Sorelle

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  1. **Kat**
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    III ~ Controllo del Chakra Perfetto: Tu sei una Fuyutsuki!


    L

    a sorella maggiore aveva sempre avuto un certo ascendente sulla più piccola dei Fuyutsuki. Come ogni Oneesan la ragazza aveva cercato di proteggere e guidare la sorellina fin dalla più tenera età. La fragilità emotiva che Ayuuki si portava dietro le aveva creato qualche problema fin dalla sua infanzia. Un’insicurezza forse nata dall’amore che Natsumi-san, sua madre, le aveva concesso senza nessuna riserva. Invece l’atteggiamento paterno era sempre stato piuttosto freddo e distaccato. Da Capo-Clan doveva sorreggere sulle proprie spalle le sorti della famiglia ed impartire regole e disciplina alle sue due figlie per formare le future reggenti della Casata Fuyutsuki.
    Il suo atteggiamento poteva essere comprensibile, ma non da una bambina così piccola e fragile. La timidezza le impediva di esternare le sue emozioni o socializzare con gli altri bambini e bambine della sua età.
    Per questo quando Ayuuki ritornava a Villa Fuyutsuki con le lacrime agli occhi, era sua sorella Ai-chan ad accoglierla e offrirle una spalla su cui piangere. Il loro rapporto era così forte, che bastava uno sguardo per capire lo stato d’animo della sorellina. *Sniff-Sniff* La ragazzina tirò su il naso nella speranza di trattenere le lacrime. Gli occhi cristallini della maggiore dei Fuyutsuki osservavano seri e comprensivi lo sguardo affranto della sorella. - Perché piangi? - Proferì con dolcezza.
    Le guance paffute della bambina si gonfiarono per l’imbarazzo. Arrossì leggermente, mentre gli occhi si riempirono di lacrime. Abbassò lo sguardo quasi per sviare quella domanda, ma era ben consapevole che ad Ai-chan non poteva nascondere nulla. - Non stò piangendo. - Strinse i pugni e s’irrigidì mentre si guardava i piedi e le lacrime iniziarono a bagnarle i sandali Ninja. Erano gli stessi sandali che la madre le aveva comprato per l’Accademia. Forse mancava qualche anno all’iscrizione alla struttura Accademia, era troppo piccola, ma aveva comunque apprezzato quel gesto. Da una famiglia di Shinobi e Kunoichi non poteva aspettarsi nulla di diverso. Eppure desiderava essere proprio come Ai-chan, fresca di diploma e con il suo bel coprifronte posto sui fianchi. - Vieni qui. -
    Il Cortile esterno di Villa Fuyutsuki sembrava deserto e tranquillo come di consueto. Ai-chan era seduta su una panchina in pietra al centro dei quattro alberi di ciliegio che abbellivano il retro della sontuosa abitazione. I fiori di ciliegio facevano da sfondo alle due sorelle, che si abbracciarono. Ayuuki cedette ai singhiozzi. La bambina indossava una tuta bianca e verde con una zip centrale, munita di cappuccio. Pantaloncini neri e i capelli erano raccolti in un piccolo codino. Un fermaglio le scostava i capelli dal viso. - I ragazzi sono dei Baka! - Ai-chan non riuscì a non trattenere una risata. - Come mai? - La bambina si staccò dalla sorella e strinse i pugni piuttosto contrariata. - Sono dei Baka! Daichi-kun mi prende in giro.. dice che sono un’Akimichi e non sono tua sorella per via delle mie guance paffute. -
    E nemmeno stavolta la maggiore dei Fuyutsuki non riuscì a trattenere una cristallina risata. Conosceva bene le dinamiche infantili e l’astio che i bambini provano per le ragazzine della loro età, soprattutto se interessati. Scosse la testa. - Tu sei una Fuyutsuki! -

    [ … ]

