Al Tempio della Nebbia - La Sesta Riunione di Kiri

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  1. Ade Geist
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    ~ The Red Capes are coming!

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    La Sesta Riunione di Kiri
    Capitolo Uno


    Atto I
    Un manipolo di incompetenti. †
    Erano passati pochi giorni dalla mia visita in amministrazione e dal mio incontro con lo sciamano, Sanjuro, e la mia vita ancora non si era messa a posto. Ancora la missione per recuperare la Kenkichi del secondo Capoclan, Ryuuji, non era stata neanche programmata e l'incontro col Flagello si avvicinava ogni giorno di più, anzi, mancavano solo due giorni prima della mia necessaria partenza per Oto. Avrei dovuto scoprire prima ancora di poter fare qualsiasi cosa. L'ansia e l'importanza di quella situazione mi pressavano come poche cose al mondo erano riuscite a fare nella mia vita fino a quel momento. Eppure dovevo mantenere la calma, dovevo rimanere razionalmente attaccato ai miei doveri, i fratelli del Bosco dell'Upupa stavano arrivando e dovevo organizzare la ripopolazione del Clan Kenkichi.
    Spensi la candela sulla mia scrivania, era arrivata l'ora di andare a dormire: mi stavo occupando di corrispondenza, stavo cercando notizie su di un libro fuori produzione che trattava della Grande Guerra ninja. Non era molto che mi ero appassionato alla lettura, e molto belle esperienze, tipo il bagno di sangue con Jeral, avevano avuto inizio proprio da alcune letture. Dopotutto, c'era anche un detto della vecchia propaganda kiriana "Libro e Moschetto, Ninja perfetto!". Mentre mi dirigevo verso la mia camera da letto sentii una forte coppia di colpi risuonare in tutto il palazzo: qualcuno stava bussando sulle gigantesche maniglie del nero castello Kenkichi. Mi avvicinai alla porta, ancora totalmente avvolto nelle bende, ancora vestito con gli abiti da allenamento, ed aprii: un ninja dell'amministrazione si scusò per l'ora e mi comunicò che per via di un malinteso, la missiva amministrativa che mi stavano consegnando era arrivata soltanto alla sera quando doveva essere consegnata alle prime luci dell'alba. Lo congedai ringraziandolo e me ne andai chiudendo l'enorme portone dietro di me. Aprii la lettera togliendo il sigillo e lessi della comunicazione del Kage per il giorno seguente. « Sarà il caso di presentarsi come un evento di questo tipo raccomanda. » pensai, all'idea di dover sfilare nel tempio o, comunque, di dover presiedere insieme ad altri ninja in una riunione. « Dovrei essermi portato da Taki gli abiti cerimoniali non militari ... » dissi tra me e me mentre risalivo le scale verso il bagno ed una doccia calda, prima, e verso il letto poi.

    [...]


    Alle nove e venti del giorno seguente ero già pronto: per la prima volta, credo, Kiri mi avrebbe visto in abiti cerimoniali ma, notizia ancor più sconvolgente, mi avrebbero visto senza le mie onnipresenti bende da combattimento sul volto. Un lungo foulard color sabbia mi avvolgeva il collo fermandosi su una placca metallica subito sotto alle spalle e continuando poi divenendo un mantello lunghissimo del medesimo colore. Indossavo un'uniforme verde oliva, di seta, con ricami neri e dorati, avente anch'essa placche metalliche sulle spalle e sulle ginocchia; infine anfibi militari sotto la caviglia e fascia in tessuto riprendevano il colore del mantello. Mancava solo, al mio fianco sinistro, Saruhyondo. Non volli togliere la custodia vacante dall'abito, anzi, fui fiero di portarla in quel modo. Diedi un ultimo controllo ai miei capelli, mi intinsi del più dolce dei profumi che possedevo e uscii di casa, dirigendomi verso il vicino Tempio della Nebbia.
    Le motivazioni della convocazione non mi tangevano. La curiosità era l'ultima delle mie elucubrazioni in quel momento - gli ordini sono ordini e non si discutono né ci si domanda troppo sul loro senso. E poi non volevo sciuparmi la sorpresa con macchinazioni cerebrali totalmente prive di fondamento. La cosa che più attirava la mia attenzione era la presenza di tutti gli shinobi e le kunoichi di Kiri. Chissà dunque chi avrei incontrato oltre i soliti, noti volti.

    [...]


    Nonostante il mio discreto anticipo il posto era già gremito di persone e sembrava che mi stessi perdendo qualcosa: dall'uscio del tempo sul quale mi trovavo, potevo vedere che sette teche coperte da altrettanti drappi con sopra ricamato il simbolo di Kiri facevano da abside ad una sedia al centro di questo, due file di panche collocate dirimpetto ad essa erano - senza ombra di dubbio né possibilità di fraintendimento - adibite all'accoglienza dei ninja convocati. Che il posto al centro della stanza fosse destinato ad Itai era fuori di dubbio, tuttavia ... tuttavia c'erano quattro persone lì nei pressi, anzi, una era seduta proprio sul trono del Kage! Questo non era nient'altro che il Guardiano delle mura di Kiri che in più di una occasione ho avuto modo di incontrare per motivi disparati e che, in più di una occasione, appunto, mi ha dato da credere che fosse una delle persone meno adatte a ricoprire un qualsiasi tipo di incarico. Era forse fin troppo simile ad Itai, probabilmente. Accanto a lui, agghindato nel suo eccentrico modo, c'erano Sanjuro e Gassan, il suo bastone. Da lui potevo aspettarmi di tutto, non pretesi dunque di comprendere le sue intenzioni. Inoltre c'erano un uomo ed una donna - quest'ultima mi parve familiare ma non riuscivo a ricordarmi dove l'avevo vista - di cui ignoravo totalmente ogni informazione. In quel momento però, l'unica cosa che sapevo è che stavano profanando un luogo sacro. « Hey, voi quattro! » dissi alzando il braccio e puntando verso di loro l'indice della mano destra, iniziando la mia camminata lenta, fiera e maestosa mentre il vento leggero sollevava il mio mantello.

    « allontanatevi immediatamente da lì. Quella zona è riservata al Kage che arriverà a momenti, state profanando la sua autorità, rivestendovi di ruoli che vi sono propri. Tornate sulle panche e comportatevi da ninja quali siete, porgendo il rispetto che il nostro Kyuudaime Mizukage merita. » dissi con voce perentorea, fermandomi dove iniziavano le panche, lontano dalla zona adibita al Kage. Mentre camminavo nella stanza non potei fare a meno di notare la pecora morta, i bigliettini sulle panche, i nastri bianchi che adornavano la stanza, le padelle usate come ceneriere ... erano cose tipiche da Sanjuro. Puntai il dito contro di lui, a quel punto, e con le sopracciglia inarcate, gli chiesi: « Cos'hai architettato questa volta, vecchio pazzo? »
    Qualora il Kage si fosse palesato prima di una qualsiasi risposa o nel bel mezzo di questa, avrei interrotto ogni altro tipo di azione e mi sarei inchinato, in base alla circostanza ed avrei preso posto non appena possibile.





    Legenda


    Narrato
    « Citato! »
    « Parlato! »
    « Pensato! »
    Anima di Saruhyondo.
    Anima di Keiji.


     
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30 replies since 2/2/2016, 15:47   990 views
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