Sorelle

Free + add ts per Kat

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. **Kat**
        +1   Like  
     
    .

    User deleted


    IV ~ Nindō Medico: Emergency!


    A

    more e dedizione trasparivano dalle iridi cristalline della Fuyutsuki. Era impossibile per lei celare i suoi sentimenti di ammirazione e profondo affetto verso la sorella, anche se era una Mukenin e aveva tradito la Volontà del Fuoco. Ed ora che era al corrente della “reale” motivazione per cui Ai-chan era andata via dal Villaggio e dalla sua famiglia, ogni incertezza nutrita in questi anni era svanita. Ora non aveva nessun dubbio, la Fuyutsuki non aveva mai dimenticato la sua amata sorellina, o l’orgoglioso padre o l’amorevole madre.
    Non poteva essere più contenta. Ma cercò di mantenere un certo contegno. Conosceva l’indole della sorella maggiore. Era orgogliosa e ligia al dovere quanto Ryuhei-sama, e le circostanze non permettevano una dolce e serena rimpatriata familiare. La missione prima di tutto. Inoltre la donna era lì per insegnarle un Kinjutsu di Konogakure no Sato. Era la sua occasione per ottenere il “potere” necessario per difendere tutti, sua sorella, i Fuyutsuki, il Villaggio e se stessa.
    Prima di quell’incontro era cresciuta e vissuta nell’angoscia di dover compiere una “scelta” tra sua sorella e il Villaggio della Foglia. Secondo le istituzioni accademiche i Mukenin erano considerati feccia, ma lei non riusciva ad abbandonare quei sentimenti fraterni verso Ai-chan. Non poteva tradire il suo stesso sangue e nemmeno la volontà del Fuoco.
    L’allenamento fu molto duro. Molto più duro di tutti gli allenamenti sostenuti con Atasuke-sama. L’Uchiha la costringeva a superare i propri limiti, anche mentali e la spingeva verso uno stile equilibrato ed armonico. Invece Ai-chan stava cercando di potenziare ulteriormente i suoi punti di forza. Avere un buon Ninja-Medico in missione era di vitale importanza per la sopravvivenza dell’intero Team. Era un ruolo caratterizzato da oneri e onori. Il successo della missione dipendeva anche dalla bravura del Ninja-Medico. Quindi imparare a reagire alle situazioni di difficoltà era un punto fondamentale per la Fuyutsuki. L’emotività doveva essere tramutata in coraggio e determinazione. Nulla doveva distrarla dal suo obbiettivo.
    I sorrisi e le parole d’incoraggiamento di Ai-chan le permisero di superare ogni difficoltà nell’allenamento. Era ferita, stanca e debilitata per gli innumerevoli attacchi a distanza che aveva dovuto schivare. Inoltre lo zaino alle sue spalle le comprometteva la mobilità. Ad ogni caduta, la piccola Fuyutsuki si rialzava con ritrovata determinazione. Desiderava dimostrare alla sorella maggiore che era degna di stare al suo fianco e possedeva la forza necessaria per riportarla a casa anche contro la sua volontà. Non aveva intenzione di voltarle le spalle.
    - Sarò prudente! - Promise mentre ingeriva i due tonici per recuperare Chakra ed energie vitali. Le ferite lentamente si richiusero e si sentì meglio quando parte delle energie furono ripristinate. Annuì alle parole dell’Anbu. - Okaasan.. mi ha insegnato il Nindō Medico. L’ho imparato a memoria! - Abbozzò un sorriso. Poter scambiare qualche parola con la sorella, tralasciando gli allenamenti, le rievocava dolci ricordi. Quando si confidava con Ai-chan e poteva parlare con lei anche di semplici frivolezze. - Prima regola, Daiikkō: Nessun ninja medico deve mai interrompere il trattamento medico fino a quando la vita dei membri della squadra non sia giunta al termine. - Iniziò con estrema sicurezza. - Seconda regola, Dainikō: Nessun ninja medico deve mai stare in prima linea. - Continuò a recitare a memoria. Non aveva mai proferito con tanta sicurezza dei concetti teorici, nemmeno sotto tortura con Okada-sensei in Accademia. Abbozzò un lieve sorriso. - Terza regola, Daisankō: Nessun ninja medico deve mai morire fino a quando non sia l'ultimo del plotone. - Tirò un sospiro di sollievo non appena completò la descrizione teorica.
    Purtroppo era giunto il momento di separarsi. E la Fuyutsuki si allontanò dal campo di addestramento n°5 con la speranza di ritrovare la sorella al prossimo incontro.