    “Tu sei una Fuyutsuki” . Parole che continuavano a rimbombare nella sua mente anche dopo anni. Non aveva nessuna intenzione di perdere la sua identità. Era pronta a perdere tutto, ma non quella. Forse Ryuhei-sama le aveva trasmesso la sua testardaggine e un pizzico di orgoglio che delineava il suo carattere. Ora non era più una bambina timida e spaventata dal mondo Ninja. Era determinata, coraggiosa e credeva fermamente nella Volontà del Fuoco e nella sua famiglia. Doveva esserci un modo per poter conciliare entrambe le cose. Sicuramente il fatto che Ai-chan era una Mukenin rendeva tutto più difficile.
    Non doveva trovarsi in quell’arena a notte fonda. Non doveva parlare con una traditrice del villaggio, anzi avrebbe dovuto dare l’allarme e cercare di catturarla. Non doveva nutrire sentimenti per una donna che aveva rinnegato il suo villaggio. Ma ciò che importava realmente alla Fuyutsuki era il fatto che la sorella non aveva rinnegato nulla del suo passato. Era certa che quei dolci ricordi nel cortile di casa erano ancora vivi anche nella mente della Kunoichi.
    Aveva bisogno di “potere” ed Atasuke-sama stava cercando d’indirizzarla verso una strada fatta di equilibrio e sacrificio. Probabilmente era la strada migliore da prendere, anche se i frutti erano ancora acerbi per essere raccolti. Ai-chan aveva superato le difese del Villaggio furtivamente per poter parlare con la sua sorellina ed offrire un’arte proibita per proteggere tutti, il villaggio, la famiglia e se stessa.
    Nutriva troppo rispetto e nostalgia per non accettare. Era così contenta, tremendamente contenta di poter passare del tempo con la sorella. Quindi avrebbe fatto qualsiasi cosa che le avrebbe chiesto, tranne compromettere la sicurezza di Konoha e dei suoi abitanti. Ma era convinta che Ai-chan non si sarebbe mai spinta a ciò e sapere che era in una missione sotto copertura per il bene del Paese del Fuoco aveva rasserenato in parte il suo animo.
    L’arte proibita in cui doveva allenarla era un tipo di Kinjutsu tramandato segretamente tra i ranghi medici ormai da tempo. Un’Arte ormai sconosciuta a molti ed apprendibile solo da individui con capacità particolari. Le sue conoscenze mediche erano piuttosto discrete, grazie ai Tomi medici che aveva trovato nella biblioteca materna a Villa Fuyutsuki. Natsumi-san era stata una Kunoichi medica abbastanza rinomata nelle mura del Villaggio ed era stato merito suo se la Genin si era avvicinata all’uso dei Veleni. Il requisito fondamentale per poter apprendere il Kinjutsu era un controllo perfetto del Chakra.
    Annuì ad ogni singola parola di Oboro. - Mi alleno ogni giorno nel Controllo del Chakra! - Rivelò. Non possedendo nessun Jutsu di famiglia particolare o Kekkei Genkai ereditaria era costretta ad attingere altrove e focalizzare la sua attenzione sulle basi delle Arti da Shinobi. Il Chakra era alla base di tutto e questa era stata la “via” scelta dalla Fuyutsuki, quando in un allenamento con Hiro-kun alla Villa di Machiko-sama aveva dimostrato una naturale predisposizione per la manipolazione del Chakra.
    Sapeva utilizzare egregiamente il Chakra Adesivo, quindi l’allenamento proposto dalla donna non le sembrò troppo impegnativo, almeno fino a quando non recuperò lo zaino richiamato da un rotolo dall’Anbu. A stento riuscì a sollevare quei venti chili, anzi probabilmente erano molto di più. I muscoli si sforzarono nel portare alle spalle quell’ingente peso e dovette ridistribuire le forze sul suo corpo per evitare di perdere l’equilibrio. Spostò il baricentro in avanti per evitare di cadere all’indietro. Inoltre le cinghie dello zainetto sembravano stringerle eccessivamente sulle spalle e l’addome. Strinse i denti. - Non mi aspettavo qualcosa di così.. difficile! - Ovviamente l’allenamento non si concludeva con la scalata dell’albero. Doveva anche schivare alcune armi da lancio e ridistribuire il proprio Chakra nelle piante dei piedi in modo istantaneo.
    Avanzò fino all’albero indicato ed ispirò profondamente. Cercò di calmarsi ed evitare che l’ansia o il nervosismo potesse inficiare negativamente sulla prova a cui Ai-chan stava per sottoporla. Con prudenza iniziò a mettere il primo piede sulla corteccia dell’albero. Era un pino, quasi privo di foglie aghiformi e la corteccia in alcuni punti era marcia. Ciò rendeva tutto molto più difficile. I primi tentativi furono disastrosi. Infatti non appena cercava di avanzare sulla corteccia il peso alle spalle la spingeva giù. Aumentare l’afflusso di Chakra sotto i suoi piedi diventava controproducente quando camminava sulle zone fatiscenti della corteccia. Questa si disintegrava al contatto con il Chakra e la Fuyutsuki cadeva rovinosamente a terra. - Ahio! - Si lamentò, sperando di non farsi sentire dalla sorella. Era orgogliosa quanto suo Padre. Non ammetteva sconfitte e l’allenamento era appena iniziato.
    Le forze che entravano in gioco erano diverse: La fragilità della corteccia e il peso alle sue spalle. Infondere troppo Chakra frantumava la corteccia ed interrompeva la sua corsa, invece infondere poco Chakra impediva l’aderenza e rendeva il peso insostenibile, tanto che doveva arrendersi alla forza di gravità. Goccioline perlacee di sudore che comparvero sulla fronte. Stava sprecando un bel po’ di Chakra, senza trovare una soluzione.
    Improvvisamente un Flash. Le parole di Atasuke-sama: Equilibrio. Possedeva le capacità necessarie per poter mostrare un controllo del Chakra pressoché perfetto, quasi sublime. Ma non riusciva a trovare il giusto equilibrio. Storse leggermente il naso e decise di riprovarci per l’ennesima volta. Pianta del piede che manifestò un’aura azzurrina, segno che il Chakra si era ben addensato e riuscì a creare quella forza “adesiva” necessaria per la scalata dell’albero. Le forze iniziarono ad equilibrarsi, riuscendo a dosare perfettamente il Chakra. Quando la corteccia diventava più friabile il flusso diminuiva sensibilmente, per poi rinvigorirsi per supportare il Peso ed opporsi alla forza di gravità. Era un sottile e dinamico equilibrio di Forze che le premise di scalare l’albero e restare attaccata ad esso. - Sono pronta! - Affermò con un pizzico di determinazione. Era pronta a tutto.

