Aka Kekkonshiki

[Quest di Villaggio, grado A]

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  1. -Max
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    九代目水影 - Kyuudaime Mizukage

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    Aka Kekkonshiki

    VI



    Piccolo maledetto Oni dal corpo perfetto e dalla mente maligna. L'aria in quel momento era torrida come i venti meridionali di Suna ed era così evidente che quel desiderio fosse reciproco che la domanda sarebbe salita in mente spontaneamente a chiunque non fosse dotato di una certa vena malvagia olre ogni dire. Perché interrompere?
    Il suo tocco mentale fu leggero ma sufficiente a farmi recuperare un po' di concentrazione necessaria a proseguire quell'interrogatorio che speravo davvero fosse finito con le domande precedenti. Più il tempo passava, meno la missione sembrava importante, segno che la ragione stava soccomendo al desiderio. Le implicazioni di un atto divenivano incredibilmente poco importanti quando si desiderava compierlo con tutto il proprio essere come me (e lei) in quel momento.
    A me sta bene se decidi, dissi in un soffio appena divertito. Un sussurro appena udibile, che celava malamente la leggera ilarità che le sue parole mi avevano suscitato. Lei aveva deciso tutto ciò o forse ero io che avevo deciso di lasciarmi guidare in quel gioco da lei? Ed anche se ciò fosse stato, quale sarebbe stato il problema che potrei aver avuto con ciò? Semplcemente alcuno: quel gioco era troppo bello per non essere provato, anche con un ruolo da comprimario.
    Forse mi hai frainteso, Shizuka. La "Chiave delle Fucine" non porta alle vere Fucine dei Kurogane. Esse sono locate fuori dalla Magione, ed i depositi sono fermamente sorvegliati, e vi sono armi e solo armi Shizuka. Nulla di strano o compromettente sarà mai posto insieme a ciò che ci garantisce la ricchezza... per quanto riguarda cosa sia questa "Chiave delle Fucine", non lo so, il sospiro fu più fisico che mentale.
    Che c'è, Shizuka, sei per caso qui contro la tua volontà che temi di non essere in grado di decidere?, domandai con lo stesso sorriso tagliente sul volto. Il suo controllo estremo si stava esplicando in una maniera che sembrava errata: avevo preso l'iniziativa, ma eravamo adulti e consenzienti. Il concetto di subire l'iniziativa altrui era sempre sottointeso ad una personale decisione: accettare ciò che si stava facendo. Noi siamo pieno di nemici, Shizuka. Se armi metà del continente, l'altra metà finisce per volerti morto... o fare affari con te, porta i nemici dei tuoi clienti alla disperazione e poi armali per la vendetta. I Kurogane avevano creato il loro disgustoso impero su tale concetto.
    Sì, è presente una Barriera che permette ad un Hangetsu di conoscere chi entra nella Magione, ma le mura non sono dotate di proprietà particolari. Solide, ma pur sempre muri, dopotutto chi spendeva vagonate di soldi per costruire muri appena più resistenti del normale che gli Shinobi presto o tardi avrebbero comunque fatto in modo di distruggere? Non ne valeva la pena, non secondo i suoi antenati e suo padre aveva rispettato quella tradizione. E mentre le mie dita la accarezzavano passarono sulla sua schiena e le sue spalle. Ti lascio una cosa, sussurrai mentre le dita toccavano le pelle del suo fianco in basso, molto in basso, in un punto che logicamente nessuno avrebbe dovuto vedere mai. Se non si fosse opposta allora lì sarebbe comparso un sigillo [Sigillo di Dislocazione Remota], Mi permetterà di raggiungerti in qualsiasi momento, sussurrai e quando le nostre menti tornarono in contatto le spiegai. Ne ho lasciato uno anche a Raizen, è per maggiore sicurezza. Lo userò se necessario, significava "in situazioni di mergenza". Per colpa sua però sarei stato costretto a smentirmi a breve, ma quella era un'altra storia. Per tutti i Kami, Shizuka, non li ricordi mica tutti i nomi. Per quelli che ricordo: Jinsuke Kurogane, il mio stimato padre. Hayako Seiju, mia madre. Poi c'è mio zio paterno, fratello minore di mio padre, Hamano Kurogane, uno dei Quattro che fanno parte dell'organizzazione chiamata Tetsu no Te (mano di ferro), di cui ho parlato a Raizen. Poi c'è il figlio di Hamano Kurogane, Tetsujin Kurogane, circa sei anni più grande di me che è un altro dei Quattro. La moglie di Hamano è morta. Gli altri due che fanno parte dei Quattro sono Ayuki Kurogane, figlia del fratello di mio nonno e sua figlia... Shizuka Kurogane. Anche se nonostante l'omonimia non ha molto a che vedere con te, tutti quei nomi furono correlati da immagini mentali e quando si giunse alla cara cugina Shizuka poté vedere una donna dalle scarse forme, le pelle candida e rivestita di metallo anziché di seta. Shizuka era una guerriera provetta, forgiata nel freddo del Paese del Ferro e da quelle parti molto stimata. Per quanto riguardava Jinsuke, aveva la mia stessa carnagione e capelli chiari, con due occhi neri come la notte incastrati sul viso serio e temprato. Un uomo duro, severo, potente. Le stesse immagini mentali sarebbero seguite successivamente mentre parlavo degli Hangetsu. Baiko lei lo conosceva, Mujona era incredibilmente simile al figlio, ma con i capelli assai corti e due occhi rosso sangue. La madre di Baiko invece era una donna estremamente attraente, dalla pelle diafana ed