La mandragola

[Free gdr]

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  1. **Kat**
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    III ~ Raccomandazioni: La ricerca


    L

    a pioggia di minuto in minuto diventava sempre più un ostacolo. Sicuramente un cielo sgombro di nuvole e con maggiore luminosità avrebbe reso tutto molto più semplice. Inoltre cercare alcune erbe mediche nel bel mezzo di una pioggia in una fetida palude non era una delle esperienze migliori che la Genin poteva auspicare. In realtà la Fuyutsuki era leggermente preoccupata anche per lo studente dell’Accademia. Non metteva in dubbio le sue capacità e l’eccellente preparazione Accademica, ma era impossibile non sentirsi responsabile della sua incolumità.
    Sbuffò leggermente infastidita da quei grossi nuvoloni grigi che continuavano a far cadere pioggia, rendendo il viaggio poco agevole per entrambi i Ninja. La Genin ritenne utile accelerare un po’ il passo per mettere alla prova la resistenza fisica dello Studente. Rallentò solo per poter scambiare qualche parola con lo Hyuuga. - Non conosco Sango-san. Ma sono certa che sia stata un’ottima guida per te! - In cuor suo la Fuyutsuki si augurava di esserlo anche lei per Hiashi-kun. Era la prima volta che l’amministrazione di Konoha le affidava uno Studente a cui badare. Ma non aveva nessuna intenzione di lasciarsi schiacciare dalle responsabilità che le erano state date.
    Intanto non le sfuggì la particolare freddezza con cui lo Hyuuga aveva parlato della sua famiglia, una delle Casate più rispettate e temute di Konogakure no Sato. Tutti conoscevano i Ninja dagli occhi bianchi, capaci di scrutare l’anima di ogni uomo o donna. Possedevano una particolare abilità innata, un Doujutsu probabilmente, ma la Fuyutsuki conosceva solo dicerie e storie sulle particolari abilità di questi esperti Taijutser. Possedevano uno stile di combattimento fine ed elegante, ben diverso da quello della Genin. - Gomen! - Si affrettò a rispondere, porgendo le sue più sentite scuse. Non aveva mai compreso bene la differenza tra la casata cadetta e quella principale, ma questi erano affari di famiglia. Sicuramente non affari della Fuyutsuki. - Ayuuki-sama? Chiamami pure Ayuuki-san o -chan. Non credo siano necessari simili appellativi. E poi sono solo una Genin del Villaggio. - In un certo senso si era stupita di quel -sama prima del suo nome. Era un titolo onorifico troppo importante per lei. Ma comprendeva la rigida educazione da cui Hiashi-kun proveniva.
    In realtà la ragazza proveniva da una famiglia altrettanto importante, che un tempo non troppo lontano, sedeva ai consigli di Konoha insieme agli esponenti degli Hyuuga e degli stessi Uchiha. I Fuyutsuki erano caduti in disgrazia dopo il tradimento di Ai-chan, primogenita del Capo-clan e sorella maggiore di Ayuuki. Era una lunga storia, che la Genin non era ancora pronta a parlarne a cuor leggero, anche se la maggior parte dei cittadini del Villaggio erano a conoscenza di quell’ingiurioso tradimento alla Volontà del Fuoco.

    [ … ]