    [ … ]

    L’allenamento iniziò non appena la Fuyutsuki riuscì a stabilizzare il suo equilibrio sull’albero. Lo Zaino era la maggior difficoltà da affrontare. Dover riequilibrare il proprio Chakra costantemente, a seconda delle esigenze, richiedeva una grande concentrazione e sforzo psico-fisico. Non poteva concedersi nemmeno una distrazione. Il Peso alle sue spalle la spingeva all’indietro, invece la forza di gravità verso il basso. Il solo Chakra riusciva a tenerla attaccata a quella corteccia debilitata dal tempo.
    Cercò di rimanere lucida per tutto l’allenamento sul controllo del chakra. E ci furono momenti di grande difficoltà, che richiesero sforzi fisici e di concentrazione che non era affatto abituata a sostenere. Si allenava con Atasuke-sama giornalmente ormai al Karyuuken. L’arte della spada era così distante dal suo stile di combattimento, ma ciò che aveva imparato era l’equilibrio e la calma che l’Uchiha riusciva ad infondere in ogni sua offensiva. Riusciva ad essere elegante e pulito nei movimenti. E all’improvviso sprigionare una forza e precisione con la sua Katana fuori dal comune. La forza di un Orso e l’eleganza di un Cigno erano riuniti in un unico uomo. E la Fuyutsuki cercava di acquisire quello stile di combattimento.
    Anche nell’allenamento con Ai-chan sperava di mantenere la calma e rimanere lucida in ogni fase. Eppure i primi lanci da parte di Oboro furono disastrosi. Un Kunai le si conficcò nella spalla sinistra e per poter schivare un altro Kunai dalla caviglia destra finì per cadere a terra rovinosamente. Il sangue macchiò la sua tuta da allenamento. Il candore del tessuto lasciò spazio al rossore del sangue. Non era una ferita grave e senza farsi troppi problemi risalì sull’albero. - Non.. mi arrendo! - Non aveva nessuna intenzione di deludere le aspettative della sorella.
    Risalire sull’albero non fu problematico, aveva acquisito rapidamente il perfetto equilibrio richiesto per equiparare la fragilità della corteccia e il peso dello zaino. Ma dover stabilire questo equilibrio, mutandolo a seconda degli attacchi a distanza di Oboro, le risultava molto difficile. Cambiare improvvisamente le dinamiche dei flussi d’energia nella pianta del suo piede non fu facile, forse era impossibile per alcuni Shinobi, ma non per lei.
    Desiderava mostrare a se stessa di possedere tra tanti difetti anche una preziosa ed unica qualità. Aveva dimostrato di avere un controllo perfetto del Chakra, anche se rudimentale, nell’allenamento con Hiro-kun. Poteva riuscirci.
    Gradualmente i lanci di Oboro diventarono sempre più semplici da schivare. Ci furono dei momenti di carenza di concentrazione e ciò destabilizzarono il suo equilibrio. Ma lentamente, impiegando diverse ore fino alle prime luci dell’alba, riuscì ad ottenere buoni risultati. Alcuni Kunai le sfiorarono la pelle, lacerandola e con essa anche il tessuto dei suoi indumenti. Ma tutto divenne relativo, visto che la sua concentrazione era focalizzata sul controllo del Chakra. I flussi di energie nel suo corpo diventarono sempre più “malleabili” e dinamici. Quel flusso di Chakra si alternava da un impetuoso fiume in piena ad un placido torrente di sorgente. A seconda delle esigenze esterne, il Chakra veniva manipolato con cura. Era ancora ben lontana ad ottenere un controllo del Chakra perfetto, ma in quattro ore aveva fatto molto progressi.
    Quell’istinto naturale che aveva avvertito alla Villa di Machiko-sama stava diventando lentamente una piacevole consapevolezza. Era capace di manipolare il Chakra con precisione. E non era più un caso. Diventava di minuto in minuto un’abilità, non un colpo di fortuna.
    Si sentiva stanca, anzi esausta. Eppure quella mano sulla sua testa, quella carezza fraterna, le fece dimenticare per un attimo la dolenzia dei muscoli, il respiro pesante e il sudore che le gocciolava sulle tempie. - S..Si! - Si raddrizzò inorgoglita di quel gesto. - Sono una Fuyutsuki. - E con queste parole si lasciarono, ripromettendosi di ritrovarsi nello stesso posto ed alla stessa ora. Dovevano trascorrere solo 72 ore.


     
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