    [ … ]

    Solitamente per Ayuuki trascorrere tre giorni al Villaggio di Konoha non era un problema. Anzi le giornate trascorrevano piacevoli tra allenamenti e incontri al chiosco di Ramen con la sua amica Miyo-chan11%2Byear%2Bold%2Bshana. Al Dojo del Karyuuken le ore trascorrevano tra allenamenti fisici e mentali. E ci furono momenti in cui Atasuke-sama dovette rimproverarla per la sua pessima concentrazione. Scopriva con ingenuità i suoi fianchi, finendo per ricevere dolorose botte dalle spade in legno e i suoi pensieri si confondevano nei momenti di raccoglimento nel cortile del Dojo. Invece gli incontri con le sue amiche erano diventati improvvisamente tediosi. Parlare dello Shinobi più attraente del villaggio o l’ultimo completo da Kunoichi cucito dalla sarta infondo alla strada era diventato irrilevante per lei.
    La sua attenzione voleva verso altri lidi. Inevitabilmente pensava ad Ai-chan. Cosa stava facendo in questo momento? Desiderava tanto incontrarla e parlare con lei come una normalissima coppia di sorelle, ed invece era costretta ad abbandonare il suo caldo e sicuro letto per raggiungere un’Arena diroccata nel cuore della notte per farlo. Sospirò leggermente prima di essere ripresa per l’ennesima volta da Miyo-chan. - Ehi? Pensi di stare bene? - Erano al chiosco di Ramen, quello situato al centro del Villaggio, uno dei più famosi e rinomati. La ciotola fumante non era ancora stata toccata. - Uhm? - Con fare interrogativo la Fuyutsuki osservò con ritrovato interesse la ragazza. In effetti l’aveva ignorata per tutto il pomeriggio, mentre lei le stava letteralmente vomitando addosso fiumi di parole di quanto Daichi-kun sia irritante ed attraente allo stesso tempo con la sua bandana. - Sei strana oggi! Non ti sei ancora lamentata di come Raizan-sama ti abbia respinta al vostro “matrimonio” nel Quartiere Aburame. E non hai progettato ancora nulla per far cadere ai tuoi piedi Shinpachi-kun. Inizio ad essere seriamente preoccupata. Hai la febbre? - La ragazza avvicinò la sua mano alla fronte della Genin per controllare che stia bene.
    - Oh no. Stò solo riflettendo! - Rispose piatta senza troppo entusiasmo. Miyo-chan allargò il sorriso ed assottigliò lo sguardo castano. - Sicura? - Conosceva troppo bene la Fuyutsuki e sapeva che le stava nascondendo qualcosa. Purtroppo Ayuuki non poteva rivelare a nessuno dei suoi allenamenti segreti con Ai-chan, nonostante si fidasse ciecamente dell’amica. Non aveva proferito parola nemmeno con suo padre. - E comunque Daichi-kun è un Baka! Lo è sempre stato! Non capisco come faccia a piacerti. - Alzò lo sguardo al cielo mentre si concesse un po’ di Ramen. - Forse stai semplicemente crescendo, Ayuu-chan! -

    [ … ]

    Furono le 72 ore più lunghe della sua vita. Fingere di stare bene e continuare la sua normale vita con Miyo-chan era difficile. La ragazza dopo quell’episodio non aveva smesso di accertarsi del suo stato di salute. Era evidente, soprattutto per una cara amica che c’era qualcosa che turbava la Fuyutsuki. Invece Ryuhei-sama era all’oscuro di tutto. Continuava a pretendere progressi dalla sua secondogenita, senza sapere che la sua amata Ai-chan era più vicina di quanto pensasse. Natsumi-san, con i suoi istinto materno, custodiva il segreto di quelle uscite notturne della figlia. Aveva notato anche i lividi sulle sue braccia e le condizioni in cui la sua tuta da allenamento era stata ridotta dopo quella notte. Ma nella madre la ragazza aveva trovato una discreta e fedele complice.
    I giorni passarono e quando fu il momento di raggiungere il campo di addestramento n°5 Ayuuki si preparò come di consueto con il suo equipaggiamento e legando il coprifronte della Foglia alla fronte saltò sulla grondaia antecedente alla finestra della sua camera ed imboccò la strada per l’Accademia.
    Dopo essersi assicurata, nel limite delle sue possibilità, che nessuno la seguisse la ragazza si presentò al centro dell’Arena n°5. Il terreno era ancora dissestato e l’albero su cui si era allenata riportava ancora i lividi di quei Kunai ed evidenti fratture nella corteccia. I suoi occhi si soffermarono sull’albero per alcuni secondi, ma immediatamente il suo animo fu preso da un improvviso sentimento di paura ed apprensione.
    Ai-chan era in ritardo. Dopo quindici interminabili minuti l’Anbu comparve davanti alla Fuyutsuki con un uomo imbavagliato tra le braccia. Era un prigioniero e il terrore che lesse nelle sue iridi era ben tangibile ed inequivocabile. Comprese immediatamente la situazione, quindi la Genin non fece domane inopportune o scontate. In realtà aveva tanta voglia di abbracciare la sorella. Le era mancata, ma a quanto pare le circostanze non erano adatte per manifestazioni di affetto.
    Le fu spiegato immediatamente la situazione e il Ninja-Medico decise di non perdere tempo. - Ok! - Il Nindō Medico era abbastanza chiaro a riguardo. Anche se era un “nemico” in questo caso doveva assolutamente salvargli la vita. Si chinò verso l’uomo e dispose accanto a sé il Kit di pronto soccorso. La scatole bianca con la croce rossa venne aperta rapidamente per memorizzare rapidamente lo strumentario di cui disponeva. Garze, disinfettante, infusi vari, strumenti, stecche e quant’altro. C’era di tutto e la Genin cercò di mantenere la calma.
    - … - Notò alcune macchie di sangue sotto le vesti. Istantaneamente la ragazza sbottonò la camicia dell’uomo per poter controllare le sue ferite. Quell’eccessiva quantità di sangue che imbrattava i vestiti non erano un buon segno. Inoltre lo sguardo impaurito della vittima diventava sempre più cupo e confuso. Cercò di comprendere la critica situazione clinica grazie alle sue discrete conoscenze mediche

