Al Tempio della Nebbia - La Sesta Riunione di Kiri

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  1. -Hidan
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    La Sesta Riunione di Kiri

    II


    Non era vero. No...
    Non poteva essere vero. Ti...Ti stai sbagliando...
    Era tutta una finzione, una burla, un errore. Incredulo e come pietrificato rimasi immobile sulla sedia principale, mentre i ninja del villaggio facevano di volta in volta ingresso nel luogo. Dapprima entrò Seinji, poi Ryuu, seguito da una ragazza e da Meika, poi tutti gli altri, ed infine arrivò Sanjuro, lo sciamano. Era stato solo grazie a lui che ero riuscito a capire l'errore che avevo commesso, sin dal giorno precedente. Come è potuto succedere... Quando?
    Lo sciamano, accompagnato dal fedelissimo - era un bastone, dopotutto - Gassan, entrambi in abiti da alta cerimonia, per le occasioni formali e più spirituali e mistiche, senza dire una parola, iniziò i preparativi per la sua cerimonia. C-Come faremo adesso...?
    La mia testa si poggiò, come di schianto, sulla sedia, mentre le gambe sembravano crollare anche se il peso del mio corpo era sostenuto dalla sedia. I miei occhi, ormai umidi, per aver realizzato ciò che era successo, erano volutamente distolti dal braciere per il corpo di Itai. O quel che ne restava.
    E' stato il Jashinista... Sibilai. Doveva essere andata così.
    Ryuu aveva trovato il fabbro, l'adoratore immortale amante delle uccisioni e questo, preso da un raptus di ira funesto causato dalla sua folle religione, doveva aver sorpresa Itai nel sonno, e fatto sciacallaggio del suo corpo. La missiva portava il sigillo del Mizukage e il suo nome non perché era stata indetta DA LUI, ma perché era PER LUI.

    Itai era deceduto. E quindi quelle non sono le Sp-p-pad-e-e... Le teche erano state coperte per nascondere agli occhi degli shinobi la vista del povero corpo sventrato del giovane kage. Ma perché sette?
    Quasi non notai la presenza di Meika e le sue parole al mio fianco, ero troppo sconvolto. Le emozioni e i pensieri assalivano la mia testa e il mio cuore. Itai era morto, ed era anche colpa mia. La mia insistenza per riforgiare le Sette era stata tale da non fargli prendere le dovute cautele con il fabbro. Un uomo così pericoloso non poteva di certo stare vicino al kage senza dovuta protezione, ma per via delle segretezza della missione questo non era stato possibile.
    Era stata colpa mia.
    Crollai a terra, in ginocchio, proprio mentre Sanjuro si avvicinava a me. Meika... Guardai l'Akuma in volto, in cerca del suo sostegno. Perché non sono stato avvisato! Ero il fottuto guardiano di quel villaggio, oltre ad essere uno dei ninja più vicini al Mizukage, eppure nessuno aveva avuto il coraggio di dirmelo. Lo hanno trucidato! Quel bastardo di un fabbro! Non gli bastava ucciderlo colpendolo alle spalle, ha smembrato il suo cadavere! Sette pezzi! Sette fottutissimi pezzi! Battei entrambi i pugni a terra con violenza, con tutta la forza del mio corpo, facendo scricchiolare il pavimento del vecchio tempio. Le lacrime caddero sul legno. Un chiaro riferimento alle spade che lui voleva riforgiare... Un atto di potenza e simbolico, oltre ad essere irrisorio nei confronti di Kiri tutta.
    Singhiozzai, deglutii, ma alla fine cercai di riprendere il controllo.
    Dovevo farcela. Se non io, chi altro doveva?
    Troppi pochi ninja, troppo inesperti. Sanjuro sarebbe stato un abile e fidato consigliere grazie ai suoi poteri mistici e di preveggenza. Meika era un dottore, ed era a me troppo cara: una carica come quella sarebbe stata forse un fardello troppo grande per lei, ed io non potevo permettere che gli accadesse qualcosa. L'uomo mascherato degli Akuma? Asmodai non aveva ancora recuperato la piena fiducia di Itai, non poteva di certo avere la mia.
    Dovevo farlo io. Per Kiri, per le giovani e promettenti nuove leve come Ryuu, e anche per Itai stesso.

