Aka Kekkonshiki

[Quest di Villaggio, grado A]

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Aka Kekkonshiki

    III



    Quando le parlò, nella realtà che tutti potevano udire fu chiaro come la Kobayashi rimase stupita dalla piega che presero gli eventi a breve. Non le avrei detto che era non era la prima donna che baciavo in vita mia, ma le sue parole produssero un accentuarsi del rossore che imporporò le mie guance. Le mani che stringevano Shizuka esplorarono possessivamente la sua schiena e finirono per stringerla ancora di più a me mentre tutto ciò che era stato dolce ed amorevole fino a poco prima cambiava improvvisamente tono. La dolcezza parve sparire per un secondo mentre nell'aria si respirava qualcosa di ben diverso.
    Non so nulla, Shizuka, dissi in un mormorio mentre nella mente lei mi istruiva su come preparare e consegnare il rotolo... già, un incontro galante per inaugurare il recente matrimonio. Si sa che quando chiedi ad un uomo di non pensare ad una scimmia la prima cosa che esso pensa è proprio una scimmia. Così quando Shizuka prospettò un incontro a porte decisamente chiuse in una delle molteplici stanze alle quali solo lei aveva accesso immediatamente i miei sentimenti (romantici, ma non per questo privi di carnalità) generarono pensieri che era bene rimanessero ben confinati nella privacy della mente dell'uomo che però, per forza di cose, mi era stata negata... solo che non ne ero del tutto consapevole!
    Starò molto, molto attento, dissi mentre immaginavo il suo corpo disteso su un prezioso futon con le coperte verdi ed intarsiate di fantasie dorate, le sue guance lievemente arrossate per l'imbarazzo e le sue labbra, appena dischiuse che si univano alle mie in baci ben più passionali di quelli che ci eravamo scambiati fino a quel momento.


    Poi il discorso passò sugli Hangetsu. Era indubbio che la loro presenza fosse tanto misteriosa quanto potenzialmente pericolosa per la riuscita della missione.
    Sono circa cinquanta membri, trenta guerrieri, una decina di bambini ed una decina di anziani più o meno... e sì, sono certo di non sapere molte cose su di loro ed i Kurogane. Mio padre non ha mai avuto troppa fiducia in me, risposi mentre le mani di Shizuka vagavano sul mio corpo fermandosi dietro la mia schiena. Eravamo così stretti che potevo sentire chiaramente le sue forme premere contro il mio corpo.
    Nelle stanze sorvegliate c'è l'oro di famiglia, i nostri cimeli, armi preziose ed antiche. Posso accedervi quando preferisco, non vi sono segreti lì sotto se non un'infinità di tesori, ne ero certo. Tuttavia vi farò un altro giro, così da dirti tutto ciò che posso con precisione... questa sera. Parlerò con mio padre riguardo gli Hangetsu oggi stesso, affermai poi con certezza. Forse non sarei riuscito ad ottenere tutti i dettagli dell'accordo, tuttavia avrei potuto avere chiari indizi sullo stesso. Da quando avevo annunciato la mia intenzione di sposare Shizuka Kobayashi mio padre era divenuto assai bendisposto nei miei confronti.


    Nel mondo reale lei pronunciò il mio nome, mi diede un appuntamento mentre mentalmente mi rassicurò riguardo le mie parole. Istintivamente la strinsi a me con la mancina mentre la destra sollevò il suo mento per donarle un bacio che forse di dolce aveva ben poco. Così come di falso non aveva nulla.
    Nemmeno io posso recitare con te, Shizuka. Ma è anche vero che è un complotto ciò che stiamo ordendo e temo che mio padre possa comprendere la verità dietro le nostre maschere, mormorai mentalmente alla Kobayashi. Ma mi fido totalmente di te, aggiunsi mentre i pensieri andavano a quella sera. All'incontro in stanze chiuse e ripresero esattamente da dove erano state interrotte. A lei distesa su un futon di pregiata fattura, alle nostre labbra che si univano e poi lentamente alle mie mani che scioglievano i nodi del suo obi prezioso rivelando la pelle che il kimono nascondeva fin troppo bene, pelle baciata con maniacale attenzione dalle mie labbra...
    Cos... QUESTO DOVEVI DIRMELO PRIMA!, l'urlo mentale era chiaramente imbarazzato giacché i pensieri si erano spinti a punti che esulavano del tutto dalla nostra missione. Certo, era chiaro come il sole ce provassi qualcosa per lei a quel punto. Certo però che essere beccato così in fragrante era imbarazzante oltre ogni dire. Lei sciolse la nostra stretta e scappò via, visibilmente imbarazzata, lasciandosi dietro lo scialle che cadde in terra lentamente. Lo raccolsi cercando di calmare i battiti del mio cuore... se non altro vista dall'esterno la scena doveva essere sembrata davvero incredibilmente reale.




