Il furto dei veleni

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  1. The_Drake
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    Il furto dei veleni



    Quella ragazza aveva un nome e pure un cognome, sopratutto un cognome: era un Akuma, cavolo. Ecco seigati gli occhi demoniaci e rossi; Avevo un amico di quella famiglia, ma eravamo allo stesso livello, studenti Accademici, e non aveva ancora sviluppato quelle capacità.
    Sapevo di tecniche speciali ed appunto quella era una di queste ed ora sapevo a che Clan appartenesse.
    Non sapevo quali usanze avevano o quali fossero le capacità, in toto, di quella vista, ma sapevo che mia madre mi aveva raccontato che gli Akuma potevano farti vivere i tuoi peggiori incubi anche da sveglio: non sapevo a cosa si riferisse, ma doveva esser qualcosa legato all'effetto che potevano creare sulla persona; Cioè Meika era cambiata di colpo ed era diventata molto più spaventosa, rispetto alla kunoichi che era prima, e forse era quello un potere dell'occhio: spaventare.
    Lo avrei comunque, forse, scoperto da lì a poco, visto che orma ero in ballo e tanto valeva ballare. Piacere di conoscerti Meika-san! Forza, andiamo a prenderlo: prometto di seguire i tuoi ordini e di non intralciarti per quanto posso. Prendiamo questo ladro! Prese di corsa dietro la kunoichi.
    Si muoveva quanto più velocemente possibile dietro alla ninja, che aveva già mostrato di sapere dove fosse il ladro: ma come cavolo faceva? Era come se riuscisse a vederlo a distanza, ma anche oltre oggetti fisici come edifici, alberi, pareti; Cavolo era davvero qualcosa di fantastico e strano per me vedere quel tipo di capacità: decisi di chiedere, magari non mi avrebbe risposto, ma tanto valeva tentare.
    Parlai prima che fossimo davanti alla casa del fuggiasco. Meika-san, come fai a percepire il fuggiasco da questa distanza? Nessun occhio, neanche il più allenato...penso, credo...può vedere così lontano! Stiamo camminando da un pò e tu sembri percepirlo come se stesse vedendo attraverso tutto. Mia madre mi ha parlato del vostro Clan, mi ha detto che "eravate in grado di far vivere degli incubi ad occhi aperti alle persone", si è per caso sbagliata? Dissi, molto eccitato e sperando che la kunoichi mi desse qualche informazione in più sulla sua abilità oculare.
    Volevo saperne di più, volevo sapere tutto e bene e dato che avevo la possibilità di chiedere senza esser mandato via in malo modo, forse ne avrei ricavato un ragno dal buco: una volta chiesi ad un ninja in Accademia se avesse potuto mostrarmi la sua capacità speciale, ma come risposta lui mi rise in faccia e se ne andò via usando un enorme cane come cavalcatura. Penso fosse di Konoha.


    Arrivammo divanti al luogo che nascondeva il ladro: un vecchio magazzino abbandonato, composto da due piani. Nel piano terra, vi erano i veleni, nel piano superiore il ninja che si era messo a riposare.
    Il piano di Meika era quello di dividere il duo: io avrei recuperato i veleni nascosti e lei avrebbe fermato il ladro; Era agitato, per nulla calmo, mi sudavano le mani.
    Tutta quella faccenda era assolutamente strana e non sapevo se fossi pronto a tutto ciò: dovevamo arrampicarci da una finestra, visto che il portone principale era chiuso, come molte finestre, entrare ed agire silenziosi ed efficaci. Speriamo bene...comunque tutto ricevuto: in caso di problemi con la sacca scappo, cercando di non respirare i veleni. Tu enutralizzi il ladro e poi torniamo a casa sani e salvi. Spero solo di essere in grado di riprendere la refurtiva senza svegliare nessuno! Dissi, prima di seguire Meika con un salto poco sopra la casa. Mi aggrappai forte al cornicione della finestra e mi issai.
    Dentro al magazzino non si vede nulla, assolutamente nulla alla mia vista, se non qualche sprazzo vicino a me, dove gli occhi ancora potevano filtrare la luce e l'ombra; Avevo la mia missione, anche se ero agitato dovevo portarla a termine: era così la vita del ninja, ho scelto io questa vita.
    In questo frangente avrei preferito avere il mio clone acquatico per farlo muovere al posto mio per eseguire quel compito, mentre io lo controllavo dalla finestra, ben protetto e lontano, ma purtroppo avevo sprecato la mia unica fonte d'acqua.
    Mi calai piano, andando a cavalcioni nel cornicione e poi facendomi calare piano piano verso la parte interna: niente salti, niente balzi, niente rumori, ma solo un corpo che piano scendeva e si faeva calare giù.
    Dentro alla zona non vedevo nulla, come mi aspettavo.
    Rimasi fermo ed immobile aspettando che i miei occhi si abbituassero all'oscurità: riuscivo a vedere poco intorno a mePercezione Vista 6-3=3
    Altre Percezioni 3
    , ma abbastanza per non andare addosso ai possibili intralci nel mio cammino.
    Il problema principale era il pavimento: assi marce che scricchiolavano se non stavo attento; La cosa che potevo fare era unica, proprio come quando tornavo tardi a casa e dovevo sgattaiolare in camera senza che Onori, mia madre, si accorgesse di me: camminare a gattoni, lentamente. Certo, avrei messo il peso in più parti del corpo contemporaneamente, ma potevo controllare meglio i movimenti, oltre al fatto che potevo sentire direttamente cosa toccavo con le mani, che fungevano da setaccio.
    Infatti muoverle tipo radar intorno a me, molto leggermente, mi permetteva di capire dove fossero le assi più rotte, più gonfie di umidità: mi spostavo quindi in quelle più dure, spostandomi poco alla volta ed in caso di nessuna possibilità, cercando di appoggiarmi sulla zona centrale dell'asse con i polpastrelli e basta, visto che normalmente un asse marcia e umida tendeva ad arricciarsi ai lati e quindi ad alzarsi dal piano liniare del pavimento.
    Di certo ci stavo mettendo molto, ma così rischiavo di non fare rumore.
    Poi così avrei potuto trovare l'asse che conteneva la sacca dei veleno più velocemente, visto che dal basso avevo vista diretta sull'asse più alzata delle altre, l'avrei potuta individuare con il tattoPercezione minima = 1.5 metri e con la vista appena entrata nel mio raggio d'azione; Speravo solo che il piano funzionasse, così d'esser effettivamente d'aiuto a Meika, che avevo perso di vista da quando si era diretta verso la zona alta del magazzino.
    Se il piano fosse andato secondo quanto calcolato, avrei dovuto trovare la tavola con le mani, l'avrei lentamente spostata, avrei preso il tutto e mi sarei diretto indietro da dove er entrato nel magazzino per uscire fuori: da lì avrei aspettato l'arrivo di Meika con il fuggiasco.
     
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