    Ritrovai la forza.
    Mi rialzai da terra, guardando un'ultima volta ancora il dolce viso di Meika.
    Era bellissima.
    Stava cercando di sorridere per farmi forza, anche lei era d'accordo con me.
    Gli sorrisi a mia volta, con le lacrime ancora che scendevano dai miei occhi. Gli sfiorai la mano con la mia, quindi, invitato da Sanjuro a prendere la parola per ricordare Itai, feci un passo avanti e parlai ad alta voce, cercando di nascondere l'emozione, la tristezza, la paura e lo sconforto. Prima di ciò, rivolsi un sorriso e un cenno del capo in ossequio allo sciamano. E a Gassan.

    Shinobi e kunoichi di Kiri, fratelli della Nebbia, amici miei... Questo è un giorno di dolore non solo per Kiri, ma per tutto il paese dell'Acqua. Quest'oggi mi duole comunicarvi che il nostro amatissimo Nono Mizukage, Itai Nara, è deceduto prematuramente. Non fu un avversario onorevole ad avere la meglio su di lui, nessuno avrebbe potuto, lo sappiamo bene... Fu un fabbro traditore e voltagabbana, che troppe volte nella sua vita ha ucciso e troppe altre volte lo farà, non per necessità ma per gusto del sangue e della morte, in none di un dio falso e sanguinario.
    Pagherà, lo giuro sul mio cuore e sul mio clan.
    Battei il pugno destro sul mio petto, in prossimità del cuore, con sguardo fiero rivolto verso terra. Ma quest oggi deve essere un giorno solo per Itai, per ricordare la sua memoria, per ricordarci per sempre di lui. Lui... Uomo d'onore, leale, coraggioso... Ninja potente, come pochi se ne sono visti su questo mondo... Marito e padre, non solo per le sue bambine, ma per tutti noi. Quest oggi noi siamo qui riuniti per dirgli grazie.
    So che tutti voi avreste mille parole di ringraziamento per il nostro Kage, ed io non posso fare la vece di tutti voi... Non mi sento in grado di farlo, non riuscirei... Quindi preferisco lasciare la parola a voi, miei cari amici, prima di lasciar fare a Sanjuro i riti necessari per guidare lo spirito di Itai verso il regno dei suoi padri e dei loro padri prima di loro.
    Era forte in vita, lo sarà nella morte. Saprà trovare la strada e il suo posto nel nuovo mondo.
    Guardai il tetto, ma figuratamente immaginai un cielo stellato sopra di me, e una scia bianca di una cometa, che mostrava la via ad Itai, e guidava le nostre azioni sulla terra.

    Il tempo per la successione sarebbe arrivato presto. Cercai la mano di Meika, stringendola. Mi occuperò io della tua famiglia... Quelle bambine non cresceranno senza un padre, come ho fatto io... Non lo permetterò mai, amico mio... Meika e Sanjuro avrebbero sentito distintamente le mie parole, la mia ultima promessa al vecchio Mizukage.
    Guardai ancora Meika in volto. Sono pronto. Lo ero davvero? Non potevo non esserlo, ero l'unico che poteva farlo.
    Sanjuro... Mio consigliere e amico... Mi sedetti nuovamente sulla sedia, ma questa volta in modo formale e comporto. Le gambe leggermente distanti l'una dall'altra, la schiena ben poggiata ed eretta contro lo schienale. Lo sguardo fisso, frontale, reale. Porterò il peso del comando come avrebbe voluto Itai. Trattenni il respiro.
    Come avrebbe fatto Itai... Respirai.
    Metti pure il copricapo sulla mia testa. Incoronami, avrei voluto dire, ma poi sarei potuto apparire leggermente montato agli occhi dei miei nuovi ninja.
    Leggermente. Montato... Per non dire altro.

    Per non dire idiota, a conti fatti.
     
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