    Conoscenza Medica (Base) [1]
    Conoscenza: L'utilizzatore può diagnosticare e trattare gli Status Leggeri; richiedono 3 slot azione/tecnica per eliminarli. Può eseguire interventi di pronto soccorso e medicare le ferite: l'entità della ferita medicata si ridurrà di ½ leggera ogni giorno. Possiede inoltre conoscenze anatomiche di base, potendo individuare con sicurezza la posizione degli organi interni, dei vasi e delle ossa.
    . Non riuscì a distinguere l’entità di alcune ferite, forse troppo avanzate per le sue conoscenze, ma tutto sommato inquadrò la situazione. - Ha sicuramente una carotide recisa… - Indicò il fiotto di sangue che usciva dal collo. Il taglio era stato abbastanza profondo da raggiungere l’arteria. Conosceva a memoria la disposizione degli organi e del sistema circolatorio venoso/arterioso e del Chakra. Natsumi-san era stata un’ottima insegnante. - Probabilmente il foro all’addome ha perforato l’intestino, ma dovrò controllare se c’è un corpo estraneo al suo interno prima di utilizzare i miei Jutsu Medici. - Richiudere una ferita lasciando un corpo estraneo al suo interno corrispondeva a peritonite e setticemia. - La ferita al ginocchio, per quanto possa essere seria, non è prioritaria in questo momento. - C’era un’arteria da ricostruire e ritenne prioritario salvargli la vita e non la gamba. Purtroppo non si accorse minimamente che sul lato destro del torace c’era una costola incrinata che aveva forato un polmone. Infatti l’uomo iniziava ad ansimare, e la Genin ricollegò quel sintomo all’ipovolemia e agli spasmi per il dolore.
    Le parole di Ai-chan però non la misero a suo agio come sperava. Perché non era al suo fianco per supportarla anche questa volta? A quanto pare doveva imparare a camminare con le sue gambe. L’Anbu precisò che l’uomo aveva parenti a Konoha ed in caso di decesso sarebbe stato suo compito informarli della tragedia. Ciò triplicò il peso sulle sue spalle.
    Per alcuni secondi il suo stato d’animo vacillò. Il suo carattere venne messo a dura prova. Questa era la strada del Ninja-Medico tra sofferenza, gioia, nascita e morte. Era un lavoro difficile, una responsabilità che non tutti potevano permettersi di sorreggere sulle loro spalle. Ayuuki ne sarebbe stata in grado?
    Si morse il labbro inferiore. - Farò tutto ciò che è in mio potere per salvarlo! - Un fiotto di sangue proveniente dalla bocca ricordò alla Genin della situazione critica che doveva gestire. Probabilmente non era in grado di salvare l’uomo, ma doveva provarci. Non poteva tirarsi indietro. Inspirò ed espirò profondamente per riacquistare la calma. Non appena afferrò alcune garze dal Kit notò che le sue mani tremavano. Strinse i pugni e si morse il labbro inferiore. Non era il momento di essere deboli. C’era in gioco la vita di qualcuno. Con le garze iniziò a comprimere le ferite al collo e al ginocchio. Per prima cosa doveva arrestare l’emorragia ed invitare che il battito cardiaco collassi con l’intero sistema circolatorio. Poteva sentire sotto le sue mani l’arteria pulsare con forza. Attese alcuni minuti per essere sicura che quantomeno il flusso di sangue si sarebbe arrestato almeno un po’.
    Nelle sue mani iniziò a concentrarsi un tipo di Chakra puro e tranquillo come il lento scorrere di un placido fiumiciattolo. Le energie iniziarono a scorrere nei palmi, creando un alone azzurrino, quasi verde-acqua. Manifestò il suo Hikariton e pose la mano destra a pochi centimetri dalla ferita al collo, mentre la gemella continuava a premere con forza per favorire l’emostasi [Slot Tecnica I]
    Tecnica delle Mani Curative - Shousen Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tocco
