La Corte di Kusa

Febh, Raizen e Kiyomi al Mercato (nero)

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    La Corte







    Quando Febh li accolse Raizen gli riservò un occhiata in cagnesco.

    Ma taci, son sicuro che per arrivare prima tra il perderti e fermarti davanti a qualche bancarella di ninnoli ti sei procurato il fiatone.

    Commentò senza troppi complimenti, per poi alzare una mano quando venne evocata la lucertola.

    Hei Ssalshape!
    Grazie dello strappo.


    Disse montandogli in groppa come suggerito da Febh, sicuro che la lucertola non si sarebbe sbagliata visto che la trasformazione rendeva Raizen.
    Durante il viaggio Raizen non avrebbe disdegnato troppo di giocare, non era un grande esperto, ma conosceva i rudimenti, molto banalmente un habitué delle carte l’avrebbe battuto con poco sforzo, ma Febh si stava mostrando un avversario fin troppo semplice.

    Oddio, con queste carte persino un pollo riuscirebbe a battermi.

    Esclamò pronto a passare la mano senza dare peso al bluff o alle poker face durante una delle mani e scommettendo generalmente primi, piatti di cui andava poco ghiotto, piuttosto che secondi, tenendoli al sicuro da puntate troppo rischiose.



    Al Cimitero



    Quando giunsero al cimitero Raizen aveva immaginato prima che Febh lo annunciasse che fossero in dirittura d’arrivo, dopotutto non era troppo comune vedere delle persone aggirarsi per il cimitero a quell’ora, segno che in quel luogo qualcosa stava succedendo.
    Ciò che non si aspettava di vedere, e che in un primo momento non riuscì nemmeno a comprendere, era la vastità di quel luogo, all’esterno così modesta al contrario dell’interno vasto quanto un piccolo villaggio e denso di vita come pochi luoghi al mondo.
    Posto curioso la corte.
    Ed ancora più curiosa fu l’affermazione di Febh, anche se pareva assurdo era in grado di spiegare sia il disagio provato dal Colosso che la presenza di tutto quel ben di dio all’interno di quella cripta che per quanto grande non era in grado di contenere quella piccola metropoli commerciale al suo interno.
    Ma i problemi non tardarono ad arrivare, quel posto sembrava fin troppo congeniale a Febh, strambo quanto lui e come se non bastasse appena vi era entrato una strana luce negli occhi lo infiammò, facendolo entrare in una specie di euforia che lo portò a discostarsi dal gruppo.

    Ei!
    Ei otese!
    Porca merda dove vai?


    Faceva mani e piedi per non perdersi nella bolgia nonostante la sua altezza, ma dopo qualche metro Febh venne inghiottito dai cunicoli, sparendo.
    Restò qualche secondo con la mano per aria e la bocca aperta prima di riconnettere il cervello ed accorgersi della nuova figura che gli si parava davanti.
    Quel luogo si presentava interessante per quanto bislacco.

    Beh, io in effetti desidero profondamente qualcosa, diciamo che sono profondamente determinato.
    Se è la determinazione che serve mi domando perché lei non si sia ancora prodigato a trasformarsi in un efficientissimo anticorpo in grado di farmi metabolizzare i veleni.
    Dopotutto, se è sufficiente il desiderio… non vorrei che la corte tradisse le aspettative.


    Disse guardandosi attorno.
    Un modo come un altro per chiedere informazioni, o stuzzicare l’orgoglio di quello strambo giullare, magari alla ricerca di prodotti particolarmente interessanti ed efficaci.
     
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