i capelli neri, con i lineamenti gentili e più espressivi di quelli del figlio e due grandi occhi neri assai identici a quelli di Baiko. Gli Hangetsu che ricordo sono Baiko, Mujona, Kūhaku che proteggono me, mio padre e mia padre. I Quattro sono accompagnati anche loro da degli Hangetsu ma ammetto di non sapere un granché di loro. In ogni caso, le loro abilità di combattimento sono abbastanza elevate. Sicuramente Baiko è più abile di me, Mujona è terrificante, così come Kūhaku. Gli altri sono di un livello variabile, assimilabile a quello di un Genin fino a quello di un Jonin esperto. Sono degli assassini sublimi ed amano manipolare le ombre... come, non lo so, ma non centrano nulla col Clan Nara. Le stanze le ho segnate sulle mappe, i loro utilizzi almeno. La servitù ha accesso a tutte le stanze per le normali pulizie. Tutti i documenti che documentano gli affari di famiglia sono chiusi in una cassaforte nella sala centrale del primo piano, per questo la servitù è libera. In ogni caso, nelle nostre sale private lasciamo che entrino solo quando abbiamo necessità. Nei sotterranei hanno accesso solo i Kurogane, Shizuka. I Kurogane di sangue o per matrimonio. Ed è lì che ci sono le trappole: ogni porta dei sotterranei lo è, ma non ho modo di farti vedere con certezza quali sono: gli Hagetsu le rinnovano periodicamente, ogni mese circa, così da non dare alcun riferimento a chi volesse intrufolarsi al loro interno. Posso solo dirti che le trappole sono dei Fuuinjutsu però. No, nel sotto suono non c'è altro oltre le stanze del tesoro, che io sappia., dissi. Nel mentre lei con movimenti atti ad allontanarmi da lei non facevano altro che alzare il grado della mia eccitazione. Sapevo bene che nulla di ciò era casuale, eppure ad un certo punto in mezzo a quella casualità qualcosa cambiò. Ero certo di non aver agito in maniera sconsiderata, essendo stato condotto a ciò, eppure lei - dimostrando un certo grado di malvagità - mi rimise a sedere sul tatami, morse il mio labbro e dunque si alzò, lasciando che le sete che la ricoprivano scivolassero in terra lasciandola così completamente nuda davanti ai miei occhi. La gola era così arida che dovetti deglutire un paio di volte prima di poter parlare. E l'avrei fatto.
    Oh, pare che qui siamo arrivati ad un'impasse Kobayashi-sama, sussurrò Masaki. L'interrrogatorio era finito, lei aveva avuto tutto ciò che potevo darle. Perché anche gli Uomini di Ferro dei Kobayashi sono uomini di potere..., lei si voltò, io sorrisi. Lo stesso sorriso tagliente di poc'anzi, che brillava sotto due occhi rossi e guizzanti. Non appena lei si voltò a fare un passo fuori dalla stanza io ricompravi (letteralmente) alle sue spalle, silenzioso come un'ombra. Rapido come solo io potevo essere avrei allungato le braccia attorno al suo corpo e dunque l'avrei stretta a me, lasciando che la nostra pelle nuda aderisse. Le mie labbra allora si portarono al suo orecchio in un sussurro che poteva essere udito solo da noi, nella più totale privacy di quelle stanze.
    Cara Shizuka, abbandonai quella ironica formalità che ci stavamo riservando per un tono più schietto che meglio si addiceva La decisione l'hai presa, più e più volte questa sera. Avresti potuto condurre questo interrogatorio tenendomi la mano mentre bevevamo il Tè eppure eccoci qui, feci una brevissima pausa Nudi. No, Shizuka, non è un'impasse, non è una forza inarrestabile che incontra un oggetto inamovibile, la mano destra si sollevò piano fin sul suo mento ed a quel punto le avrei fatto voltare appena il capo, senza metterci davvero forza nell'atto: nulla di tutto ciò era una forzatura. Qui noi vogliamo la stessa cosa, e dimmi, Principessa Mercante, cosa accade quando le due parti hanno gli stessi interessi?. La risposta era tanto semplice da essere scontata. E se lei avesse voluto allora sarei andato via all'alba, senza dormire nemmeno un secondo, senza lasciarla dormire, mostrandole che così come lei era assai versata nell'arte della seduzione anche io, non per un rigoroso addestramento, avevo una certa considerabile esperienza e bravura. Altrimenti sarei scomparso ancora una volta, riapparendo laddove avevo lasciato i miei vestiti. Li avrei indossati con calma quasi serafica, passandomi alla fine una mano tra i capelli per dar loro un'ordine. Qualsiasi cosa fosse accaduta, prima di andar via avrei detto le stesse parole.
    Abbiamo una settimana di tempo prima dell'incontro con mio padre, Shizuka. Ripensa a quanto ti ho detto oggi, se dovessi avere idee per aumentare la certezza della riuscita dell'evento, scrivimi per rivederci. Le tue lettere non destano sospetti alla Magione, del resto lei sapeva bene cosa scrivere all'interno delle stesse. Devo parlare con l'Hokage, quelle ultime parole furono un mormorio. Ho informazioni anche per lui... ti prego, avvisalo tu che voglio vederlo, fai in modo di farmi sapere quando vederci in modo sicuro. Le tue lettere non destano sospetti, le sue potrebbero, aggiunsi. Le sorrisi un'ultima volta, dunque scomparvi, riapparendo fuori dalla finestra laddove avevo lasciato il Kunai prima di entrare. Ripensai alle sue parole "avevamo detto di lasciare il meglio dopo il matrimonio". Dopo quel bagno di sangue con ogni probabilità avrei voluto solo gettarmi dal Monte degli Hokage diritto giù per il suolo.




