[Contest] [Gioco] La Veggente e l'Uomo Millenario

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  1. Roronoa™
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    Odio la Neve.

    Villaggio del Cielo pt. I





    Senza un lavoro o una missione da compiere, Shokuto aveva iniziato a trascorrere le sue giornate vagando senza meta per il centro abitato di Suna.
    Con il tempo, le sue lunghe passeggiate erano diventate monotone.
    Aveva conosciuto un barista, il gelataio che faceva angolo sulla piazza centrale e altri cinque signori, con cui ogni giorno dialogava per trascorrere del tempo.

    Con dei semplici appostamenti, in meno di due giorni, anche il più stupido degli studenti accademici sarebbe riuscito a tracciare i suoi spostamenti.
    Da quando Juzo lo teneva d’occhio?
    Ricevette la lettera alle 11 di un Lunedì mattina, nella piazza centrale del villaggio.
    Si era seduto su una panchina per rilassarsi e per godersi il calore del sole.
    Quando l’uomo comparì davanti alla sua gracile figura, Shokuto sbiancò. L’uomo non aveva l’aria di essere un benefattore, bensì un criminale piuttosto navigato. Sguardo da duro, braccia muscolose, barba incolta e katana ben visibile, appesa all’obi.
    A disagio lo studente fece per parlare, ma l’uomo lo anticipò:

    CITAZIONE
    Buongiorno Masayoshi-san. Mi chiamo Juzo Kurasa e sono un guardiano della veggente di Shiroi Bara. Sono stato inviato qui per dirle che è stato convocato da ella in persona. Mi dispiace non avere altro tempo per fornirle ulteriori dettagli, il resto è spiegato in questa lettera.

    Eh? Inarcò un sopracciglio, visibilmente sorpreso dalle parole dell'uomo.
    Afferrò la busta, contenente la lettera. Consegnata la missiva, l’uomo si congedò con un inchino, augurando una buona giornata allo studente.
    Buona giornata. Rispose Shokuto, più a se stesso che al suo interlocutore.
    La busta era stata sigillata con dell’adesivo. Ambo i lati non vi era nessun nome o firma. Decise di aprirla subito.
    La curiosità era tanta.
    Con una calligrafia strana ma leggibile, chiunque avesse scritto quella lettera invitava Masayoshi a recarsi entro quindici giorni nel Paese del Cielo, al tempio Shiroi Barai. Non aveva mai sentito quel nome...Shiroi Barai...ma era comprensibile vista la distanza tra il villaggio della Sabbia e quello..
    Del Cielo. Si portò le mani sui capelli. Conosceva la sua posizione e il suo tremendo clima.
    Per un ragazzino nato e cresciuto nel profondo e arido deserto tra Suna, in cui la temperatura media giornaliera superava i 40 gradi, il Paese del Cielo assomigliava a Genosha, una distesa di solo ghiaccio e neve.
    Dovrò comprare qualcosa di pesante. A Suna, si trovavano al massimo i maglioncini di cotone.

    [...]



    Armato di borraccia, cibo, soldi e una mappa, Shokuto si lasciò alle spalle il villaggio di Suna.
    Le strade su cui transitare erano state tracciate sulla piantina.
    Con dei cerchi rossi, Masayoshi aveva segnato su carta le taverne in cui chiedere una stanza per la notte.
    Si sarebbe imbarcato nelle coste orientali del Paese del Fuoco.
    Qualche giorno in barca in più era sempre meglio che farne di meno ma rischiare di venire sgozzati dai ninja del Fulmine. Aveva saputo di alcuni conflitti tra Kumo e l’Accademia.

    Riuscì a comprarsi qualche capo più pesante dopo aver oltrepassato i confini tra il Fuoco e il Vento. Acquistò una felpa con cappuccio verde monocolore, un pantalone nero, una sciarpa rossa, un berretto arancione e un ombrello spazioso, per evitare di bagnarsi insieme al suo zaino, che sporgeva alle sue spalle.
    Mai mossa fu più azzeccata.
    Shokuto si ritrovò a camminare per chilometri e chilometri sotto una fitta pioggia battente.
    Come una maledizione, lanciata contro di lui da un potente Dio, l’acquazzone lo accompagnò fino al porto di Koshitsu, sulle coste orientali del Fuoco.
    Molte erano le navi che da lì si sarebbero dirette verso il Paese del Cielo. Riuscì a trovare un passaggio quasi subito.
    L’attraversata durò due giorni.
    Tutto filò liscio.
    Shokuto potè continuare così il suo lungo viaggio, ma prima di addentrarsi in quel territorio angusto e tenebroso che era il Paese del Cielo, Shokuto si accinse a domandare a qualche passante la precisa posizione del tempio.
    Dopo aver ricevuto almeno quattro indicazioni concordanti tra loro, per essere sicuro di non essere stato ingannato da qualche psicopatico, lo studente si mise in cammino.
    Fortunatamente, il luogo in cui era stato convocato non era lontano dalla costa in cui era sbarcato.

    Raggiunse il tempio dopo aver percorso i cinquecenti gradini innevati.
    A passo spedito, senza guardarsi intorno ad ammirare la bellezza del luogo, Shouto raggiunse l'ingresso della struttura.
    Senza preoccuparsi di ciò che avrebbero pensato i due individui, il guardiano Juzo e un ragazzo più alto di lui, Shokuto mostrò loro il broncio.
    Era infreddolito e ....arrabbiato. Oltre ad averlo condotto nell’altro angolo del mondo, qualcuno aveva deciso che il luogo d'incontro sarebbe stato un edificio situato sulla sommità di una collina.
    Buongiorno. Salutò, rivolgendo ai due un leggero inchino.
    Scusate il ritardo. Sono Masayoshi Shokuto, studente di Suna. Si rivolse principalmente al ragazzo, suo probabile collega di missione.




     
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