    Avrei dovuto darle un sigillo di dislocazione remota. Mentre uscivo di casa Baiko mi fermò, domandandomi dove fossi diretto e se voleva che mi scortasse a quell'ora tarda.
    No, Baiko, non ce n'è bisogno, vorrei vedere Shizuka da solo, dissi guardando distrattamente il soffitto.
    Oh. Chiaro. Bene, spero che passi una splendida serata, disse con la solita voce atona l'uomo voltandosi e lasciandomi solo. Se avessi mentito sulla mia destinazione sarebbe stato peggio: Baiko avrebbe fatto di tutto per agevolare il mio rapporto con Shizuka, secondo i desideri miei e di mio padre.
    Sospirai, pensando che tra i vari significati di quella sera c'era anche il progetto di ottenere lo scalpo degli Hangetsu... o la loro collaborazione. Dovevo portare ciò che avevo scoperto a Shizuka, immediatamente! Circa mezz'ora prima dell'una di notte mi incamminai con calma presso la Magione dei Kobayashi. Circumnavigai il recinto esterno fino all'ala est. Dunque distrattamente afferrai un sasso da terra, marchiandolo con un sigillo, allontanandomi quando bastava per far sembrare che stessi ignorando la recinzione. Assicuratomi di non avere nessuno attorno lanciai il sigillo all'interno del giardino e dunque mi dislocai, comparendo a mezz'aria al di sotto della roccia. La afferrai al volo, silenzioso come un'ombra e con precisione studiata l'afferrai mentre ero ancora in volo, lanciandola fin sotto la finestra dell'unica stanza illuminata tra le molteplici. Scagliai il sasso con precisione verso il suolo, facendolo atterrare sulla morbida erba, riapparendo lì un istante dopo. Lasciai lì il sigillo, sarebbe servito in caso di necessità di una fuga estremamente rapida ma rimasi abbassato sotto la finestra per alcuni secondi. Lanciai una fugace occhiata all'interno, constando che lì, nella stanza, vi era solo Shizuka. Bussai sul vetro, aspettando che lei aprisse ed una volta che l'ebbe fatte scavalcai agilmente la finestra.


    Eccomi, mormorai, sfiorando il suo viso con le dita con dolcezza e delicatezza. Oggi pomeriggio hai dimenticato questo, aggiunsi, tirando fuori dalla sacca che avevo con me e che avevo recuperato da un luogo sicuro affinché uscissi di casa senza portar nulla dietro, il suo scialle perfettamente ripiegato.
    Ti ho portato i libri che mi avevo chiesto, aggiunsi poi. Non avrei osato pronunciare la parola "mappe" se non nella mia mente. All'interno della sacca c'erano i rotoli che mi aveva domandato. Erano quattro in tutto, tre erano libri, il quarto anche ma ad un certo punto a metà del libro la scrittura si interrompeva lasciando spazio ad un sigillo che se attivato avrebbe rivelato l'esistenza di altri tre rotoli contenenti le mappe richieste.


    La prima mappa [LINK] era la pianta del primo del secondo e del terzo piano. Era praticamente identica per tutti e tre i piani per cui avevo evitato di recapitare tre mappe identiche. Sul retro però era segnata con precisione la funzione di ogni piano.
    [Primo Piano: Piano dei Ricevimenti. La sala centrale è dove mio padre riceve e vengono discussi gli affari più importanti, le quattro attorno hanno funzioni simili e possono ospitare banchetti. Le quattro sale periferiche sono invece adibite ai pranzi informali.]
    [Secondo Piano: Piano delle Stanze Private. Sono le stanze private della mia famiglia. Mio padre e mia madre occupano la stanza centrale, io ho a disposizione le quattro stanze sulla sinistra, mio padre quelle sulla destra ad eccezione di quella in basso a destra riservata al clan Hangetsu.]
    [Terzo Piano: Piano della Servitù. Ci sono le cucine nella sala in alto a destra, i bagni in alto a sinistra, gli alloggi della servitù occupano le stanze centrali, quelle in basso sono invece stanze per il tempo libero della servitù]


    La seconda mappa invece era assai più piccola [LINK], ed era semplicemente l'ingresso che stagliava a chiunque entrasse nel castello. Visto così non era nulla di che, ma era di fatti assai riccamente decorato.
    Per quanto riguardava la terza mappa essa raccoglieva la planimetria del primo, secondo e terzo piano seminterrato. Erano molteplici stanze, collegate in maniera intricata ed erano le stanze dei tesori dei Kurogane. [LINK]


    Una volta consegnati i rotoli a Shizuka, feci un passo verso di lei, dimostrando una certa audacia che fino a quel momento mi ero negato. Con lentezza sollevai le mani fino al suo volto, posandole entrambe su esso a circondarlo con dolcezza e sollevarlo appena. C'erano molte cose che dovevo dirle. Avevo parlato con mio padre del Clan Hangetsu nella maniera che lei mi aveva suggerito, avevo ricontrollato i sotterranei come promesso. Ma nulla di tutto ciò poteva essere riferito a voce. Così, con lentezza, abbassai le mie labbra sulle sue posandovi un bacio lento ma delicato.
    Shizuka, mormorai ad una distanza esageratamente breve tra i nostri visi. Perdonami, sussurrai in un soffio, emozionato. Ma temo di essere perdutamente innamorato di te. Quelle parole potevano essere lette in diversi modi. A chi non sapeva, solo una romantica quando giocosa dichiarazione (ribadita). Per loro due, una confessione che faceva assumere alla parola perdonami un significato tutto diverso. Ma era vero. Non stavo mentendo, non avrei mentito in quelle stanze, con l'avvicinarsi dell'incontro con i miei genitori. Ero bravo a mentire. Ma meno bravo di lei a non farmi scoprire. E non abbastanza bravo per mentire sia a Shizuka che a mio padre... e lei lo sapeva. Ero certo che ne fosse a conoscenza e che in quel momento ne aveva appena avuto la certezza assoluta.


     
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