    L'utilizzatore può ripristinare l'energia vitale guarendo i danni e status. La vitalità non verrà ripristinata, non rigenera arti amputati o organi interni distrutti, gli oggetti presenti all'interno delle ferite non sono rimossi. È possibile guarire ferite differenti, entro la Guarigione Massima; è possibile alleviare ferite d’entità superiore la Guarigione Massima.
    Tipo: Ninjutsu - Hikariton
    (Livello: 3 / Consumo:Basso per Leggera guarita )
    [Guarigione Massima: Leggera per grado]
    . In pochi secondi la struttura arteriosa venne ricostituita tramite la stimolazione dell’endotelio e gli strati sottocutanei e la pelle stessa venne parzialmente rigenerata. Utilizzò quanto più Chakra possibile, visto che a suo parere era la ferita più “grave” e che poteva portare a rapida morte l’uomo. Non riuscì a ricostruire tutto il piano muscolare e richiudere completamente la ferita al collo, ma le bastava anche questo piccolo risultato. Il sistema circolatorio non era più compromesso.
    Decise quindi di occuparsi della ferita all’addome. Un emorragia interna poteva essere pericolosa. Afferrò delle garze e un infuso disinfettante per poter pulire la ferita. Necessitava di una buona visuale per controllare che la condizione della cavità. Infilò con cautela e precisione uno strumento per sondare il letto della ferita. - Uhm.. Nessun corpo estraneo. - O almeno così sembrava. Era abbastanza incerta. Ancora una volta accumulò il suo Hikariton nei palmi delle mani per poter infondere quel particolare Chakra nell’addome e rimarginare parte dei visceri. Aumentò il flusso non appena l’uomo iniziò a tossire e rimettere sangue. Perché perdeva sangue dalla bocca? Proveniva dalle vie aeree o quelle digestive? Non aveva minimamente notato la costa incrinata e ciò comprometteva il suo respiro per il conseguente emotorace e pneumotorace. Concetti ancora poco conosciuti dalla Genin.
    - Cos..? - Improvvisamente l’uomo perse conoscenza e rapidamente le sue condizioni collassarono. Il flusso di Chakra curativoOff: A discrezione del QM per la quantità di Chakra consumata. aumentò, ma non sortì l’effetto sperato. Il malcapitato andò in arresto cardio-circolatorio e fu quasi impossibile rianimarlo. L’uomo spirò.
    Gli occhi della Genin rimasero fissi sulle pupille vuote del cadavere. Lo sguardo era assente, il volto ancora contorto dal dolore e i fiotti di sangue continuavano a scivolare agli angoli della bocca. Non riusciva a comprendere dove aveva sbagliato. Un errore di valutazione che aveva fatto precipitare le precarie condizioni della vittima. Quella flebile speranza di salvarlo si era spenta con l’ultimo respiro sofferto ed agonizzante. Presto sarebbe giunta la rigidità muscolare e il calore corporeo sarebbe scivolato via lentamente, come la sua anima.
    Solo in un secondo momento Ayuuki arrestò il flusso di Chakra. Era stato tutto inutile, era stata inutile. Probabilmente non aveva nessuna speranza di salvarlo, ma un fallimento corrispondeva ad una cocente sconfitta, umiliazione davanti agli occhi seri della sorella. Non era riuscita a dimostrare nulla, né ad Ai-chan e né a se stessa. Non era pronta. - I…Io… - Conosceva le conseguenze di quella morte. - Mi dispiace. - E l’idea d’informare la famiglia dell’uomo della perdita le dilaniava l’animo. Ma non pianse. Un pizzico d’orgoglio era rimasto in lei. Accettare la vita, le gioie e i successi, significava accettare anche i dispiaceri, gli insuccessi e la morte.




    Edited by **Kat** - 14/2/2016, 11:53
     
    .
17 replies since 1/2/2016, 21:19   267 views
  Share  
.