    Tornai a casa all'alba, in ogni caso. Trovai Baiko sveglio, ad attendermi, senza apparenti segni di stanchezza sul viso. La sua inespressività mi inquietava: cosa stava pensando in quel momento? Baiko? Perché sei in piedi?, domandai.
    Non amo quando sono costretto a lasciarvi solo, Masaki-sama, disse allora l'Hangetsu. Ma non temere, ho riposato a sufficienza per questa notte, poi rimase in silenzio per qualche secondo, chiudendo poi gli occhi. Masaki-sama, sta accadendo qualcosa? Non dovresti avere segreti con me. Guardai Baiko per un secondo, infine sorrisi e scossi il capo.
    Nessun segreto, mentii spudoratamente. Cosa te lo fa pensare?
    Mi siee sembrato pensieroso, nonostante l'apparente carenza di emozioni Baiko era un maestro a leggere quelle altrui. Tutto qui.
    Baiko, io sono pensieroso. Tra una settimana Shizuka incontrerà mio padre, poi ci sposeremo. Sono agitato come un ragazzino, maledetto manichino senza emozioni, le ultime parole erano state dette con tono divertito. Avevo chiamato Baiko in quel modo un'infinità di volte. Vado a dormire un po' Baiko, dissi all'uomo gettandomi senza troppi complimenti sul tatami. Baiko mi osservò, senza che potessi vederlo. Socchiuse gli occhi e le sue labbra si piegarono in un'espressione tra il triste ed il preoccupato. Solo che io non potei vederlo. Nessuno poteva.


    Prossimo post spero breve: Shizuka deve organizzare un incontro con Raizen e Masaki. La lettera deve essere scritta, così come tutte le future comunicazioni epistolari da Shizuka e Masaki.
    Ricordo che i vostri pg hanno una settimana di tempo per effettuare la preparazione all'incontro col babbo. Poetete postare quante volte volete, se avete bisogno di Masaki avvisate.
     
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