermarmi, mi rivolgo verso di lui e lo guardo diritto negli occhi per una manciata di secondi.


    Va dal mercante, chiedi delucidazioni sulla flotta e sulle mercanzie. Appena finito, raggiungimi dal Capitano.



    Non aggiungo una parola di più, mi volto verso la mia destinazione con la semplice aspettativa che lui faccia altrettanto. Probabilmente gli sto dando l'impressione di una bacchettona rigida e senza cuore, preferirei altrimenti ma non coglio che un rallentamento causi altre vittime. In guerra non c'è spazio per la cortesia.


     
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9 replies since 19/1/2016, 13:34   162 views
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