    I miasmi della palude fecero arricciare il naso alla Fuyutsuki, che pose istintivamente una mano al volto per coprirsi il naso. Non erano esalazioni tossiche, quelle provenienti dagli acquitrini ed i fatiscenti alberi. La palude Mandorēku era un luogo singolare, ai confini del Paese del Fuoco e dove l’acqua dei fiumi, solitamente portatori di vita, diventava promotrice della morte. Ogni forma di vegetazione era putrida. Solo pochi arbusti e rovi sopravvivevano ad un ambiente tanto inospitale. Gli alberi ad alto fusto più diffusi in questa palude era una esigua colonia di mangrovie, che costeggiavano le fonti d’acqua dolce. Invece in prossimità dei stagni, dove insetti e misteriosi anfibi lottavano per la sopravvivenza, il canneto era la vegetazione predominante.
    La pioggia teneva lontani gli insetti. L’unica vera note positiva di una giornata tanto nuvolosa quanto piovosa. Sospirò leggermente prima di elencare minuziosamente le caratteristiche delle piante da cercare. Mantenne il contatto visivo con Hiashi-kun. Voleva essere sicura che lo studente abbia compreso ogni sua singola parola. Gli aveva fornito ogni dettaglio utile per riconoscere le tre erbe mediche. - Molto bene. Puoi tenere le pergamene, anche se preferirei che tenessi gli occhi aperti e non incollati sull’erbario. Le Paludi Mandorēku possono essere molto pericolose. Attento a dove metti i piedi! - Dopo le dovute raccomandazioni iniziò ad addentrarsi maggiormente nella spoglia vegetazione della palude. Arricciò il naso per il maleodorante odore che proveniva da una pozza di fango. Invitò lo studente a circumnavigarla per evitare di sprofondare al suo interno. - Restiamo insieme. Come vedi.. tutto qui potrebbe ucciderti. - E quella massa di fango sembrava larga pochi metri, eppure il fondo era impossibile da scrutare. - Assicurati che ad ogni passo ci sia la solida terra pronta a sorreggerti o una radice come appiglio. - Abbozzò un lieve sorriso. Era chiaro che lo Hyuuga non avrebbe avuto tempo per ripassare la descrizione di quelle piante. La Fuyutsuki chiese massima attenzione.
    Decise, per prudenza, d’iniziare le ricerche insieme. La pioggia occultava perfettamente ogni suono o profumo particolare, tranne il tanfo proveniente dalle putride pozze di fango. I sandali della Genin erano completamente sporchi e zuppi d’acqua. Ma in quel momento mantenne il contatto visivo su tutto ciò che la circondava. Avanzarono con prudenza per diversi minuti, forse per quasi mezz’ora, prima di trovare le prime tracce di reale vegetazione “vivente”. Oltre ai soliti rovi che rendevano il passaggio dell’accidentato sentiero che stavano percorrendo, riuscirono a scorgere alcuni cespugli più vividi nei colori. Sembrava erbaccia o almeno ad una prima occhiata. - Non è qui! - Per ora le ricerche erano state abbastanza deludenti.
    Deviarono il percorso verso il centro della Palude, dove i sentieri erano solo un lontano ricordo. Indistinto fango e fogliame faceva da mantello all’ignoto. Cosa stavano calpestando in quel momento? Serpenti, alligatori o piragna potevano annidarsi in ogni acquitrino o zolla di terra che attraversarono. La Fuyutsuki invitò lo Hyuuga ed evitare di calpestare qualsiasi cosa “molle” o di dubbia natura. Arrivarono in un ampio specchio d’acqua, circondato da un canneto e dei rovi. Il laghetto era quasi inaccessibile, ed intorno c’erano alcuni alberi dalla corteccia bianca ed erosa dal tempo. E proprio ai piedi di uno di questi alberi la Genin riuscì a trovare un paio di Cappucci Viola. - Eccoli! Stai lontano.. li raccolgo io. - Invitò lo studente ancora una volta alla prudenza. - Intanto cerca intorno alle rive del lago o in prossimità dei rovi. Se trovi un cespuglio “fumante” è sicuramente il Dono dell’Ardemonio. - Non era difficile trovarlo. - Quell’erba detesta l’acqua. Tanto che la fa evaporare secernendo una sostanza dal baccello che contiene le bacche. - Date le ultime indicazioni la Fuyutsuki si concentrò sull’estrazione dei funghi soporiferi.
    Con un Kunai cercò di sradicare lentamente le radici dalla terra ai piedi dell’albero. Lì il terreno era molto più solido e meno melmoso. Quindi era l’unico posto favorevole per la crescita di quei funghi. Cercò di essere quanto più precisa ed attenta possibile. La lama del Kunai sfiorò solo appena le sottili radici bianche del fungo. Bastava anche solo un taglietto accidentale e la pianta avrebbe attivato i suoi naturali processi difensivi, ovvero le spore soporifere. Bastava inalarle per poter cadere in un profondo sonno.


     
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