Al Tempio della Nebbia - La Sesta Riunione di Kiri

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  1. Jotaro Jaku
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    Kiri, la città infestata



    Un copricapo? Akira aveva forse freddo alla testa? Forse lo shock della notizia lo aveva sconvolto, quindi Sanjuro, che non aveva compreso la metafora di nominare l'Hozuki nuovo Mizukage, frugò dentro al suo abito da cerimonia, e tirò fuori una maschera composta da un teschio di lucertola delle nevi e in un attimo la ficcò sulla testa dell'Hozuki, legandola sotto al suo mento con un elastico. Ecco il copricapo.
    Annuì soddisfatto.
    - Ottimo contro il freddo d'estate e contro le pigne che cadono, amico mio. Bel discorso il tuo. Toccante. - Annuì di nuovo, soddisfatto. Come se l'occasione della morte di Itai fosse momentaneamente scomparsa.

    Pochi istanti dopo, un altro ninja, che non aveva mai visto, si alzò, iniziando a blaterare qualcosa riguardo delle spade, del sushi, e altre cose che Sanjuro non riuscì a capire bene, dato che stava passando a recuperare i bigliettini da buttare nel braciere, per poi accenderlo e riposizionarsi vicino ad Akira, mentre un forte odore di cacca di rospo affumicata, di sistendeva un po' ovunque nel tempio. L'unica cosa che gli fu chiara, fu che Akira aveva appena offerto una cena a base di Sushi nel locale del suddetto ninja. (?)
    Sanjuro si voltò quindi verso il Guardiano, estremamente soddisfatto.
    - Come dici? Mi offri una cena di sushi all'apertura del suo locale? Ma certo che accetto Akira. -
    Fissandolo, annuendo. Soddisfatto. (?)

    Improvvisamente, una figura mistica si levò dalla teca a cui si era avvicinato il ninja misterioso amante del Sushi. Una strana forma fantasmosa che assomigliava terribilmente ad Itai.




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    IL SUO SPIRITO SI ERA LEVATO






    Per tutte le lumache volanti. Sanjuro doveva fare qualcosa, quindi cercò di recuperare dalla paura che gli aveva bloccato il volto sotto la maschera, e cercò di pensare a un metodo per aiutare lo spirito di Itai ad andarsene tranquillamente, senza che diventasse violento. Il rituale della capra era riuscito davvero a riportarlo tra gli uomini. E pensare che Sanjuro lo aveva creato ascoltando i consigli di Gassan. Per tutti i tuoni subacquei, ma allora era davvero uno sciamano estremamente abile e potente. Senza pensarci due volte, si recò verso lo spirito di Itai sopra la teca, e impugnando Gassan nella mano destra, orizzontalmente sopra la testa, iniziò a saltellare su un piede e poi sull'altro, pronunciando parole mistiche, affinchè il defunto Mizukage trovasse la via di casa. Era così concentrato a sculettare davanti alla teca, che non si rese nemmeno conto che un altro ninja gli stava praticamente urlando contro. Keiji.

    - Sarò anche un vecchio pazzo ragazzo, ma almeno non sono un vecchio pazzo. -

    Quando il vero Itai fece il suo ingresso e Meika fece sparire il fantasma, Sanjuro si riavvicinò ad Akira, solo per trovarsi davanti, il vero Itai.


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    Fu un attimo, dall'alto della sua estrema rapidità ninja (En. Bianca - 100) Sanjuro si allungò in avanti per colpire Itai al petto con quella che sembrava una pallina di sale grosso che aveva tirato fuori da una manica della tenuta da sciamano, dalla distanza di pochi centimetri, che lo separavano dal Kage. Per tutti i bastoni da sciamano, due spiriti di Itai, ma cosa stava succedendo. Poteva esserci solo una spiegazione.

    Kiri era infestata



    Subito dopo venne scacciato dallo stesso Itai assieme ad Akira, e quindi, per evitare di innalzare la collera di quello spirito, Sanjuro, guardingo, si allontanò, posizionandosi vicino al braciere. Per tuta la durata della riunione non perse mai di vista Itai, e non smise mai di mettere nel braciere, di nascosto, qualche fogliolino rituale ricavato dal guano essiccato.
    Come non smise di borbottare sommessamente frasi magiche per esorcizzare la figura che aveva davanti.
    Itai era deceduto, e il suo fantasma governava Kiri. La situazione era peggiore di quanto immaginasse. Doveva fare qualcosa.


    [...]

    Nei minuti che seguirono, il fantasma di Itai nominò Akira membro delle squadre speciali, Meika medico a tutti gli effetti, e Ryuu guardiano, assegnando una delle spade all'Hozuki.
    Quindi nelle teche c'erano delle spade. La cosa si faceva sempre più misteriosa. Doveva in qualche modo immolarsi per il bene dello spirito di Itai, per donargli la possibilità di trapassare in pace. Quindi, quando il Mizukage, o meglio, quando il fantasma del Mizukage invitò i presenti a prendere una decisione per il bene del villaggio, Sanjuro tirò fuori un pennarello e in fretta e furia si scarabocchiò sulla faccia, sotto la maschera, una decina di simboli di protezione e di buona sorte, quindi, afferrato Gassan, ciabattando con le infradito gialle si recò davanti al Kage, e si inchinò.

    Per prima cosa controllò che il fantasma avesse l'ombra.
    E ce l'aveva. Sfortunatamente.
    Quindi era ancora molto legato al mondo. La missione di Sanjuro sarebbe stata estremamente più complessa del previsto.

    - Nobile Kage, al fine di proteggere il villaggio e la vostra...entità, io, Sanjuro, mi offro come suo consigliere, per poterla servire e seguire come un'ombra, e aiutarla con le mie conoscenze, a comprendere il futuro del villaggio. -

    Che tradotto significava: stare il più vicino possibile a quello che ora era il fantasma di Itai, per scoprire cosa necessitava per lasciare questo mondo. Già. Kiri era governata da uno spettro.
    Non voleva una spada, tanto non sarebbe stato capace di brandirla, voleva solo dare pace allo spirito inquieto di un uomo che era stato benevolo con lui, donandogli delle estremamente comode ciabatte.


     
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